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Autore: ChrisAndreini    02/01/2014    7 recensioni
Prendiamo una secchiona asociale con un cervello incredibile e un'autostima zero (anche se non lo ammetterebbe mai)
Poi prendiamo il suo silenzioso diario, i suoi progetti, le persone che la prendono in giro e il ragazzo nuovo, e vediamo come la situazione si complicherà.
***
Cioè, non capisco come le persone normali ragionano, perché è ovvio che io non sono normale, ma credo che l'umanità mi stia prendendo in giro, insomma, il ragazzo nuovo sembra davvero molto, molto, stupido, eppure alla prima interrogazione mi spiazza dando una di quelle risposte che solo io in tutta la classe poteva sapere, e forse neanche.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Diario di...'
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Diario di una secchiona asociale

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Caro diario,
oggi è stata una giornata di prime volte, la prima volta che esco con un ragazzo, la prima volta che vado alle giostre natalizie, al prima volta che rischio di rompere la mano al suddetto ragazzo, la prima volta che torno a casa quando mia madre sta già dormendo e la prima volta che… che… argh… sono confusa più di ieri.
Stamattina Augustine si è fatta raccontare velocemente cosa è successo ieri, ma era più interessata ad Alex che mi riaccompagnava piuttosto che a Nicholas.
Ah! E’ stata anche la prima volta che sono riuscita a scampare al T.A.N.F.O. perché non volevo che Augustine mi agghindasse tutta questo pomeriggio.
Lei mi ha riferito che sarebbe a sua volta uscita con James.
Quando le ho chiesto dove sarebbero andati è stata vaga, ed avevo uno strano presentimento.
Io mi sono ripresa da ieri, dopo quello che è successo oggi potrei dire che l’ho proprio cancellato.
Dopo pranzo mi sono preparata, Alex è passato alle 16.30.
In quel momento ho seriamente pensato che avrebbe dovuto vestirmi Augustine, indossavo dei semplici jeans e una felpa nera con scarpe da ginnastica un po’ rovinate.
Avevo legato i capelli in una piccola coda, non mi ero truccata e avevo i soliti occhiali.
Poi Alex mi ha guardato con in suo meraviglioso sorriso e ho capito che non dovevo essere bella per averlo vicino, apprezzando la mia decisione di rifiutare le richieste di Augustine.
Abbiamo preso un autobus, e lui mi ha ceduto l’unico posto libero, mettendosi in piedi accanto a me.
Abbiamo parlato a lungo del più e del meno, e con “del più e del meno” intendo dire che abbiamo parlato dei compiti di matematica.
A lui ridanno tutti gli esercizi tranne uno, che mi sono offerta di ricontrollargli, dato che a me ridanno tutti.
Siamo arrivati alle giostre alle 17.00.
Abbiamo girato un po’ per vedere che giostre fare prima, io, come ho già scritto, non ero mai andata alle giostre natalizie, e non sapevo come orientarmi.
Abbiamo iniziato con i giochi più semplici, l’autoscontri, i tiri con il fucile (ho quasi colpito il proprietario dello stand) e la casa infestata.
Alla casa infestata è successo un macello.
Io ero titubante all’idea, cioè, so per certo che i fantasmi e i mostri non esistono, per carità, solo che, ecco, quella casa era fatta davvero molto bene, quindi, insomma… ho urlato a squarciagola tutto il tempo, e ho quasi rotto una mano ad Alex, per quanto la tenevo forte.
Quindi, ecco, siamo andati nello stand pronto soccorso per dare un antidolorifico al mio ragazzo, che non la smetteva più di sghignazzare per la fifa blu che avevo avuto.
Io, dal canto mio, mi sono scusata una ventina di volte e… santo cielo, ho scritto “il mio ragazzo” ma non è… insomma non siamo… cioè forse… argh… sono confusa.
Alla fine, comunque, non ha avuto niente di grave, tranne forse una piccola contusione, e una fasciatura di sicurezza.
Anche il dottore si è messo a ridere per il modo in cui Alex si era fatto il malanno, e alla fine l’unica che era dispiaciuta da ciò ero io.
Alla fine abbiamo deciso di fare qualche giostra che non richiedeva l’uso delle mani e che non facesse paura, ma le possibilità erano limitate.
Alla fine, per fargli capire che non ero una fifona, ho proposto il Mystika: la torre di caduta libera di 70 metri, come hanno fatto a montarla resta un mistero.
Il fatto è che io ho fatto una giostra simile qualche anno fa, ma la caduta era di 100 metri, e ho adorato alla follia quella sensazione di vuoto allo stomaco causata dal terzo principio della dinamica: “A ogni azione corrisponde una reazione”
Ma tralasciando Newton, stavolta era Alex a tremare leggermente, e quando gli ho chiesto se avesse paura con tono leggermente di sfida mi ha guardato con aria di chi non ha paura di niente.
Quando però abbiamo iniziato la salita tremava come un bambino, e alla discesa urlava a pieni polmoni, mentre io ridevo come una matta.
Quando eravamo a terra si stava già iniziando a slacciare la cintura quando la giostra è ripartita, facendolo urlare anche di più.
Alla fine non riusciva a tenersi in piedi, e si è dovuto sedere a riprendere fiato.
Io mi sono seduta accanto a lui con nonchalance, proponendo di fare un altro giro.
Lui mi ha lanciato uno sguardo assassino, ed io sono scoppiata a ridere.
Alla fine abbiamo mangiato un boccone, e abbiamo fatto una passeggiata fino alle 10.30.
Così abbiamo deciso di tornare a casa prendendo un altro autobus.
Dalla fermata mi ha accompagnato fino al portone, poi mi ha ringraziato per il bel pomeriggio ed io l’ho fatto a mia volta.
Siamo stati così per un po’, poi io gli ho chiesto come andasse la mano, e lui mi ha risposto che andava meglio.
C’è stato un momento di silenzio carico di parole non dette, poi lui si è girato per tornare a casa, fermato dal mio braccio che lo ha trattenuto.
Non ho nemmeno capito cosa me l’ha fatto fare, ma mi sono avvicinata a lui e gli ho dato un bacio sulle labbra.
E’ durato due secondi al massimo, che a me sono sembrati un’eternità, ma quando ci siamo allontanati, Alex mi guardava come fulminato.
Io ero rossa per l’imbarazzo, stavo già pensando a un modo per scomparire dalla faccia della terra.
Ho iniziato ad armeggiare con il pomello della porta, che non ne voleva sapere di aprirsi, quando Alex mi ha preso il viso, mi ha messo una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mi ha baciato a sua volta, un bacio più intenso del primo, il mio stomaco era in subbuglio, meglio della sensazione della giostra Mystika.
Quando ci siamo separati abbiamo sorriso in silenzio.
Poi Alex mi ha chiesto titubante:
“Quindi… ora stiamo insieme?”
Io ho annuito, non riesco ancora a crederci, è successo tutto così in fretta.
Con un saluto impacciato ci siamo avviati ognuno nella propria direzione, io sono entrata mentre lui è tornato a casa.
Quando sono entrata Augustine non era ancora rientrata e mamma stava dormendo.
La capisco, sono le 12.00, e quando sono tornata erano le 11.15.
Augustine è rientrata pochi minuti dopo, ed ora sta dormendo beata, io ho fatto finta di dormire quando è entrata, ma proprio non ci riesco, continuo ad essere eccitata per quello che è appena successo.
Oggi è stata proprio una giornata di prime volte, la prima volta che ho un ragazzo (mi troppo strano pensare così) le prima volta che ho preso l’iniziativa con un essere umano e assolutamente il mio primo bacio.
Non riesca ancora a capacitarmi di ciò che è successo, non ce la faccio, sono così euforica, contenta, argh… sarà il caso che mi calmi, meglio andarsi a preparare una camomilla.
A domani!

P.s. Argh… non riesco a crederci, non riesco a capacitarmi di questa cosa, argh… devo assolutamente calmarmi.

P.p.s. ARGH!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)
Argh… non so voi, ma io amo questo capitolo, anche se descrivere le emozioni di Valery è stato difficile per me, insomma, non sono un’esperta in materia di baci, non avendo mai avuto ragazzi e roba varia.
Spero che il capitolo vi piaccia comunque, ho cercato di farlo al meglio che potevo.
Alla prossima!

P.s. Secondo voi dove sono andati James e Augustine?

   
 
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