Anime & Manga > Kaichou Wa Maid Sama!
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Autore: RaElle    02/01/2014    4 recensioni
"Buon anno Misa-Chan. Sai come si dice: chi fa sess... l'amore a capodanno, fa l'amore tutto l'anno."
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misaki Ayuzawa, Takumi Usui
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Niente da fare, oggi sei mia!" Esclama Usui scendendo con le labbra sul suo mento, lasciandosi dietro una scia di saliva e morsi leggeri.
Lievi gemiti si levano dalle labbra di Misaki, le mani che si infilano tra i biondi capelli del ragazzo.
Arretrano fino a entrare in contatto con un mobile in legno, e le basta poco per sedercisi sopra, le gambe volutamente divaricate per lasciare spazio al biondo, per poi cingerlo con le stesse.
Dita affusolate che sganciano un bottone della camicetta, poi un altro, la mano che le tocca il seno, leggera, assaggia la calda pelle prima di essere sostituita dalla lingua.
"...U-Usui..." riesce ad ansimare poco convinta.
"Shh, o ci beccano!"
E quella camicia che poi viene tolta con impazienza.
Si sente andare letteralmente a fuoco, respira a fatica, nel tentativo di non mostrargli quanto quelle attenzioni stiano avendo effetto su di lei, sul suo corpo, e più intimamente nel suo cuore.
Le mani che continuano la loro discesa, raggiungono e lentamente superano l'orlo della gonna.
"Kaichou... sei così..."
Un sospiro, i capelli di Usui stretti in una morsa tra le mani.
Una lunga carezza per le gambe che le provoca brividi, sospiri, voglia di urlare e trattenersi allo stesso tempo.
La gonna viene tolta, buttata senza riguardo nella stanzetta; la maglia di Usui che da fastidio, e con foga viene sfilata via, a raggiungere ben presto gli altri capi.
Gli graffia volutamente il collo, unghie laccate di nero che lasciano segni tutt'altro che gentili, denti che mordono la pelle nivea del ragazzo.
"Sei una sexy vampira e non me ne ero reso conto o cosa?"dice riacciuffandola per il capo, tuffandosi sulle sue labbra, saggiandole, succhiandole, mordendole.
È un gioco che manda in estasi entrambi, labbra contro labbra, un semplice strofinarsi, e ancora guerra di baci.
"Taci, stupido hentai! Mi stai costringendo a far..."
"Come no! In realtà anche tu sei una piccola pervertita, sotto sotto..." accompagna quella frase dal lento movimento del polso, che disegnando sulla pelle fremente ghirigori arriva all'ombelico, indugiandovi più del previsto. Continua a scendere, tocca, scopre.
Tutto ciò che è d'intralcio viene tolto, restano solo loro in quella fredda – e così calda – serata, nell'aria lo schiocco dei loro baci, ora passionali, ora dolci.
Si sono completamente estraniati dal mondo, chiusi in quel vecchio ufficio, a godersi ognuno i sospiri dell'altro, tra carezze non più limitate, pelle stretta febbrilmente tra le mani, spinte, gemiti che si fanno sempre più forti, sospiri, il loro nome invocato a più riprese come una dolce nenia.
E poi loro, ansanti e mai sazi l'uno dell'altro.
Usui le morde dolcemente il mento, prima di uscirsene con una intenzionale frase provocatoria: "Non pensavo che ti piacesse farlo su una scrivania. Allora dovremo provarci anche a scuola, che dici?" Sorride alla reazione della sua ragazza, che impallidisce prima di diventare di un rosso fosforescente.
Le passa le braccia sulle spalle, attirandosela addosso, baciandola tra i capelli.
Restano lì, abbracciati e nudi, coperti dal mondo dall'oscurità della stanza, a coccolarsi.
"Senti Usui... questa cosa resterà tra noi due, vero?" esala, timorosa di rovinare il momento con una domanda (stupida) e allo stesso tempo spaventata da una simile possibilità.
"...aspetta che veda i ragaz...ahi!"
Esclama preso alla sprovvista dal suo pugno.
"Così impari, idiota!"
Si alza, scostandoselo di dosso, chinandosi a prendere la sua roba, sentendo alle sue spalle un fischio di ammirazione.
"...sempre il solito." soffia, indossando la divisa del Maid Cafè, in preda all'imbarazzo e alla voglia di sparire da quella stanza.
Comincia a vestirsi anche lui, non staccando gli occhi dalla ragazza.
Lei lo sente, e sente anche il solito imbarazzo farsi strada dentro di sé, odia (bugia!) quando la guarda con quegli occhi così... amorevoli.
"Buon anno Misa-Chan. Sai come si dice: chi fa sess... l'amore a capodanno, fa l'amore tutto l'anno." dice tra le risate, riacciuffandola per la vita.
È così piccola tra le sue braccia, se ne stupisce tutte le volte come se fosse la prima.
"Devi mangiare, sembri un grissino." le scosta i capelli dal collo per lasciarci un tenero bacio, le braccia che aumentano la stretta.
Sospira. "Quando ho fame mangio, non posso farci niente se poi perdo tutto con l'esercizio fisico."
"Ah sì? E qual è l'esercizio che preferisci, mia dolce presidentessa?" chiede mordendole una spalla da sopra gli abiti.
"Pallavolo." risponde prontamente, esultando mentalmente per averlo spiazzato con quella risposta.
"Così mi deludi, cattiva."
"Cosa volevi sentirti dire?" gli domanda voltandosi nel suo abbraccio gettandogli le braccia al collo, osservandolo sorniona.
"Beh, che il tuo preferito era rotolarti tra le lenzuola con un certo ragazzo. O in macchina. O anche in metropolitana. E l'ultima, sopra ad una scrivania."
"A chi ti riferisci, a Shintani per caso? È vero, non mi dispi..."
Non le da tempo di finire la frase che lei comincia a contorcersi tra le sue braccia, vittima delle sue mani che la solleticano.
Ride, ride fino ad avere le lacrime agli occhi, lo prega, gli chiede scusa.
Ed ogni volta a vederla con quel sorriso il suo cuore perde un battito.
Perché se ama, Usui preferisce farlo in grande, non nascondendo niente, mostrando semplicemente – l'amore è semplice – quanto ci tiene, ricordandole ogni giorno della sua esistenza. E poco gli importa se in pubblico mostra indifferenza nei suoi confronti, per ora si accontenta di averla di nascosto dal mondo esterno.
Abbassa le mani, mentre le risate pian piano si spengono, lasciando spazio al rumore assordante dei fuochi d'artificio fuori dal locale.
"Andiamo a vedere?"
Al suo cenno di assenso la prende per mano, guidandola fuori da quell'ufficio, uscendo definitivamente.
Sono tutti fuori, e a loro non resta altro da fare che alzare gli occhi al cielo per godersi quello spettacolo.
Non notano le occhiate maliziose delle colleghe, e non sanno che loro si sono accorte dei loro quindici minuti di sparizione nel retro del locale.
Misaki si accoccola meglio tra le braccia del ragazzo, a coprirsi col suo corpo dal freddo notturno.
Ed è un flebile augurio, quello che gli giunge alle orecchie: "Buon anno nuovo a te, mio stalker."
Sorride, con il frastuono dei botti che li accompagna nell'anno nuovo.


   
 
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