Non
capivano, nessuno capiva niente.
Era
questa la sua consolazione quando li vedeva guardarla durante l'ora
di educazione fisica. Ridevano di lei, lo sapeva.
Ridevano
di lei per i suoi vestiti larghi e sformati, e per il fatto che
ripetesse gli esercizi ginnici in maniera ossessiva.
Nessuno vuole vedere la ciccia in
giro, non scoprirla.
Diana stava zitta, faceva finta di
niente e si mordeva le labbra, poi tornava a casa e saltava un altro
pasto, chiudendosi in camera a piangere.
E osservava lo specchio, si osservava
allo specchio con occhi vuoti ed infossati, chiedendosi quando
sarebbe morta.
Drabble scritta di getto,
penso sia idiota specificare che parla di anoressia.
Ne ho sofferto, per un po' di tempo. Restrittiva e non bulimica,
perché ho la fobia del vomito, e questo è stato
anche un modo per riportare alla mente quello che pensavo in quel
periodo, il conteggio delle calorie e la misorazione ossessiva di varie
parti del corpo, per non parlare dei lividi sulle ossa delle anche
perché me le strofinavo e toccavo a non finire. Le
trovavo belle.
Diana, di-Ana, non è un nome dato a caso. Ana è
uno dei nomi che ha l'anoressia.