Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Hiros    31/12/2013    8 recensioni
{ one-shot | Elsa and Anna centric }
La sera, quando le luci iniziarono a spegnersi, il cielo a scurirsi e la città a diventare silenziosa, Elsa rientrò a castello e andò in camera sua.
[...] Invece sentì solo silenzio e poi gli stessi passi che si allontanavano. In quel momento Elsa capì che probabilmente aveva perso definitivamente ogni occasione per riconciliarsi con sua sorella, per riunirsi a lei, per costruire un pupazzo di neve insieme... [...]
Ricordando quel momento a Elsa venne un’idea, era più un desiderio nascosto, qualcosa che da molto tempo ormai voleva fare. «Ti andrebbe... di costruire un pupazzo di neve?»
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Snowman
«Ti andrebbe... di costruire un pupazzo di neve?»


Inverno. Il periodo più freddo dell’anno era finalmente arrivato ad Arendelle e tutti i bambini del regno giocavano e ridevano per le strade, mentre i loro genitori, nonostante il periodo poco favorevole al lavoro, continuavano con i loro compiti.
La regina Elsa, capelli bianchi come la neve candida e occhi azzurri come il ghiaccio che albergava in lei, oltrepassò le grandi porte finalmente aperte del castello e si avviò per le strade del suo regno.
Mentre camminava alzava al cielo le sue mani del colore del latte e afferrava i piccoli fiocchi di neve che continuavano a cadere da un cielo coperto da grossi nuvoloni, che non sembravano però minacciare brutto tempo.
Elsa si guardò attorno, vedeva facce sorridenti ovunque e anche lei, in cuor suo, era felice. Felice che finalmente tutti avevano accettato il suo dono, felice che finalmente riusciva a controllare il suo potere e poteva stare con chi amava senza essere un pericolo per essi. Rise, vedendo in lontananza anche sua sorella che era uscita fuori a giocare, o meglio, a continuare a bombardare Kristoff di palle di neve.


La sera, quando le luci iniziarono a spegnersi, il cielo a scurirsi e la città a diventare silenziosa, Elsa rientrò a castello e andò in camera sua. Si sdraiò stanca sul suo letto e ripensò a cosa la neve era per lei poco tempo addietro...
La sensazione della neve sulle mani, del ghiaccio sotto ai piedi, dell’aria gelida che accarezza la  pelle, per lei era sempre stata diversa rispetto a quella che provavano le persone comuni.
Quando la neve cadeva, nel periodo giusto dell’anno, significava che finalmente era arrivato l’inverno e tutte le persone, nonostante il freddo, approfittavano del momento per giocare e divertirsi insieme, e gioivano. Elsa invece, il ghiaccio lo vedeva sempre, e per lei non era freddo, e lei non gioiva vedendolo, e non poteva giocarci, o almeno, non più.
Un giorno come tutti gli altri, guardò fuori dalla finestra e delicatamente, senza pensarci, poggiò una mano sul vetro. Esso si ghiacciò in un istante, nemmeno un secondo che era già gelato.
La bionda ritirò la mano di scatto. Ormai il suo potere era diventato un pericolo costante, lei era un pericolo. Chiuse gli occhi, mentre stringeva la mano in un pugno gelido.
E mentre inerme se ne stava nella sua stanza, silenziosa e priva di vita, Elsa sentì nel corridoio antistante alla porta della sua stanza, qualcuno che velocemente si avvicinava e quando sentì rallentare i passi della persona, si aspettò che essa bussasse e le facesse la solita domanda che lei non poteva assecondare, nonostante le sarebbe piaciuto. Invece sentì solo silenzio e poi gli stessi passi che si allontanavano. In quel momento Elsa capì che probabilmente aveva perso definitivamente ogni occasione per riconciliarsi con sua sorella, per riunirsi a lei, per costruire un pupazzo di neve insieme, e prima che lei se ne accorgesse, alcune lacrime cristalline e fredde scesero dai suoi occhi azzurri rigandole le guance rosee e calde.
Ricordando quel momento a Elsa venne un’idea, era più un desiderio nascosto, qualcosa che da molto tempo ormai voleva fare. Così prese un po’ di coraggio e si alzò dal letto. Si avvicinò alla grande porta di legno della sua stanza, afferrò il pomello freddo – che per lei freddo non era – e aprì la porta. Si ritrovò nel corridoio buio del castello e lentamente, senza fare troppo rumore, si avviò verso la stanza di sua sorella. Quando si ritrovò davanti alla porta dell’arancione, tutto il suo coraggio svanì così com’era arrivato, anzi, più velocemente.
In quel luogo in cui tutto sembrava essersi fermato, il cuore di Elsa batteva talmente forte che sembrava potesse essere facilmente sentito e a decorare quel momento statico erano solo le piccole nuvole di calore che si disperdevano nell’aria ad ogni respiro della regina.
Timidamente, Elsa picchiettò sull’entrata della stanza della sorella e, anche se non sentì risposta, parlò.
«Anna?»
Nessuna risposta.
«Ti andrebbe… di costruire un pupazzo di neve, insieme?»
Silenzio.
La regina, non sentendo risposta, fece per andarsene con uno sguardo triste e dispiaciuto. Probabilmente sua sorella stava già dormendo, pensò ingenuamente, per non soffermarsi su un'altra ipotesi: non l’aveva perdonata fino in fondo. Però, prima che potesse fare soltanto un passo, sentì la porta della camera aprirsi. Ne uscì un’Anna ancora vestita, lucida, che la guardava meravigliata. Poi, il suo sguardo cambiò in un attimo.
«Dici sul serio?» disse l'arancione con quel suo tipico tono di quando non stava più nella pelle e con un sorriso a trentadue denti. «Ih, certo che mi andrebbe!» Continuò scacciando un urletto e saltellando qua e là, prendendo poi le mani di sua sorella e iniziando a correre verso il piano terra del castello dove avrebbero costruito un pupazzo di neve, insieme.






 
NOTE AUTRICE: buonasera a tutti. E’ la seconda volta che scrivo su un fandom diverso da quello che frequento solitamente e per questo sono molto emozionata. Soltanto ieri sono andata a vedere quel film stupendo che è Frozen: il regno di ghiaccio, e mi è venuto subito l’impulso di scriverci qualcosa su. Ho visto che sono state pubblicate già diverse fanfiction su questo cartone, ma premetto che non l’ho lette, quindi mi scuso in anticipo se la mia one-shot dovesse assomigliare ad un’altra, non era mia intenzione.Comunque, per questa storia mi sono ispirata alla versione inglese della canzone “facciamo un pupazzo di neve?”, che si sofferma molto sul desiderio di Anna di creare un pupazzo di neve con la sua sorellona come facevano da bambine, rispetto a quella italiana, che per motivi di ritmo, ecc. non ha potuto tradurre tutto fedelmente. Per questo, visto che nel film non c’era, dovevo fare in modo che prima o poi ne avrebbe costruito di nuovo uno insieme. *^* Ecco cosa passa per la mia testa. Oddio, mi sono impegnata molto per far uscire qualcosa di decente, quindi spero vivamente che la one-shot vi sia piaciuta. : ) Bene, con questo è tutto. Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate e sono aperta anche per eventuali critiche. Saluti.
♡ Haru
   
 
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