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Autore: Harley Clara    30/12/2013    1 recensioni
premessa: non sono mai stata brava con i titoli, infatti anche quello scritto sopra non mi fa impazzire. comunque la storia è ambientata nel 1700 e parla di pirati e creature fantastiche. so bene che nel 1700 l'epoca dei pirati giungeva un pò alla sua fine, infatti le date del racconto non coincidono molto con le date storiche. la protagonista si chiama Cassandra e ha un fratello maggiore, Davis, che non ha molto rispetto delle regole (sopratutto quelle impartite dal padre)
leggete e se avete voglia commentate, ho bisogno di taanti consigli!!! grazie
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO DUE
Cassandra aprì gli occhi. Era ancora rannicchiata dietro i barili. Il cielo era blu, ma con un sfumatura chiara verso l'orizzonte, quindi era più vicini all'alba che al cuore della notte. Cassy ebbe un attimo di panico. da quanto era lì? Doris si era già accorta della sua mancanza? quegli strani uomini la stavano ancora cercando? ma soprattutto, come aveva fatto ad addormentarsi in un luogo così scomodo?
Certo, era piuttosto riparato e non faceva quasi per niente freddo, in più l'ampio vestito e tutte le sue gonne le fornivano una specie di coperta. Sbirciando in tutte le direzioni possibili uscì lentamente dal suo nascondiglio, si guardò attorno più volte, si permise di stiracchiarsi ( cosa che non avrebbe mai fatto a casa per paura della reazione di Doris) e si avviò lungo la strada. Doveva escogitare qualcosa, insomma non poteva tornare a casa e dire che aveva passato la notte dietro a dei barili a nascondersi da dei marinai.  Sospirò.  Che pasticcio! Passò davanti ad una finestra ed osservò il proprio riflesso. La pettinatura era del tutto sparita, al suo posto c’era una massa di capelli color rame tutti scompigliati. Il vestito era tutto sporco e sul fondo l'orlo era per gran parte strappato; Doris non l'avrebbe presa bene.
- che fai?- chiese una voce alle sue spalle. Cassandra era intenta a pulire il più possibile il suo abito e fece un balzo terrorizzata non appena udì quella voce. Si voltò e davanti a sé trovò la figura di un ragazzo magro, con i capelli castano chiaro e gli occhi scuri, il volto olivastro sporco di terra e i vestiti sgualciti.
-io...io...- balbettò Cassandra mentre il cuore le scoppiava nel petto, si era presa un bello spavento!- non credo siano affari vostri...- rispose infine. Meglio non dare troppe confidenze, dopo la sera precedente aveva imparato la lezione.
- se non volevi essere vista non saresti dovuta venire in strada.- rispose il ragazzo con aria innocente.
-come? si..ma...è buona educazione non fissare le persone, ne tantomeno intrattenersi con loro se queste...-
- ...non lo desiderano?- finì il ragazzo. Cassandra si limitò a guardarlo con fare perplesso. poi si incamminò lungo la strada, il ragazzo la seguì. Dopo un paio di passi la ragazza si voltò.
- si può sapere perché mi seguite?-
- posso sapere perché mi stai fissando?-
Cassandra distolse lo sguardo imbarazzata.- io non vi fisso, mi sono solo girata verso di voi!-
- e io sto solo camminando per questa strada dietro la tua ombra.-
- voi siete pazzo!-
-è la stessa cosa che hanno detto prima di spedirmi in manicomio.-
Cassy spalancò gli occhi.- siete finito in manicomio?-
-no.-
- ma voi avete detto di sì!-
- e tu hai detto che sono pazzo.-
- si ma io intendevo...- sospirò.- lasciate stare.-
- io e chi?-
Cassandra lo guardò confusa.
- hai detto lasciate...-
- vi stavo dando del voi come prima e poi è buona educazione. Dovreste farlo anche voi.-
- si, ma io sono uno solo.-
- non vi hanno insegnato la buona educazione?-
- non vi hanno insegnato che non si gira con quei grandi vestiti per le strade di un piccolo paese?-
Cassandra alzò gli occhi al cielo e riprese a camminare, il ragazzo riprese a seguirla. Un terribile pensiero attraversò la mente della ragazza; e se quello strano giovanotto era una dei marinai della sera prima? Cassy si fermò ed il ragazzo fece lo stesso.
- voi siete di qui?- chiese girandosi.
- no, sono arrivato da poco.-
- quindi non conoscete questo posto e le persone che lo abitano?-
- no, però conosco alcuni pirati che a volte attraccano qui.-
- pirati?- domando Cassandra sentendo il battito del suo cuore accelerare.
- si, pirati.- ripeté il ragazzo facendo schioccare le labbra. l'emozione travolse Cassandra. calma Cassy, ricordati che questo ragazzino non sembra del tutto normale...
Cassandra riprese a camminare.
- se non siete di qua, allora da dove venite?- continuò Cassandra, prima o poi quel ragazzo si sarebbe tradito e avrebbe rivelato la sua vera identità.
- da lontano.-
- quanto lontano?-
- molto.-
- nello specifico?-
- veramente molto.-
Cassy alzò gli occhi al cielo spazientita.- intendo il luogo!-
-oltre il mare, non ricordo bene è passato tanto tempo.-
oltre il mare...quindi quel ragazzo era un marinaio! collaborava con gli uomini della sera precedente! Cassandra si girò di scatto e fissò i propri occhi in quelli del ragazzo.
- sei un marinaio.- esclamò avvicinandosi.
- mi stai dando del tu!- esclamò il ragazzo sorridendo.
-si, ma non è questo il punto!- incominciava a pensare che quel giovane la stesse prendendo in giro. Cassandra raggiunse il ragazzo con quattro grandi falcate, alzò l'indice e lo puntò verso di lui, fino a sfiorargli il naso.
- ascoltami bene, se hai intenzione di...-
- secondo me dovremmo toglierci dalla strada.- sussurrò il giovane. Cassandra si bloccò guardandolo spaesata.
- perché?- chiese abbassando altrettanto la voce.
- perché non è prudente parlare qui. Soprattutto ora che è quasi l'alba e il paese si sta per svegliare.-
Cassandra alzò gli occhi al cielo; era vero, il blu aveva lasciato spazio all'azzurro e sul filo dell'orizzonte si intravedevano delle sfumature rosa. tornò ad osservare il ragazzo, ma mentre abbassava lo sguardo su di lui, scorse in fondo alla strada una figura che li osservava con interesse. la figura fece un cenno del capo a qualcuno dietro di loro. Cassandra capì.
- credo che qualcuno ci voglia catturare...- commentò il ragazzo sempre a bassa voce. Cassy lo guardò spaesata, era almeno la decima volta che gli rivolgeva quell'occhiata, ma non sapeva in quale altro modo guardarlo.  Qualcosa dentro la sua testa, forse il cervello o la coscienza, la spinsero a tornare lucida e presente a se stessa, senza indugiare si diede alla fuga. Si infilò in una strada che si affacciava su quella in cui si trovava con il ragazzo. Dietro di lei dei passi si affrettavano. Si girò appena e con la coda dell'occhio vide il ragazzo e poco distanti i due uomini. Il giovane la raggiunse quasi subito, la prese per il polso e la trascinò in un viuzza laterale. Corsero a perdifiato girandosi appena ad ogni angolo per vedere se i loro inseguitori erano ancora dietro. Alla quinta  o sesta svolta sembravano averli pedinati. Cassandra si fermò per riprendere fiato. Fece per avviarsi lungo la strada, ma il ragazzo la bloccò.
- no, se vai di là tornerai nel centro. tutte le strade che portano verso il basso conducono al centro, quindi al porto.-
- ma non avevi detto di non conoscere il paese?-
- ho detto di non essere di qui. e poi non bisogna conoscere il paese, basta accorgersi che è costruito in pendenza su una specie di collina.-
Cassandra arrossì sentendosi un po’ stupida. Cercò di recuperare il ritegno e di tornare con la mente lucida. Diamine, non poteva restare lì ad aspettare che la soluzione precipitasse dal cielo, doveva smettere di fare domande ed agire!
- dobbiamo nasconderci.- asserì il ragazzo.
- nasconderci? ma mi sono nascosta fino ad ora!-
- intendevo dire che dobbiamo dare meno nell'occhio.- ed accennò al suo vestito.
- dovrei togliermi il vestito?- chiese sconcertata, senza riuscire a nascondere l’imbarazzo.
- se preferisci puoi farti prendere dai tuoi amici.- ed indicò la strada dietro di loro. Cassy soppesò le due ipotesi. Meditò qualche secondo, sotto allo sguardo impassibile del ragazzo. Che strana situazione! eppure sotto un certo punto di vista era elettrizzante, stava provando emozioni incredibili; il cuore che batte veloce per la paura, la speranza di tornare a casa sana e salva, l'ebrezza di...
- allora hai deciso?- chiese il ragazzo.
- ho bisogno di un posto chiuso e di alcuni vestiti, non mi cambierò in mezzo ad una strada.-
  
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