Solo.

Io sono solo, questa è la parola giusta per descrivere la mia situazione sociale.

La mia solitudine ha consumato ogni singola cellula del mio cervello che pian piano ha costruito un amico, un compagno, una persona con cui parlare, condividere emozioni, paure, e pensieri.

La mia testa mi faceva vedere questa persona che nessuno poteva vedere, mi faceva dire cose che nessuno sentiva, e mi dava risposte che conoscevo già.

Si chiamava Kris, era bellissimo, o forse sono io che lo avevo fatto bellissimo. Cercava sempre di farmi sorridere, io lo accontentavo per la maggior parte delle volte, ma poi mi sentivo stupido, infondo era a me stesso che sorridevo, era me stesso che baciavo, ero io quello che vedevo ogni mattina accanto a me nel letto appena mi svegliavo, ero io quello che mi abbracciava nelle notti in cui non riuscivo a dormire e piangevo. Lui, spesso mi accarezzava le guance prima di baciarmi, io potevo amarlo, ma come? Lui era bellissimo, ma non era reale, io e la mia casa eravamo reali, io e il mio letto vuoto eravamo reali, io e il mio tavolo per due con un posto sempre libero eravamo reali, non lui.

Adoravo quando mi sussurrava all'orecchio cose dolci, o magari quando mi baciava il collo, ma non potevo continuare ad amare attenzioni che non avevo, non potevo adorare la fantasia che il mio cervello metteva su. Era davvero bello avere qualcuno accanto, ma non lo era se quel qualcuno era frutto della tua fantasia, per questo la sera passavo il mio tempo a piangere mentre lui mi guarda tristemente dal divano cercando di convincermi di ciò che non era realtà. Provai di tutto, tentai di mandarlo via a calci, ma lui era sempre lì, a farmi compagnia o a proteggermi dal freddo delle notti invernali. 'Ci sono io qui Xing' questo è quello che mi diceva quando avevo paura, mi chiamava Xing, adorava questo nomignolo, come me d'altronde.

Una sera successe, mi abbandonai a lui, cedendo anima e corpo alla mia mente contorta, e nonostante era pura fantasia faceva male. Sentii il dolore, forte, mentre Kris era in me,urlai, piansi, e nonostante tutto quella sera non feci realmente sesso, ma immaginai solamente, creati il dolore fisico, come quello morale che mi uccideva giorno per giorno.

Mi disse che mia amava, ogni giorno lo faceva, mi prometteva che lui era reale, mi giurava ogni giorno che non era frutto della mia fantasia, ma che era carne ed ossa, e io spietatamente urlavo in faccia a me stesso che si, lui è la mia immaginazione.

Un giorno poi pianse, sembrava disperato, come sfinito della situazione in cui si trovava, era accovacciato a terra, mentre io lo guardavo da lontano in silenzio. Mi urlava brutte parole, mi gridava contro tutti i problemi che avevo, mentre il suo volto rosso continuava a lacrimare facendo cadere le lacrime a terra, e non sparivano, no, restavano lì a terra, e lì capii. Capii che la testa stava prendendo il controllo su tutti i miei sensi facendomi vivere cose sempre più false, sempre più immerse nella pazzia che pian piano si propagava in me, così presi la decisione che basta, non avrei più permesso al mio corpo di prendersi gioco di me, no.

Iniziai da subito, evitandolo. Non guardai il suo volto per settimane, principalmente sembrava facile, ma poi col passare del tempo il dispiacere di vederlo sempre a piangere mi consumava, mi uccideva. Io ne ero innamorato, si amavo il suo volto splendido, amavo quei suoi occhi scuri, amavo lui, amavo un qualcosa di concreto nella mia testa in fondo, lui era reale, io riuscivo a toccarlo, ma poi pensandoci capivo che no, non era una persona e che non c'era coppia perfetta se si era soli, perciò giunsi a comprende la soluzione più drastica, più amara.

Una mattina mi alzai, lui era già sveglio e mi fissava, mi sorrise e io lo baciai come mai avevo fatto, dopo di che alzandomi raggiunsi la cucina.

Tornai poco dopo in camera, sorridendo tra le lacrime, lui accorse vedendomi piangere, mi abbracciò mentre puntai il coltello sul suo fianco, e in un gesto deciso lo pugnalai.

“perdonami..” sussurrai piangendo mentre cadeva a terra dolorante.

Perse molto sangue, troppo e alla fine morì.

Era finita, pensai, ne ero uscito vincente nella lotta contro la mia testa, ma allora perché ora sono qui? Perché ho una camicia di forza indosso? Perché mi hanno rinchiuso in manicomio?

Io non sono matto, sono riuscito a combattere la pazzia, l'ho sconfitta, ma subito dopo mi hanno rinchiuso qui dentro.

Io non sono pazzo.

Io sono normale, come tutte le altre persone, voglio solo avere una vita mia, una casa mia, un ragazzo mio e magari un bambino adottato, è da matti chiedere ciò?

Io non sono pazzo.

Io non ho fatto del male a nessuno, perché allora mi ha portato qui la polizia?

Io non sono pazzo.

Perché mi hanno interrogato in quella stanza buia?

Io non sono pazzo.

Perché non posso tornare a casa?

Io non sono pazzo.

Perché non mi lasciano chiamare mia madre?

Io non sono pazzo.

Perché mi somministrano delle strane medicine che mi rendono stanco?

Io non sono pazzo.

Perché non mi lasciano vedere il mio cane YiYi?

Io non sono pazzo.

Perché mia madre non viene a prendermi?

Io non sono pazzo.

Vorrei un tipo come Kris, lui mi manca.

Io non sono pazzo.

Peccato che era frutto della mia fantasia, io me ne stavo innamorando.

Io non sono pazzo.

Era la solitudine a farmi vedere certe cose, gliel'ho spiegato.

Io non sono pazzo.

Io volevo solamente essere normale.

Io non sono pazzo.

 

Kris wu Fan morì il 17 gennaio, accoltellato dal suo ragazzo mentalmente instabile.

Spazio dell'autrice.

.*piange* spero la storia sia stata abbastanza chiara, non sono molto brava, devo ancora praticare un po'! L'ho scritta davvero velocemente e postata subito, una idea venutami improvvisamente.

Povero Fan :'c voglio uccidermi per aver scritto una cosa del genere!

Spero mi lasciate qualche commentino, sono curiosa di sapere cosa ne pensate!

Yaa non costa niente sapete? Solo un momentino di tempo!c:

Non mi aspetto papiri di roba!

Spero vi sia piaciuta, alla prossima,

un bacio.

Xoxo

Lay_s_unicorn