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Autore: Sagitta90    31/12/2013    0 recensioni
[Tiny Toons]
"Era ora che le cose tornassero normali, come erano sempre state. Perchè Godzilla con la frangetta era svampita, tra le nuvole e magari un tantino pericolosa, ma era sua. E non importava che adesso lei la pensasse diversamente: era una cosa che non sarebbe mai cambiata!"
[MontyXElmyra]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9: Ricominciare da capo.
 

Il viaggio dalla Acme Loo a casa Duff fu silenzioso. Molto silenzioso. Troppo silenzioso.
Elmyra sembrava sulle nuvole e Max era troppo impegnato a ripercorrere mentalmente la loro conversazione, per tirare le somme del loro rapporto.
“-Ha detto “ok”. Ok, quindi…sarebbe come…dovrebbe essere che adesso…stiamo insieme. Stiamo insieme, no? Funziona così. Era a questo che miravo, stiamo insieme. Ma lei lo avrà capito che miravo a questo? Non è che adesso mi dirà che vuole che siamo soltanto amici?! Insomma dovrebbe essere chiaro che miravo a questo! Qualunque idiota capirebbe che miravo a questo!”
<<-Siamo arrivati.>> - Lui tornò al presente e si rese conto che Elmyra lo stava fissando e che la macchina era ferma. Dal finestrino si vedeva casa Duff, le imposte appena riverniciate di bianco, il vialetto lastricato in porfido e la luce accesa della veranda. Stava per dirle qualcosa, qualsiasi cosa, quando Robb le aprì la portiera e le porse la mano per scendere.
Lei gli rispose con un sentito “grazie mille” ma Max sibilò una imprecazione contro il domestico, precipitandosi ad aprire la portiera dal suo lato, uscendo fuori e affiancandola per evitare che lei entrasse subito in casa.
Quando Elmyra lo guardò di nuovo lui non riuscì più a stare zitto. Voleva formulare la frase in modo forbito e disinteressato, ma quello che gli uscì di getto fu:
<<-Hai capito che voglio che stiamo insieme?>> - Le guance della ragazza diventarono più rosse di quanto fossero mai state e qualche istante dopo lei balbettò.
<<-Ci ero…arrivata…credo.>> - Lui annuì, avvampando a sua volta per il modo in cui glielo aveva chiesto, quasi saperlo fosse stato un bisogno insopprimibile.
<<-Ah, si, bene.>> - Elmyra si voltò per guardare la veranda e sebbene nessuno la stesse esortando a rincasare, disse:
<<-E’…il caso che entri. Non vorrei che i miei…sai…si preoccupassero…>> - Monty annuì.
<<-Buonanotte Max. Grazie per il passaggio.>> - Lui fece per rispondere quando un pensiero lo folgorò. Poteva dare la colpa al nervosismo per non essersene reso conto prima, ma adesso era drasticamente chiaro: era tutto esattamente come cinque anni prima. Non esisteva un singolo particolare che non fosse identico: la macchina davanti al vialetto, lui, ragazzo in giacca e cravatta, lei con il vestito verde…
Beh -si disse mentre Elmyra si dirigeva verso casa- in effetti una cosa mancava… A quel pensiero si accompagnò un secondo dopo il grido indignato del coniglio rosa: “DOVE DIAVOLO E’ IL BACIO, IMBRANATO?!”.
Max fece di corsa i metri che lo separavano dai gradini di casa Duff e prese la mano con cui la ragazza aveva già afferrato la maniglia. Elmyra si voltò e lui la baciò.
Fu un bacio lento ed impacciato, guidato unicamente dall’istinto, perchè l’esperienza del ragazzo in quel campo era limitata al singolo episodio di cinque anni prima, nel quale più che “dare” aveva ricevuto.
Quando si staccò da lei si rese conto di due cose: numero uno, l’espressione sul volto della ragazza era sconvolta dalla sorpresa (se quella era la stessa mimica facciale che tempo addietro aveva avuto lui, allora si era reso davvero ridicolo!) e numero due, si sentiva come se i suoi incassi fossero di colpo triplicati.
<<-Buonanotte.>> - Sorrise quando lei non rispose, troppo provata dall’emozione per aprire la bocca ed il sorriso non fece che ingrandirsi quando Elmyra entrò in casa, inciampando nei suoi tacchi prima di chiudere la porta.
Tornò alla limousine a passo di danza e quando affondò nei sedili sentì che dentro di sé era tornato qualcosa che mancava da molto tempo.
<<-Robb?>> - L’uomo sbirciò dallo specchietto retrovisore.
<<-Sì Signorino?>> - Monty si rilassò contro lo schienale, la testa mollemente adagiata sull’imbottitura.
<<-Credo di essere innamorato.>> - E rise, rise fino a farsi venire le lacrime agli occhi quando, a quella affermazione, il suo autista inchiodò con uno stridore infernale che rilasciò un pungente odore di gomma bruciata.
Quando rincasò fece di tutto per evitare sua madre, ma quella si materializzò dal niente proprio mentre lui aveva imboccato la grande scalinata di marmo bianco che portava alle sue stanze.
<<-Come è andata?>> - Max grugnì:
<<-Non ci parlo con te.>>
<<-La possiamo invitare domani per il tè?>>
<<-Vado a letto.>>
<<-Come sei scorbutico, ma da chi hai preso?!>> - Lui arrivò al piano di sopra con un accenno di sorriso sulle labbra ed entrò in camera slacciandosi il papillon, ignorando sua madre che continuava ad esortarlo.
<<-Guarda che tanto ne riparliamo a colazione!!!>> - Il grido gli arrivò dalla tromba delle scale. Lui urlò di rimando.
<<-Non ti sento!>> - Gettò la giacca sul letto e si stese sulle lenzuola fresche di bucato, pantaloni e camicia ancora addosso. Respirò profondamente ed oltre all’aria gelida di Dicembre, che portava con sé la promessa di una impetuosa nevicata, inspirò anche un effluvio particolare: un misto tra il tono deciso della sua colonia ed il profumo dolce dello shampoo di Elmyra, un odore che associò subito alla soddisfazione.
Incrociò le braccia dietro la testa e riflettè: cinque anni prima si era svegliato e aveva scoperto che la bambina per cui aveva una cotta –almeno tra sé e sé poteva ammetterlo- se n’era andata. Quella volta si sarebbe assicurato che la mattina seguente fosse diametralmente diversa.
 
***

 
<<-Stai annaffiando quella begonia con il caffè.>> - Elmyra sobbalzò quando si rese conto che la sorella aveva ragione e spostò la caraffa con tanto impeto che la bevanda scura al suo interno volò per metà sul pavimento. Amanda non aggiunse altro ma continuò a masticare la sua fetta biscottata –molta marmellata, poco burro- e a scrutare la più piccola con un sopracciglio inarcato. Anche Queegee le rivolse un’occhiata perplessa.
Elmyra cercò di non arrossire di vergogna e di non cedere allo sguardo inquisitore della sorella maggiore; dopo aver asciugato per terra si sedette e cercò di rilassarsi imburrando a sua volta una fetta di pane.
<<-Sei nervosa Myra?>> - Lei si stampò un sorriso ingenuo sulle labbra.
<<-Io? Perché mai?>> - Amanda si strinse nelle spalle, masticando di gusto.
<<-Oh non saprei davvero…forse per il ballo di ieri sera. Potrebbe essere successo qualcosa che non ci hai detto.>> - Elmyra cominciò a sudare freddo, sperando che le parole della sorella non richiamassero gli altri, ma la sua fu ovviamente una speranza vana. I recettori uditivi dei Duff quella mattina si mostrarono ben più allenati del solito ed in mezzo secondo tutta la famiglia si riversò in cucina; suo padre ancora in pigiama, sua madre con lo spazzolino da denti in bocca, suo fratello Duncan con il maglione infilato al contrario e suo fratello Robert sulle spalle.
<<-Che cosa è successo ieri sera?!>>
<<-Qualcuno ti ha importunata tesoro?>>
<<-Sapevo che quel vestito avrebbe attirato una schiera di maniaci!!!>> - Amanda li interruppe tutti con una mano alzata ed un richiamo alla calma.
<<-Non credo che sia stata importunata mamma e non credo nemmeno che c’entri il vestito.>> - La diretta interessata sbuffò e si rivolse ai genitori e al fratello.
<<-Non è successo niente ieri sera! Sto benissimo e non sono per niente nervosa!>> - Bevve qualche sorso di spremuta d’arancia, inclinando il bicchiere in un modo che doveva essere molto normale e molto rilassato. Peccato che la sua scena venisse interrotta qualche istante più tardi dalla sorella, che con lo stesso tono sarcastico di poco prima, le comunicò.
<<-Hai imburrato il tovagliolo.>> - Elmyra si ritrovò a tossire, schizzando succo d’arancia qua e là, mortalmente imbarazzata: si poteva essere più ovvi di così?!
Ma la verità era che non poteva fare a meno di avere la testa tra le nuvole dopo la notte che aveva passato: aveva sognato Max in smoking bianco, gentile come non era mai stato, che le diceva che voleva che stessero insieme e la baciava davanti casa.
Quando si era svegliata era stata ad un passo dallo scoppiare a piangere perché il sogno era svanito, poi aveva visto il vestito da sera in gruccia appeso all’armadio ed era stata di nuovo ad un passo dallo scoppiare a piangere, stavolta per il panico.
E se Max fosse stato vittima dell’emozione del momento? E se le avesse detto che era stato tutto un intricato, bizzarro equivoco?
I pensieri più disparati le avevano affollato la mente mentre si era preparata per l’ultimo giorno di scuola (ed il ricordo di quel bacio le aveva fatto sentire le farfalle nello stomaco e la testa leggera).
Tuttavia quando era scesa al piano di sotto e aveva trovato Amanda che faceva colazione si era resa conto che non aveva idea di come i suoi parenti avrebbero preso la notizia di una svolta nel suo rapporto con Montana Junior e aveva deciso di tenere la cosa per sé il più a lungo possibile.
Grazie alla sua goffaggine e all’intuito di sua sorella quella parte del piano doveva però essere rivista!
<<-C’entra qualcosa Maximillian Montana?>> - Quella parte del piano doveva assolutamente essere rivista! Myra guardò con orrore la sorella che –incurante della sua disperazione- continuava a masticare come se niente potesse toccarla. Suo padre al solo udire quel nome saltò su come morso da una tarantola.
<<-Questa volta non gliela faremo passare liscia!!! Azioneremo il M.A.M.I! Il Meccanismo Anti Montana Istantaneo! Duncan và a prendere i chiodi!!!>> – Suo fratello corse verso il ripostiglio a gambe levate e ridendo come un indemoniato, Robby che ciondolava attaccato al collo del suo maglione. Lei impallidì e si mise le mani nei capelli.
<<-Papà, Duncan fermatevi!!! Non c’è bisogno di nessun Meccanismo Anti Montana!!!>> - Amanda ingoiò il boccone.
<<-Quindi Montana non c’entra?>> - Elmyra si morse il labbro inferiore, tormentandosi le mani.
<<-No, ecco…Max in effetti…qualcosa c’entrerebbe ma….>> - La voce di suo padre esplose nella stanza.
<<-DUNCAN I CHIODI!>> - La voglia di sbattere la testa contro il muro più vicino cominciò a farsi pressante. In tutto quel caos nessuno si accorse del campanello che suonava, né di Queegee che andava ad aprire; in compenso si congelarono tutti sul posto quando la domestica annunciò:
<<-Il signor Montana è alla porta, chiede della signorina Elmyra.>> - Fu Mac il primo a riprendersi e precipitarsi alla porta. Il “Sì?” che rivolse al ragazzo pesava come un intero capo d’accusa.
Elmyra tremava come una foglia ma quando sentì le parole del ragazzo quasi si sciolse dall’emozione.
<<-Buongiorno Signor Duff. Sono venuto a prendere Elmyra.>> - “Elmyra”…il suo nome sembrava talmente carino quando era lui a pronunciarlo…
<<-A prendere Myra?>>
<<-La porto a scuola in macchina. Così non prende freddo.>> - Amanda guardò la sorella con un ghigno.
<<-Ohhhhhhhh…così non prende freddo!>> - Elmyra afferrò lo zaino, infilò rapidamente il cappotto e si presentò alla porta, scansando Duncan che cercava di spiare dalla finestra vicina. Max indossava uno spesso cappotto nero e attorno al collo portava una sciarpa di seta rossa; quando la vide anche i suoi zigomi si fecero rossi. Lei baciò sulla guancia Mac, dicendo.
<<-Ci vediamo papà.>>
<<-Uh? Ah, certo. Buona giornata.>> - Camminò con Max fino alla limousine e quando quella fu messa in moto e superò la sua abitazione, rilasciò finalmente un sospiro di sollievo.
<<-Tuo fratello aveva delle viti in mano?>> - Lei abbottonò il cappotto fino al collo, rispondendo.
<<-No, erano chiodi.>> - Poi si accomodò meglio nel sedile e gli disse, sorridente ma un po’ titubante.
<<-E’ stato un gesto molto carino.>> - Il borbottio che ricevette la portò ad alzare gli occhi sul ragazzo: aveva le mani affondate nelle tasche, naso e bocca tappati dalla sciarpa e gli occhi fissi su un punto particolarmente interessante fuori dal finestrino. Myra pensò che non sarebbe mai stato il classico fidanzato da copertina: era ombroso e burbero, spesso di cattivo umore e perennemente irascibile; non le avrebbe cantato canzoni d’amore alla finestra né portato fiori in classe.
<<-Magari a primavera potremmo andare a piedi.>> - Lo disse senza smettere di guardare altrove ma il suo tono di voce era teso e speranzoso.
No, non avrebbe fatto quelle cose ma magari l’avrebbe portata al concerto di Natale, sbuffando e lamentandosi ma tenendole la mano. Avrebbe lasciato fiori nell’armadietto e fatto terribili minacce a chiunque lo avesse visto. Lei avrebbe preparato dei biscotti e lui avrebbe gridato al mondo che odiava i dolci, per poi mangiarli mentre contava i suoi milioni.
“-Oh sì… – Pensò Elmyra mentre poggiava la testa sulla spalla di Max - …sarà perfetto.” – E quando guardò il ragazzo, con la coda dell’occhio, vide che sorrideva.






Note dell’autrice:
Bene, il lessico di questa storia è stato un incubo: ho cercato di rendere i sentimenti dei protagonisti profondi, senza scordare però che sono "Toons". E’ una cosa che nello show è sempre stata evidenziata molto, il gusto di essere cartoni animati e quindi di non prendersi mai sul serio, nonostante spesso le battute si caricassero di significati totalmente oscuri ai bambini (quella ironia classica che si può apprezzare solo da grandi). Ho fatto del mio meglio, spero che chi ha seguito questa fanfiction l’ abbia apprezzata! Come sempre, commentate e non vi fate problemi a dirmi se devo concentrarmi su un hobby diverso, come il parapendio!

Agli eroi che leggono anche il commento a fine storia un regalino! Questa è l’ immagine che mi ha ispirato "Return Time at Acme Loo", è stata creata dall’ eccezionale Rockleetist e ha fatto innamorare la sottoscritta all’ istante! Immaginate che sia la passeggiata di primavera a cui Max accenna alla fine!

http://fc02.deviantart.net/fs70/f/2011/193/d/7/sketches_001__max_elmyra_by_rockleetist-d3njlx0.jpg
  
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