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Autore: Mao chan    24/05/2008    6 recensioni
If you want to
I can save you
I can take you away from here...
So lonely inside
So busy out there
And all you wanted
was somebody who cares...*
[Spoilerini delle puntate 195-196, riviste da me!^^]
Sulle note di "All you wanted", di Michelle Branch. Vi consiglio di ascoltarla mentre leggete la fic.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rock Lee, Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Naruto prima serie
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All you wanted

All you wanted

Written by Mao chan

 

Spoiler delle puntate 195-196

 

*

 

 

I wanted to be like you
I wanted everything

 

Tenten sa che non avrebbe mai dovuto allontanarsi dagli altri.

Lo sa perfettamente.

Eppure è lontana da Naruto e da Neji, lontana anche dal maestro Gai.

Perché, per una volta, ha voluto fare di testa sua.

E ora si trova in grave pericolo.

 

« State attenti, sul serio. Persino gli Akatsuki si aggirano nei dintorni del Paese del Fuoco. »

 

È ferita, si regge a malapena in piedi.

Shizune li aveva avvertiti. Non hanno idea di chi sia l’impostore che ha tentato d’infiltrarsi a Konoha e ora è in viaggio con Gai-sensei. Ma è tardi per piangersi addosso.

Lì, nel fitto sottobosco, Tenten si appoggia al tronco di un albero e si lascia scivolare a terra, respirando affannosamente.

La gamba sinistra le fa un male infernale, dev’essere rotta.

 

Ora puoi capire!

Urla a se stessa, serrando gli occhi.

 

Ora puoi capire un centesimo del dolore di Lee!

 

Perché nessuno le aveva detto frasi come “Faresti meglio a smettere di essere una kunoichi”, ma troppe volte lo aveva letto negli occhi di chi le stava intorno.

Però a Rock Lee si era prospettato un destino simile a causa delle ferite riportate nella battaglia contro Gaara, battaglia spettacolare.

Aveva rischiato tutto. Sarebbe morto per il suo sogno. Continuava a lottare.

 

E ora non era lì con loro.

Con lei.

Volevo solo essere come te.

 

Ora che non c’era, e sarebbe servito.

Sarebbe corso ad aiutare il suo sensei.

Se fosse stato lì, probabilmente avrebbero già portato a termine la missione.

E lei, che si sentiva sempre così inutile, voleva solo essere d’aiuto quanto lo sarebbe stato lui.

 

Perché la verità, è che lo aveva sempre invidiato.

 

 


So I tried to be like you
And I got swept away

 

Si era allontanata perché credeva di poter trovare Gai-sensei a istinto, come faceva sempre Lee, perché separandosi avrebbero potuto agire più in fretta.

Perché voleva la rivincita contro quel bastardo che si era permesso di ridurre in uno stato simile un suo compagno.

Sapeva che Lee lo avrebbe battuto, questa volta. E lei non voleva essere da meno.

 

Ma quel tipo era pericoloso.

Aveva piazzato quei cosi meccanici ovunque, e questi si erano schiantati su di lei, costantemente.

Era dovuta scappare.

Adesso è sola, sporca e ferita. Estremamente vulnerabile.

Mentre lui è vicino, e la tiene in pugno.

I didn't know that it was so cold
And you needed someone
to show you the way

Il sibilo di un kunai la riporta bruscamente alla realtà.

Si getta a terra appena in tempo.

 

« Tu devi essere Tenten-san. »

 

Una smorfia di dolore, misto ad odio, le deforma i lineamenti.

« Yagura. »

Sputa quel nome con disprezzo.

Sa che non è davvero il suo, ma è l’unico che ha, in quel momento.

Non può rinunciare almeno a un dialogo drammaticamente teatrale.

Lui ride.

« Io non sono Yagura. »

La tecnica della trasformazione si scioglie, e lui prende il suo vero aspetto, che in realtà non è molto diverso.

Solo più diabolico.

Tenten cerca il suo rotolo di evocazione con le dita.

L’ha lasciato rotolare lì accanto quando si è fermata.

Come può essere stata così stupida?

 

« È inutile, ragazzina. Le tue ridicole armi non avrebbero potuto far nulla in ogni caso. »

 

« Perché l’hai fatto? »

« Cosa? »

« Perché hai colpito Rock Lee? »

 

« Non temere, Lee. Sono certa che ti rimetterai. »

« Grazie, Tenten. »

 

Però nel frattempo Naruto ha sconfitto Neji.

E lui e Sasuke hanno combattuto contro Gaara.

 

« Dimmi. »

« Mh? Cosa? »

 

« Perché queste cose capitano solo a me? »

 

« Il suo maestro ha ucciso mio padre. Io sono Genshou Ryuudoin, e farò vendetta. »

« Ma perché Lee? »

Risata di scherno, lei rabbrividisce.

 

« Assomiglia terribilmente a Maito Gai. »

 

Dunque è questa la sua colpa. Somigliare al sensei.

 

« Perché solo a me? »

 

E senza rendersene conto, Tenten comincia a piangere.

 

« Non lo so. »

 

 

 

So I took your hand and we figured out
That when the tide comes
I'd take you away

 

Genshou, eccitato dalle sue ferite e dalle sue lacrime, si lecca le labbra.

Quando le si avvicina e l’afferra, la kunoichi tenta di reagire, cerca di divincolarsi.

Ma realizza di essere sfinita e a pezzi.

 

Lui la immobilizza, la sbatte più volte contro la dura corteccia dell’albero.

Tenten sente il sapore metallico del sangue in bocca, ma non smette di lottare.

Lo shinobi le lega i polsi facendo passare una fune intorno al tronco.

 

« Sai, Tenten-chan. » le bisbiglia all’orecchio, facendola sussultare.

Preme di più il suo corpo contro quello di lei.

« Mi è appena venuto in mente che tu sei nella squadra di quei due perdenti da quasi tre anni. Dovete essere molto legati. »

Le insinua la mano sotto la maglietta.

Lei si morde un labbro, a fondo.

Spera che quel dolore le permetta di non sentire.

« Pensa che dispiacere se ti capitasse qualcosa di molto brutto. »

 

 

All’accademia li avevano preparati a simili momenti.

Avevano spiegato loro che avrebbero potuto trovarsi in qualsiasi situazione. Che i nemici erano senza scrupoli, e non si sarebbero fatti problemi a usare torture di qualunque genere, su di loro e sui loro compagni.

Le ragazze, poi, sapevano che se fossero state catturate sarebbero certamente incorse in violenze sessuali.

Le avevano preparate per questo.

 

Si sforza di ricordare.

Per lo più le hanno insegnato a evitare di trovarsi in una situazione simile.

Cosa le avevano detto di fare, nel caso fosse stata presa?

Ah, sì.

Causarsi dolore.

E allontanare la mente.

 

Morde più a fondo, stringe gli occhi con forza.

Pensa a Neji, a Gai-sensei, alle giornate di allenamenti, alle missioni, alle risa.

A Rock Lee.

A come avrebbe voluto poter fare qualcosa di più.

Come avrebbe voluto prendergli la mano e aiutarlo a rialzarsi, quando la marea si alzava.

 

Come avrebbe voluto capire prima.

Prima di affogare in quella marea.

 

« Perdonami… »

Le lacrime riprendono a sgorgare copiose dai suoi occhi serrati.

 

 

 

If you want to
I can save you
I can take you away from here

 

Lo sente trafficare con i pantaloni.

Capisce di essere perduta.

 

Neji e Naruto sono lontani. Gai-sensei è lontano.

Lee è lontano.

 

Si prepara. Ma non è possibile prepararsi a una cosa del genere.

 

Improvvisamente, un urlo agghiacciante.

Prolungato.

Poi più nulla.

Solo il rumore della pioggia nel bosco, pronta a lavare via ogni cosa.

 

Tenten riapre gli occhi, pesantemente.

 

AI suoi piedi, Yagura, Genshou, o come diavolo si chiama, giace morto.

Ha il ventre lacerato.

Lentamente.

 

« Tenten-chan…? »

 

Rock Lee è in piedi, sotto la pioggia battente, un kunai impregnato di sangue in mano.

Lui stesso è impregnato di sangue.

 

 

 

 

So lonely inside
So busy out there
And all you wanted
was somebody who cares

 

 

« Lee? »

La ragazza non capisce più. Forse è impazzita.

Lui si attiva di colpo, frenetico.

Con il kunai taglia la corda che la tiene immobilizzata contro l’albero, e la afferra quando lei si lascia cadere, privata del suo sostegno.

 

« Tenten! Come ti senti? Ti ha toccata?! »

La fa appoggiare al tronco e la costringe a guardarlo negli occhi.

« Rispondi! »

Tenten, ancora sotto shock, scuote impercettibilmente la testa.

Rock Lee sente la tensione allentare.

La stringe forte a sé, piangendo.

« Per un attimo ho temuto che quel bastardo…! Perdonami… Avrei dovuto esserci! Ho avuto paura di perderti... »

Tra le sue braccia, gradualmente, il terrore di Tenten si scioglie, e la kunoichi capisce di essere al sicuro.

Nessuno può toccarla, se è tra le braccia di Lee.

 

« Andiamocene da qui. Ti porto a casa. »

E per l’ennesima volta, contro al suo petto, Tenten piange.

 

*

I'm sinking slowly
So hurry hold me
Your hand is all I have to keep me hanging on

 

I raggi del sole filtrano dalla persiana semiaperta.

Il letto in cui si trova è caldo e confortante, e il dolore è quasi scomparso.

Riapre i grandi occhi scuri.

« Tenten? Come ti senti? »

Sakura le sorride affianco alla finestra.

« Stai tranquilla, sei all’ospedale di Konoha. Gai-sensei e Neji sono passati poco fa ad accertarsi che stessi bene. C’era anche Naruto. »

Annuisce.

Sakura sospira, felice.

« Devi essere fiera di avere una squadra simile. »

Con il capo, fa un cenno indicando l’altra sponda del letto.

Tenten volta la testa.

Una massa di capelli neri dal buffo taglio a scodella si alza e si abbassa ritmicamente, appoggiata al materasso.

« Ti ha portata qui di corsa da quella foresta. Credo abbia battuto ogni record. È rimasto qui tutta la notte a tenerti la mano. »

La mora arrossisce, guardandolo.

Ecco cos’era il calore che aveva sentito quella notte, durante tutti quei terribili incubi.

Ecco cosa l’aveva salvata quando le sembrava di sprofondare.

« Sta sera sarai pronta per andare. Se hai bisogno di qualcosa, chiamami. »

Con un ultimo sorriso, Sakura esce dalla stanza.

Tenten estrae a fatica la mano dall’ammasso di coperte, e la posa su quella abbandonata di Lee.

 

« Grazie… »

 

 

 

Please can you tell me
So I can finally see
Where you go when you're gone

 

È passata una settimana da allora, e il team Gai è rimasto fermo affinché tutti i suoi membri si riprendessero completamente dall’ultima missione.

Persino il loro sensei li ha lasciati liberi, ed è partito alla volta di Suna in veste di ambasciatore.

Ovviamente, Lee ha continuato ad allenarsi duramente, al pari di Neji, che si è ritirato nella villa Hyuuga con Hiashi.

 

Nonostante la premura di Sakura, Tenten ha preferito passare un po’ di tempo da sola, bazzicando senza meta per Konoha.

Talvolta le è capitato d’incontrare Rock Lee impegnato in qualche strano addestramento, ma l’ha salutato frettolosamente e si è dileguata.

La imbarazza molto sapere che l’ha vista in quelle condizioni.

Cerca di evitarlo.

Lui capisce, e non le fa pressioni, anche se tutto ciò che vorrebbe, sarebbe stringerla di nuovo a sé come in quell’orribile notte.

L’unico suo rimpianto, è avere ucciso troppo velocemente quel bastardo.

 

Dopo l’ennesima giornata passata a gironzolare senza scopo per il villaggio, la ragazza è sulla via del ritorno.

Pensa a come avrebbe potuto tornare a comportarsi normalmente, quando sente delle risa provenire da una viottola vicina.

Si affaccia all’imbocco della strada che da sull’ospedale, e il respiro le si blocca in gola.

Rock Lee sta scherzando animatamente con Sakura.

Qual è il problema? È tutto normale, lui ne è innamorato. Non c’è niente di strano se ci prova, lo fa continuamente.

 

“Ti proteggerò a costo della mia vita.”

 

Però, che bel sorriso che ha mentre parla con lei.

Così rilassato. E sereno.

 

“Te l’ho detto, io compaio ogni volta che sei in pericolo.

 

Sembra davvero felice in quel momento.

Anche lei ride di qualcosa che ha detto.

 

“Vuoi essere la mia ragazza?”

 

Che peccato, tante belle parole buttate al vento.

Perché lei non lo ama. Neanche un po’.

Quei sorrisi sono solo riconoscenza per averle salvato la vita durante l’esame di selezione dei chunin.

Questa è la verità.

Eppure…

Si aggrappa allo steccato accanto a lei.

Perché quei sorrisi sono solo per Sakura?

Ma soprattutto… Perché le importa?

Si gira furiosamente e corre via.

Forse lo shinobi di Konoha sente qualcosa, perché si volta verso il luogo in cui prima si trovava Tenten.

« Lee, c’è qualcosa che non va? »

« Eh? No, nulla, Sakura-san. »

 

Nulla.

 

 

 

If you want to
I can save you
I can take you away from here

 

« Naruto, posso chiederti un favore? »

Il biondo ferma a mezz’aria il boccone di ramen, diretto alla sua bocca.

« Certo, dimmi Sopracciglione. »

« Vorrei che controllassi come sta Tenten. Sono due giorni che non la vedo in giro. »

Il ragazzo ci riflette un attimo, perplesso.

« Non c’è nessun problema, ma perché non lo fai tu, scusa? »

Rock Lee abbassa il capo con un sorriso amaro.

« È da quando siamo tornati dall’ultima missione che mi evita. Non voglio imporle la mia presenza per forza. »

« Cosa? Ma tu le hai salvato la vita! Perché dovrebbe...? »

« È stata una brutta esperienza. » taglia corto l’altro. « Deve fare ciò che si sente. »

 

La sera stessa, Naruto è a casa della kunoichi.

« Tenten? » chiede, bussando.

La ragazza apre la porta, sorpresa.

« Che ci fai qui? »

« Sono venuto a vedere come stavi. » risponde lui, con un sorriso.

« Oh, è gentile da parte tua. Prego, entra. »

« In realtà… » comincia, varcando la soglia a disagio. « È stato Lee a chiedermi di venire. »

Tenten si blocca, lo fissa sospetta.

« Se davvero gli interessa, perché non è venuto di persona? »

« Dice che non devi vederlo per forza, se non ti va. »

La mora rimane così, la mano ancora sulla maniglia.

« …Oh. »

 

 

 

So lonely inside
So busy out there
And all you wanted
was somebody who cares

 

La gamba non migliora.

Gli fa male, non porta colpi efficaci, gli impedisce di allenarsi seriamente.

Come se non bastasse, Gai-sensei non c’è, Neji, Naruto e tutti gli altri diventano sempre più forti, e lui vede il divario che c’è tra loro allargarsi velocemente, incontrollabilmente, fino a diventare irrecuperabile.

E Tenten non sopporta di stare in sua presenza.

Peggio di così.

Affonda le unghie nella pelle del polpaccio danneggiato.

Perché certe cose capitavano solo a lui? Non era già stato punito abbastanza quando aveva realizzato di non riuscire ad apprendere le arti magiche e illusorie?

Forse non si impegnava sufficientemente?

E quel che è peggio, è che non importa a nessuno.

 

 

 

All you wanted was somebody who cares

 

« Vedo che ti sei ripresa bene. »

Neji è appoggiato alla rete che delimita l’entrata all’accademia.

Austero e distaccato, come al solito, ma le pone quella domanda con malcelato sollievo.

« Già. »

Lei sorride, nonostante tutto.

C’è un bel sole, quella mattina, e si sente serena.

« Tsunade-sama ha detto che non appena Gi-sensei rientrerà, torneremo ad essere attivi. »

« Bene. »

Trascorrono alcuni istanti di silenzio, ma non è un silenzio gravido di imbarazzo.

È un silenzio calmo, quasi necessario.

« Hai parlato con Rock Lee? »

Tenten quasi sobbalza a quelle parole.

« Perché? »

« Perché sono settimane che lo eviti, e lui è preoccupato per te. »

La risposta lo sorprende.

« Lo so. »

La guerriera lo guarda, negli occhi una punta di tristezza.

« So che lo sto sottoponendo a un trattamento ingiusto, mentre lui mi ha salvata, e ha persino il tatto di non forzarmi a parlare con lui. Però… »

Ripensa a quando l’ha visto con Sakura, a come sembrava felice.

« Certo che sono un’egoista… » sussurra più a se stessa che a Neji.

Lui le siede accanto.

« Dovresti almeno provarci. Sai, le sue condizioni non sono affatto migliorate. »

Tenten assume un’espressione allarmata.

« Come? Ma l’ho visto mentre di allenava, mi sembrava in forma... »

« Si sforza. »

Per un attimo, la coglie l’impulso di correre da lui.

Poi ci ripensa, la mente attraversata ancora una volta dall’immagine del suo sorriso.

« Sakura saprà sicuramente aiutarlo. »

Neji la scruta, stupito da quell’ultima affermazione, poi sogghigna.

Tenten si volta verso di lui, scandalizzata.

« Dunque è questo il problema. »

« Cosa? »

Un’espressione di trionfo si dipinge sul viso pallido dello Hyuuga.

« Ti sei innamorata di Rock Lee. »

La kunoichi smette di respirare.

Perché come Neji dice quella frase, capisce che quella è la verità.

« Io…non… »

« A quest’ora, dovresti essere lì con lui. »

« Ma… »

« Che aspetti? »

Idiota. Che la smetta.

« È inutile! » sbotta all’improvviso, serrando gli occhi.

« Inutile? »

« Lui ama Sakura! La ama dalla prima volta che l’ha vista, all’esame di selezione dei chunin! Non posso competere! »

Cade di nuovo il silenzio.

« No. »

Tenten riapre gli occhi.

« Eh? »

« Credimi, la mia vista non consiste solo nel byakugan. Lui è innamorato di te dai tempo dell’accademia. »

 

Non è vero.

 

« Era impossibile non notarlo. Perché credi sia corso a cercarti nonostante fosse gravemente ferito? »

 

Non può essere vero.

 

« Non nego che si sia dedicato a Sakura, ma erano anni che vegliava su di te, e non ti ha mai abbandonata, neanche per un secondo. »

È vero. Lui c’era sempre stato.

« Sei sempre stata tu la ragazza che ama. E adesso dovresti essere lì con lui. »

Tenten rimane a guardare Neji, come in trance.

Poi si alza e comincia a correre.

 

 

 

If you need me you know I'll be there
Oh, yeah

 

Rock Lee, convinto di aver perso tutto, era appoggiato alla parete del dojo, le mano strette attorno alla gamba, le lacrime che gli scorrevano sul viso.

Era solo. Come ai tempi dell’accademia.

Ma sta volta non bastava il duro impegno e la sua proverbiale costanza per uscire da quella situazione.

Sarebbe rimasto per sempre un genin di scarso livello.

Chiude gli occhi, un sorriso ironico sulle labbra.

« Hai perso la tua sfida, Rock Lee. »

Sente scorrere il fusuma della palestra. Non ci bada.

Finché non avverte un tocco caldo e leggero sulle guance bagnate.

Alza lentamente le palpebre, e tra le lacrime, distingue la figura sfocata di Tenten.

« Devo essermi addormentato… » bisbiglia tra se e se.

« Perdonami. »

No. Quella voce è troppo reale.

La ragazza gli appoggia la fronte sul petto.

« Lee, perdonami se ti ho evitato. Perdonami se per tutti questi anni, non ci sono mai stata. Solo ora mi rendo conto che tu c’eri sempre, per me. »

Lui capisce improvvisamente che non sta sognando.

Tenten è davvero lì, sta davvero dicendo quelle cose mentre singhiozza nel suo petto.
È ancora un po’ stordito, ma le appoggia ugualmente una mano sulla testa.

« Calmati, Tenten-chan. Che ti prende? Stai ancora male? »

Lei, tra le sue braccia, scuote il capo, facendolo sorridere.

« Mi sono innamorata di te. »

Soffia fuori dalle labbra quella frase, come se non avesse potuto farlo mai più.

Lui non crede alle sue orecchi.

La ragazza si scioglie dall’abbraccio per guardarlo negli occhi.

Lee si asciuga bruscamente le lacrime dal viso.

« Che hai detto? »

« Sono innamorata di te. » ripete lei, ora più sicura.

Il moro si pizzica un braccio, lei ridacchia.

« Ma l’hai detto davvero? »

« Sì. »

 

D’ora in poi, anch’io ci sarò sempre per te.

 

« Anch’io sono da sempre innamorato di te, Tenten-chan. »

 



If you want to
I can save you
I can take you away from here

 

« Però io, adesso, ho capito che non potrò mai diventare lo shinobi che sognavo, mentre tu devi percorrere la vita che... »

Tenten gli poggia un dito sulle labbra, dolcemente. Si appoggia con leggerezza alla sua gamba ferita.

« Hai superato situazioni peggiori. E adesso ci sarò io a sostenerti. »

 

Ti salverò da questo mondo che ha tentato di toglierti tutto.

Basta che tu me lo chieda.

 

 

 

So lonely inside
So busy out there
And all you wanted
was somebody who cares

 

« Tenten-chan. »

« Sì? »

« Vuoi essere la mia ragazza? »

 

Perché adesso, non siamo più soli.

 

Per tutta risposta, lei avvicina il suo volto al suo, finche Rock Lee non annulla le distanze, catturando le labbra della kunoichi e cingendola con le braccia.

Tenten si lascia avvolgere da quel calore.

 

« Dimmelo. » gli dice poi, i grandi occhi nocciola fissi in quelli neri del ragazzo.

Lui sorride.

 

« Ti proteggerò a costo della mia stessa vita. »
 


 

Please can you tell me
So I can finally see
Where you go when you're gone

 

 

 

~ * ~

 

Non chiedetemi cos’ho fatto, perché non lo so nemmeno io.

Fino a poco tempo fa, ero una sostenitrice incallita della coppia Neji/Ten.

Davvero, non so cosa sia accaduto! XD

 

A proposito, guardate cosa ho trovato poco dopo aver finito la fic!

http://www.youtube.com/watch?v=7QUTAjk-EOo

 

…Quando si dice il destino!

 

Dedico quindi questa fic a tutti i sostenitori della LeeTen, so che esistono, da qualche parte nel mondo!

  
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