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Autore: Dalhia_Gwen    02/01/2014    14 recensioni
La vita è così complicata da capire: ci mette di fronte a tanti ostacoli, impegnandoci a superarli tutti e per il meglio. Ma cosa accade se si perde ogni speranza? Cosa succede se la vita, che ti ha regalato una cattiva stella, continua ad ostacolare la tua felicità? Sembra che ti stia facendo sprofondare nel buio più totale. E se ti facesse ritornare a sognare, magari proprio quando sembra che non ci siano vie d'uscita?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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You're my dream come true
Chapter 1



 


Del fumo usciva dalla finestra di una putrida osteria, dissolvendosi nell'aria contaminata della "Grande Mela". Nemmeno la calma regnante in quel locale a quell'orario l'avrebbe fatto stare meglio. Un ragazzo, decisamente punk dall'aspetto e con due occhi ipnotizzanti azzurro-oceano, era poggiato sul davanzale di una delle tante camere da letto, intento a fumarsi l'ennesima sigaretta e tentando invano di placare la rabbia che stava provando. Mai si sarebbe immaginato di poter essere preso in giro in quel modo. Mai si sarebbe aspettato che lei, la ragazza a cui promettette amore eterno ancor prima di chiederle la mano, sarebbe stata la stessa che gli avrebbe fatto provare tale dolore: mai pensò di poter essere vittima di un tradimento.

-Che deficiente.- si disse nel bel mezzo del silenzio, per poi emettere nell'aria una nuvola di nicotina. Gettò il mozzicone fuori, incurante del gesto poco educato appena fatto, per poi avvicinarsi verso il letto su cui giaceva una fotografia. La prese in mano e la guardò privo di emozioni, ricordando il tempo passato in cui fu veramente cieco di fronte ad un'amore apparentemente corrisposto. Quello stupido pezzo della sua stupida vita lo ritraeva insieme a lei, con quel suo sorriso furbo e tenace che gli fece perdere completamente la ragione.

-Ehi topina, lo so che ti piaccio! Inutile che tenti di negarlo!- un ragazzo appena maggiorenne era davanti ad una sua coetanea dalla carnagione olivastra e dallo sguardo fin troppo vispo. Era la sua più ambita preda dall'inizio del terzo anno delle superiori, ed era disposto a fare qualsiasi cosa pur di mettersi con una ragazza così perfetta. Lei cercava sempre di ignorarlo, ma doveva ammettere che le sue attenzioni la facevano sentire una vera principessa, il suo amato soprannome. Ma in quel momento il suono di un ceffone in pieno volto fece risvegliare il ragazzo da pensieri perversi che nascevano quando guardava intensamente i leggins verde-mimetico che lei era solita indossare. -Quante volte ti devo dire di non chiamarmi in quel modo? E scordati che la ragazza più brava della scuola, ossia io, potrebbe accettare di uscire con un ragazzo scorbutico e troglodita come te!- sputò acida. Stava per andarsene quando lui la fermò prendendola per un polso.

-Vedi di cambiare atteggiamento con me Courtney. Ricordati che quando voglio qualcosa io la ottengo. Sempre.- disse lui con un tono serio e allo stesso tempo sensuale. La ragazza lo guardò rabbiosa, non nascondendo però l' imbarazzo, mordendosi il labbro inferiore.
-Stai attento Duncan, con me non si scherza.- disse, per poi avvicinarsi pericolosamente al volto di lui, facendolo entrare completamente nel pallone, ma fermarsi ad un soffio dalle sue labbra, tornandolo a guardare negli occhi. -Ci si rivede, Evans.- cinguettò, non prima di salutarlo con un occhiolino per poi allontanarsi accentuando di proposito l'andamento sinuoso del suo fondoschiena. D'altra parte il punk non poté non assistere allo spettacolo e, come se fosse stato drogato di qualche sostanza pesante, tornò dai suoi inseparabili amici con cui formava un trio nato da quando erano piccoli.
-Visto? Sarà mia, me lo sento. È stracotta!- si vantava felice come un bambino.

-Ma se non ti ha mai preso in considerazione..- sbuffava indifferente un ragazzo dai capelli rossi, con le braccia conserte.
-Duncan, quella ragazza è furba, non mi piace.- disse invece l'altro, un ragazzo biondo che stava fumando una sigaretta. Il punk gli diede una gomitata esausto.
-Suvvia Geoff quanto la fai tragica! Nessuna ragazza può fregarmi! Semmai può accadere il contrario!- disse scatenando la sua risata accompagnata da quella del rosso.
-Vedrai, cadrà ai miei piedi come tutte le altre.- detto questo si diresse verso la sua classe per contemplare la fanciulla ancor di più, mentre il resto del gruppo lo guardava allontanarsi.
-Non è come sembra, e non lo vuole capire.- continuò il biondo consumando la sigaretta.
-Amico lascialo provare, sappiamo entrambi cosa vuole da quella bella secchiona.- affermò il rosso fermandosi a guardare una ragazza dalla minigonna fin troppo corta. A quelle parole Geoff gettò il mozzicone da una delle finestre dell'istituto.
-No Scott, ti sbagli! Stavolta Duncan ha davvero perso la testa per questa ispanica! Quella lo userà e lo abbindolerà a suo piacimento. Ha trovato il più pollo tra i polli e sta solo aspettando il momento giusto per illuderlo. Spero vivamente che Duncan lo capisca subito, in modo da non soffrire o peggio combinare qualcosa di più grosso di lui...-

Il ricordo emerse nella mente del punk in maniera spontanea. Sorrise a quelle parole così premurose rivolte a lui, troppo invaghito e ingenuo per poterne capire il vero significato. Geoff aveva ragione, perfettamente. E lui come un cretino l'aveva ignorato, dandogli anche dello spossato o del geloso, a lui che in realtà aveva capito tutto di quella donna con la quale, fino a qualche ora fa, viveva da due anni nella loro casa che in quel momento abbandonò. Si passò una mano tra i capelli, avvertì gli occhi inumidirsi pensando alle parole che lei gli disse prima di andare alla sua ennesima riunione tra "avvocati", dalla quale però, puntualmente e stranamente, tornava a casa troppo tardi.

-Oh zuccherino perdonami, ma i miei colleghi sono così logorroici! Trovano sempre una virgola fuori posto nelle leggi..è normale che non ci vuole neanche una notte per poter accordarci per le difese dei nostri assistiti! Stai tranquillo..cercherò di tornare presto..-

Ma non accadeva mai: la trovava accoccolata accanto a lui nel letto matrimoniale con ancora i vestiti fin troppo attillati addosso, e con una scusa sempre pronta. Ma una notte, proprio quella, decise di agire a modo suo. Si recò sul luogo stabilito notando con piacere la decappottabile di Courtney parcheggiata di fronte all'edificio, e rimase lì davanti fino a quando lei non sarebbe uscita. Erano quasi le 2 di notte quando all'improvviso, tra un pisolino e un altro, la vide, ovviamente non sola. A quanto pare il belloccio Justin, uno dei tanti cugini acquisiti, aveva fatto breccia nel suo cuore ma soprattutto nei suoi interessi, dato che era titolare di immense distese di terreni su cui aveva intenzione di costruire le sue villette. Come lo incontrò? Il destino ha voluto che era cliente di un collega dell'ispanica a stretto contatto con il caso che lei stessa stava seguendo, e quale scusa per incontrarlo sarebbe stata migliore di una comune, quasi normale, riunione di lavoro? Nessuno avrebbe sospettato, nemmeno Duncan, pensava, che stravedeva per lei. Ma una persona non si smette mai di conoscere, e fu proprio lì che il ragazzo aprì gli occhi. Quella notte, quando li vide, in atteggiamenti alquanto equivoci e fin troppo intimi, dovette focalizzare meglio per rendersi conto che era tutto dannatamente reale. Avvertì letteralmente il mondo cadergli addosso, tutte le certezze frantumarsi in milioni di pezzetti, così come il suo cuore. Era stato cieco, incosciente, forse innamorato, ma l'unica certezza in quel momento era la consapevolezza di non volerla mai più. Lui era così: nessun'altra possibilità a colui o colei che lo faceva soffrire. Sarebbe stato troppo facile riconquistare la sua fiducia, lui che, da quando era nato, ha dovuto pagarla a caro prezzo di fronte ad una vita sempre avversa nei suoi confronti. Anche quella volta lo "punì", facendogli conoscere una donna che amava solo i suoi soldi, o meglio, i soldi del suo conto in banca assegnatogli dai suoi genitori quando decise di intraprendere la sua autonomia.

Istintivamente prese una decisione: fare i bagagli e sparire dalla sua vita, dato che il posto che lei gli aveva attribuito era poco più che nulla. Al diavolo i progetti futuri, al diavolo la casa che acquistarono insieme per la convivenza, al diavolo tutto. Odiava fare scenate in pubblico, per cui decise di tornare a casa senza farsi vedere dai due, ed eliminare ogni traccia di sé. Lui era forte, si sarebbe creato una nuova vita, o almeno così sperava. Quella notte avrebbe affittato una camera in quell'osteria, dato che non sapeva dove andare né poteva ancora dare la "lieta" novità ai due migliori amici. Così ecco che si trovava solo in quella camera, tormentato dai suoi pensieri e dalle colpe che si attribuiva. Ad un tratto la rabbia riemerse indomabile nel suo cuore, scatenandogli la reazione di spaccare la lampada sul comodino sudicio. Non ci poteva credere, possibile che fosse stato così infantile? Non credeva nell'amore, ma quella ragazza l'aveva illuso talmente bene che arrivò a credere anche nell'esistenza di una donna che avrebbe voluto passare la vita con un ragazzo strano come lui, macchiato di piccoli precedenti penali e con un misero stipendio da meccanico.
-Stupido, sono stato uno stupido.- continuò a dirsi con la testa tra le mani, mentre si sedeva sul letto. Fu in quel momento che lo squillo del suo cellulare lo fece distogliere dai suoi pensieri. Sorrise quando lesse sul display "Geoff" .
-A quanto pare ha letto il messaggio..- disse tra sé prima di rispondere.
-Amico..ho letto il messaggio..meglio se non parlo altrimenti faccio altri danni. Piuttosto, dove cavolo stai?!?- chiese il biondo preoccupato. Nel sentire quelle parole, il punk rise.
-Stai tranquillo fratello. Adesso mi trovo in un'osteria, almeno per stasera. Comunque puoi tornare dalla tua Bridgette e continuare a fare quello che stavi facendo, altrimenti non saresti stato sveglio a quest'ora...- rispose Duncan con tono abbattuto ma con quel pizzico di ironia che era presente sempre in qualunque situazione, anche la più critica, delineando quei "pochi" pregi che, secondo lui, possedeva. Dall'altra parte della cornetta il biondo non poté non sorridere.
-Sei sempre il solito Duncan..lo sai che io e Bridgette non stiamo insieme, ancora per poco. Però avevo intenzione di andarla a trovare. Facciamo una cosa: perché non vieni con me? Nel locale dove lavora? Così mi racconti per bene cosa è successo...- continuò lui.
-Cos'altro vuoi che ti dica Geoff?! Mi sembra essere stato chiaro: sono stato tradito, mi ha preso in giro, preferisce passare la notte con qualcun'altro..devo essere più esplicito?!- urlò il punk adirato.
-No no, avevo capito, ma sfogarti può solo farti bene. Non mi dire che non desideri farti un paio di birre? Dai che ci divertiremo, ma soprattutto ci rifaremo gli occhi! Chiamerò anche Scott, figurati se non accetterebbe di venire, visto che nutre una certa simpatia per un'altra cameriera che lavora lì. Ah, fatti trovare davanti l'osteria con i bagagli, verrai a vivere da me. A tra poco allora.- concluse netto il biondo, facendo rimanere il punk senza parole e alquanto perplesso. Si grattò la nuca sospirando, rendendosi conto che effettivamente il festaiolo lo conosceva meglio di chiunque altro.


Nello stesso momento, una ragazza dark dalla pelle molto chiara, dalla grande bontà d'animo e molto diligente negli studi, si preparava per affrontare il suo turno notturno nel "Charlie's Pub*", come ogni sera, al fine di riuscire a pagarsi le spese dell'ultimo anno scolastico e soprattutto per contribuire al pagamento delle cure mediche per il proprio fratellino. Sì, perché Gwen, così si chiamava, aveva un fratello di sette anni di nome Christian affetto di una rara malattia e costretto a costanti controlli per potergli garantire una vita decente. Dunque sembrava che non ci sarebbero state speranze di sopravvivenza, fino a quando recenti scoperte dimostrarono l'esistenza di una soluzione in grado di salvarlo e di farlo vivere serenamente. Ovviamente l'intervento era in via sperimentale, ed essendo il primo da venir eseguito al mondo, ammontava a 500.000 dollari, una spesa insostenibile per una donna che da sola doveva accudire due figli. Quindi, non appena la giovane ebbe compiuto il diciottesimo anno di età, si mise a lavorare anche lei, cercando di guadagnare il più possibile per affrettare i tempi e per garantire uno stato di salute efficiente al fine di poter affrontare il delicatissimo intervento. Era rischioso sì, ma era l'unico barlume di luce che alimentava le speranze delle due donne. Inizialmente Gwen fece una lunga ed approfondita ricerca sui possibili lavori che, una ragazza alle sue prime esperienze lavorative, era in grado di affrontare, arrivando alla conclusione che lavorare come una cameriera le retribuiva la stessa somma di denaro dappertutto. Così iniziò a prestare servizio per un ristorante per ottenere quei miseri 400 dollari la cui gran parte veniva inviata al conto bancario della madre a Londra, l'unica città in grado di offrire un'assistenza medica all'avanguardia per un problema così sconosciuto. Un giorno però, mentre tornava al suo monolocale nell'affollatissima New York, si fermò a leggere un volantino datole per pura casualità su cui veniva richiesto del personale da impiegare in un certo "Charlie's Pub*" e che le avrebbe dato ben 800 dollari, il doppio di quanto in quel momento riusciva ad ottenere. Non ci pensò due volte e il giorno stesso si diresse al luogo per svolgere il colloquio. Il proprietario del pub, vedendo come si presentava e capendo la grande esigenza di quella somma, la ingaggiò senza indugi, e fu così che Gwen iniziò quel lavoro, troppo ingenua ed ignara di altri problemi che ne sarebbero conseguiti, e che avrebbero messo a repentaglio addirittura la sua stessa vita. Cominciò col turno mattutino, contenta più che mai di inviare alla madre più del doppio di prima, per tutto il periodo estivo. Le cose cominciarono a complicarsi ad inizio del quinto anno delle superiori, precisamente quando passò al turno notturno inoltrato e soprattutto quando fu costretta ad indossare un completino decisamente troppo corto e scollato che fungeva come divisa da cameriera.
Gwen era buona, ma non stupida, così decise di andare a parlare col proprietario al fine di poter trovare un accordo sulla situazione diventata alquanto imbarazzante. L'uomo, dall'aspetto rozzo e sporco, le rispose in maniera molto chiara.

-Senti signorina, forse non mi sono spiegato bene: qui chi comanda sono io, e decido io cosa cavolo dovete mettervi voi poverelle! Altrimenti puoi anche dire addio al tuo caro fratellino spacciato! Qui nessuno ti dà questi soldi così facilmente! Ci siamo capiti?!- sputò lui con tutto il veleno che aveva.
-Ma...- provò a dire la giovane alquanto spaventata dalla strana reazione del suo capo, fino a poco tempo prima così buono e generoso. L'uomo si alterò ancora di più, prendendola per gli esili polsi e scuotendola.
-Non devi obiettare! Hai firmato un contratto cara, accettando tutte le clausole e le mie volontà! Sei mia ormai e posso farti ciò che voglio! Vedi di starmi a sentire, o ti farò fare una brutta fine..adesso sparisci sgualdrinella!- urlò catapultandola letteralmente fuori dal suo studio, facendola tornare a casa piangente.


Da quel momento e per amore del proprio fratellino, lavorò senza obiettare con quel quasi invisibile completo, e facendo amicizia con le sue nuove colleghe: Bridgette, una ragazza bionda di 20 anni e molto dolce, cadde anche lei nel giro per contribuire a pagare il centro di recupero verso cui il padre alcolizzato venne iscritto con molta fatica; Dawn, anch'essa di un biondo chiaro e poco più grande della dark, fu costretta ad accettare quel lavoro per aiutare la famiglia a riacquistare la casa che persero a causa del pignoramento; ed infine Heather, ragazza dai lunghi capelli neri e ventitreenne, che accettò il lavoro sotto costrizione del suo ormai ex fidanzato, che non era altro che il figlio del proprietario del pub.

-Ma questo è stupro!- esclamò sconvolta la dark di fronte alla cruda visione di una Dawn in lacrime e costretta a seguire un uomo completamente ubriaco nei tanti bagni di quel luogo per soddisfare chissà quale suo desiderio. A quella esclamazione Bridgette fece spallucce.
-È una cosa normale Gwen, se vuoi continuare a vivere.- disse la bionda in una maniera così ovvia da far rabbrividire la gotica.
-Questo non è niente, se si considera che è solo un uomo, cara la mia bella addormentata.- la squadrò truce l'asiatica col suo fare acido, per poi portare l'ordinazione al tavolo.
-Siamo fregate, tutte..- sussurrò quasi a sé stessa Bridgette, tra un singhiozzo e un altro. Non ci poteva credere. Davvero la vita le era così avversa? Davvero le continuava a mandarle altri guai? Perché non poteva essere felice, almeno un po'? Ogni tanto, come tutte le ragazze infondo, sognava di incontrare il suo principe azzurro che l'avrebbe fatta iniziare a sorridere e a darle la forza di continuare. Ma come avrebbe potuto se la sua vita si consumava maggiormente in quel pub frequentato solo da gente malfamata? Di fronte a tale pensiero Gwen si rattristava ogni volta e perdeva qualsiasi speranza. Ma chi era lei, per dirlo con certezza? E se la vita la facesse ricredere?

 

*nome puramente inventato dall'autrice




 

Angolino autrice

Buon anno ragazzuoli (anche se in ritardo..)! A gran richiesta Dalhia-Gwen è tornata: anno nuovo, storia nuova! :'D Quindi eccovi qui una nuova storia DxG tutta per voi!
Stavolta ho voluto rappresentare tematiche più delicate, perché la voglia di scrivere questa storia era inopprimibile *-* Come avete ben notato, è una Long: ho provato a scrivere One-shot, ma alla fine mi vengono idee lunghe che si tramutano poi in storie a più capitoli Spero che l'idea vi piaccia, ma soprattutto spero che vi abbia incuriositi !
Ci risentiamo al prossimo capitolo!
Baci,


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Storia in collaborazione con Clif:
A TUTTO REALITY: EFP
Siete pronti per un nuovo reality? Ancora di più se questa volta si svolgerà su una nave? Alcuni dei nostri concorrenti + altri 4 nuovi concorrenti si affronteranno in un reality mai visto prima d'ora! Da una nazione all'altra, pronti sempre a fare le peggiori sfide! Divisi in "Squali" e "Delfini" i nostri amici saranno pronti a passare sconvolgenti settimane nell'Oceano, costretti a stare con i loro peggior nemici! Poi, per chi si è perso qualcosa, non preoccupatevi: Ci sarà il dopo show di Dalhia_Gwen, condotto da Bleinley e Josh a tenervi informati su tutto e sempre pronti alla risata! In questo fantastico reality voi e ripeto voi potrete scegliere infine il vincitore!
Cosa manca per renderlo perfetto? Ah, è vero! Mancate voi! Cosa aspettate?
"Clif's story" vi augura: Buona lettura

Storia DxG di Clif:
Strawberry black - La profezia del libro stregato - Ultimo capitolo
Svegliarmi ogni volta, sapendo che tutto quello non fosse stato un sogno era abbastanza difficile. Insomma chi di noi ragazze viveva in una città infestata da creature soprannaturali? Ah è vero: Solo io, l’unica stupida,ero ancora in quella città, ovunque andavo portavo distruzione, ma non potevo andarmene, non sarei riuscita a vivere senza di loro, senza di Lui!

Dalhia-Gwen

 

  
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