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Autore: MaylorMerryWho    30/12/2013    1 recensioni
Una nuova casata, un nuovo amore, una nuova guerra, l'antica minaccia.
FF ambientata all'inizio della guerra che ha sconvolto i Sette Regni con la proclamazione di cinque Re: Joffrey, Stannis, Renly, Robb e Daenerys.
I Lannister, stremati dalle molte sconfitte rinvenute sul campo di battaglia, decidono di ritirarsi al Sud per trovare nuovi soldati e nuove alleanze.
Gli Arell, troppo a Sud per essere toccati dalla guerra, si trovano a riscrivere le regole di un gioco dove o si vince o si muore.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Nuovo personaggio, Tywin Lannister, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incest
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Cap. I Rise
SASHA

 

Sunland, patria della nobile casata Arell.

Camera di Sasha.

 

Sasha Arell, figlia di Sandor, sedeva sul davanzale della finestra che dava su Arbor. In città dicevano che le navi dei Lannister erano a meno di un giorno di navigazione e il popolo aveva paura . Le rassicurazioni del Lord suo padre non bastavano purtroppo ad attenuare il fermento che ormai serpeggiava fra le persone già da giorni. “Manca poco, sorella.” Le parole uscirono dalla bocca di Simon come un sussurro. Lei, aiutandosi con le braccia, scese dal davanzale e si avvicinò a suo fratello che negli occhi nascondeva il panico “Gli daremo solo ciò che loro vogliono mio adorato fratello” con il dorso della sua mano accarezzò delicatamente la guancia del fratello sulla quale crescevano i primi accenni di barba. Lui abbassò lo sguardo socchiudendo gli occhi, beandosi di quel contatto. “Se non bastasse?” la guardò dritto negli occhi “Gli daremo di più, faremo di tutto pur di evitare uno scontro con i Lannister, non possiamo permettercelo.” Lui continuava a guardarla “Sai meglio di me che non si accontenteranno. Ci distruggeranno.” Sasha si allontanò a passi lenti dal giovane fratello “Preghiamo gli antichi dei che ciò non accada, fratello.” raggiunse il grande portone alle sue spalle e fece per aprirlo “Dove stai andando?” la mano di Simon si strinse intorno al suo braccio “Non puoi andartene ora, io ho bisogno di te.” continuò lui “Devi diventare grande Simon, hai 15 anni ormai. Non hai davvero bisogno di me. I Dei antichi mi attendono” spalancò il portone e sparì fra la moltitudine di persone che inondavano le strade in cerca di un rifugio sicuro.

 

 

Giardino degli dei.

 

I lunghi capelli castani, tipici degli Arell, di Sasha cadevano lungo il suo viso chino. Le sue mani erano giunte in preghiera, i tagli sulle mani ancora sanguinanti, l'imponente albero bianco dalle grandi foglie rosse, vegliava su di lei. “Vi prego, miei dei, siate misericordiosi. La mia casata vi è fedele da anni e mai vi ha abbandonati. Mio padre, vostro fedele servitore, e mio fratello hanno bisogno della vostra misericordia, ora più che mai. Fate che i Lannister siano in cerca solo di un nuovo alleato, che non abbiano sete di sangue del sud, che lascino al mio... al vostro popolo la vita.”

Le lacrime cominciarono a scendere sulle sue guance rosee. I ricordi dell'ultima guerra che aveva devastato Sunland, ucciso sua madre, erano ancora vividi nella sue mente; era poco più di una bimba allora, i ribelli la strapparono dall'abbraccio di Alma, la sua mamma, l'avevano violentata e uccisa davanti gli occhi dei suoi figli.

Cominciò a singhiozzare sotto l'albero-diga che era stato il suo punto di riferimento per tutta la sua vita, un luogo sicuro che nessuno avrebbe violato, ne cento eserciti, ne i Lannister.

“Non sai fare di meglio ragazzina? Riesci solo a piangere?” la voce di suo padre, visibilmente ubriaco, era udibile da tutti i Sette Regni. Sasha si voltò di scatto, gli occhi ancora rossi per il pianto “M-mi dispiace padre. È solo che mi è tornato in mente un brutto ricordo, niente di pi-” non riuscì a completare la frase perché lo schiaffo di suo padre arrivò inaspettato. I tratti burberi di Sandor erano piegati in un sorriso di scherno “Ora hai un motivo valido per piangere.” lei si massaggiò delicatamente la guancia, senza proferire parola “Stavi pensando al giorno della morte di tua madre, è così?” barcollando le si avvicinò. Lei non rispose. Con forza inaudita le afferrò il viso “TI HO FATTO UNA DOMANDA.” gridò suo padre, l'alito emanava fetore di vino “Si, padre.” ammise sottovoce. Allentò la presa fino a lasciarla andare del tutto “Vattene.” Sasha non se lo fece ripetere due volte.

 

 

 

 

Camera di Sasha.

 

Nella sua stanza ripensò all'accaduto. Sandor, reggente di Sunland, non era mai stato amorevole con lei ma quando Alma era ancora in vita non si era mai permesso di picchiarla. Dopo la morte di sua madre le cose erano cambiate: lui la rivedeva in Sasha e per questo la odiava. Più Sasha cresceva e più assomigliava ad Alma, non era raro sentirlo sbraitare che lei aveva goduto della morte di sua madre perché così avrebbe potuto rubarle tutta la bellezza.

Gli anni passarono e non c'era giorno che lui non la picchiasse. Il suo volto era gonfio, il suo corpo livido. Nella sua stanza, al sicuro da suo padre, piangeva per tutta la notte sussurrandosi il motto della sua casata: “Noi ci innalzeremo.”.

Sasha ora era cresciuta ma le percosse di suo padre non erano cambiate, solo il dolore si era fatto meno insopportabile. Così si infilò nel suo letto e fece quello che aveva sempre fatto: pianse e sussurrò il motto della sua casata ma con una piccola una piccola variazione.

Nel buio si sentiva solo una flebile voce: “Io mi innalzerò.”

 

JAIME

 

Mare delle Isole del Ferro.

Imbarcazione Lannister

 

Erano in viaggio da tre settimane verso la punta più a Sud di tutti i Sette Regni, “la feccia del mondo” come l'apostrofava spesso Tyrion. Indubbiamente Sunland non brillava certo per la brava gente e la tranquillità: Joffrey riceveva quotidianamente i suoi abitanti ad Approdo del Re per le diverse faide fra la gente del posto che, il più delle volte, terminavano con il sangue.

“È solo un covo di corrotti ubriaconi, dal primo all'ultimo” disse Tywin mentre sedeva al tavolo con i suoi due figli Tyrion e Jaime “ma purtroppo abbiamo bisogno di Sunland più dell'aria che respiriamo.” il dito ossuto che indicava una piccola porzione di terreno sulla cartina dei Sette Regni “Il giovane Stark si sta dimostrando più abile di quanto pensassi. Il nostro esercito è stato decimato e non abbiamo più le forze per eguagliarlo sul campo perciò dobbiamo guadagnare tempo...” sospirò “... e uomini. Inoltre gli Arell possiedono uno degli eserciti più numerosi e preparati del Sud per far fronte alle continue rivolte da parte del popolo” “Sandor Arell sarà anche un maiale ubriacone ma sa come tenersi il potere.” commentò Tyrion sorridendo “Se riuscissimo a farci amici gli Arell tutto sarebbe più facile. Il suo esercito diventerebbe il nostro...” “Padre” lo interruppe Jaime “sarà difficile farseli amici mentre il popolo mormora che siamo li diretti per annientarli.” Tywin sgranò gli occhi sorpreso “Chi può aver mai detto una sciocchezza simile?” “Il tuo amato nipotino, padre.” concluse Tyrion “e non sto certamente parlando di Tommen.” Tywin si alzò pensieroso “Dobbiamo organizzare un matrimonio fra le nostre casate per far vedere a Sandor che abbiamo le migliori intenzioni. Se riuscissimo a combinare un matrimonio avrebbe comunque diversi obblighi nel nostri confronti..” Tywin si grattò la nuca pensieroso “ Potremmo dare Myrcella in sposa a Simon Arell.” Tyrion afferrò la brocca e si verso un altro bicchiere di vino “E quanti anni avrebbe questo Simon?” “Quindici anni.” “In qualsiasi caso sai meglio di me che Cersei non accetterebbe mai. Secondo te manderebbe la sua unica figlia ai confini del mondo?” Tyrion lanciò uno sguardo a Jaime “Non mi importa quello che vuole o non vuole fare Cersei. Quando saremo in guerra Myrcella sarà sicuramente più al sicuro nel Sud che ad Approdo del Re.” “Dovremmo mandare un corvo a Sunland con scritto questa nostra idea se non vogliamo che ad aspettarci ci sia l'esercito degli Arell pronto a farci la festa.” Disse Tyrion sorseggiando il suo vino “Si hai ragione... ora potete andare.” concluse Tywin. Jaime e Tyrion si alzarono “Jaime scusami...devi dirti una cosa” Tywin afferrò Jaime per il braccio destro “Sandor ha anche una giovane figlia, Sasha.” guardò fisso negli occhi del figlio “Le voci sulla sua bellezza sono molteplici e magari se il padre acconsente potremmo organizzare un secondo matrimonio.” Tywin sorrise “ma non voglio costringerti, figlio mio” Jaime distolse lo sguardo “Sono un cavaliere, padre, non sono queste le cose che mi interessano e poi mi sembrava di aver intuito che avevamo già deciso di dare in sposa Myrcella a Simon, non è abbastanza?” sussurrò “Jaime, dovrai sposarti prima o poi perciò perchè non pensi a fare un passo in avanti verso la fine di questa guerra e aiuti la tua nobile casa? Sasha è una giovane fanciulla dalla fiorente bellezza e sopratutto è in età matrimoniale, capisci? Myrcella è ancora troppo giovane e dovremmo aspettare altro tempo prima del raggiungimento dell'età adatta, fino ad allora le nostre due casate non sarebbero ufficialmente unito e Sandor potrebbe venir meno alle nostre richieste. Tu sei qui e lei è li dove siamo diretti perciò perchè non velocizzare i tempi? E poi sareste marito e moglie solo ufficialmente, se lei non ti aggrada potremmo sempre pagare delle altre mm... ragazze ti tuo gradimento.” sorrise Tywin “ Ci penserò, padre.” Jaime lasciò la stanza e andò sul ponte per ammirare le bellezze del mare di Dorne.

'Quando capirà mai nostro padre che io non voglio nessuna puttana e nessuna moglie all'infuori di te? Se solo avessi la certezza che alla fine di questa guerra, se mai avrà una fine, tutto tornerebbe come prima, quando c'eravamo solo io e te, Jaime e Cersei, ne sposerei cento di Sasha Arell. Chissà se ora stai pensando a me almeno quanto io penso a te e chissà se mi aspetti con il letto vuoto... No questo non credo che lo faresti mai. Avrai cercato qualcuno con cui sostituirmi nelle nostre notti insieme perchè d'altronde la fedeltà non è mai stata il tuo forte; ma non sono arrabbiato perchè so che mentre ti scopi lui pensi a me e pensi a quanto ti manco, non è così Cersei?' pensò Jaime con un velo di malinconia negli occhi.

 

SIMON

 

Bordello.

 

Dopo che sua sorella se ne era andata dalla stanza, Simon era uscito dal loro castello per abbandonarsi al suo piccolo vizio: le puttane. Da quando suo cugino Sullivan gli aveva mostrato per la prima volta un bordello il giovane Simon era andato in visibilio: aveva sempre pensato che il suo cuore sarebbe appartenuto per sempre a sua sorella e lo credeva ancora ma “con il suo cazzo poteva fare ciò che voleva”, così diceva sempre Sullivan. Quando entrarono nel bordello lui aveva solo 13 anni perciò suo cugino aveva pagato parecchio per trovargli una vergine. Era la ragazza più bella che avesse mai visto: i lunghi capelli biondo cenere le ricadevano sulle spalle, incorniciando quel magnifico viso da bambina cresciuta troppo in fretta. Lui era leggermente intimorito dalla situazione ma a lei non sembrava importare nulla, così si spogliò senza troppe perdite di tempo e gli fece certe cose che neanche nei suoi sogni più remoti, più proibiti avrebbe mai immaginato.

Dal quel giorno in poi fu solo un crescendo: Simon Arell era conosciuto in tutti i bordelli di Sunland , dai più importanti alle bettole di periferia. Ogni notte era una nuova avventura e a lui le avventure erano sempre piaciute, fin da bambino. Quando lo confidò a sua sorella di questa sua nuova “passione” lei andò su tutte le furie, gridò e pianse finché non disse a Simon il vero motivo della sua collera “Perché non capisci che tu sei mio? Mio e di nessun altra.” Così Simon pensò che la cosa migliore da fare in quel momento era farle capire che era solo suo e di nessun'altra: le diede il loro primo vero bacio e le promise che non sarebbe mai più tornato in un luogo del genere.

Ma poi le cose erano cambiate.

Simon e Sasha non erano più dei bambini che si divertivano a baciarsi per gioco perchè lei aveva deciso che si erano divertiti abbastanza e che ormai fra loro due non doveva esserci più nulla: “Mi sono innamorata di un ragazzo” disse “Lui è il ragazzo più bello dell'intero universo e con lui mi bacio davvero, non per gioco.” Simon scoprì che il ragazzo di cui parlava era lo stalliere di suo padre, biondo con gli occhi blu come il mare. Così Sasha passò intere giornate con lui e Simon fu costretto a passare intere giornate nei bordelli perché sapeva che lì nessuna l'avrebbe mai rimpiazzato per uno stalliere.

Quando suo padre Sandor scoprì la storia d'amore fra Sasha ed il suo stalliere non ci pensò due volte a farlo uccidere davanti agli occhi di sua figlia che gridava disperatamente di lasciarlo andare e di uccidere lei piuttosto. Ma lui non la uccise Sasha, lui la picchiò solamente.

Simon cercò di fermare suo padre ma fu inutile così, a notte fonda sgattaiolò nella camera della sorella per consolarla e magari per poterla baciare di nuovo. La strinse forte al suo petto e le accarezzò i capelli ma lei rifiutò ogni suo bacio e gli disse in tono serio e categorico che il loro tempo era finito e che ormai erano adulti.

Così, ormai 15enne, si ritrovava ogni sera in un bordello diverso per cercare di colmare il vuoto lasciatogli da Sasha e da ogni suo rifiuto.

“Bentornato Simon!” esclamò Marcus, il proprietario del bordello. Era un uomo sulla sessantina che di affascinante non aveva proprio nulla: la barba era ispida e si prolungava su tutto il collo, aveva un pancia enorme che dondolava ad ogni suo passo e infine gli mancava la gamba destra, nessuno sa perchè gliela tagliarono ma voci mormoravano che lo avesse mutilato per ordine di Re Joffrey.

“La solita? Vuoi che vada a chiamare Melanie? O magari oggi preferisci Cala.” Marcus sorrise aprendo le braccia “Quanto mi costa chiamarle entrambe nella stessa stanza?” Simon tirò fuori un sacchetto dove teneva cento monete d'argento rubate dalle casse del padre “Senti, tieni pure il resto ma non voglio essere disturbato per nessun motivo.” Marcus afferrò avidamente le monete con tutto il sacchetto “Come il mio Re desidera” cominciò a ridere sguaiatamente senza staccare mai gli occhi dai pezzi d'argento “Non sono un Re, tanto meno il tuo.” concluse Simon avviandosi verso la sala che sempre gli riservavano.

 

CERSEI

 

Approdo del Re.

Castello di Re Joffrey, stanza della regina reggente.

 

“Mamma...” la piccola Myrcella entrò nella stanza della regina Cersei con gli occhi colmi di lacrime “il mio Jaime è morto.” “Chi tesoro?” Cersei inclinò la testa confusa “Jaime!” la bambina sollevò le mani per mostrare alla mamma il piccolo corpo senza vita di un uccellino “oh è il tuo piccolo animaletto” Cersei accarezzò dolcemente la testa a Myrcella “ne prenderemo un altro ok?” la bambina scosse la testa “ma io volevo bene al mio Jaime” Cersei si chinò sulle ginocchia per guardarla dritto negli occhi “tesoro, perché mai hai scelto il nome dello zio per il tuo uccellino?” Myrcella sorrise “perché voglio molto bene allo zio Jaime, è sempre così carino...” la bambina arrossì leggermente e Cersei non poté fare a meno che sorriderle con estrema gioia perché anche lei voleva molto bene allo zio Jaime e anche lei pensava che fosse sempre così carino. “Ti manca tanto lo zio, vero mamma?” le chiese sua figlia “Oh si.” sussurrò lei.

Cersei era sempre stata un'abile bugiarda, la più brava di tutti i Sette Regni probabilmente, ma questa volte non mentiva e lei lo sapeva bene, meglio di chiunque altro.

Aveva mentito così tante volte sul suo rapporto con Jaime che probabilmente ora era solamente stanca di farlo. Quando era più piccola non capiva perché nascondere il bene che provava nei confronti di suo fratello perciò non era raro vederli passeggiare mano nella mano per i lunghi corridoi del loro palazzo. Ma poi erano cresciuti e le cose erano cambiate: stare mano nella mano non era più concesso ad una futura regina ed ad un promettente Ser. A loro però non importava perché stare lontani l'uno dall'altra per tutto il giorno era il giusto prezzo per le loro notti insieme.

“Quando torneranno lo zio Jaime e lo zio Tyrion?” Cersei si voltò e si diresse verso il grande tavolo su cui erano poggiate le cartine dei Sette Regni che controllava ormai da giorni per controllare il viaggio di suo padre e dei suoi fratelli. “Vieni qui” l'incoraggiò la mamma “ti mostro dov'è ora il nonno e gli zii” sollevò delicatamente Myrcella e la poggiò sulle sue ginocchia “Ormai sono in viaggio da sette giorni e se tutto è andato bene ora saranno vicino alle Isole del Ferro che appartengono alla casata dei...” Myrcella ci pensò per qualche secondo “Greyjoy” “Bravissima!” sorrise Cersei. “Torneranno? La morte non li porterà via vero?”

Cersei la guardò con un sorriso dolce “Ci penserà tuo zio Jaime a proteggere il nonno e lo zio Tyrion, se la morte verrà a prenderli lui tirerà fuori la sua spada e farà morte in tanti piccoli pezzettini.” fece il solletico a Myrcella e la guardò sorridendo “hai proprio ragione mamma, li salverà lo zio Jaime.” Cersei in quel momento si accorse che Myrcella le assomigliava più di quanto avesse mai pensato e sapere che lei e Jaime avevano creato una creatura così perfetta la rendeva estremamente fiera di sé.



L'angolo di Maylor: Winter is here e purtroppo con tutto questo freddo ci ho messo troppo tempo per scrivere il primo capitolo di questa FF che progettavo già da un bel po'. Anyway l'ho finalmente finito e sono abbastanza soddisfatta! Come avete appena letto ho creato una nuova casata che diciamo non è messa troppo bene e ho anche cambiato la storia che Martin aveva scritto. Lo so, ai vostri occhi sembrerò un'eretica e una pazza ma vi giuro che lo faccio con le migliori intenzioni sperando che la mia storia vi piaccia anche solo la metà di quanto piace a me ASOIAF. Spero che l'idea vi piaccia e recensite in tanti scrivendo tanti tanti bei consigli o cose vi piacerebbe vedere.
CI rivediamo al più presto, figli dell'estate <3
MaylorMerryWho

Ps.Appena il mio computer mi assisterà cercerò di caricarvi la cartina dei Sette Regni per farvi capire dove si trova Sunland e riuscire a muovervi un po' meglio nella storia.

  
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