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Autore: onedsmoment    31/12/2013    2 recensioni
C'è una legge fisica, la legge di Dirac, che dice che se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in un qualche modo diventano un unico sistema; in altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l'altro, anche se distanti chilometri o anni luce.
In quel momento, quando le mani dei due ragazzi si erano incontrate, un sistema aveva riacquistato le sue due parti, avevano ripreso a interagire completamente. Non che fossero mai stati separate, e questo l'aveva detto anche Dirac, ma adesso erano di nuovo vicine, dipendevano completamente l'una dall'altra.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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teenage dream
Teenage Dream

Ai Klaine, che sono gli unici veri ispiratori e protagonisti di questa storia;
grazie Kurt diessere andato alla Dalton e grazie Blaine di avergli preso la mano.
Courage.

You think I'm pretty without any make-up on
You think I'm funny when I tell the punch line wrong
I know you get me, so I let my walls come down, down

Louis era lì, con le mani incrociate, appoggiato alla balaustra del ponte, che aspettava la mezzanotte: aspettava un anno nuovo per ripartire, per dimenticare lo schifo di anno che si preparava a lasciarsi alle spalle, per combinare qualcosa di buono per una volta. Era probabilmente l'unica persona che avrebbe festeggiato sola la mezzanotte in tutta Londra, ascoltando lo scrosìo del Tamigi che, scorrendo sotto di lui, si trascinava con se i pensieri e le preoccupazioni delle persone.
Louis odiava quella sensazione di solitudine che gli entrava dentro, e gli scorreva nelle vene fino a bloccargliele, fino a impedirgli di respirare. La odiava, ma era diventata una parte di lui. Odiava quella, come odiava i locali affollati, odiava le feste come capodanno, odiava le persone invadenti, il gelato alla fragola, il colore nero, che alla fine era tutti i colori e nessun colore. Louis era così, era come il nero: era tutto, ma non era niente, era un libro chiuso, che dentro aveva capitoli interi che nessuno aveva mai letto, capitoli scritti su pagine vissute, piene di lacrime, di risate, dei rumori silenziosi che accompagnavano la sua vita; aveva dentro un mare in tempesta, con le onde che si infrangevano sulle rocce, ma aveva anche la calma del mare del tramonto, quello di quel blu che non ti lascia distinguere il cielo e il mare. Aveva dentro di sé il rumore del silenzio, quello che è talmente forte che ti soffoca, ma è così leggero che non ne senti il peso; aveva il nero. E che rumore faceva il silenzio di Louis la notte di Capodanno?

Before you met me, I was a wreck
But things were kinda heavy, you brought me to life
Now every February you'll be my valentine, valentine

-Sapevo che ti avrei trovato qui.
Louis si girò, quando sentì il rumore della voce roca del ragazzo riempire il suo silenzio. Gli occhi verdi di Harry erano coperti dai ricci disordinati, che ormai non erano ricci come quando Louis l'aveva conosciuto, e brillavano illuminati dalla finta luce dei lampioni. Ecco cos'altro odiava Louis. Odiava gli occhi maledettamente belli di Harry, la sua risata dannatamente contagiosa, il suo sorriso e le sue fossette che trovava così fottutamente sexy. Ma no, alla fine le amava. Louis odiava essersi innamorato di Harry, odiava aver trovato qualcuno che leggesse i suoi occhi per scoprire la sua storia, odiava che quel ragazzo fosse la sua debolezza, odiava che qualcuno fosse riuscito a scalfire il nero. Ecco cos'era Harry. Harry era il bianco: non era niente, ma era tutto; era un diario aperto, che chiunque avrebbe potuto leggere, era la forza tumultuosa del vento che prova a consumare le montagne ed era le nuvole che proteggevano le cime di esse. Harry amava il caos, amava le feste, amava illuminare le persone con un sorriso, amava i gusti alla frutta, anche quello alla fragola, e amava ascoltare, senza ricadere nell'eccessiva curiosità. Ma chi era Harry, che viveva nelle vite degli altri?
Louis era il nero e Harry era il bianco: Louis non aveva mai trovato qualcuno che lo illuminasse e Harry non aveva mai trovato qualcuno che lo rallentasse, ma poi si erano trovati.
Louis era diventato un'altra persona da quando aveva trovato Harry, aveva trovato il suono del suo silenzio, aveva trovato qualcuno che riempisse le crepe della sua anima senza doverglielo chiedere. Harry, quando aveva trovato Louis, aveva capito di essere perso, aveva scoperto cosa voleva dire trovare qualcuno. Si erano trovati e dal nero e dal bianco era uscita un'intera scala cromatica: il giallo, dei giorni che passavano seduti sulle panchine del parco a raccontarsi la loro vita, il blu delle sere in cui stavano in casa a guardare film, le sere in cui Louis riempiva il suo silenzio tra le braccia di Harry, il rosso dei litigi, il verde delle notti in cui facevano l'amore, quando Harry, tra le lenzuola calde trovava una casa. Era la loro vita, destinata a oscillare tra colori che avrebbero sempre dato nuove sfumature, che avrebbero cambiato ogni singolo istante, oltre che due vite intere.

Let's go all the way tonight
No regrets, just love
We can dance until we die
You and I, we'll be young forever

-Hai intenzione di passare Capodanno qui da solo?
Louis scosse il capo, forse per rispondere a sé stesso, forse per mandare via il più piccolo, o forse per farsi portare via. Non capiva cosa voleva. Non capiva se il nero si stava oscurando o illuminando, se voleva davvero andare con Harry o restare a compiangersi. Voleva davvero ricominciare tutto, ma Harry era la persona giusta? Era una domanda che si portava dentro da troppo tempo: Harry era davvero l'unica persona che si sarebbe presa cura di lui? Lui si fidava di Harry, lui amava Harry. E allora? Perché aveva paura di ricominciare? Voleva forse lasciare quel rumore del silenzio indefinito?
-Dai Lou, andiamo a fare il nostro Capodanno. Ce ne andiamo, te l'avevo promesso. Per stanotte, ti porto via con me.
Harry prese la mano a Louis e cominciò a correre.
C'è una legge fisica, la legge di Dirac, che dice che se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in un qualche modo diventano un unico sistema; in altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l'altro, anche se distanti chilometri o anni luce.
In quel momento, quando le mani dei due ragazzi si erano incontrate, un sistema aveva riacquistato le sue due parti, avevano ripreso a interagire completamente. Non che fossero mai stati separate, e questo l'aveva detto anche Dirac, ma adesso erano di nuovo vicine, dipendevano completamente l'una dall'altra.
Harry si sentiva nuovamente completo, aveva trovato la parte di sistema che gli mancava. Louis aveva trovato una luce, ma aveva paura di fidarsi, aveva paura di soffrire di nuovo, ma l'altro lo sapeva; Harry lo leggeva nei suoi occhi azzurri ghiaccio che aveva paura. Aveva imparato a leggere tutte le emozioni che il ragazzo guardava, aveva scoperto la sua storia ed era riuscito a entrarne a far parte. 
Erano le 23:30 del 31 Dicembre, quando Harry Styles strinse la mano di Louis Tomlinson nella sua, e i due sistemi interagirono di nuovo.

You make me feel like I'm living a teenage dream
The way you turn me on, I can't sleep
Let's runaway and don't ever look back
Don't ever look back

Harry cominciò a correre, trascinandosi l'altro dietro. Sapeva perfettamente dove voleva andare, sapeva che c'era un solo posto dove potevano andare per festeggiare insieme. Harry odiava queste smancerie, come odiava le persone silenziose, odiava chi non si esprimeva, odiava chi non parlava, ma ascoltava solo. Odiava Louis. No, alla fine lui amava Louis: amava le cose che odiava, amava il fatto che per capirlo bisognasse perdersi nei suoi occhi, e Harry lo faceva volentieri, amava le occhiaie che li mettevano in risalto, amava o capelli arruffati, amava il sorriso nascosto, quello a metà, che solo lui era in grado di tirargli fuori. Louis era stata l'unica cosa per cui era valsa la pena andare avanti nella vita di Harry: si erano conosciuti per caso, destino, chiamatelo come volete, ma il loro destino era già scritto.
-Harry, aspetta, dove stiamo andando?
-Louis, ti fidi di me?
-Io non so Haz... dove andiamo?
-Lou, per favore. L'ultima volta che ti chiedo di fidarti, te lo prometto.
Fu uno scontro sleale: il verde degli occhi di Harry, che brillavano, illuminò l'azzurro ormai spento che era negli occhi di Louis; Louis vide in fondo agli occhi del più piccolo la sua unica ancora di salvezza. Non era la prima volta. Harry era l'unico che avrebbe saputo come aiutarlo, l'unico che l'avrebbe convinto a festeggiare il Capodanno, Harry era la seconda occasione della sua vita: sapete, quella seconda canzone di cui si parla nei film, che si sente in musica, di cui si legge nei libri. Harry era la seconda occasione di Louis: dopo essere stata la prima, era tornato per farsi perdonare. E Louis si fidava ciecamente.
-Andiamo.

My heart stops when you look at me
Just one touch, now baby I believe
This is real, so take a chance
And don't ever look back, don't ever look back

Era una fredda domenica di inverno: una di quelle domeniche dove tutto quello che si può fare è sedersi sul divano con una cioccolata calda a guardare un film. Beh, Louis Tomlinson era sempre stato un tipo anticonvenzionale: non voleva stare chiuso in casa. Per questo se n'era andato a fare un giro, a cercare un qualche posto dove sedersi e stare lontano dalla sua vita, dalla sua famiglia, dalle sue preoccupazioni, almeno per un po'. Su quella panchina in mezzo a Regent's Park, aveva trovato sé stesso: era riuscito a scavare dentro alle sue preoccupazioni, ad andare a vedere fin dove il nero lo riempiva. Louis Tomlinson si era accorto di essere come il nero: aveva tutto, ma non era niente: aveva bisogno di qualcuno che riempisse il rumore del suo silenzio, qualcuno per cui ne fosse valsa la pena. E quella domenica, Louis Tomlinson trovò il bianco.
Verde nell'azzurro, nero contro bianco, il silenzio e il rumore: Louis aveva trovato Harry, il pezzo che gli mancava. E negli occhi di louis, Harry aveva trovato la calma, la serenità, la pace. Entrambi aveva provato una meravigliosa sensazione di serendipità:quando tutti i pezzi confusi si combinano in un istante meraviglioso e di colpo capisci che tutto ha un senso, e l'ha sempre avuto.
-Tu stai tremando
-Allora?
-Vieni con me.
-No, grazie. Aspetto che mi passi.
-Ti fidi di me? Piacere, io sono Harry.
-Io sono Louis. Andiamo.
Harry portò Louis dentro a un bar, c'erano solo loro due. Bevvero una cioccolata calda insieme, e rimasero lì fino a sera inoltrata. Era un istante perfetto, era stato l'istante in cui i due sistemi si erano uniti. E semprava un istante eterno.
Louis e Harry non si vedettero più, finchè non scoprirono che ogni giorno uno dei due aspettava l'altro alla panchina dove si erano conosciuti. Da quel giorno era diventata un abitudine: andare a cercare la metà mancante del sistema. E, come in ogni storia, si erano ritrovati. 
Non era stata una storia d'amore da copione, da musica, romanzi, da canzone: era genuina, malsana per i due che ne erano completamente dipendenti: era una storia calda, come la cioccolata di quella domenica, come le lenzuola del letto le notti che facevano l'amore a casa di Harry, come il sole che illuminava la panchina. Era calda come l'azzurro degli occhi di Louis, dove Harry aveva trovato un posto, calda come il bianco che completava il nero di Louis. Calda come le loro mani che si univano e facevano scintille.

We drove to Cali and got drunk on the beach
Got a motel and built a floor out of sheets
I finally found you, my missing puzzle piece
I'm complete

Era quasi mezzanotte quando Louis e Harry arrivarono a casa. Non era un granchè, ma era tutto quello che avevano. Era la loro panchina: era il teatro di un amore proibito, nascosto, malsano come l'aria, necessario alla sopravvivenza. ea un amore come l'energia nucleare forte, che viene solo dalle stelle, e tende ad attrarre a sé quanto più può.
Erano le 23:55 quando Harry guardò nuovamente Louis negli occhi e gli chiese cosa provava, come faceva semore quando lo vedeva triste, quando voleva ascoltarlo e capire cosa gli passava per la mente.
-Niente.
-Non ti senti completo?
-No. Mi manca qualcosa.
-Ti mancherà sempre qualcosa se non vuoi essere felice Lou.
-Mi manchi tu Harry.
-Ma io ci sono, e ci sono sempre stato.
-Tu te ne sei andato, sei tornato solo ora. Cosa credi, che sia facile farsi voler bene? Aprirsi all'altro con le paure, le debolezze e le fragilità? Ci vuole coraggio, Harry. E io non ce l'ho.
-Courage. Posso essere il tuo bacio di Capodanno?
-Tu sei la mia seconda occasione, Harry. Io voglio ripartire.
-E allora lo faremo insieme.
E non servì altro che una frazione di secondo perchè il più grande si trovasse in punta di piedi fra le braccia di Harry,abbracciato a lui come non faceva da tempo, com se labbra che si cercavano con furia, con passione, con forza, col bisogno di ritrovarsi, di trovare l'altra parte del sistema. Erano come due poli opposti, che tendono ad attrarsi. 
Louis Tomlinson senza Harry Styles era solo nero, e Harry Styles senza Louis Tomlinson era solo bianco.

I'ma get your heart racing in my skin-tight jeans
Be your teenage dream tonight
Let you put your hands on me in my skin-tight jeans
Be your teenage dream tonight

Quella sera Louis e Harry fecero l'amore come non l'avevano mai fatto, siglarono una promessa, con passione e violenza, con tutto l'amore e l'odio del mondo, come se fosse una storia infinita.
Harry Styles era la parte di sistema che mancava a Louis Tomlinson e Louis Tomlinson era la casa che Harry Styles non aveva mai avuto.

@gleehaz

   
 
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