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Autore: SongMiSun    30/12/2013    1 recensioni
YoungJae si è appena trasferito nella città di Seul, abbandonando così il paese natale. Inizialmente, si prospetta una bella permanenza: casa accogliente, clima sereno, nuove amicizie.. ma già il primo giorno di scuola accade qualcosa. Che questa bella prospettiva riservi qualcosa di totalmente diverso?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Youngjae
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[ Saaalve ~  Chiedo perdono se per il primo capitolo non ho scritto nulla, ma ho pubblicato tardi e mi sono proprio dimenticata.. che testa.
Comunque, anche se ho due ff in corso, che non so proprio come continuare, ho deciso di iniziare questa qui. Ho trovato la mia "fonte d’ispirazione" e mi sto impegnando per fare una storia come si deve. So di non essere bravissima, ma sono migliorata moltissimo rispetto ad un anno fa (forse anche di più), quando sono entrata a far parte di questo fantastico mondo (?).

Stavolta ho scelto come protagonista YoungJae, il mio bias, perché credo di riuscire a scrivere di più su di lui. Non voglio dare alcuna anticipazione, ne dire nulla sulla storia.
Spero solo che il primo capitolo vi abbia incuriosito almeno un po'.

Come sempre, aspetto delle recensioni, positive o negative, l'importante è che mi dite cosa ne pensate, eventuali suggerimenti e se c'è qualcosa che dovrei migliorare.
Grazie a tutti in anticipo! ^^ ]

 
 
 
 
La campanella che segnava la fine delle lezioni, non tardò ad arrivare. Così, il primo giorno di scuola di Yoo YoungJae, si concluse. Non era affatto noioso, anzi, lo aveva trovato molto interessante, avendo avuto alcune delle sue materie preferite, tra cui matematica ed inglese.
Era intento a riporre le sue poche cose nella cartella, mentre tutti erano già per i corridoi per sbrigarsi a tornare a casa. Lui preferiva fare con calma, prendersi il tempo necessario e quindi evitare la grande folla che caratterizzava tutte le scuole, durante i primi minuti dell'uscita.
Si accorse solo dopo che con lui era rimasto quel dannato Yu Min, che oltretutto lo stava fissando. Lui si limitò a sorridergli e quello ricambiò. Lo trovò un gesto strano, quel fissare; cosa diamine voleva? E se fosse uno di quei bulli pronto a prenderlo in giro?
Ma Jae, ormai, aveva chiuso con quelle storie; era cambiato completamente ed era anche più forte. Il bullismo non l'avrebbe più toccato ormai.
Però quel piccolo pensiero si fece strada in lui, era una minima possibilità.
Finì di mettere in ordine e posò lo zaino sulle spalle, dirigendosi verso la porta.
« Ci vediamo domani, Min. »
Gli sorrise come prima, senza ampliarsi troppo e l'altro, come prima, ricambiò. Però non si limitò a quello, no. Si alzò e gli si avvicinò, posando una mano sulla sua spalla per camminare al suo fianco e seguirlo fuori dall'aula.
Percorsero il corridoio semi deserto che portava verso la porta d'uscita, insieme.
« YoungJae, ti sei trovato bene oggi? Di solito i miei compagni non trattano bene i nuovi arrivati, ma con te è stato diverso. »
Jae annuì alla domanda, lasciandosi poi coinvolgere, facendosi pensieroso. Quindi, era riuscito a scampare a qualsiasi tipo di cattiva accoglienza? O aveva frainteso? Cosa volevano dire quelle parole?
« Meglio così, no? »
« Si, meglio così. Comunque, puoi contare su di me, per qualsiasi cosa. Ci vediamo domani! »
Min sorrise ancora, con quel sorriso caldo, e lo salutò, mentre raggiunse un'automobile grande e scura, non troppo lontana dal cancello della scuola, che partì in poco tempo. Sembrava essere una limousine, quindi, molto probabilmente, le voci sulla sua fama erano vere.
« Hey YoungJae, torna sul pianeta terra! »
Quella voce lo fece tornare in se, accorgendosi di aver passato troppo tempo in silenzio ad osservare quella macchina nel suo tragitto.
Junhong era poco distante da lui, lo stava chiamando a gran voce e agitava un braccio per farsi vedere. Jae accennò un sorriso e subito lo seguì.
Percorsero la strada di ritorno insieme, mentre Jun parlava, parlava, parlava, parlava di tutto quello che gli era capitato nella giornata. YoungJae lo ascoltò e lo seguì, annuendo di tanto in tanto. Era interessato, si, ma c'era quel pensiero che lo perseguitava. Min.
Non capiva perché si fosse interessato tanto a lui, offrendosi anche di aiutarlo per qualsiasi cosa. Era solo il suo primo giorno di scuola, non erano amici e si erano scambiati quelle pochissime parole. Lasciò fuoriuscire un sospiro, non riuscendo a trovare una spiegazione, arrivando davanti al cancello di casa. Junhong raggiunse il suo e si salutarono, entrando poi ognuno nella propria abitazione.
 
La casa era silenziosa, si poteva sentire solo il dolce profumo provenire dalla cucina: biscotti. Sua madre era sicuramente di buonumore. Passò per la cucina e infatti la vide lì, intenta a scrutare all'interno del forno, in attesa che i biscotti fossero pronti.
« Sono tornato. »
Jae parlò tranquillamente, sorridendo a quella scena tanto bella, che non si vedeva tutti i giorni.
La donna si risvegliò a quelle parole e subito gli andò incontro, stringendolo in un abbraccio. Lei era molto felice di vedere il figlio così tranquillo al ritorno da scuola, non come in quel brutto periodo quando tornava silenzioso e triste, correndo subito in camera sua senza nemmeno pranzare. O addirittura con quei dannatissimi lividi sul corpo. Ma ormai, era acqua passata.
Si sedettero a tavola e il pranzo fu servito.  Mangiarono insieme, dato che gli altri due componenti della famiglia erano ancora al lavoro, senza dire molto. Poche parole e qualche sorriso bastava ad entrambi, per far capire all’altro che tutto andava bene.
Jae, come al solito, aiutò la madre a sistemare tutto, poi filò in camera sua. Si sdraiò sul letto per rilassarsi un po’, lasciandosi cullare dai pensieri piacevoli. Poi, però, uno in particolare lo interruppe. Yu Min, di nuovo. Gli tornarono alla mente quelle lenti azzurre che spiccavano tra i suoi capelli scuri, quello sguardo tanto misterioso che alla fine si era rivelato anche dolce. Qualcosa di lui lo aveva colpito sin da quando aveva messo piede nella classe, ma inizialmente non se n’era accorto.  Era l’unica persona che in quel primo giorno di scuola lo aveva accolto a dovere e gli aveva prestato un po' d'attenzione. Però YoungJae non riusciva a capire perché se lo ritrovava tra i pensieri. Era un ragazzo come un altro, nulla di più.
Sospirò e si voltò su un fianco, addormentandosi in poco tempo.
Si risvegliò quando tutto era ormai buio. A quanto pare aveva dormito a lungo e nessuno, fortunatamente, era venuto a svegliarlo. Si voltò verso il comodino e diede un'occhiata all'orologio digitale che segnava le 23 in punto. Emise un sonoro sbadiglio e decise di tornare a dormire, ma poi notò la persiana della finestra aperta, pronto quindi a chiuderla. Si alzò e si trascinò pesantemente verso di essa, aprendo la vetrata per poterla raggiungere.
Proprio in quel momento, mentre poteva sentire benissimo l'aria fresca pizzicargli le guance, vide una luce soffusa provenire dalla stanza di Junhong, di fronte alla sua e non molto lontana. Jae non era il tipo da farsi gli affari degli altri, ma gli si presentò davanti una scena..strana, alla quale dovette assistere, anche se inizialmente non riusciva a capire cosa stesse accadendo.
Notò la figura alta e magra del ragazzo più piccolo, pian piano liberarsi dei propri indumenti; arrivarono in seguito altre due figure che non riconobbe, avvicinarsi al ragazzo. Vide quei tre corpi vicini, muoversi tra loro, mani percorrere centimetri di pelle altrui, bocche unirsi, lingue... poi, improvvisamente, uno di loro, probabilmente Junhong ( con la poca luce, non era molto visibile ), si sdraiò sul letto, seguito subito dagli altri due che gli si misero di lato.
Jae era totalmente sotto shock. Chiuse in fretta e furia le persiane e rimase con gli occhi sbarrati al buio per una manciata di minuti. Si sedette sul letto e rimase in quella posizione, sentendosi le guance andare a fuoco. MA A COSA DIAMINE AVEVA ASSISTITO?
"Almeno, potevano chiudere le finestre!"
Si sdraiò e si infilò sotto le coperte, non riuscendo a prendere subito sonno. Aveva nitida la scena di quei corpi uno contro l'altro e non riusciva a capacitarsi che tra quei tre ci fosse quel ragazzo tanto carino, appena conosciuto.
Però  come un idiota era rimasto a fissarli e per questo si malediceva. Se l'avessero scoperto, che figura ci avrebbe fatto?
Sospirò e chiuse gli occhi, provando ad addormentarsi, di nuovo.
 
Era pronto per uscire di casa e dirigersi a scuola, quindi mise lo zaino in spalla, salutò la famiglia ed uscì di fretta. Junhong, purtroppo, era arrivato al cancello, quindi lo notò e lo salutò, facendo così di nuovo la strada insieme. Jae era in totale imbarazzo, ricordando quanto visto quella notte, quindi provò a guardarlo il meno possibile e parlare solo quando veramente necessario. Fortunatamente, Jun sembrò non accorgersi di nulla.
Poi però, al maggiore, venne una certa curiosità e non riuscì a trattenersi.
« Jun, vivi da solo..? »
« No, no. Condivido la casa con altri due miei amici, Yongguk e Himchan. Magari questo pomeriggio te li presento. »
Jae sorrise ed annuì, filando poi dritto fino a scuola, non riuscendo a dire altro.
Arrivò in orario in classe e prese posto al suo banco, sistemando tutto per bene. Suonò poi la campanella e tutti entrarono, compreso Min, il quale lo salutò con un occhiolnino. Jae si limitò a sorridergli, ma quel piccolo gesto aveva fatto uno strano effetto su di lui. Si sentiva le mani sudare ed era quasi agitato. Ma perché doveva reagire così per quella stupidaggine?
Sospirò e provò a calmarsi, venendo interrotto dalla professoressa che entrò in classe e fece subito l'appello.
Quando la lezione iniziò, Jae era l'unico senza libro, non avendo avuto modo di comprarlo. Quindi, l'insegnante con un gesto chiese a Yu Min di mettersi vicino al nuovo compagno con il suo libro, in modo che anche lui potesse seguire.
"Questa è una congiura contro di me" pensò.
Infatti, non appena Min era vicino abbastanza, poté avvertire il suo profumo, dolce e delicato, che gli pervase l'olfatto in poco tempo; ormai lo raggiunse anche il calore del suo corpo, abbastanza vicino al proprio. Il cuore prese a battere più velocemente e non riuscì a seguire bene la lezione. Non riusciva proprio a capire cosa significassero quelle strane reazioni, non ne aveva mai provate di simili.
Le altre ore passarono tranquille, rimanendo solo al proprio banco, in santa pace.
Arrivò quindi la pausa pranzo e stavolta decise di scendere in mensa per prendere qualcosa.
La fila non era poi così lunga, quindi prese un vassoio e si mise dietro l'ultimo ragazzo, attendendo il suo turno. Il cibo non era molto invitante; prese solo del riso e delle polpette, recuperando anche una bottiglietta d'acqua. Finito il tutto, si guardò intorno, osservando l'enorme sala che doveva ospitare più di 800 alunni, con i suoi tavoli rossi quasi pieni. Vagò a lungo, non sapeva davvero dove mettersi, non conoscendo nessuno. Qualche forza divina però, volle che incontrò casualmente Junhong, il quale lo invitò a sedersi con lui ed il suo gruppetto. Fu presentato agli altri e con grande stupore del maggiore, fu accolto bene. Si sedette vicino ad un ragazzo dai capelli color prugna, molto silenzioso. Sembrava molto timido e se ne stava per i fatti suoi.  Jae prese posto e iniziò a mangiare con calma, anche se la voglia di presentarsi era davvero troppa.  Anche lui era un tipo timido, ma era migliorato nell'ultimo periodo. Sapeva che se non avrebbe mai spiccicato parola e se sarebbe rimasto solo, non sarebbe andato da nessuna parte. Quindi, in qualche modo, volle aiutare quel ragazzetto, sapendo che anche lui, in fondo, lo voleva.
« Ciao.. ehm, piacere, sono YoungJae! Frequento il penultimo anno e sono arrivato solo ieri, quindi non conosco nessuno.. »
Il ragazzo, prima sobbalzò, come sorpreso dal gesto, poi voltò il capo verso di lui e accennò un sorriso davvero carino, che fece sorridere anche Jae.
« Il piacere è mio, sono JongUp e ho solo un anno in meno di te, sono qui da più tempo, ma.. non conosco molte persone.. »
Portò una mano dietro al collo con fare imbarazzato, mentre si poteva sentire la sua voce tremante, molto bassa.  Jae provò a metterlo a suo agio, parlando del più e del meno durante il loro pranzo.
Le teorie di YoungJae erano esatte. JongUp era introverso e non riusciva a fare amicizia facilmente, anche perché nella sua classe c'erano ragazzi maleducati che quasi lo spaventavano. Raccontò di aver conosciuto Jun per caso durante una dance battle in una scuola di danza e scoprirono quindi di avere la stessa passione e di frequentare la stessa scuola. Grazie a lui, si era inserito in quel gruppetto ed era riuscito a farsi degli amici discreti, anche se, come quel giorno, se ne stava sempre sulle sue, ma era comunque in buona compagnia.
Jae spiegò anche la sua situazione, parlando di quando era al suo paese e non aveva tanti amici, facendo fatica anche lui a relazionarsi, per lo stesso motivo. Però si era ripromesso di cambiare, con la nuova vita, e quindi con Up era solo l'inizio.
Il minore fu contento dell'incontro e, prima di tornare in classe dopo il pranzo, espresse il desiderio di voler pranzare con lui anche nei giorni successivi. Ovviamente Jae, accettò.
 
Anche la fine di quella giornata scolastica era arrivata e finalmente ognuno poteva rilassarsi come preferiva: ormai il weekend era arrivato.
YoungJae rimase nel cortile ad aspettare l'amico, dato che si erano messi d'accordo per tornare insieme. Inoltre, Jun lo aveva invitato a casa sua, per passare del tempo con lui e fargli conoscere i suoi coinquilini.
SI guardò intorno, in attesa del minore, aspettando più di dieci minuti. In realtà, tutto quel guardare e scrutare con attenzione, era diretto a Min, che proprio non riusciva a trovare. Voleva vederlo almeno per qualche secondo, dato che durante il fine settimana sarebbe stato impossibile incontrarlo.
Sospirò piano quando vide Junhong avvicinarsi e fargli cenno di camminare con lui, sorridendogli.
« Yongguk mi ha detto di non passare a casa, andiamo direttamente al bar dove sono loro, poi sceglieremo qualcosa da fare stasera, se non hai problemi. »
« Ma non preoccuparti, a me va benissimo! »
Jae sorrise ed annuì soddisfatto, era contento di poter fare la sua prima uscita nella nuova città; forse stava davvero riuscendo a farsi degli amici.
Arrivati al bar, il biondo subito corse ad un tavolo con due ragazzi e Jae intuì si trattasse dei suoi coinquilini.
« Lui è YoungJae, il nuovo vicino! Questi sono Yongguk e Himchan. »
Il ragazzo fece le presentazioni, indicando il moro come Himchan e l’altro con i capelli più folti, come Yongguk. Sembravano tipi normali, ma al solo pensiero di quella notte, Jae si trovò in imbarazzo, inchinandosi subito in segno di saluto e sedendosi velocemente. Non riusciva a guardarli per troppo tempo negli occhi.
Iniziò fin da subito una conversazione leggera, con discorsi normalissimi: parlarono del più e del meno, dei loro hobby, delle loro giornate, alcuni pezzi del loro passato e si fecero molte risate, in compagnia. In tutto quello però, Jae notò qualcosa tra Junhong e Yongguk. Delle volte si lanciavano degli sguardi talmente profondi che facevano rabbrividire anche lui. Sicuramente, tra loro c'era più di un'amicizia. Invece Himchan, era molto scherzoso e faceva molte battutine di vario genere, senza una vittima precisa. Si divertiva a prendere in giro tutti.
YoungJae capì quindi che per loro l'orientamento sessuale non era un problema, non avevano bisogno di nascondersi troppo, non gli importava del giudizio degli altri. Loro stavano bene così.
Si sentì sollevato da quella constatazione, ma non ne capì il motivo. O forse, non voleva capirlo.
Presero un frullato ciascuno e continuarono la conversazione fino a sera, quando decisero di spostarsi e cambiare posto.
« Che ne dite di un pub? Almeno si può anche ballare. » propose Youngguk e subito tutti furono d’accordo.
Quindi, si diressero insieme verso il pub la cui insegna al neon verde formava la parola “EDEN”. YoungJae non era mai stato in locali del genere e non si era mai ubriacato. Le possibilità di divertirsi in un paesino erano davvero poche e comunque non aveva mai avuto la compagnia adatta per poter uscire di sera.
Il locale era molto grande, un vasto bancone in fondo ad esso con ogni tipo di bevanda e qualche stuzzichino,  tavolini e divanetti ai lati, al centro una grande pista da ballo con proiezioni di luci di colore diverso.
I quattro si accomodarono ad un tavolo e subito i due più grandi ordinarono della birra per tutti, anche se Jae proprio non la voleva. Purtroppo, non poté revocare quell’ordine.
Sembrava che tutti si stessero divertendo: Yongguk e Jun si erano uniti alla folla nella pista, ballando quasi come pazzi, Himchan stava flirtando con la ragazza del tavolo dietro al loro e in poco tempo ci si trasferì e Jae.. Beh, YoungJae stava fissando il suo bicchiere mezzo pieno di birra, era riuscito a berne solo un pochino. Provò a mandare giù qualche altro sorso e si diede un’occhiata veloce intorno, finché non lo vide: era proprio lui.
Yu Min era in quel dannato locale, non molto lontano dal suo tavolo e si guardava intorno. Fu proprio allora che i loro sguardi si incrociarono. Quelle lenti azzurre incontrarono gli occhi scuri e profondi di Jae, il suo sorriso caldo lo fece sussultare e ben presto si accorse che lo stava raggiungendo.
« YoungJae! Anche tu qui? Sei da solo? » Min si sedette di fronte al ragazzo, senza smettere nemmeno per un attimo di sorridere, tenendo con una mano il bicchiere con un liquido rossastro.
« Non proprio.. sono con degli amici, ma al momento sono impegnati. » lanciò un'occhiataccia ad Himchan che non poteva vederlo, intento com'era a conversare con quella ragazza.
« Oh, capisco. Allora non ti dispiace se rimango con te, vero? Io sono venuto solo, quindi.. » il moro si strinse nelle spalle e portò il bicchiere alle labbra, mandando giù un piccolo sorso.
Jae notò quindi, che le sue labbra erano davvero belle e perfette. Quasi da baciare.
« N-no, nessun problema. »
Stava andando a fuoco. Le sue guance erano diventati peperoncini piccanti e si sentiva quasi esplodere.  Prese un gran respiro e portò istintivamente il bicchiere alle labbra, così da poter sorseggiare a lungo, evitando qualunque tipo di pensiero.
Min se ne stava tranquillo al suo posto, muovendo il capo a ritmo con la musica e canticchiando qualche pezzo di quella canzone movimentata che Jae proprio non conosceva.
L'osservava, scrutava ogni centimetro di lui. Quell'azzurro così intenso, quei capelli scuri, la pelle perfetta, chiara e quelle labbra non troppo carnose.. gli piaceva.
Si, lo aveva ammesso a se stesso. A YoungJae piaceva  Min.
Ormai l'aveva capito, lo aveva realizzato. Ecco perché così tanta preoccupazione per lui.
 
Ma era possibile che a lui piacesse un ragazzo? Non poteva essere soltanto una cosa passeggera e nulla di concreto?
 
 
[ Mi sono ricordata una cosa.. nel primo capitolo mi è stato chiesto se Yu Min è un personaggio inventato o ho preso spunto da un personaggio reale. Bene, Yu Min esiste davvero! Cioè, il suo nome è Yu Ha Min, un modello/ulzzang.
Vi lascio una sua foto per farvi un'idea ~ ( cambia spesso colore di capelli e lenti, ma posto una foto di quando aveva le stesse cose che ho utilizzato nella storia ). ]



 

 

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