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Autore: ValeAki    02/01/2014    2 recensioni
{ Long-fic; Kogeinu/96Neko; VipTenchou/96Neko; Ispirata da Akatsuki Arrival }
Dal Prologo:
"[...]Non ricordava nemmeno quando o come questa rivalità fosse nata, sembravano semplicemente adatti a fronteggiarsi. Questo era quello che pensavano entrambi.[...]"
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Utaite Vari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I




 
96Neko si alzò dal letto con la solita poca voglia di farlo. Odiava andare a scuola, assistere alle noiose lezioni e sperare di non essere interrogata, le sembrava di camminare in un campo minato, dove ogni minimo sbaglio potrebbe costare la vita. Forse l’unica motivazione che la spingeva, tutte le mattine, a svegliarsi, erano i suoi amici. Per l’esattezza, il suo migliore amico. 96Neko conosceva VipTenchou fin dall’infanzia, erano sempre cresciuti insieme e avevano frequentato le stesse scuole, erano inseparabili. Far passare anche solo un giorno senza vederlo o sentirlo sarebbe stato come una tortura per lei. Di malavoglia si diresse in bagno per lavarsi e cambiarsi, e in meno di un quarto d’ora era già pronta per andare a scuola.
“Okay... andiamo!”

“Oh, ciao, Kuro-chan!” un ragazzo dai corti capelli rossi si diresse verso la bionda, salutandola allegro e precipitandosi ad abbracciarla.
“Tenchou!” 96Neko andò incontro al ragazzo, cingendo le braccia al suo collo.  
“Mi sei mancato tantissimo!” esclamò, accoccolandosi al suo petto e stringendolo ancora più forte. 
“Addirittura?” rise il rosso, accarezzandole le testa dolcemente. 
“Ci siamo visti l’ultima volta solo ieri mattina!” sorrise. Sapeva quanto la ragazza fosse legata a lui, tanto quanto lui lo era a lei, e lo inteneriva sempre vederla così affettuosa. Non era proprio nel suo stile –una punk che gira per strada piena di piercing, a prima vista, non sembra affatto dolce e premurosa- ma lui comprendeva il perché di quelle azioni e di quell'aspetto. 96Neko non poteva concedersi il lusso di aprire il proprio cuore con tutti, ne aveva già sofferto troppe volte e l’unico punto di riferimento per lei era proprio lui stesso. Le borchie conficcate nelle magliette, nei pantaloni e perfino nei suoi piercing, erano come gli aculei di un riccio, che la allontanavano da tutto e da tutti e a cui nessuno poteva avvicinarsi. Ma lui la amava come una sorella minore e avrebbe sempre fatto di tutto per proteggerla, qualsiasi cosa. Anche se ciò costava sacrificarsi un po'.
“Allora Kuro-chan, come va con quel ragazzo? Ehm... ah, sì, Kogeinu. Sei riuscita a  batterlo?” Tenchou le sorrideva mentre si dirigevano verso il portone principale della scuola, dove da lì a poco sarebbero cominciate le lezioni. La bionda schioccò la lingua irritata, ma si rivolse a lui con il solito tono gentile. 
“Ancora no... quel Kogeinu è bravo, anche se non lo da a vedere.” Sorrise internamente.
“Mi sa che ci vorrà un po’ di allenamento in più... ma lo batterò sicuramente al Festival Scolastico!” esclamò, chiudendo a pugno la mano e sorridendo in modo deciso. Il ragazzo rise a quella vista, dandole una pacca sulla spalla.
“Ne sono sicuro.”

Suonata la campana che segnava la fine delle lezioni, 96Neko sistemò libri e quaderni dentro la sua borsa e schizzò fuori dalla classe con la stessa velocità di un razzo. Tenchou, stupito, mise in ordine anche la sua cartella e corse in direzione della ragazza. 
“Kuro-chan, non andiamo a casa  insieme?” le gridò da qualche metro dietro di lei, tenendo ben saldo lo zaino e cercando di raggiungerla. 
La bionda si girò un istante verso di lui, sorridendogli, tornando poi a correre.
“No, mi dispiace, devo allenarmi... va’ avanti, non aspettarmi!” lo salutò con un gesto della mano e imboccò la strada che l’avrebbe portata al parco.
"Sempre la solita..." sospirò il rosso, sorridendo intenerito e dirigendosi verso casa sua.

"Non è ancora qui, eh..." 96Neko, arrivata al parco, si guardò intorno cercando con lo sguardo una folta chioma bruna ma, con suo grande stupore -e un po' di dispiacere, non trovò nessuno. Avanzò di qualche passo verso una panchina, quando all'improvviso si sentì gelare il sangue nelle vene.
"Buh!" Kogeinu le aveva leggermente scosso le spalle, arrivando di soppiatto da qualche metro dietro di lei, e gridandole nell'orecchio. La bionda saltò in aria chiudendo istintivamente gli occhi e muovendo sistematicamente il proprio braccio, stampando la forma della sua mano nella guancia del ragazzo. Schiuse le palpebre poco dopo l'impatto udito, vedendo la faccia di Kogeinu poco distante dalla sua.
"E-esagerata..." mormorò il moro, massaggiandosi la guancia. 
"Per uno scherzetto innocente tu mi dai uno schiaffo?!" gonfiò leggermente le guance, nemmeno fosse un bambino, e si voltò con il viso imbronciato, incrociando le braccia al petto.
"B-beh, è colpa tua! Non avresti dovuto farlo!" esclamò di rimando la ragazza, visibilmente rossa in faccia. Non si aspettava minimamente potesse essere lui e si sentiva... in colpa, per quello schiaffo. Avrebbe voluto chiedergli scusa, ma il suo orgoglio non glielo permetteva.
Kogeinu sbuffò, chiudendo gli occhi e mutando il broncio in un sorriso raggiante, girandosi verso la bionda. 96Neko dapprima perse un battito a quella vista, sentendo poi le guance sempre più calde e il cuore battere all'impazzata, quasi per recuperare la pulsazione persa poco prima. Si girò di scatto per non farsi vedere dal ragazzo. 
"Ma cosa sono, una ragazzina alla prima cotta, che arrossisco così, senza motivo?!" si rimproverò mentalmente, respirando a fondo cercando di calmarsi. Si schiarì la gola, facendo così aprire gli occhi al ragazzo, sorridendo beffarda. 
"Io non perderei il mio tempo a fare scherzetti inutili se fossi in te." Kogeinu alzò un sopracciglio, evidentemente stupito e non capendo l'affermazione della bionda. 
"Che vorresti dire?" domandò, sinceramente sorpreso. 
"Voglio dire che ormai ti ho superato!" esclamò, puntandogli il dito contro. "Mi sono allenata giorno e notte senza sosta e posso affermarlo per certo, potrei batterti anche ad occhi chiusi!" lo guardò con aria di sfida, assottigliando gli occhi e puntandoli nelle sue iridi verde smeraldo. Il ragazzo ricambiò lo sguardo, sorridendo incuriosito. 
"Ah sì?" l'assecondò, usando un tono ironico, muovendosi di qualche passo verso di lei. "Allora potresti essere più brava di me a... correre, per esempio?" le chiese, mantenendo il suo sguardo puntato sulle gemme rosse dell'avversaria. 96Neko capì l'aria di sfida e la colse al volo.
"Cento metri, tutta la lunghezza del parco. Chi arriva prima, ci stai?" tese la sua mano verso di lui, continuando a sorridere sicura di sé. Kogeinu spostò il suo sguardo dalla mano tesa davanti a lui alla padrona che l'osservava, sorridendo a sua volta e stringendo l'esile mano nella sua.
"Affare fatto."

96Neko crollò a terra, sentendo le gambe sempre più fragili, più stanche, aderendo con le mani al terreno prima che potesse cadere a terra.
"...Perché? Perché per quanto m'impegni, sei sempre un passo avanti a me? Perché sei così irraggiungibile? Perché m'illudi di essere alla tua altezza, di correre spalla a spalla, per poi superarmi e lasciarmi sola, mostrandomi solo la tua schiena, non il tuo viso? Perché?"
"Ehi, che hai? Era solo uno scherzo, no? So che puoi fare meglio di così." Kogeinu le tese la mano, parlandole con tono dolce. Non le aveva mai parlato così, e adesso 96Neko sentiva una fitta al cuore espandersi. Afferrò la sua mano, come dovesse aggrapparsi ad un'ancora. Anche se l'illusione era di essere salvi, pian piano si sarebbe sprofondati sempre di più nell'abisso del mare. Per la ragazza, l'abisso del suo cuore, che s'agitava però vorticosamente come le acque in tempesta.
"...sì certo, uno scherzo, che t'aspettavi? Ahah..." 96Neko sorrise mestamente, alzandosi e guardando in basso. Non ce l'avrebbe fatta a fronteggiare il suo sguardo, che in quel momento stava studiando ogni particolare del viso della bionda, cogliendo al volo la sfumatura di tristezza che la pervadeva in quel momento. Kogeinu si sentì terribilmente in colpa. Era la sua nemica sì, ma questa sensazione che gli attanagliava il petto, il cuore, non se la sapeva spiegare. Perché stava così male, a vederla in quelle condizioni? Perché avrebbe voluto abbracciarla in quel momento, tenerla stretta a sé per farle passare ogni dolore? 96Neko leggeva invece compassione negli occhi del ragazzo, e velocemente si scostò da lui. Aveva dato il massimo in quella piccola corsa, eppure non era bastato. Era stata solo un'egocentrica a pensare che avrebbe potuto batterlo. E in quel preciso istante sarebbe voluta sparire dalla sua vista. A svegliarla dai suoi pensieri fu la suoneria del cellulare che suonava senza sosta e, cogliendo al volo l'occasione, prese tutte le sue cose lasciando Kogeinu solo, nel mezzo del parco, che con sguardo triste la vedeva allontanare da sé.



Note dell'Autrice

Ecco qui il secondo capitolo, yee *balla di fieno random*
Anyway! Spero che questa storia vi piaccia perchè ci credo davvero tanto, voglio iniziarla e portarla al termine per bene e magari i vostri consigli mi potrebbero aiutare!
Purtroppo in questo capitolo non c'era niente di dolcioso (?) ma prevedo fluff a valanghe per i prossimi capitoli forse
Che dire, ringrazio davvero di cuore chi recensisce e ovviamente anche ai semplici lettori! Vedervi anche solo leggere mi spinge di più a continuare la long! E se avete consigli o altro da propormi, fate pure senza problemi!
Alla prossima~!

Vale Aki
   
 
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