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Autore: Geilie    02/01/2014    10 recensioni
[Bacco/Arianna]
«Piantata in asso?»
Arianna alza il viso dal rifugio delle sue braccia incrociate per cercare con gli occhi chi le ha rivolto la parola. «Come?»
«Dico, qualche idiota ti ha piantata in asso?»
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arianna, Bacco
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Di vini mediocri
Autore: Geilie
Introduzione: «Piantata in asso?»
Arianna alza il viso dal rifugio delle sue braccia incrociate per cercare con gli occhi chi le ha rivolto la parola. «Come?»
«Dico, qualche idiota ti ha piantata in asso?»
Fandom: Mitologia greca
Pairing: Bacco/Arianna
Rating: verde; Pg
Genere: ironico, romantico
Avvertimenti: Modern!AU
Parole: 674 (fdp); 699 (word)
Beta: nessuno
Disclaimer: Bacco, Arianna e tutto il pantheon non appartengono a me per il semplice motivo che appartengono a tutti e a nessuno: non sono la prima e certo non sarò l’ultima a scrivere di loro, e questa è una gran bella cosa. Giusto per non rendere il disclaimer del tutto inutile, dirò che l’ambientazione, invece, è tutta mia.
Note: questa storia è stata scritta per l’iniziativa Caro Babbo Natale… di Pseudopolis Yard ed è un regalo per kuma_cla, che nella sua letterina aveva appunto chiesto una Bacco/Arianna ironica, ambientata dopo l’abbandono di Arianna a Nasso oppure Modern!AU. Io non sono in grado di contenermi, perciò ho fatto un mix delle due cose. XD
 
-Gy
 
 
 
Di vini mediocri
 
 
 
[La vita è troppo breve per bere vini mediocri.]
Johann Wolfgang von Goethe
 
 
 
«Piantata in asso?»(1)
Arianna alza il viso dal rifugio delle sue braccia incrociate per cercare con gli occhi chi le ha rivolto la parola. «Come?»
«Dico, qualche idiota ti ha piantata in asso?»
È un tipo giovane, una massa di riccioletti castani e un sorriso che sta nello sguardo prima che nelle labbra. «Mh-mh…» annuisce lei, senza riuscire a scollarsi di dosso quel senso di delusione e sogni infranti che l’ha inghiottita.
Teseo le aveva dato appuntamento davanti al Naxos all’ora di pranzo. Ti passo a prendere e ce ne andiamo, le aveva detto, solo io e te.
Arianna aveva messo un po’ di vestiti e qualche libro in uno zaino, si era calata in testa il suo berretto di lana e si era avvolta nella sua sciarpa preferita e poi era uscita, era andata lì davanti al Naxos e si era seduta su un gradino ad aspettare. Era arrivata in anticipo e non si era preoccupata del ritardo. Non per la prima mezz’ora. Gli aveva mandato un messaggio, poi. E dopo un’altra mezz’ora un altro. E un altro ancora. E poi l’aveva chiamato, e il cellulare di Teseo risultava spento, non raggiungibile. Si era detta “ancora dieci minuti e me ne vado”. Se l’era ripetuto per altre due ore.
Alla fine si era raggomitolata su quel gradino, tutta intirizzita; aveva tuffato la faccia nel calore morbido della sua sciarpa e delle sue braccia ed era rimasta lì, svuotata, priva di forze, non ancora priva di speranza…
E poi quel tizio. Il barista del Naxos, che usciva a buttar via bottiglie vuote e scatoloni dopo il rush dell’ora di pranzo. Qualche idiota ti ha piantata in asso?
Sì, le veniva da dire, sì! Un vero e proprio stronzo mi ha piantata in asso!
Ci era cascata come una bimbetta, come se Teseo non fosse stato famoso in tutto il campus col nome di Blitzkrieg, “ché arriva, ti conquista e se ne va, più veloce di un fulmine!”. E lei? Due paroline dolci, un complimento o due sui suoi lavoretti a maglia e zac!, caduta ai suoi piedi come una cretina. Stupida, stupida Arianna!
«Ti ho vista, da dentro. Sarà – quanto, tre ore che stai lì?» chiede ancora il barista, senza guardarla, mentre infila spazzatura in un cassonetto.
«Tre minimo, sì.»
«Un ragazzo?»
«Uno stronzo da cui avrei dovuto aspettarmelo.»
Lui ridacchia. «Dammi un identikit e vedrai che qui dentro la casa non gli offrirà più niente. Non offro da bere agli stupidi.»
«Non è stupido, purtroppo…»
«Per mollare una bella ragazza come te? Hai ragione, non è stupido. È proprio un coglione.»
Nonostante tutto, Arianna si trova a ridacchiare.
«Offro volentieri da bere alle fanciulle infreddolite e di cattivo umore, in compenso» aggiunge lui. «Ti va un bicchiere di rosso?»
Arianna si morde un labbro, indecisa. «Non so… non voglio disturbare, stavi chiudendo…» prova a ribattere.
«Macché, nessun disturbo! E poi stai per diventare un ghiacciolo, non voglio mica un morto assiderato sul mio gradino» fa lui strizzandole l’occhio; la invita di nuovo a entrare, con un cenno del capo e un sorriso caldo, e Arianna si scrolla di dosso un po’ della tristezza che l’ha assalita, giusto il tanto che le basta per tirarsi su, raccoglie da terra il suo zaino e lo segue nel locale.
«Io sono Dioniso, a proposito.»
«Arianna.»
«Gran bel nome! E per un gran bel nome, ci vuole un gran bel vino» dice lui e tira fuori una bottiglia dall’aria molto, molto costosa. Quando Arianna tenta di protestare che “no, dai, lo vuoi aprire per me? Mi basta una cosa qualunque, davvero, ne bevo giusto un dito”, lui dice solo:
«Mia cara Arianna, la vita è troppo breve per bere vini mediocri.»
 
 
 
È la stessa cosa che Arianna dice a Teseo, due settimane dopo, quando lo incrocia per strada e lui finge di scusarsi per aver fatto lo stronzo, finge di voler tornare con lei, di pregarla per una seconda possibilità.
La vita è troppo breve per bere vini mediocri, gli soffia, melliflua come una pianta velenosa. Gli sorride, si gode per un attimo la sua espressione basita e se ne va, mano nella mano con Dioniso, senza degnarlo di un altro sguardo.
 
 
 
Note finali
(1) “Piantare in asso” è frase idiomatica derivata da un originario “piantare in Nasso”, e dunque proprio dall’abbandono di Arianna sulla famigerata isola.
 
-Gy
  
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