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Autore: AlfiaH    01/01/2014    1 recensioni
Raccolta di crack pairing, anche su richiesta.
Le fanfiction possono variare da one shot a flash fic.
READING VARIABILE.
1) NEDNOR NetherlandsXNorway
2)PRULIET PrussiaXLithuania
3) FRAUS FranceXAustria
4) GERMERICA GermanyXAmerica
5) GERFRA GermanyXFrance
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Norvegia, Paesi Bassi, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Ascolta la mia storia
Pair: NedNor/NetherlandsXNorway
Reading: Verde
Fic: Oneshot
Pov: Norway-Netherlands
Avvertimento: Nella mia testa la croce di Norvegia è un regalo di Danimarca e la sciarpa di Olanda è un regalo di Spagna.


Le dita sottili del norvegese scorrevano lungo le pagine un po’ ingiallite, una dopo l’altra, ne tastavano la consistenza ed il volume stesso dell’inchiostro scuro, talvolta.  Le accarezzava e le voltava avidamente, malgrado non lo desse a vedere, chiuso nella sua apatia e nel suo silenzio, ne divorava le parole, le rileggeva e le gustava, una ad una, ne pesava il valore e ne giudicava l’adeguatezza.
Ogni termine, ogni rigo, era prezioso ed andava valutato, ogni periodo troppo lungo gli faceva trattenere il respiro, ogni punto diventava oggetto di riflessione.
 


"Era sempre così sfuggente che, a lungo andare, desiderai di rincorrerlo.
Agognavo di raggiungerlo, di toccare la sua anima, di tenerla con me per sempre.
Desideravo entrare nella sua vita, essere la sua vita.
Fu la mia rovina.
Fu come vedere un muro, all’improvviso, un enorme muro ghiacciato, e desiderare di sbatterci la testa, più e più volte. All’infinito.
Per lui, solo per lui, l’avrei fatto. Volevo farlo.
Fin quando il mio spirito avesse avuto un briciolo di vita e l’ombra di un battito nel petto"


 
L’odore di colla ed inchiostro diventava sempre più intenso con l’andare delle pagine, più nuove e perfette rispetto a quelle iniziali, quasi sporche e raggrinzite. La grafia, a tratti elegante e precisa, diventava instabile e nervosa, raccontava la storia meglio di quanto potesse fare il significato stesso delle parole.
E Lukas se ne accorgeva, conosceva la natura di quell’uomo, così solo e solitario, autore di alcuni dei romanzi della sua vastissima biblioteca personale, poteva interpretare perfettamente ogni segno, ogni sbalzo di umore nella scrittura, ogni macchia di inchiostro dovuta all’incertezza.
Era questo che, più di ogni altra cosa, amava dei libri.
Non la trama del romanzo né il linguaggio forbito, il lessico ricco.
Quello era il contorno, gli adorni, l’apparenza.
Lukas amava provare sulla sua pelle la malinconia, la rabbia, l’eccitazione, la gioia della mano che aveva scritto.
Amava avvertire le ansie e le paure dei personaggi, le stesse degli autori.
Lukas amava leggere. Perché solo leggendo poteva sentire.
 


"La sua pelle era ciò di più bello che avessi mai visto. Candida, fredda, ferita.
La osservai a lungo mentre si rivestiva, ogni tratto, ogni brandello di carne, ogni linea, ogni cicatrice.
Armonico, perfetto.
Anche i suoi capelli erano chiari, morbidi, fissati da una croce dorata da cui non si separava mai, alla quale, ossessivamente, si aggrappava.
Più volte gli chiesi cosa fosse, più volte non ebbi risposta.
Col tempo capii cosa significasse per lui, il dolore che si ostinava a tenere con sé.
Era come me, non desiderava essere libero.
«Solo portando con te il ricordo della sofferenza puoi evitare di soffrire ancora una volta»"
 


Minuto dopo minuto il silenzio diventò tensione, la tensione si tramutò in ansia, Ian faticava a tenere fermo il proprio cuore;  gli mancava il sapore del tabacco.
I suoi occhi seguivano l’espressione del norvegese, impenetrabile come al solito, ne studiavano i mutamenti, tentavano di analizzarne i movimenti, di capirne le opinioni. Non era semplice.
Aveva sempre quell’aria assorta quando leggeva, non era facile decifrare i suoi pensieri, ma l’olandese ricordava ancora a memoria ciò che aveva scritto e poteva immaginare quale fosse il capitolo, il paragrafo, la frase che gli aveva fatto arricciare il naso, quella che gli aveva fatto mordere il labbro, che gli aveva fatto chiudere gli occhi per un attimo appena più lungo.
Per quanto Lukas potesse apparire incomprensibile, Ian riusciva a cogliere quel lungo battito di ciglia, il piccolo spasmo delle dita, il sospiro più trattenuto.
Ciò era possibile soltanto grazie ad una meticolosa osservazione, se ne rendeva perfettamente conto, ma, d’altro canto, non aveva mai nascosto nulla, né al nordico né a se stesso.
 


"I suoi occhi sembravano spenti, rassegnati, privi di luce, privi di anima.
Gli dicevano di sorridere di più, io non volevo che lo facesse.
Era bellissimo così, con la sua croce e le sue catene d’oro.
Le stesse che avevo anch’io, le stesse di cui non ci saremmo mai liberati, pur possedendone la chiave.
Il rancore, la rabbia, la tristezza, la paura, il passato.
Quel giorno baciai la sua croce e avvolsi la mia sciarpa attorno al suo collo.
Presi la sua mano."
 


Quando Lukas chiuse il libro Ian lo stava ancora fissando, in silenzio, in attesa, con la sua pipa finalmente tra le labbra.
Nessuno si azzardava ad aprir bocca.

« Hmh »
 
Fu soltanto un soffio dalla sfumatura altezzosa quello del norvegese che, ancora con le gambe accavallate, poggiò il volume sul tavolino accanto alla poltrona sulla quale era comodamente seduto. L’olandese inarcò entrambe le sopracciglia.

« Tutto qui? »
 
« E’ apprezzabile»
 
Quando finalmente il lettore sollevò lo sguardo, i suoi occhi erano ancora lì, imperterriti ed indagatori, glaciali come sempre, appannati un po’ dal fumo; non erano delusi.
Col tempo aveva imparato ad accontentarsi, il neerlandese, degli sforzi – perché era uno sforzo, effettivamente, pronunciare qualcosa che non assomigliasse ad una critica – che il nordico compiva per non sputare veleno come era solito fare.
Gli venne da sorridere quando l’altro si alzò, leggermente rosso in viso e l’espressione apatica, sfilandosi la croce dai capelli e porgendogliela.
 
Ian amava scrivere.
Amava scrivere perché soltanto in quel modo riusciva a tirare fuori ciò che, impresso nel fondo, c’era nel suo cuore, troppo difficile da esprimere con le parole.
Ian amava scrivere perché soltanto scrivendo poteva raccontare le sue emozioni.
E c’era sempre qualcuno, lì fuori, pronto ad ascoltarlo.
 
Si alzò in piedi e si tolse la sciarpa, allacciandogliela attorno al collo.
 
E allora le parole non servirono più.
 
 


"« Alla mia Luce.
Che mi ha ascoltato più di quanto abbia fatto chiunque altro.
Unicamente, solamente, leggendo i miei romanzi »"
 
 
 
#Angolo della disperazione
Salve a tutti! Non so mai cosa dire nel mio angolino, argh.
In ogni caso, ho deciso di fare una raccolta di crack pairing /anche su richiesta/ partendo dalla NedNor che mi piace molto.
Sono così... Belli.
La parte scritta in corsivo sono frammenti del romanzo di Olanda /che non esiste LOL/
E il passato a cui si riferiscono è quello con Danimarca per Norvegia e quello con Spagna per Olanda.
Sono così simili, li adoro.
Btw, se avete una coppia di cui vorreste leggere qualcosa ma che non viene cagata da nessun essere vivente e non, chiedete pure.
I'm here for ya <3
Un biscotto a chi ha letto!
AlfiaH <3

 
  
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