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Autore: Meme__    29/12/2013    6 recensioni
"Il nucleo magico di un mago rimane vivo anche dopo che il cuore di questi smette di battere. La magia usata aveva un intento così malvagio che il nucleo magico di quelli colpiti dalle anime corrotte l'ha espulsa appena ha potuto."
E se gli eroi tanto osannati dopo la Prima Guerra Magica ritornassero in vita: sani, vivi e vegeti?
Una volta eliminata l'anima corrotta dei Mangiamorte e del Signore Oscuro, la loro traccia sulla Terra scompare e...
Nuovi interessanti scenari coivolgono il mondo magico, venite anche voi a scoprire cosa accade in questa nuova avventura: Vecchia e Nuova Generazione sconvolgeranno tutto ciò in cui credevate!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Fred Weasley/Hermione Granger, James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Capitolo 1


Tom Riddle crollò sul pavimento con banale solennità, il corpo fiacco e rattrappito, le mani bianche vuote, il volto da serpente inespressivo e ignaro. Voldemort era morto, ucciso dal rimbalzo della sua stessa maledizione, e Harry fissava, con due bacchette in mano, il guscio vuoto del suo nemico. Un vibrante secondo di silenzio, lo stupore sospeso, poi il tumulto esplose attorno a Harry, le urla, l'esultanza e i ruggiti dei presenti lacerarono l'a0ria. L'ardente sole nuovo incendiò le finestre mentre tutti avanzavano verso di lui, e i primi a raggiungerlo furono Ron e Hermione, le loro braccia ad avvolgerlo, le loro urla incomprensibili ad assordarlo. Poi Ginny, Neville e Luna, e poi gli altri Weasley e Hagrid, e Kingsley e la McGranitt e Vitious e la Sprite; Harry non riusciva a capire una parola di quello che stavano urlando, né quali mani lo afferravano, lo tiravano, cercavano di abbracciarlo: erano in centinaia a premere contro di lui, tutti decisi a toccare il Ragazzo Che È Sopravvissuto, la ragione per cui era davvero finita... Il sole sorgeva su Hogwarts e la Sala Grande ardeva di vita e di luce. 
Spostarono il corpo di Voldemort in un'aula accanto alla Sala Grande, lontano dai corpi di Fred, Tonks, Lupin, Colin Canon e degli altri cinquanta che erano morti lottando contro di lui.
Harry stava inginocchiato accanto all'ultimo Malandrino, quando questi tossì alzandosi. Gli occhi del ragazzo si sgranarono tanto che una voce familiare disse: «Harry, attento! Perderai gli occhi così!» 
«Fred!» urlò Ginny saltandogli al collo, molto simile ai movimenti di Harry che stava abbracciando Remus. 
«Ma, se voi siete svegli, allora anche...» Lanciò uno sguardo all'uomo che aveva gli occhi sgranati come i suoi e si smaterializzò.
La terra della tomba dei suoi genitori era ammucchiata ai lati e due figure erano sedute sul fondo.
Con la bacchetta Harry aveva tolto la terra dai loro vestiti e rimosso gli incantesimi che erano stati apposti ai loro corpi per evitare che si deteriorassero con gli anni. 
«Mamma... Papà...» James e Lily Potter avevano guardato a lungo quel ragazzo prima che quest'ultima, con un singhiozzo, lo abbracciasse.
«È tutto... finito?» gli chiese tra una lacrima e l'altra.
«Sì, è finita. È tutto finito» mormorò lui, piangendo sulla spalla della donna.
«Harry...» mormorò l'uomo così simile al ragazzo quando le lacrime furono finite. «... figlio mio!» e lo abbracciò stretto per poco, prima di staccarsi con gli occhi lucidi e tirando su con il naso. «Gli uomini non piangono!» borbottò.
«I padri che non vedono i figli da anni, sì, Potter!» lo rimproverò Lily. «Non iniziare di già!»
Harry sorrise, felice come non era mai stato. Felice di aver riavuto la sua famiglia. Non una adottiva, nè una per caso. La sua. Sua madre e suo padre.
«Ci racconterai tutto, Harry?» chiese Lily. Ancora non riusciva a pensare a lei come sua madre.
«Prima non vorreste... non so... Farvi una doccia? Cambiarvi?» fece Harry, con la speranza di recuperare abbastanza tempo per organizzare le idee.
«Sì, Evans, non vorrai essere ricoperta di terra ancora per molto, spero. Potremmo fare una doccia!» propose James con tono suadente.
«Papà!» «James!» Due voce molto simili con un tono inorridito ripresero l'uomo, prima che Lily e Harry si guardassero negli occhi, soltanto per incontrare uno specchio, prima di scoppiare a ridere.
James si grattò la nuca, sorridendo allo spettacolo.
«L'ultima volta che ho visto questo marmocchio dormiva quattordici ore al giorno.... Scusatemi se mi è difficile!» dichiarò un tono lamentoso, aggiungendo una linguaccia.
«Forza, James Potter, a casa a fare una doccia!» ordinò Lily.
«Insieme?»
«Da solo! E fredda!»
Detto ciò, tutti e tre si avviarono a quella piccola casa poco fuori città dove Harry era stato poco tempo prima.
James fischiò. «Siamo famosi!»
Lily rise. «Sì, sì... Casanova, fila dentro!» James corse dentro e iniziò ad accendere tutte le luci. Voleva che la casa si riprendesse come si erano ripresi loro.
Harry si incamminò al fianco di sua madre attraverso quel giardino mentre la casa si illuminava pian piano.
«Vuoi una tazza di the, tesoro?» chiese dolcemente Lily, entrando in casa e avviandosi in una stanza a sinistra.
«Sì, grazie.»
La donna mise l'acqua sul fuoco e preparò gli infusori mentre il ragazzo si sedeva.
La stanza, di un colore chiaro, simile al rosa, aveva un'intera parete occupata da una grande cucina di legno scuro che ben si intonava al tavolo di legno scuro che troneggiava al centro della stanza con sei sedie attorno.
«Come ti senti, Harry?»
Harry ci pensò. «Strano.»
«Strano?»
«Già. Sai, oramai mi ero messo il cuore in pace, per quanto potessi. Mi ero accontentato all'idea di non potervi conoscere. Vi ho sempre immaginato, ho sempre immaginato come sarebbe stata la vita con voi. Ora è strano vedervi muovere e sapere che sta succedendo. Che non mi sveglierò  o che zio Vernon non busserà al sottoscala perché mi sono attardato a letto.»
«Vernon, cosa? Oh, vecchio magofobico me la pagherà!» borbottò con sguardo truce. «Ma in realtà so come ti senti. L'ultima immagine che ho di te è un piccolo bambino che riesce a malapena a mantenersi in piedi in una culla. Mi sveglio e mi trovo un uomo...» La sua voce si spezzò.
«Consolati, il peggio è passato» sdrammatizzò Harry.
Lily fece un mezzo sorriso. Spense il fuoco e mise il tè in infusione mentre James scendeva le scale. 
Si sedette di fronte al figlio e lo spronò a parlare.
Harry sospirò e raccolse le idee. Sospirò ancora e un fiume di parole fluirono dalla sua bocca. Parlò della loro ultima notte, dell'atto coraggioso di sua mamma, mostrò loro la cicatrice. Parlò dei Dursley, sorvolando sul loro comportamento quando vide i pugni di James stringersi. Parlò di Hagrid e della sua prima torta di compleanno. Parlò della sua prima volta a Diagon Alley e di come fosse stato prendere l'Espresso per Hogwarts con Ron e parlò di Hermione. Parlò della sua prima sera a scuola e del Cappello Parlante. Parlò dei Grifondoro e di come fosse entrato nella squadra di Quidditch, non notando gli occhi orgogliosi del padre. Parlò di come avesse combattuto Voldemort/Raptor. Parlò della prima Coppa delle Case.
Durante il suo racconto Lily aveva posato sul tavolo le tazze del the, insieme allo zucchero, il latte e il limone. Ne afferrò una tazza e ne bevve un sorso, subito imitato dagli altri due.
Poi riprese a parlare. «Il tuo atto» e guardò con orgoglio la donna «uccise il suo corpo ma non la sua anima. La paura della morte, prima ancora, l'aveva portato a dividere questa in diverse parti. Durante il secondo anno, la camera dei segreti venne aperta.» E riprese a raccontare delle loro avventure coraggiose facendo rabbrividire la donna e inorgoglire l'uomo. Raccontò dell'incontro con Tom Riddle. E della seconda coppa delle Case. Raccontò dell'amicizia con Remus Lupin e del suo grande aiuto come insegnante e come amico. Raccontò loro di Sirius Black, con un sorriso amaro e nostalgico tremendamente simile a quello di James. Raccontò del terzo anno e del Torneo Tremaghi. Dell'odiosa Rita Skeeter. Dell'amicizia con Cedric e Malocchio Moody. Continuò a parlare fino a che il the non si raffreddò e anche dopo, fino ad arrivare alla battaglia finale. «Stanotte la magia di Voldemort è scomparsa con lui» concluse alzando gli occhi sulle figure dei suoi genitori. Gli sembrava così strano poter finalmente parlare dei suoi guai con delle figure che non fossero surrogati. Ne aveva parlato sommariamente con Sirius, trovandovi un amico-confidente, con i suoi amici, con Remus e un po' con tutte quelle persone che gli avevano ispirato fiducia... Mai trovando l'appoggio, il sostegno, l'orgoglio e il poco velato rimprovero che, ora capiva, avrebbe trovato sempre e solo negli occhi di chi l'aveva dato alla vita.
«Com è potuto accadere?» chiese James. «Insomma, è strano! Non che mi dispiaccia...»
«Non è proprio strano... Il nucleo magico di un mago rimane vivo anche dopo che il cuore di questi smette di battere. La magia usata aveva un intento così malvagio che il nucleo magico di quelli colpiti dalle anime corrotte, una volta scomparsa la spinta che la teneva pressata su di esso, l'ha espulsa.» L'uomo annuì in segno di comprensione.
«Quindi anche i Mangiamorte sono morti?» chiese Lily con tono basso.
«Non tutti...» mormorò Harry. «E allo stato attuale delle cose non so dirti chi è sopravvissuto con sicurezza.»
«Severus?»
«Quando ho lasciato Hogwarts era morto. Mi ha protetto in tutti queti anni, ci teneva a te» mormorò con una note malinconica.
In fondo, era stato uno degli uomini più coraggiosi che Harry avesse mai conosciuto.
Lily singhiozzò. «Io...» James la fece sedere sulle sue ginocchia. «Anche io ci tengo a lui.»
«Peccato che lui non volesse bene a me!» Lily gli rivolse un'occhiata curiosa tra le lacrime. «"Sei identico a tuo padre, Potter!"» mormorò imitando malamente la voce dell'insegnante.
«Mocciosus!» sibilò James. La stanza si riempì delle risate.
Harry si alzò e abbracciò sua madre.
«Scusa.» mormorò soffocato dal maglioncino sporco della donna.
«Ehy, Evans, non rammollirmi il figlio!» L'attimo di tristezza svanì com'era arrivato e si ritrovarono a ridere di nuovo sul divano del soggiorno.
«E i Malandrini, Harry?»
«Codaliscia è morto, Lunastorta è a Hogwarts...»
«.. E Felpato?»
«Lui... Non lo so... Eravamo al Ministero... è colpa mia... è finito oltre il velo... Pe-per colpa mia» singhiozzò il ragazzo.
«Harry, è il tuo padrino,» mormorò James stringendogli la mano. «è normale che l'abbia fatto! Io l'avrei fatto per lui! E l'avrei ucciso se non ti avesse protetto.» Un sorriso di triste speranza apparì sul suo volto. «Non è possibile che...» Prima che l'uomo terminasse dei colpi secchi risuonarono alla porta.
Harry si alzò e si avviò alla porta con James.
«Chi è?» chiese James.
«ALOHOMORA!» e la porta si spalancò. I volti stravolti di Sirius e Remus guardarono un attimo Harry prima di notare James Potter dietro di lui.
«Ramoso!» esclamarono fiondandosi su di lui. Il ragazzo corvino perse l'equilibrio e si ritrovarono a terra tra le risate.
«Ragazzi, non siete migliorati affatto con gli anni, vedo!» li rimproverò una voce.
«Evans!» Sirius si alzò da James per abbracciarla. Poi la strinse tra le braccia e la fece girare scatenando anche la risata della donna.
«Felpato, molla mia moglie!» Tutti risero mentre gli occhi di Harry iniziarono a intorbidirsi, vittime incolpevole dei suoi sentimenti.
«Ehy!» mormorò Remus alzandosi e abbracciando il suo ex-studente. Harry si accucciò tra le braccia dell'uomo pianse tutta la sua felicità. 
Almeno finché suo padre decise che aveva pianto abbastanza. Lo trascinò di nuovo in soggiorno e mandò via la moglie con un: «Tu devi cambiarti e noi dobbiamo fare dei discorsi da maschi, donna!»
«Bene, figliolo,» continuò «parliamo di cose serie... Come va a scuola?»
Harry gli lanciò un'occhiata insicura. «... bene?» mormorò.
«È il miglior Cercatore che Grifondoro abbia mai avuto!» iniziò Remus con orgoglio. «E il più giovane dell'ultimo secolo!»
«E il più bello!» aggiunse Sirius ridendo.
«Ehy!» brontolò James, facendo ridere tutti e tre.
«Non ha tutti i torti, tesoro.» lo rabbonì Lily dal piano di sopra. «Abbiamo fatto proprio un buon lavoro!»
«Amore, tutte le volte ho fatto un buon lavoro...» fece James con voce suadente.
«Oh, ti prego!» fece Harry disgustato scatenando l'ennesima risata della combriccola.
«Ora torna alle tue cose e non disturbare più!» esclamò James diretto alla moglie.
Sembrava una normale domenica sera a casa con degli amici di famiglia. Harry sperò ardentemente che il suo futuro sarebbe stato costellato da eventi simili.
«E con le ragazze come va?» gli chiese suo padre. Ecco, magari nelle ripetizioni avrebbe preferito evitare quelle domande imbarazzanti.
«Oh, ehm...» Harry arrossì. «sai, quando hai un mago oscuro pazzo dietro l'angolo che vuole ucciderti e hai passato un anno vagabondando in luoghi impervi nella speranza di evitarlo non hai tanto tempo per uscite romantiche, passeggiate mano nella mano o semplici chiacchierate.» Alla smorfia del padre aggiunse: «Ammetto di aver avuto una cerchia sociale abbastanza... scelta
«Quindi non hai mai avuto una ragazza?» fece James incredulo.
«Non ho detto questo...» La curiosità si riversò nella camera e sommerse Harry fin quando non strepitò «Ne ho avute un paio... forse! Va bene?»
Gli uomini si lanciarono delle occhiate. «Be', e allora?»
«Allora cosa?» chiese il ragazzo confuso.
«Vogliamo dettagli!» esclamò Sirius.
Harry fece una faccia scioccata. «Del tipo?»
«Potremmo iniziare con i nomi...» propose James.
«Be'... prima c'è stata Cho... Cho Chang, una tassorosso.»
«E com è stata?» chiese Remus.
«Tragica!» esclamò Harry. «Avevo... Voldemort aveva ucciso il suo ex. Per colpa mia. Non faceva che piangere.»
«Non è stato per colpa tua, Harry.» lo confortò Lunastorta.
Harry finse di crederci, annuendo.
«E poi?» chiese ancora più curioso James.
«Ecco... Ginny Weasley.» Ormai Harry era color pomodoro tendente al prugna.
Remus sussultò sgranando gli occhi. «Davvero? Hai capito Potter junior... mica scemo!»
«La rossa?» chiese Sirius ridacchiando. Harry annuì a testa bassa guadagnandosi un pugno sulla spalla dall'uomo.
«Allora è carina?» chiese il padre.
Harry annuì ancora. «Ma ora non stiamo più insieme...»
«Oh, e perché?» chiese Lily entrando nella stanza e accomodandosi accanto al figlio.
«Perché lei non poteva rischiare... non doveva» rispose scrollando le spalle.
Lily gli rivolse uno sguardo orgoglioso.
Harry sentiva la mancanza di qualcuno e osservando Remus si accorse di chi fosse: «Remus! Dov'è Tonks?»
«È rimasta in infermeria con Teddy.»
«Il mio figlioccio sta bene, vero?» chiese Harry leggermente preoccupato.
«Certo!» Sorrise Lunastorta con un sorriso simile a quello di James quando guardava Harry.
«Figlioccio? Ma che...» Un pop segnalò l'arrivo di qualcuno in giardino.
«Miseriaccia!» Harry rise e si alzò. Fece segnò agli altri di non muoversi mentre si avviava alla porta.
«Harry!» Hermione lo strinse tra le braccia e poi gli lasciò uno schiaffo sulla nuca. «Sei scampato a un mago oscuro, non sfuggirai alla mia ira la prossima volta che oserai fuggire così!»
Harry tornò ad abbracciarla. «Dai, 'Mione, non fare così! Tanto hai già capito perché sono qui, vero?» La ragazza annuì.
Il moro allora si rivolse all'amico con un sorriso così radioso che nessuno ebbe dubbi.
«Amico, correre da te mi ha risparmiato una visita dalla bacchetta di mia madre per avere un taglio alla moda!» Ed era vero! I suoi capelli, lunghi dopo i mesi passati in latitanza, avevano un taglio netto sul lato destro della testa. Harry gli lasciò una pacca sulla spalla prima di stringergli una mano emozionato. Afferrò anche quella di Hermione e li trascinò in casa, portandoli in soggiorno.
Si bloccò al centro di esso, davanti al divano.
«Mamma, papà, loro sono i miei migliori amici: Hermione Jean Granger, prefetto e caposcuola Grifondoro e migliore studentessa del mio anno, e Ronald Bilius Weasley, prefetto e portiere Grifondoro e mio primo amico.» Li presentò indicandoli. «Ron, 'Mione, loro sono James e Lily Potter... i miei genitori.» concluse con una nota di orgoglio ben udibile nella voce.
James si alzò per andare a stringere la mano del rosso. Poi portò la mano di Hermione alle labbra, facendola arrossire. Lily, invece, riuscì a far arrossire Ron, abbracciandolo con quelle dolci strette da mamma così simili ma così diverse da quelle della Signora Weasley. Strinse anche Hermione  mormorando: «Grazie per averlo aiutato.»
«Amico, non posso negare di essere lusingato... ma la cosa è leggermente inquietante.» Tutti risero dell'uscita di Ron.
Harry si sedette sul divano, Trasfigurandolo per farci entrare anche Ron e Hermione, la quale si strinse nel caldo abbraccio del moro. Non era mai stata una di quelle ragazza alla ricerca costante di dimostrazioni d'affetto, ma la guerra aveva provato anche lei. Vedere il suo migliore amico steso ai piedi di una schiera di Mangiamorte, con l'espressione addolorata e il corpo sotto i piedi di quell'uomo l'aveva scioccata. L'aveva perso e in quei minuti aveva pensato a quante occasioni aveva perso in cui avrebbe potuto dimorstrargli il suo affetto, avrebbe potuto coccolarlo e abbracciarlo come solo un'amica saprebbe fare. Aveva deciso, nello stesso momento in cui aveva visto Harry in piedi, che sarebbe migliorata e gli avrebbe dimostrato il suo affetto in tutti i modi possibili. A Harry non dispiacevano quelle coccole, soprattutto in quel momento in cui si sentiva instabile emotivamente e desideroso di un appoggio. Affondo il capo nella criniera di morbidi capelli ricci della ragazza e la strinse ancora un po'.
«Non ha tutti i torti...» borbottò Lunastorta.
Uno stomaco brontolò, scatenando l'ennesima risata e facendo imbarazzare Sirius.
«Posso usare il camino, signora Potter?» chiese Hermione. Harry la guardò interrogativo.
«Chiedo alla signora Weasley di aggiungere qualche posto a tavola!» spiegò sorridendo.
«Certo, Hermione, ma ti prego, chiamami Lily.» propose la donna offrendole un piccolo vaso blu con delle decorazioni in oro.
Hermione cercò Molly a Casa Weasley, a Grimmauld Place e infine la trovò nell'Infermeria di Hogwarts. Accennò a tre ospiti reduci da quella guerra rimanendo vaga sui nomi. La signora, che aveva visto il figlio Fred abbandonare la Signora Nera, capì di che tipo di reduci si trattasse, anche se non intuì chi fossero. 
«Venite dal camino nell'ufficio del preside, mangeremo tutti in Sala Grande. Oramai Hogwarts è tornata al suo splendore e tutti coloro che hanno combattuto dalla nostra parte saranno qui. Qualche ospite in più non farà che piacere agli elfi. A proposito, avvisa Harry: Dobby è qui a lavorare!» concluse con un sorriso.
Harry, sentita la notizia, urlò: «Dobby!»
«Signor Harry Potter chiamato Dobby, signore!» esclamò l'elfo comparendo nel soggiorno.
«Dobby, vieni qui.» chiese Harry inginocchiandosi sul pavimento. Quando l'elfo si avvicinò Harry lo abbracciò. Dobby, dopo qualche attimo di confusione, scoppiò in un pianto disperato, facendo cadere una delle sciarpe che il ragazzo gli aveva avvolto attorno al corpo quel fatidico giorno. «Grazie, Dobby. Harry Potter ti sarà sempre debitore.»
«S-S-Signore Harry Potter troppo gentile, signore, troppo buono. Troppissimo buonissimo.» Harry gli porse un fazzoletto per asciugarsi gli occhi. «Tutti i signori ospiti a Hogwarts, signor Potter signore?»
«Sì, Dobby, saremo tutti a Hogwarts.» mormorò Harry emozionato.
L'elfo si soffiò il naso rumorosamente. «Dobby prepara grande cena, signore Potter signore. Signore Harry Potter merita tutto, signore!» e con un crack! si smaterializzò, probabilmente diretto alle cucine.
Hermione, nel frattempo, aveva mormorato a Lily e James delle spiegazioni a quello strano gesto di Harry. Lo guardarono con uno strano sguardo fiero e orgoglioso, prima che il ragazzo decidesse che potevano avviarsi: avrebbe destato decisamente tanto scalpore, meglio prima che dopo!
«Su, reduci senza combattere, andiamo a Hogwarts!» esclamò Harry, afferrando la madre e il padre per mano. Entrato nel camino urlò: «Ufficio del Preside di Hogwarts!» e scomparve in una nube verde.
Gli altri lo seguirono a breve distanza.
La guerra, ormai, era un pensiero lontano.



Salve! Iniziamo una nuova avventura!
Non vi faccio promesse, solo un augurio:
Felice anno nuovo!
A presto, Memè!
_Spendi 0,02% del tuo tempo a scrivere una recensione, renderai felice uno scrittore!


 
   
 
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