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Autore: Esca_    29/12/2013    4 recensioni
Sto per partire, Harry, e per sempre credo. Mi dispiace, anche se tu probabilmente ora sarai sollevato di esserti tolto di dosso un peso. E non cercarmi, anche se non credo che lo farai.
E anche se non lo sono mai stata realmente,
Sempre tua
Amy
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I think I'll miss you forever,
like the stars miss the sun in the morning skies.
Later's better than never.
Even if you're gone I'm gonna drive.
 «Buon anno!» mi hai fatto urlare, manco potesse sentirmi tutto il mondo, considerando che c’eravamo solo noi due.
  Ricordo ben poco del resto di quella serata,solo molto champagne e un’imbarazzante partita a strip poker, fortunatamente fermata in tempo.
  Sai, l’altra mattina Clara e Rory, i figlioletti degli Smith del piano di sopra, mi hanno chiesto perché io e te litighiamo sempre. Non sapevo cosa rispondere. La signora Smith è venuta a chiedermi scusa. Ma poi anche lei mi ha chiesto cosa fosse successo per rendere tutto così…brutto. Beh, io ho risposto semplicemente: «Abbiamo preso il diploma. Siamo andati a vivere insieme. Sono successe tante cose. Una volta credevo di essere rimasta incinta, ed Harry scappò via. Era un falso allarme. Harry scappò via quando gli dissi di guardami negli occhi, quando gli chiesi se gli piacevo col nuovo taglio di capelli, quando gli mostrai il nuovo gatto o il nuovo colore per le pareti della stanza. Pensa un po', scappo via anche quando gli chiesi perché scappasse via ogni volta. Perché ad Harry serve "del tempo per elaborare la notizia". La prima volta che litigammo, prese dallo sgabuzzino una valigia, di un viaggio fatto insieme quell’estate, ci mise qualche vestito, o forse tutti, e semplicemente andò via, di nuovo. Ora la tiene pronta sotto al letto. Se ne va, troppo occupato a spostarsi i ricci dagli occhi arrabbiati, non li posa su di me. E poi niente, solo molte litigate.
»
  «Ma c'è almeno qualche bel ricordo?» mi ha chiesto Clara quasi con gli occhi lucidi. Sono stata un po’ a pensarci, e scommetto che anche tu ora stai corrugando le sopracciglia, come tuo solito, cercando effettivamente in un remoto angolo della tua mente un bel ricordo che appartenesse solo a noi due. Una volta mi hai baciata sotto la pioggia, forse non te lo ricordi. A Brighton. Avevamo deciso di fare una piccola gita per il nostro primo anno insieme, ma il tempo era peggiorato all’improvviso e ci eravamo ritrovati accanto al carretto della frutta, tutti fradici. Me lo ricordo ancora alla perfezione. Ricordo di quando abbiamo prenotato due biglietti per il Madagascar su due piedi e siamo partiti per due settimane. E del mio ultimo compleanno quando mi hai portato la colazione a letto, scordandoti che io sono allergica alle fragole, ma ti ho amato anche per questo. Ci ho pensato a lungo «Sì.» le ho detto con dolcezza, e lei mi ha guardata quasi dispiaciuta, abbracciandomi teneramente.
  Ora mi trovo qui, su una panchina di Paddington, la stazione, e il tuo treno ha fatto ritardo, o almeno credo, considerando che mi sono presentata in stazione un’ora prima dell’arrivo previsto.
  Perché diavolo è venuta prima?, penserai tu leggendo questa lettera.
  Beh, rifletti, se sai che il tuo giocattolo preferito uscirà alle 18, dopo tanto tempo che aspettavi, tu ti presenterai davanti al negozio alle 17, no? Ecco, è come se tu fossi il mio giocattolo preferito.
  Mi sono sempre chiesta come facesse un tipo come te, a stare con una come me. Sei sempre stato una persona affascinante, che sapeva come incantare la gente, come manipolarla senza fargli rendere conto dell’imbroglio che c’era sotto. Riuscivi persino a manipolarmi durante le nostre litigate, quando credevo di provare per te tutto meno che l’amore, e mi veniva quasi di urlartelo in faccia, ma poi mi sentivo in colpa, e come ogni volta venivo da te per quasi supplicarti perdono, anche se eri tu quello in torto.
  Mentre io sono una semplice insegnante, che non si spinge mai troppo oltre perché ha paura praticamente di tutto.
  Ricordo che una volta, mentre eravamo a prendere un aperitivo, mi hai detto:
«Beh, sai come si dice.»
  
«No, come si dice?» ti ho risposto con un pizzico di sfida negli occhi.
  
«Beh, chi sa fare, fa. Chi non sa fare, insegna.»
  Quella frase credevo fosse la goccia che avesse fatto traboccare il vaso, infatti mi alzai e andai via lasciandoti al bar da solo. Nel mio piccolo pensavo che così avrei acquistato un po’ d’importanza per te, magari saresti stato tu per una volta a strisciarmi dietro chiedendomi scusa. Ma no, Harry non cede mai. Durante la notte, mentre io ero ancora sul divano mezza vestita a piangere, tu sei tornato a casa e mi ha detto: «Perché piangi, ora? Non fare la bambina, ti ho solo detto la verità e tu non vuoi accettarla. Non devi essere irrazionale, Amy.» e io mi sono limitata a stringere i pugni per evitare di urarti contro chissà cosa.
  Non abbiamo mai risolto la questione, che io ricordi, tu semplicemente smettevi di rispondermi e dopo qualche ora tornavi normale, convinto che così non ne avremmo più parlato. Io d’altro canto non osavo riaprire nessuna questione, avevo troppa paura che tu te ne andassi di nuovo Dio solo sa dove.
  E l’ultima volta, quella decisiva, è stata questa. Non serve neanche che ti dica il perché del nostro litigio, tanto lo sai già.
  Perché è stato proprio questo, quello decisivo?, penserai tu. Te lo dico subito. Beh, perché questa volta sono stata io a decidere di partire, e non tu. E per partire non intendo quei viaggetti di una settimana o due che facevi fino a poco tempo fa per andare da Rose, la tua amante, ma un viaggio vero e proprio, lontano da qui, tipo quello in Madagascar, sì.
  Ti chiedi di nuovo perché, ma vedi, Harry, ognuno arriva a un certo punto della sua vita in cui si stanca delle solite persone che vede ogni giorno, con cui parla sempre, e sente quasi il bisogno di cambiare aria, come di prendere tempo, ed è proprio quello che sto facendo io. Sto cambiando aria.
  Ah, eccoti, sei appena sceso dal treno, e ti stai guardando intorno, magari mi stai cercando, ma non mi troverai, non oggi almeno.
  Sto per partire, Harry, e per sempre credo. Mi dispiace, anche se tu probabilmente ora sarai sollevato di esserti tolto di dosso un peso. E non cercarmi, anche se non credo che lo farai.
  E anche se non lo sono mai stata realmente,
                                                                                 Sempre tua
                                                                                                       Amy
 



 
SPAZIO AUTRICE
È la prima storia che scrivo seriamente, perciò non sono ancora ambientata del tutto c: io spero che vi piaccia, e, che il commento sia positivo o negativo, di dieci parole o di venti righi, che mi diciate cosa cosa ne pensate perché è molto importante per me. Nient'altro da dire. Spero di rivederci presto
Baci, Francesca :)
  
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