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Autore: kirarachan    30/12/2013    1 recensioni
An irresistable fault, un anno dopo.
Lui la mise a terra e la trascinò con se sul divano ormai da risistemare. -Certo avresti fatto un favore alle mie orecchie ma se io non fossi stato qui avresti fatto un torto ai miei occhi- Concluse lui tirandole l'elastico delle culottes.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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an irresistable fault 2.0
An irresistable fault 2.0
-...quando la tentazione diventa vizio...-

Era contentissima dell'imboscata tesagli l'anno prima dal suo amico di vecchia data.

Si erano trasferiti in una villetta poco lontana dal centro visto che avevano deciso di andare a convivere. Era lunedì mattina, lui era a lavoro e lei aveva il giorno di riposo, buttò uno sguardo alla cucina, qualcuno il giorno prima non le aveva permesso di lavare i piatti e avrebbe dovuto farlo in giornata. Sbuffò e andò a prendere un dvd, le era tornata in mente una canzone così decise di mettere direttamente il video del concerto.

Lui sarebbe dovuto rientrare nel pomeriggio così poteva tenere lo stereo a tutto volume senza problemi di arrecare danno al suo udito.



Ogni volta si stupiva a ripensare all'errore che lo aveva portato a quella situazione, stava rientrando nella loro casa con la loro spesa, la cosa i primi tempi lo emozionava alquanto. Sorrise mentre cercava le chiavi del cancelletto.

Dalla loro casa provenivano dei rumori strani, preoccupanti.

Sentiva delle urla, e in sottofondo della musica assordante, in un primo momento sarebbe corso a vedere ma dopo essersi accorto che nessun odore nuovo proveniva dall'abitazione si calmò e sperava di non sbagliarsi, sapeva bene cosa stava accadendo. Rise.



Andò al lavandino e iniziò a lavare i piatti quando sentì la sua canzone preferita, le si illuminarono gli occhi. Prese la scopa e iniziò a cantare a squarciagola. Armeggiava con la scopa come se avesse una chitarra elettrica in mano.

Riproducendo i suoni dello strumento con la voce. In una parola tremendo.

Adorava fare le faccende!! Intanto l'acqua dei piatti si stava raffreddando e il sapone stava sparendo...



Lasciò le sporte appena dentro al cancelletto e grazie alla sua agilità saltò sul balcone della camera da letto ed entrò di soppiatto. La lasciavano sempre aperta per fortuna.

Sapeva bene che era scorretto però era dannatamente curioso di vedere cosa combinava. Gli aveva detto chiaramente di voler sistemare tutto quello che lui non le aveva permesso di fare il giorno prima. Rise mentalmente al ricordo...

"Eddai Inu così almeno domani potrò riposarmi!"  Lui scosse la testa prendendola in spalle e ributtandola sul letto iniziando a farle il solletico.

Rideva come una matta dimenandosi senza ottenere risultato. "Ahahahah maledetto! Sme... SMETTILA!" Non riusciva quasi a parlare da quanto le mancava il respiro per il troppo ridere.

Quando riuscì a riprendersi si guardarono per un momento prima di abbracciarsi e iniziare a baciarsi appassionatamente, era quella l'unica attività domenicale concessa da Inuyasha!



Buttò un'occhiata veloce ai piatti nel lavello, aveva tutto il tempo del mondo non poteva smettere di cantare.

Lasciò andare la chitarra per prendere il microfono. Ovvero le sue scarpe col tacco abbandonate in salotto alcune sere prima, constatò velocemente che era ora di riordinare, ma dopo il concerto ovviamente.

Con un piede urtò contro una lampada che dondolò pericolosamente prima di tornare alla sua posizione originale, in quel frangente trattenne il respiro, per poi ignorare il tutto e tornare a cose più serie.



Molto silenziosamente si diresse alla fonte di quel baccano infernale, e la trovò in salotto che stava armeggiando con scopa e tacco 12 mentre saltellava a desta e sinistra per la stanza. Avrebbe mai potuto sperare in spettacolo migliore?

Una coppia di loro amici sapevano stuzzicarsi a vicenda con spogliarelli in camera da letto, ma questo era molto meglio, si appollaiò sui gradini che portavano alle camere da letto.

Quella canzone non la conosceva, e nemmeno lei a sentire da come cantava le parole, va bene che aveva fatto informatica ma dannazione un po' di inglese doveva averlo studiato!

Sgranò gli occhi quando vide la sua lampada dondolare pericolosamente e vide lei fare altrettanto per poi incurante continuare quel pandemonio.



Un assolo di batteria interruppe il suo acuto così cacciò via il tacco e prese a bacchettare in giro per casa con due spilloni da capelli, tu-tum, tu-tum, crash!

Voltò lo sguardo verso la fonte del rumore, un vaso di vetro era appena caduto a terra frantumandosi in mille pezzi, dilemma, raccogliere il tutto o continuare, guardò il video era ormai alla fine, decide di vedere tutto il dvd così infilò i tacchi ai piedi, le ciabatte erano in camera da letto. Troppo lontane.



Quando la vide iniziare a picchiettare qua e là gli vennero i sudori freddi, e come volevasi dimostrare: tu-tum, tu-tum, crash!

Un vaso da spolverare in meno, anzi meglio, non gli era mai piaciuto quel soprammobile pacchiano di vetro, loro di fiori recisi non ne tenevano. Si diede mentalmente dello stupido, ovvio lui non gliene aveva mai regalati, si fece un appunto mentale su cosa fare prossimamente.

Fiutò l'aria per paura che si fosse fatta male, ma la cosa che vide lo lasciò più perplesso, notò che si era fermata a guardare il danno e la tv e infine prendere il microfono, scosse la testa, i tacchi 12 e metterseli ai piedi.

Alzò un sopracciglio vedendo come si era alzata dal letto. Se un anno prima era sexy, ora era sexyssima.

I lunghi capelli neri le ciondolavano ai fianchi, da quando le aveva fatto notare quanto gli piacessero sciolti li legava di rado. Una vecchia maglia che sua madre aveva invano tentato di buttarle, da tanto che era lisa ormai faceva effetto vedo non vedo.

Le immancabili culottes con la faccetta del micio. Le gambe che adorava tanto scoperte, e a completare il tutto, uno splendido tacco 12 leopardato. In una parola fantastica.



Il concerto era quasi agli sgoccioli ma lei non se ne curava saltando di qua e di là come una matta. Iniziò a fare head-banging con la testa con i capelli che svolazzavano qua e là.

Riprese in mano la chitarra per l'assolo finale, mosse le dita velocemente imitando gli arpeggi del chitarrista, per poi dare delle profonde pennate sulle corde.

Iniziò a volteggiare nella stanza tenendo la chitarra in mano, poi ad un tratto la mollò e salto sul divano con le mani chiuse a corna in alto.


Per fortuna se non ricordava male quella tortura stava per finire, la vide girare per la stanza con quella povera scopa muccata, che lei tanto aveva insistito di comprare. "E' Kitschosissima" fu l'unica spiegazione che ebbe quando le chiese disperato: perché?

Poi vide la scopa volare contro una cesta di panni da piegare, sospirò non si era rotto nulla, ma quando tornò con lo sguardo sulla sua donna si corresse, non si è rotto nulla per il momento.

Era saltata sul divano, con un'agilità sconosciuta a lei in prima persona molto probabilmente, si mise all'erta sapeva che stava per succedere qualcosa. Se lo sentiva nelle viscere, e infatti non era in errore nemmeno questa volta.



Quando il concerto finì si calmò e saltò giù dal divano, peccato che quel maledetto tacco 12 si fosse impigliato nella fodera e lei sentì il vuoto sotto di se. "Stupida se raccoglievi i vetri" Cercò di parare una caduta che non avvenne.

Sentì due forti braccia tenerla da sotto le gambe e dalla schiena. Aprì gli occhi. -Inuchan!- 

Era contentissima di vederlo e gli buttò le braccia al collo. -Aspetta, ma tu non dovevi rientrare nel pomeriggio?-

Lo vide scossare la testa trattenendo una risata. -Avrei dovuto, mi ero scordato che oggi gli uffici erano chiusi per una assemblea dei dirigenti.-

Lei sorrise a trentadue denti -Che bello! Così mi aiuterai a finire le faccende!!-


L'aveva presa appena in tempo e lei ora era di nuovo lì che rideva tra le sue braccia, gli stava chiedendo tra le righe di aiutarla con le faccende domestiche, fece scorrere lo sguardo sul piccolo salotto.

-Perché le avevi iniziate?- Chiese il ragazzo curioso. -Bè sì- disse lei guardando il lavandino e la scopa sui panni da piegare -Perché non si vede?!- Disse gonfiando le guance ancora rosse per tutti i salti di prima.

Lui si fece serio -E poi, tacco 12? Chi stavi aspettando?- Disse vedendola arrossire.

-Nessuno!- Lei fece un breve calcolo mentale ripensando al perché li aveva ai piedi, doveva raccontagli tutto?

Lui non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere -Tranquilla, ho visto tutto!-



Lei arrossì all'inverosimile, se aveva visto tutto era davvero imbarazzante.

-Ehm posso spiegare!- Lo vide ridere di gusto e poi baciarla dolcemente. -Sono contento che sei ancora tu- poi continuò -Avevo paura di non riuscire a vedere scene come quella di anno scorso, ma questa se possibile è anche meglio!-

Lei emise un sonoro -Tsk, e io che pensavo di aver fatto un favore alle tue orecchie aspettando che fossi a lavoro-

Lui la mise a terra e la trascinò con se sul divano ormai da risistemare. -Certo avresti fatto un favore alle mie orecchie ma se io non fossi stato qui avresti fatto un torto ai miei occhi- Concluse lui tirandole l'elastico delle culottes.

-Ahio!  Ma ti sembra modo?- Disse lei facendo il viso finto crucciato -Vogliamo stare qui tutto il giorno o pensi che potrei riprendere almeno oggi le faccende?- Lo rimbeccò lei facendo roteare un dito a indicare tutta la stanza.

-Domani hai mica giorno libero?- Chiese lui sarcastico. 
-No! E ho intenzione di finire tutto oggi! Per cui se vuoi puoi aiutarmi volontariamente oppure...- assottigliò gli occhi minacciosa -ti obbligherò!-



A quella minaccia rise di gusto e se la caricò in spalla e la portò in camera gettandola malamente sul letto. 

-Ma come ti permetti?- Lei si alzò brandendo un cuscino e iniziando a picchiarlo selvaggiamente -Me la pagherai!!- Lui evitò la cuscinata riprendendo a farle il solletico.

-Aspetta... - lei faticò a riprendere il fiato, poi d'un tratto sentirono raspare alla porta -Kuroro!!-

La vide correre alla porta di ingresso.



-Povera la mia micina! Entra ti ho dimenticata fuori tutta la notte!- Quando si voltò verso l'ingresso vide due sporte demolite. -Inuyasha?-

Lui arrivò subito. -Scusa caro, ma quelle sporte?-

Lo vide rimanere pietrificato davanti alla sorpresa per Kagome -Maledetto gattaccio!-

Kagome prontamente prese in mano la gatta -Come prego?-

Lui si grattò il capo -Quella era la tua sorpresa per il pranzo-

Kagome uscì curiosa e trovò un paio di sporte con delle confezioni ormai vuote di quello che doveva essere tanto ottimo sushi. -Ooh no, mi dispiace Inu! Ma come mai le sporte erano qui fuori?-



Sbuffò dalla rabbia, quel gatto prima o poi gliele avrebbe pagate tutte! Nessuna esclusa.

-Volevo levarti l'impiccio di altri piatti da lavare! Dai andiamo fuori a pranzo, sistemeremo tutto quando torneremo a casa-

Kagome sospirò sconsolata, sapeva benissimo che le faccende domestiche erano rimandate a data da destinarsi.

La ragazza corse a sistemarsi mentre lui la osservava con un sorriso inebetito sulla faccia, la adorava.

La sentì urlare dalla camera -A casa riprenderemo la lotta da dove l'avevamo iniziata-

La vide scendere sorridente con un abito blu svolazzante e ai piedi dei sandali.

-Forza andiamo sennò non finirò mai di lavare i piatti!-

-Mi sa che appena riesco ti regalo una lavastoviglie, Miroku mi ha convinto- Disse sovrappensiero -Come prego?-

-Ehm no nulla dicevo per le posiz... ehm programmazioni!-

Lei avvampò e prese la borsa, sussurrò un semplice -Perché? con la ripromessa di fare due chiacchiere con i suoi amici.



**Fine**

Rieccomi qua con una shot, ho la stramba abitudine di riprendere a scrivere sempre con una shot, questa può considerarsi il seguito di An irresistable fault. Per chi la conosce, in questi giorni probabilmente aggiornerò anche Kuroi Namida.

Un saluto a tutti e commentate numerosi! ^^ 

Kirarachan

   
 
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