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Autore: Lauretta_36    30/12/2013    0 recensioni
Poi un grido squarciò la luce della luna piena, un grido di terrore che ci portò a raggiungere come lampi l’uscita sul retro, katerina era in piedi vicino ad un corpo sanguinante, le lacrime le solcavano il viso che, solitamente affascinante e solare, sembrava provato dal dolore dell’ennesima perdita...Il sangue ancora vivo scivolava lungo quella strada fatta tante volte...
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia scendeva lungo i sobborghi di una Chicago ormai in preda ai vizi, erano gli anni del proibizionismo, gli anni di una politica corrotta che voleva una città in superfice linda e nelle profondità in balia della perdizione. Gli stessi uomini che di giorno professavano l’onore e il rispetto con affianco la moglie, la sera venivano a scolarsi alcolici e a tradire la donna amata, con una ragazza diversa ogni sera, al nostro locale, il più rinomato di Chicago, il club 21. Qui potevi trovare alcol a fiumi e le donne più belle, qui potevi ascoltare la musica jazz e blues suonata da veri talenti e poi udire la voce della donna di cui ogni uomo, sentendola, si innamorava perdutamente.

La vita da noi iniziava dalle 20.00 in poi e durava anche tutta la notte nei fine settimana, ma il momento che tutti attendevano con impazienza era verso le 23.00, quando Katerina saliva sul palco con un vestito attillato e luccicante, i capelli che le incorniciavano il viso e si perdevano, fin oltre le spalle, in stupendi boccoli. Il silenzio prendeva possesso del club 21, fino a pochi istanti prima ingoiato dal frastuono di musica, risate e voci incontrollate, per un lungo minuto, regnava un assoluto silenzio e tutti gli occhi erano su di lei. Il nero corvino della sua chioma faceva a pugni con i suoi occhi di un blu intenso, sembravano lapislazzuli, e se li guardavi da vicino potevi notare le striature dorate, che li rendevano unici. Le sue labbra poi , di un rosso rubino, intrappolavano la tua volontà. Per tutta la durata della sua canzone lei avrebbe potuto fare di noi ogni cosa volesse, ma per noi del club, che la conoscevamo, sapevamo che la sua bellezza era superata solo, dalla sua dolcezza.

Quando conobbi la sua storia rimasi sconvolto dalla crudeltà della vita, nacque da due genitori che l’amavano e che facevano enormi sacrifici, per non farle mancare nulla. Un giorno un auto uccise il padre, si parlò di incidente, ma a quanto pare molti sapevano che, in realtà, si trattava di omicidio. Il padre era contro gli alcolici, parte di quella poca politica non corrotta, che voleva davvero ripulire la città. La madre, sola, trovò lavoro in questo stesso club, come cameriera, grazie a suo cugino che vi lavorava come barista, anche lei morta quando Katerina aveva solo 9 anni. Il gestore del locale, uomo di buon cuore, Jim, l’aveva vista crescere e la prese con sé, quando lo zio rinunciò ad ogni diritto su di lei e scomparve dalla sua vita.

Lei era una delle ragioni del grande successo del club 21 e il figlio del proprietario, Sil,  da sempre geloso del bellissimo rapporto, che lei aveva con suo padre e che lui aveva desiderato per anni senza mai raggiungerlo, non le avrebbe mai permesso di lasciare il locale, se non dentro una bara.

Eppure lei sarebbe andata via da li prima o poi, perché una stella nata per brillare, se rinchiusa in una gabbia è destinata a spegnersi e a morire.

Mi sentivo al settimo cielo, erano due mesi che lavoravo lì, il mio sogno si era realizzato, certo ero solo l’aiuto barman di Joseph, ma lui era gentile e carino con me, un vero fratello maggiore. Era un grande lavoratore e sapeva fare tutti i tipi di cocktail in circolazione e ne inventava ogni sera uno speciale, che chiamava con il nome di una donna fortunata, solitamente quella che aveva il vestito più stravagante. Lui fu l’unico che si prese la briga di insegnarmi i segreti del nostro lavoro. Io volevo diventare come lui un giorno, volevo essere ammirato e rispettato dai colleghi e desiderato dalle cameriere, le ragazze facevano a gare per accaparrarsi le sue attenzioni e per lui avrebbero fatto davvero ogni cosa. Due furono però le ragazze che mi colpirono, una per la determinazione che dimostrava nel voler avere tutto per sé il nostro Joseph, Ashley la bionda con gli occhi neri come la pece, mi metteva i brividi eppure, era poco più grande di me. Poi c’era Ilary, che non sembrava interessata a Joseph come al bel barista, ma come al fratello mai avuto. Quando c’era un problema lei sapeva a chi rivolgersi e lui, con lei, era molto protettivo. Di sicuro il suo aspetto aiutava, aveva i capelli corti e castano chiaro accompagnati da occhi verde smeraldo. Intensi e avvolgenti, sapeva parlare alle donne come nessuno e come Katerina, ipnotizzava intere platea, del sesso femminile.

In realtà al club 21 si era tutti una grande famiglia, Jim era davvero un padre affettuosa per ognuno di noi, per lui era più importante il nostro benessere del guadagno della serata. Credevo che tutti lo amassero, ma scoprì duramente che spesso le persone mentono. Divenni grande di colpo, il giorno del mio diciottesimo compleanno, non solo raggiunsi la maggiore età, ma compresi come il male potesse camuffarsi con estrema facilità, in mezzo alla gente comune. Fu davvero una lunga notte quella del 13 settembre 1923 quella che io, Caleb Wood, non avrei mai potuto dimenticare.

Era una notte come tutte le altre, da poco passate le cinque del mattino, il locale sembrava deserto. L’ultimo artista stava suonando la canzone di chiusura per questa notte appena trascorsa, il uso sax faceva magie, Perry era il mio preferito, ed era un piacere mettere in ordine, quando era lui a farci la colonna sonora.

Poi un grido squarciò la luce della luna piena, un grido di terrore che ci portò a raggiungere come lampi l’uscita sul retro, katerina era in piedi vicino ad un corpo sanguinante, le lacrime le solcavano il viso che, solitamente affascinante e solare, sembrava provato dal dolore dell’ennesima perdita. Li a pancia in su, si trovava il cadavere di colui che era stato un padre per ognuno di noi. Jim aveva gli occhi spalancati verso quella luna, unica testimone di quel delitto senza significato apparente, muta nel suo dolce segreto, che mai avrebbe svelato. Il sangue ancora vivo scivolava lungo quella strada fatta tante volte, mentre scendeva verso di noi quel rosso porpora, Joseph corse ad abbracciare Katerina, sembravano così intimi, eppure mai li avevo visti insieme, se non per scambiare qualche chiacchiera. In quel momento una lacrime scesa dai miei occhi e capì che molti erano i segreti che si sarebbero rivelati, ora che il velo di protezione, creato da Jim, si era squarciato. I miei pensieri ora avevano una colonna sonora diversa, la sirena della polizia stava per raggiungerci, qualcuno li aveva chiamati, ma chi se noi tutti eravamo li? Forse proprio l’assassino del nostro amato mentore.
 
 
Angolo dell’autore ( almeno ci provo ^_^)
Ciao a tutti, ho sempre amato le storie noir in bianco e nero e ho pensato di scriverne una in un locale anni venti, spero vi piaccia e spero di non aver fatto troppo schifo. Fatemi sapere se vi interessa e volete che la continui, perché ho già avviato un’altra storia e se questa non piace non credo di proseguirla, almeno per il momento. Comunque auguro a tutti un felice anno nuovo ^_^
  
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