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Autore: Billie_Jean    31/12/2013    1 recensioni
Niall è un Meteropata, Harry sa volare e non vede l'ora di provare a tutti che anche lui può essere un buon supereroe. Quando in città arriva uno strano quartetto di supercattivi, lui non esita a dar loro la caccia; deve solo seguire le tre regole fondamentali del buon supereroe.
1. Non tirarti indietro davanti al pericolo
2. Sii pronto a qualsiasi imprevisto
3. Non passare al lato oscuro
Non è facile come sembra.
Genere: Demenziale, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le Regole del Buon Supereroe

 
1. Non tirarti indietro di fronte al pericolo

Il fatto è che a Harry la violenza non piace; non gli è mai piaciuta ed è felice di poter impiegare il suo potere per qualcosa di innocuo ed utile che non includa per forza dei megapugni o dei super calci rotanti. Niall lo prende un po’ in giro, alle volte; lo chiama Sorvegliante dei Micetti perché almeno una volta a settimana Harry fa il giro dei parchi della città per assicurarsi che nessun gattino sia rimasto intrappolato sugli alberi. Certo, non è il tipico supereroe di quartiere, ma a Harry non interessa quello che dicono di lui, finché nessuno si fa male. E poi, Niall può ridere quanto vuole, ma non rifiuta mai un passaggio per la scuola quando è in ritardo; ogni tanto Harry fa finta di lasciarlo cadere mentre volano sopra la città. Dopodiché, Niall si premura sempre di inseguirlo con una nuvola di pioggia fino a casa.
Niall è un Meteropata, e può controllare gli agenti atmosferici. È per questo che sono sempre in coppia, quando ci sono delle esercitazioni speciali per Giovani Supereroi all’Accademia. Harry vola, ed è un po’ più forte del normale; anche se non riesce certo a sollevare automobili come fa Liam quando è un po’ giù di corda.
Harry si chiede come fosse il mondo prima dell’esplosione nucleare del 2235; come fosse il mondo senza supereroi che lo vigilassero. C’era chi dice che fosse un posto più pericoloso; ma in effetti, non c’era voluto molto perché ai supereroi si opponessero i supercattivi.
Harry non è mai stato coinvolto in una lotta prima. È giovane, certo, ha appena diciassette anni e non è neppure maggiorenne. Non gli dispiacerebbe però, salvare qualcuno. Come faceva suo padre; come aveva sempre fatto suo padre, finché non era rimasto ucciso nell’attacco al Palazzo del Governo da parte del più temibile squadrone di supercattivi del paese. Da allora, Anne lo ha tenuto chiuso in casa, terrorizzata all’idea di perdere anche lui in una missione troppo pericolosa.
Quando a scuola convocano un’assemblea straordinaria, Harry ha la pelle d’oca e lo sa, che c’è qualcosa di serio nell’aria. Niall fa spallucce e segue Liam verso l’aula magna, schivando il cestino che Ashton ha appena mandato a fuoco (Ash è esuberante, con i suoi poteri). Il brusio nei corridoi gli riempie le orecchie di voci confuse su un possibile attacco al Governo, un’altra esplosione nucleare in Siberia, forse l’imminente ritorno di Tornado o, più semplicemente, l’ennesima ramanzina sulle Superrisse nel cortile.
Harry si mordicchia le unghie mentre si siede al solito posto in fondo all’auditorio, e Niall fischietta con tanto entusiasmo da far scompigliare i capelli a George, seduto davanti a lui. Liam aggrotta la fronte e Harry si china in avanti, bisbigliando,
 -Hai idea di cosa succede, Li?-
Liam scrolla le spalle. Suo padre è nelle Forze di Giustizia, quindi è probabile che ne sappia più di quanto lascia a vedere. Si getta un’occhiata intorno per assicurarsi che Josh e il suo super udito siano lontani, poi replica
 -Mio padre non mi ha detto molto, ma a quanto pare c’è una banda di nuovi Supercattivi in giro. Non hanno fatto ancora grossi danni, ma c’è chi sospetta che mirino proprio all’Accademia-.
Harry aggrotta le sopracciglia. Non ha idea di cosa stia per succedere, ma l’ingresso del preside Cowell nell’Auditorium zittisce tutti senza sforzi. L’uomo si avvicina al podio, afferra saldamente il leggio che ha davanti, guarda verso gli studenti come se fossero uno solo e annuncia:
 -Da questo momento, l’Accademia è ufficialmente in pericolo-.
Harry ha i brividi, mentre un brusio percorre la sala. Cowell procede rapidamente a spiegare come sia stato individuato un gruppo di probabilmente quattro individui, di età non superiore a vent’anni, che crea scompiglio in giro per la città. Il preside non sembra, in realtà, molto preoccupato; è chiaro da come sorge un po’ la bocca e il naso, che in fondo non crede che questi quattro siano altro che monelli esuberanti. Annuncia, però:
 -È opinione del Consiglio Cittadino che per fronteggiare questo potenziale attacco, sia necessario il sostegno di ogni Super studente dell’Accademia. Perciò, chiunque sia interessato a far parte della Pattuglia che verrà istituita a breve, è invitato calorosamente a farsi avanti. Vi avverto- aggiunge Cowell, fissando gli studenti che trattengono il fiato –L’entità dei poteri di questi individui non è nota, e sarebbe un grave errore di giudizio da parte vostra, gettarvi in un’impresa come questa senza aver riflettuto molto bene sui rischi che potreste correre-.
Niall, accanto a Harry, è talmente eccitato che nel cielo fuori dalla finestra si stanno addensando nuvoloni scuri carichi di pioggia e vibranti di elettricità. Harry si distrae con l’idea di una missione, la sua prima missione: non gli piace la violenza, certo, ma non vede l’ora di salvare qualcuno.
 -Harry, fluttui- gli fa notare Liam. Harry batte le palpebre, sorpreso, e ricade immediatamente a sedere sul seggiolino di plastica. Ha lo sguardo un po’ vacuo e Liam l’ha notato subito, perché lo sta fissando severamente.
 -È pericoloso, ragazzi- dice –Non credo siamo abbastanza addestrati per questo genere di cose. E poi, voi due non siete neppure maggiorenni!-
Niall sbuffa e, per questa volta, Harry è d’accordo con lui.
 -Sei una palla, Payno!- esclama –Il mio vecchio lo dice sempre, non c’è addestramento migliore di una piccola impresa. E poi, non muori anche tu dalla voglia di sbriciolare qualche super congegno malvagio con i tuoi muscoli di ferro?-
Gli occhi di Niall scintillano divertiti, e Liam arrossisce. Non lo guarda negli occhi, e invece si rivolge a Harry per il contrattacco.
 -Tua madre non te lo lascerà mai fare, Haz-.
Distratto da Niall che è già balzato in piedi per dare il suo nome al Consiglio, Harry scuote appena il capo.
 -Immagino che dovrò volare fuori dalla finestra, allora- dice solo, prima di fluttuare al seguito dell’amico. In fondo gli ci vuole un po’ d’azione, per diventare un vero supereroe.
 
2. Sii pronto a qualsiasi imprevisto
 
 -Harry, datti una mossa! Sono morto sei volte mentre aspetto i tuoi comodi, qui!-
Harry sbuffa e si asciuga il sudore dalla fronte, concentrandosi al massimo per levarsi da terra e dirigersi il più velocemente possibile verso il cerchio di fiamme finte in cui Niall è intrappolato. Questa faccenda del supereroe è molto più faticosa del previsto; salvare le persone non è cosa da niente, e tutti gli addestratori del Consiglio si sono premurati di ricordarglielo più e più volte.
Non che abbia pressione addosso, certo che no. L’ultima volta hanno usato sua cugina Lux come finto ostaggio, e Harry li ha odiati talmente tanto che è stato sul punto di mollare. Non l’ha fatto, però; quindi che hanno tutti da gridargli addosso, se fa fatica a direzionare il volo in una stanza piena di fumo? Almeno ce la sta mettendo tutta.
Si tira la maglietta fino al naso e socchiude gli occhi, cercando Niall nella stanza enorme. In basso, Ash fa del suo meglio per domare le fiamme, e Jesy ha aperto una piccola voragine nel terreno. Quando individua la chioma bionda di Niall si tuffa, e per un attimo perde il controllo; poi però afferra l’amico per le spalle e lo solleva sbuffando, usando tutta l’energia che ha in corpo per trasportarlo fino al punto sicuro.
L’esercitazione termina poco dopo. Jade sta usando i suoi poteri curativi per sistemare il taglio di Liam e le bruciature di Niall, e Harry non può fare a meno di sentirsi in colpa. Se solo fosse stato più veloce, il suo amico non avrebbe sofferto; e in una situazione di reale pericolo, probabilmente la sua inettitudine si sarebbe rivelata fatale.
Calcia un sassolino e barcolla qualche metro più in là, prima di lasciarsi cadere seduto accanto alle macerie di una parete andata distrutta nell’esercitazione. Gli pizzicano un po’ gli occhi e tira su con il naso, ma strizza le palpebre e si morde il labbro; certo che tra l’avere un superpotere e saperlo usare a beneficio degli altri, c’è una bella differenza.
Succede all’improvviso. Un attimo prima sta fissando il vuoto con gli occhi lucidi, e un poi puf! Davanti a lui si materializza un ragazzo che non ha mai visto prima, ma ha gli occhi più azzurri e il sorriso più sbarazzino che Harry abbia mai visto.
Sussulta, e strabuzza gli occhi.
 -Ma che diavolo…?- chiede, stupefatto. Quel ragazzo è comparso dal niente!
Lo sconosciuto si limita a scrollare le spalle e gli si siede accanto, senza curarsi del pietrisco che gli sporca la bella divisa nera da allenamento.
 -Prima sessione?- chiede con un sorriso d’intesa, ma affatto derisorio. Harry si costringe a distogliere lo sguardo dai suoi occhi – per posarlo sui suoi bicipiti, altrochè – e scuote il capo sconsolato.
 -No, è già la quarta volta, ma non riesco a migliorare- sbuffa. Poi arrossisce; questo ragazzo è fin troppo bello e certamente in perfetta padronanza dei suoi poteri, di certo non vuole sentirlo piagnucolare. Invece, lo sconosciuto gli getta un braccio attorno alle spalle come se fosse il suo migliore amico e dice:
 -Non è colpa tua, succede a tutti. È che il metodo che usano qui fa schifo-.
Harry sente le guance andare a fuoco, perché è la stessa cosa che ha pensato lui; gira appena la testa, e gli occhi del ragazzo lo fissano da poche decine di centimetri di distanza. Quando Harry si morde il labbro, il ragazzo abbassa lo sguardo.
 -Dici?- sussurra Harry; Occhi Blu lo fissa intensamente per qualche secondo, poi annuisce, serissimo.
 -Eccome. E sono sicuro che sarai un grande supereroe quando avrai imparato a guardare le cose dalla giusta prospettiva, Harry-.
Harry non fa in tempo a sorprendersi, che il ragazzo è già svanito nel nulla; non fa in tempo a chiedergli come faccia a sapere il suo nome, che già si domanda se gli abbia davvero fatto un occhiolino.
Dopodichè, non riesce a togliersi lo sconosciuto dalla testa.
Harry non è ossessionato, certo che no. Non c’è niente di male a voler restare oltre l’orario per perfezionare la sua virata, in fondo. E se poi gli capitasse di nuovo di incontrare quel ragazzo strambo – non si spiega come mai gli sia avvicinato e sia scomparso subito dopo avergli fatto venire voglia di baciarlo – allora tanto di guadagnato, no?
Sta svolazzando pigramente nella stanza delle esercitazioni, quando sente delle voci sommesse arrivare fino a lui dal condotto di areazione sul soffitto. Non è certo il tipo che origlia, lui; ma uno stralcio di discorso ha colto la sua attenzione, e ora è incuriosito.
 -Gielo avevo detto, che sarebbe stato pericoloso- dice una voce acuta, probabilmente femminile –Ci danno già tutti la caccia, che bisogno c’è d’infilarsi anche qui, dico io?-
 -Lo sai com’è fatto- borbotta una voce maschile –Non si da pace se non rischia la vita almeno un paio di volte al giorno. Vorrei solo che non ci facesse saltare la copertura. Mi piace fare il supercattivo-.
Harry quasi precipita per la sorpresa. Se non si sbaglia, e non crede, potrebbe aver beccato i famosi supercattivi del complotto che stanno cercando tutti! Un brivido d’eccitazione gli percorre la spina dorsale mentre scivola all’interno del sistema di areazione e fluttua, serpeggiando tra i condotti seguendo le voci.
Quando finalmente esce all’aria aperta, Harry ne ha la certezza. I due ragazzi che sta seguendo (lui ha uno strano ciuffo corvino, lei una’impressionante chioma violetta) fanno parte del cosiddetto Quartetto della Morte e sono diretti, a quanto pare, al loro quartier generale. Harry non sta nella pelle. Entra in collisione con un gabbiano che vola verso di lui mentre scrive un sms eccitato a Niall e cerca al contempo di non perdere i due di vista – non è certo facile, visto che è notte e lui sta volando!- ma infine li vede entrare in una vecchia auto e li segue per qualche chilometro.
Harry non è mai stato nel covo di un supercattivo prima, perciò non sa che cosa aspettarsi; ma quando i due si fermano davanti a quella che altro non è che una grotta buia, le sue sopracciglia si inarcano paurosamente. Una grotta, davvero? Ma sono supercattivi o Mangiamorte?
Harry aspetta pazientemente che i due siano svaniti nell’oscurità, prima abbandonare la sua posizione riparata in cima ad un pino e scendere a terra. Scrive a Niall un messaggio veloce su dove si trovi; poi caccia il telefono in tasca e prosegue nel buio umido della grotta, trattenendo il respiro.
Lo sa che non si sta comportando in maniera particolarmente intelligente; che dovrebbe aspettare Niall e Liam o perfino chiamare le Forze, ma se si sta sbagliando? E questi due sono solo due ragazzi che di imbucano per fumacchiarsi qualcosa di illegale? Harry non ci tiene a fare la figura dell’idiota; e poi questa oscurità lo attira in un modo inspiegabile, perciò mette da parte la paura e procede.
Ha fatto a malapena due metri quando un soffio d’aria al suo fianco lo fa sussultare. Harry s’immobilizza e un brivido gli percorre la schiena, mentre il battito impazzito del suo cuore gli riempie le orecchie. Poi un fiato delicato gli accarezza l’orecchio, due mani gli coprono gli occhi e una voce graffiante sussurra:
 -Sorpresa-.
 
3. Non passare al lato oscuro

Harry non aveva mai gridato così tanto e così forte in vita sua. Ecco perché poi ci avevano messo circa tre secondi a metterlo KO; e ora doveva essere prigioniero del Quartetto della Morte. Prigioniero dei cattivi alla sua prima missione. Che vergogna!
Certo che c’è poco da lamentarsi; gli hanno legato i polsi insieme con una t-shirt di Abercrombie misteriosamente intrappolata in un blocco di ghiaccio che non si scioglie e non fa neppure freddo, e lo hanno sdraiato su un divano piuttosto comodo. Non avesse quella dannata benda sugli occhi sarebbe in paradiso.
Gli fa male la testa, però.
 -Mi avete colpito?- mugugna, e improvvisamente sente che tutta la stanza è in fermento.
 -Colpito?- esclama una voce femminile che non conosce, scandalizzata –Certo che no! È solo una delle illusioni di Zayn. Ti ha fatto credere di essere svenuto, ma in realtà non lo eri. Poi Perrie ti ha trasportato fin qui con la telecinesi, perché il nostro Mister Muscolo qui non ce la faceva a fare le scale da solo-.
 -Ehi!- replica una voce indignata –Non è affatto vero, Harry! Eleanor è solo gelosa perché sono stato io a trovarti-
Non può essere.
Harry si rigira su stesso, cercando disperatamente di liberarsi di quella benda che gli copre gli occhi.
 -Non vedo niente!- geme e dopo appena qualche secondo, la luce lo acceca.
 -Scusa amico- dice la voce del ragazzo dai capelli neri, Zayn –Pensavo di aver tolto quell’illusione-.
Harry batte le palpebre, e sente che anche il ghiaccio fra le sue mani si è sciolto e muove i polsi per sgranchirli; si siede, e le sue lunghe gambe urtano quelle di qualcun altro. Poi apre gli occhi.
 -Ciao Harry- lo salutano un paio di brillanti occhi blu, e santo cielo. A Harry si mozza il fiato: è di nuovo quello strano ragazzo che ha incontrato all’Accademia.
 -Tu- esala, senza smettere di fissarlo stupefatto –Ma io credevo…- Harry s’interrompe, distoglie lo sguardo dal sorriso splendente di quel tipo e lancia a tutti un’occhiata che vorrebbe essere intimidatoria, ma che in realtà ricorda un gattino corrucciato –Voi siete il Quartetto della Morte- accusa offeso, incrociando le braccia.
Cala il silenzio per qualche secondo. I quattro ragazzi strani – Zayn ha un ciuffo che debella la gravità, Perrie ha i capelli viola e Eleanor non ha niente di strano, ma lo mette in soggezione; Occhi Blu è ancora senza nome, ma è bello da togliere il fiato – si scambiano uno sguardo, poi improvvisamente scoppiano a ridere.
 -Scusa- gli dice Occhi Blu, sedendosi accanto a lui –È che Quartetto della Morte è proprio un nome ridicolo. Noi non vogliamo far male a nessuno-.
Harry arriccia le labbra.
 -Allora perché mi avete legato?- chiede –Non so neppure come ti chiami- aggiunge, alzando il mento con fare di sfida.
 -Louis- replica immediatamente quello; poi si avvicina e gli sfiora il mento con le dita. Harry lo guarda in silenzio –È solo che non sapevamo chi fossi, e temevamo potessi dare di matto. Non facciamo niente di male-.
Harry distoglie finalmente lo sguardo e si da’ un’occhiata in giro. Effettivamente, quello sembra tutt’altro che un covo di supercattivi; somiglia di più all’appartamento disordinato di quattro squinternati – probabilmente lo è.
 -E allora che cosa fate? E perché vi danno tutti la caccia?-
Louis scrolla le spalle, e gli sorride.
 -Non ci piace il modo in cui ci addestrano all’Accademia- dice –Vogliamo solo reclutare un po’ di gente per formare una squadra di allenamento indipendente, che non sia per forza soggetta al governo. Insomma, hanno dei metodi orribili, no? Però a quanto pare è contro la legge. Ecco perché dobbiamo rimanere in incognito-.
Harry sgrana gli occhi. Questa in effetti non se l’aspettava proprio; e deve ammettere che Louis ha ragione, i metodi di addestramento dell’Accademia fanno proprio schifo. In fondo non c’era niente di male in quello che facevano, no?
Harry geme e si prende la testa fra le mani.
 -Dovrei denunciarvi tutti- borbotta, contrariato. Alza lo sguardo, e il broncio di Louis è la prima cosa che vede.
 -Posso convincerti altrimenti, sai- Louis sorride, chinandosi su di lui. Harry vorrebbe smettere di pensare alle sue labbra.
 -Sarei un pessimo supereroe se mi lasciassi corrompere- sussurra Harry. Louis si ferma ad appena una decina di centimetri dal suo visto; lo fissa per un po’ e poi dice:
 -Vieni con me-.
Harry non ha neppure il tempo di essere sorpreso. Louis lo ha già stretto tra le braccia in stile sposina, e all’improvviso Harry sente una stretta all’ombelico, e il mondo intorno a lui diviene un turbinio sfocato di colori. Chiude gli occhi e stringe un pugno attorno alla stoffa della maglietta di Louis; quando li riapre, due secondi dopo, l’aria fresca della sera gli accarezza il viso.
Louis gli sorride, prima di adagiarlo a terra accanto a sé; sono sulla cima di una collina, e la casetta in cui dovevano trovarsi fino a pochi secondi prima è qualche decina di metri più in basso. Davanti a loro, le luci della città scintillano della notte, ed è uno spettacolo incredibile.
 -Supervelocità- sorride Louis, al suo sguardo stupefatto.
Harry si morde appena un labbro.
 -Hai detto che volevi convincermi a non denunciarvi- sussurra. Louis annuisce e si fa più vicino, talmente vicino che Harry può contare le piccole lentiggini dipinte sul suo naso che non aveva notato, prima –Hai intenzione di buttarmi di sotto?-
La risata di Louis è sonora e graffiante come la sua voce, e Harry la sente dappertutto; lo sta guardando come se non avesse mai visto nulla di più bello al mondo.
 -Come se non sapessi che puoi volare- replica. Si fa un po’ più vicino e Harry trema: vuole affondare le mani tra i suoi capelli e tirarselo ancora più vicino –Avevo in mente qualcos’altro, in realtà-.
Harry lo sa che non dovrebbe lasciarsi sedurre così da un nemico; ma le labbra di Louis sulle sue sono la cosa più incredibile che abbia mai provato, meglio perfino del volo. E mentre mugola un,
 -Mi piaci, Louis- e si lascia sdraiare sull’erba umida della collina, pensa che l’Accademia può andarsene a quel paese.
In fondo non è mai stato tagliato per essere un buon supereroe.

Fine
   
 
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