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Autore: Ele28    03/01/2014    5 recensioni
Harry allunga una mano verso il comodino e prende un fazzoletto che apre e pone davanti al nasino all'insù del ragazzo malato e, con ancora il tessuto tra le dita, dice
"Soffia"
"Harry" replica Louis in tono lamentoso e ruotando le 'r', prima di soffiare.
"Non sono un bambino"
Harry ripone il fazzoletto vicino la bajour e fa un sorrisino sghembo, una fossetta buca la guancia destra. Si avvicina all'orecchio del maggiore e gli sussurra con voce calda
"Sì che lo sei"
"Ma se sono più grande di te!" ribatte con un broncio adorabile, dandogli un debole pugno con la piccola mano sinistra sul suo braccio destro.
"Il mio piccolo e malato bambino" risponde Harry tirandoselo ancora più stretto al petto.
-Harry/Louis - French!Louis - Harry e Louis!Parents - 36.1kb-
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Avviso: Buona sera :D. Questo sarebbe il seguito di "Barba e Bua", non è necessario leggerla prima in realtà, ma io ve lo consiglio caldamente, perché alcune frasi, alcuni gesti, alcune allusioni, non si comprendono altrimenti, inoltre i caratteri e la fisionomia dei personaggi non è ben descritta in questa storia come è fatto dettagliatamente nell'altra.. poi in questo modo potete, diciamo "affezionarvi" a questi personaggi e credo che la lettura possa risultare anche più piacevole. Ovviamente siete liberi di fare ciò che preferite, ma "Barba e Bua" non è niente di pesante da leggere e non è una storia nemmeno molto lunga. Come gradite.
 
Bene dopo queste noiose premesse... vi auguro una buona lettura! :) a dopo...




 
 
 
Fiocchi di neve gialli tra dita sensibili

 
 
 
Louis ama le mani di Harry, le ha sempre amate, ma non tanto per la loro forma: così morbide, con la pelle che si distende liscia e uniforme in ogni piega come se fosse seta che aderisce perfettamente alle curve sensuali del corpo di una bella donna. Così grandi, che riescono a dare quel senso di sicurezza solamente potendone sentire il tocco leggero sulla pelle, perché ciò che saggiano inglobano, talmente enormi sono, facendoti sentire protetto, al sicuro, al riparo e piccolo, ma in modo bello. Così calde, dita lunghe e affusolate con polpastrelli bollenti che imprimono con delicatezza scie di tepore come miele rovente che disegna curve sul fondo di una tazza di tea. Non è solo l'indubbia bellezza di quei lineamenti e di quella pelle traslucida che Louis ama, ma il fatto che le sue mani esprimono nella loro forma e movenza una persona dalla sensibilità unica. La loro gentilezza esprime la dolcezza del cuore di Harry, come se essa potesse fluire dentro le vene, pompata da quell'organo simbolico scorresse mischiata con il sangue fino a raggiungere i più piccoli capillare delle sue dita e irradiarsi dai pori. Quelle mani che anche nei momenti in cui non sono consapevoli di essere osservate restano generose, buone. Quelle mani che non riescono ad essere rudi, sono forti sì, ed anche salde, ma in ogni piccolo gesto, in ogni presa, per ogni azione che devono compiere, quella leggerezza, quella timida delicatezza, quella finezza non le abbandona mai. Le mani di Harry semplicemente danzano e Louis le ama perché rivelano la sua vera personalità, rivelano un uomo meraviglioso.
 
Sono questi i pensieri di Louis quando, ad occhi chiusi, sente le mani del minore ai lati del suo viso, i pollici ad accarezzargli piano le gote arrossate, percepisce poi il suo grande palmo destro lasciare il suo posto per scostargli all'indietro delicatamente qualche capello attaccatogli in fronte, per poi posarlo sopra a quest'ultima.
 
"Sei bollente... ti è salita la febbre"
 
 È mattina, il 21 Dicembre per l'esattezza , Louis per fortuna non ha dovuto chiedere nessun giorno di permesso dalla scuola, in quanto la febbre gli è arrivata proprio il giorno prima, quello della chiusura per le vacanze Natalizie. Harry invece sarebbe dovuto andare in ferie il 23, ma ha deciso di staccare due giorni prima per prendersi cura del suo uomo influenzato e della loro piccola bambina.
 
Sono sopra il loro letto, Harry posa la sua schiena alla testiera, le ginocchia piegate e tiene fra di esse e tra le braccia il corpo debole del suo francese ragazzo, schiena contro petto, Louis poggia la testa pesante all'altezza di quel dolce e tranquillo cuore.
 
Louis tira su col naso e si volta nella stretta di Harry, schiudendo le palpebre e alzando i suoi occhi lucidi, due specchi di acqua cristallina e, con la vista un po' appannata e stanca, osserva quel viso gentile.
 
Tira di nuovo su col naso chiuso, le labbra screpolate e bianche sono semiaperte e da esse escono respiri rochi a causa del mal di gola.
 
Harry, dopo di ciò, allunga una mano verso il comodino e prende un fazzoletto che apre e pone davanti al nasino all'insù del ragazzo malato e, con ancora il tessuto tra le dita, dice
 
"Soffia"
 
"Harry" replica Louis in tono lamentoso e ruotando le 'r', prima di soffiare.
 
"Non sono un bambino"
 
Harry ripone il fazzoletto vicino la bajour e fa un sorrisino sghembo, una fossetta buca la guancia destra. Si avvicina all'orecchio del maggiore e gli sussurra con voce calda
 
"Sì che lo sei"
 
"Ma se sono più grande di te!" ribatte con un broncio adorabile, dandogli un debole pugno con la piccola mano sinistra sul suo braccio destro.
 
"Il mio piccolo e malato bambino" risponde Harry tirandoselo ancora più stretto al petto.
 
"Beh.. in effetti mi hai infagottato come un bimbo in fasce"  "Guarda!" dice rivolgendo lo sguardo alle sue ginocchia ed allargando leggermente le braccia, per poi sbuffare una risatina.
 
Quando Harry decide di prendersi cura di qualcuno, diventa una mamma super apprensiva e protettiva, e per questo ha voluto far indossare a Louis due paglia di calzini ed una lunga sciarpa, inoltre, sopra al pigiama azzurro, gli ha fatto infilare uno dei suoi maglioni più caldi, quello verde scuro, che per la cronaca, sembra una coperta per quanto gli va grande, ha dovuto anche arrotolargli le maniche al polso per non nascondere del tutto quelle dita minute. Infine, per completare la sua opera, lo tiene avvolto nel calore delle sue braccia, inglobato nel tepore del suo corpo, stretto nelle sue enormi mani. E Louis lo lascia fare, perché dopo tutto gli fa piacere ed è felice di sapere che qualcuno ci tiene ad avere cura di lui.
 
Anche ad Harry sfugge una piccola risatina. Poi però si fa un po' più serio.
 
"È che non voglio che tu senta freddo" dice con sguardo velato di preoccupazione.
 
"Sarebbe una missione impossibile... maman" sorride.
 
"Comunque grazie" dice posandogli un bacio leggiero sullo sterno per ringraziarlo.
 
"Se tu mi dessi un bacio forse mi passerebbe la febbre. Sai... i baci sono come cure che fanno passare via ogni dolore"
 
Il viso di Harry diventa tutto denti e fossette quando sente le sue parole e gli posa un bacio sulla fronte, sentendo le labbra quasi scottarsi per quanto è rovente quella pelle pallida. Poi ne posa un altro sulle sue labbra sottili ed infine comincia a lasciargliene una scia che parte da dietro l'orecchio fino all'attaccatura del collo, scostando leggermente la sciarpa. A Lou esce qualche brivido.
 
Il loro momento di tranquillità e carezze però viene presto interrotto da una furia concentrata di ricci castani e sorrisi birichini con indosso un pigiamino bianco con polsini azzurri e ricoperto da disegni di paperette gialle, che spalanca la porta e corre nella loro camera fiondandosi nel letto, saltellando e gridando gioiosa
 
"NEVE!" "Papà, papà, papà..."
 
"Tesoro non gridare, papà si sente poco bene lo sai, non vorrei gli venisse anche il mal di testa" dice Harry stringendosi istintivamente con estrema leggerezza la testa di Louis al petto, la mano destra poggiata sulla parte sinistra del suo capo.
 
"Ma papà c'è la neve!" dice la bambina saltando giù dal lettone e dirigendosi eccitata e a piedi nudi alla finestra, scostando le tende color panna.
 
Oltre al vetro un po' appannato, dove sono attaccati alcuni fiocchi di neve, soprattutto agli angoli, possono scorgere un manto bianco e soffice che ricopre il loro giardino, la cassetta della posta e il loro alberello dove ad un ramo è appesa l'altalena di Cécile.
 
"Dai papà Louis, papà Harry andiamo fuori a giocare? Perfavoreeee!?"
 
 È sempre Harry ha risponderle "Amore non credo sia il caso, papà Louis ha la febbre molto alta e il freddo non gli fa bene"
 
La bimba si tranquillizza a quelle parole e con calma ritorna di nuovo sopra il lettone ed abbraccia papà Louis.
 
Che buffo, sembrano una matriosca tutti e tre così insieme.
 
Louis intenerito dal gesto della figlia restituisce l'abbraccio e gli posa un bacio tra i ricci disordinati.
 
"Papà devi guarire, così andiamo a giocare tutti sulla neve" "questo è per te, così ti passa la bua" dice prima di lasciargli un bacino sulla guancia.
 
"Oh mon amour, merci, adesso mi passerà di sicuro"
 
"Harry, tu e Cécile andate a giocare, io sto bene qui, non preoccuparti" dice con la sua voce arrochita alzando gli occhi azzurri su quelli verdi del minore.
 
"Sei sicuro amore?" chiede sempre con quel suo tono un po' apprensivo.
 
"Oui chéri" lo rassicura sorridendo.
 
"Va bene, intanto tu però mettiti sotto le coperte, misurati la febbre e prendi le aspirine"
 
Louis rotea gli occhi al cielo e con un sorriso un po' stanco dice con finta esasperazione "Oui  maman"
 
Harry gli posa un ultimo bacio tra i capelli e gli sussurra pianissimo all'orecchio, in modo tale che solo Louis possa sentirlo
 
"Bravo il mio bambino"
 
Louis ridacchia e poi sente Harry gridare piano "Neveeee!"
 
"Siiiiii!" risponde Cécile gettandosi alle braccia del papà ora in piedi al lato del letto.
 
Louis sorride pensando a quanto Harry sia meraviglioso e a quanto lo sia ancora di più con la loro piccola tra le braccia.
 
--
 
Sono in giardino, Harry ha infagottato Cécile alla perfezione: ha messo alla sua piccola un giacchetto imbottito lilla, i moon boot del medesimo colore, mentre  la sciarpa, i pantaloni e lo scalda orecchie peloso, sono color panna, solo i guantini sono gialli. È così carina, sembra una pallina per quanto è farcita di panni.
 
E la piccola palla riccioluta si trova dietro al loro albero in giardino, nascosta dietro al tronco con un sorriso divertito in viso che le buca le guance rosse con due piccoli forellini. Ridacchia piano.
 
"Chissà dove sarà Cécile?" chiede Harry divertito a tre metri dall'albero. Finge di non accorgersi degli sguardi che la sua piccola gli rivolge per controllare di essere ben nascosta.
 
"Magari sarà ritornata in casa"
 
Cécile tiene il palmo premuto contro la labbra rosee per impedire di far sentire le sue risa delicate.
 
Poi lancia un'altra occhiata dietro di se e papà Harry non c'è più. Una rughetta incredula solca la sua fronte, finché non sente le mani grandi del papà prenderle la vita da dietro, facendole uscire dalle labbra un gridolino sorpreso e divertito.
 
Harry le fa fare l'aereoplanino tra le risa e poi si fa cadere a terra sulla neve con Cécile a cavalcioni sulla sua pancia. Ridono entrambi.
 
Cécile decide poi di vendicarsi e prende con i suoi guantini preferiti, quelli con un solo buco per tutte le dita, tranne un altro per il pollice, un po' di neve ai lati dei ricci scuri, identici ai suoi, del suo papà e glie la butta in faccia.
 
Papà Harry spalanca le labbra in un'espressione oltraggiata, anche se in realtà fa fatica a non scoppiare a ridere.
 
"Piccola peste! Vuoi seppellire il tuo papà sotto la neve? Vuoi sbarazzarti di me?"
 
"Si!" ride la bambina.
 
Harry spalanca gli occhi brillanti in modo comico e schizza un po' di neve anche sul volto della piccola.
 
Cécile allora immobilizza i polsi del papà ai lati del suo viso, anche se Harry non dovrebbe nemmeno sforzarsi per liberarsi dalla presa, ma sta al gioco.
 
"Ti ho catturato"
 
"Hai vinto, sono tuo prigioniero! Ora sei la mia regina" sorride il papà.
 
Ridacchia, poi "Ora resta a terra, devi fare l'angelo" dice Cècile prima di alzarsi dal suo busto e mettersi in piedi davanti ai suoi lunghi piedi.
 
"Come desidera"
 
"Così papà" afferma mentre con le braccia fa le ali della farfalla scuotendole su e giù.
 
Harry le ubbidisce e comincia a muovere sia braccia che gambe.
 
"Più grande papa!"
 
"Sì, regina" dice Harry prima di completare il suo grande angelo, allargando maggiormente gli arti, ed alzarsi andando accanto a Cécile per osservare la sua opera.
 
"Guarda papà Harry, guarda c'è papà Louis!" parla eccitata la bambina indicando la finestra della loro camera dove l'altro papà appoggia una manina piccola al vetro, mentre l'altra tiene i lembi della coperta che si è avvolto sulle spalle.
 
Harry la prende in braccio ed entrambi cominciano a sventolare le mani verso la casa, salutando il papà malato.
 
Louis sorride e ricambia il saluto.
 
--
 
Fuori ha ricominciato a nevicare forte e i fiocchi bianchi e grandi sferzano il nero delle 20:30 di sera. Hanno appena finiti di mangiare il brodo caldo che Harry ha preparato per la cena e Louis, anche se già è stato tutto il giorno precedente al letto, è ritornato sotto le coperte, non perché sia una persona molto pigra, anzi, tutto il contrario, odia doversene stare con le mani in mano, lui che le mani le ha sempre occupate, ma sta davvero a pezzi con la febbre a 38 e 7. Harry ovviamente è super preoccupato, come sempre, sono tre giorni che la febbre non passa ed è davvero alta. Prima che Lou si addormentasse e si abbandonasse al mondo dei sogni, è passato in camera a dargli il bacio della buona notte ed a rimboccargli le coperte, come se fosse realmente un bambino.
 
Ma Harry una vera piccola bambina ce l'ha, anzi ce l'hanno, e deve farle il bagnetto. Per questo, dopo aver sparecchiato la tavola e spazzato il pavimento in sala da pranzo, si trova seduto su di uno sgabello accanto alla vasca, ricoperta da uno strato di schiuma e bollicine, del loro bagno grande. Solo le spalle, la testa di ricci bagnati di Cécile  e la manina che gioca con una paperella (gialla), escono fuori dalla superficie.
 
Harry ha le maniche del maglione bordeaux avvolte fino al gomito, gli avambracci ricoperti di schiuma al profumo di cocco e le mani grandi impegnate a massaggiare la cute della sua bambina.
 
C'è un silenzio piacevole, solo il rumore dell'acqua calda che si muove e si infrange alle pareti della vasca e delle bollicine che scoppiano ogni tanto, finché una voce di bambina non riempie l'aria tiepida di vapore della stanza.
 
"Papà Louis si sta perdendo tutta la neve papà Harry, a lui piace tanto" dice la bambina con un broncio e con tono un po' triste.
 
Harry sospira. "Lo so amore mio, papà Louis però non può davvero andare fuori, anzi credo che dovremo chiamare il dottore se non gli cala la temperatura"
 
"Ma papà, la neve potrebbe andarsene, tra due giorni è pure il suo compleanno!"
 
Harry smette di massaggiarle i capelli insaponati e le da' un buffetto sulla guancia destra.
 
Gli sorride per rassicurarla. "Lo so' piccola, ma vedrai che per il suo compleanno starà meglio e giocheremo con la neve tutti insieme"
 
Anche la bimba sorride e, come ad Harry, le compaiono le piccole fossette.
 
"Ora chiudi gli occhi forte forte e inclina la testa all'indietro"
 
La bambina strizza fortissimo gli occhi in modo adorabile e si prepara a farsi sciacquare i capelli.
 
Harry afferra la vecchia caffettiera che utilizzano per questo scopo e libera i suoi boccoli scuri da ogni traccia di sapone. Poi avvolge un asciugamano  intorno alla vita di Cécile e la posa in piedi sopra lo sgabello, ora posizionato di fronte allo specchio.
 
Prende il pettine e comincia a districarle con delicatezza tutti i nodi. Ci passa infine i polpastrelli, per poi prendere il phon.
 
Prima che comici ad asciugarla però, il viso della piccola si illumina.
 
 "Papà! Ma se portassimo noi la neve a papà Louis!"
 
Harry corruga la fronte.
 
"Amore ma che dici, non possiamo portare la neve in casa, si scioglierebbe, e poi è troppo fredda, non gli farebbe bene, non c'è differenza se sta dentro o fuori casa"
 
"Ma no papà!" la bambina si volta, tra le ciglia ha ancora incastrata qualche gocciolina, e guarda l'alto papà dal basso.
 
"Hai presente le palle di vetro con dentro la neve finta che si muove quando la scuoti? Come quelle che nonna Anne ha sopra il camino"
 
Harry annuisce. "Sì, ho capito"
 
"Possiamo regalargli quella per il compleanno, così sarà felice ed avrà comunque la neve e non è nemmeno fredda"
 
Harry sorride e pensa che sua figlia è un piccolo genio.
 
"Amore è perfetto, dammi il cinque"
 
Cécile batte il suo palmo su quello infinitamente più grande del padre, prima di scoppiare in una risatina allegra.
 
 
La piccola è tutta asciutta, ha già indosso il suo pigiamino con le paperelle gialle, i capelli raccolti in una treccia un po' storta che le ha fatto papà Harry, fermata sulla punta da un fiocchettino (giallo), ed è seduta a gambe incrociate sopra al suo piumone (giallo), aspettando il bacio della buona notte.
 
Prima di entrare dentro il calore delle sue coperte e sentire le labbra a cuore del padre posarsi sulla sua guancia, decide di aprire il cassetto del comodino accanto il suo lettino ed estrarne un foglio a righe dal suo blocchetto (giallo) e prendere un pennarello.
 
Harry, che si trova al lato destro del suo letto, la guarda perplessa e si siede accanto a lei.
 
"Papà aiutami a scrivere la lettera per Babbo Natale"
 
Harry la guarda con uno sguardo di panico, insomma, la letterina l'hanno già scritta tutti e tre insieme una settimana fa e, grazie al cielo, le hanno comperato tutto prima che il suo adorato francesino si ammalasse.
 
"Tesoro, abbiamo già scritto la lettera a Santa Claus"
 
"Si ma quella non vale più"
 
"Perché Cécile?"
 
"Ne voglio scrivere una più importante"
 
Cécile è seria e Harry non sa davvero perché non la contraddice, forse perché legge nello sguardo color nocciola della sua piccola, che tiene davvero a ciò che desidera.
 
Così prende il posto di Cécile, si mette anche lui con le gambe all'indiana e ci fa sedere sopra la bambina.
 
Harry sa che ancora Cécile ha bisogno di aiuto nello scrivere, è piccolina e non conosce tutte le parole, inoltre non riesce ad andare ancora dritta per bene.
 
Così la osserva, pronto ad intervenire se la bimba chiedesse il suo aiuto, mentre Cécile appoggia tra le sue gambe il foglio e comincia a scrivere in modo un po' incerto.
 
Cécile però non chiede nulla ad Harry ed è concentratissima in quello che sta facendo. Il cuore di Harry diventa colmo di felicità quando, da sopra la testa di sua figlia, legge, con la scritta un po' pendente verso il basso sulla fine, le parole, alcune scritte in modo sbagliato, di Cécile. Non sa perché, ma sente quasi che qualche gocciolina preme contro le pareti dei suoi occhi e vorrebbero scorrere sulle sue guance tirate in un sorriso.
 
- Caro Babbo Natale, so che ti ho già chesto tante cose, ma il mio papà Luis non sta tanto bene e non può vedere la neve perché è troppo fredda. Non importa se non mi porti gli altri giochi, basta che lo fai guarire per il suo conpleanno, così giochiamo tutti in sieme in giardino, io, papà Harry e papà Luis. Grazie e Buon Natale.
Cécile -
 
Cécile si volta con un sorriso dolce e da' la lettera al papà che la guarda con gioia, prima che quest'ultimo cominci a riempirla di bacini sulle guance e sul nasino piccolino e l'abbracci stretta al petto.
 
--
 
E' il giorno che precede la vigilia di Natale, la neve sta cominciando a sciogliersi e, mentre la temperatura di Londra si sta alzando, quella di Louis si sta pian piano abbassando. Infatti oggi misura 37 e 9, ma Harry è ancora troppo preoccupato, Louis però ha insistito quella mattina nel dire che si sentiva meglio e che non c'era nessun bisogno di chiamare il dottore. Harry aveva messo su un gran broncio e si lamentava come un bambino per convincere Lou a farsi visitare, ma infine ha dovuto cedere, perché quell'uomo, per quanto piccolo sia, sa essere un enorme testardo, anzi, un concentrato di testardaggine.
 
Ora si trova a camminare sul marciapiede, diretto verso il negozio 'Home' che tiene tutti oggettini natalizi per la casa, tra i quali anche le palle di neve. Stretta nella sua mano destra c'è quella piccolina di Cécile che cammina saltellando e che le ricorda un po' Cappuccetto Rosso per questo. Louis è a casa, ancora non se la sente di uscire, ma non riesce nemmeno più a stare nel letto senza fare niente, come aveva detto lui 'Mon Dieu! Se non faccio nulla diventerò pazzo', così si era messo a preparare alcune lezioni di francese. Il minore gli aveva detto che sarebbero andati un po' da sua madre per non creare sospetti.
 
Harry intravede il negozio dall'altro lato della strada e con una presa salda alla manina di Cécile, guarda attentamente che non passino macchine prima di attraversare sulle strisce pedonali.
 
Entrano nel negozio, accolti dal rumore della campanella posta al di sopra della porta, e vanno dritti al balcone insolitamente sgombro di persone.
 
Dietro di esso, un ragazzo dal sorriso dolcissimo e gli occhi color nocciola, come quelli della sua bambina, sulla targhetta al petto c'è scritto Liam.
 
"Salve"
 
"Buon pomeriggio" risponde l'altro.
 
"Io e la mia bambina stiamo cercando una palla di vetro, quelle con la neve, da regalare, lei può farcene vedere qualcuna?" chiede gentilmente Harry.
 
"La prego mi dia del 'tu' e mi chiami Liam"
 
Harry sorride. "Oh va bene, allora anche tu dammi del 'tu'. Io sono Harry comunque, e questa pulce qua è Cécile". La bambina alza gli occhi e sulla guancia sinistra compare una fossetta per il sorriso timido che rivolge al commesso.
 
"Su Cécile saluta Liam"
 
Si nasconde un po' dietro il giacchetto nero e lungo del suo papà, stringendone i lembi tra le mani, solo uno dei due occhietti si vede, quello destro, poi però quando vede la gentilezza del sorriso di quel ragazzo, ritrova la sua naturale gioia e vivacità e esce fuori dal suo nascondiglio.
 
"Ciao signore!"
 
"Ciao piccola" Liam ridacchia e rivolge di nuove lo sguardo al viso contento di Harry.
 
"Allora dicevamo le palle di neve, ti porto quelle che abbiamo, aspetta un minuto"
 
Harry annuisce.
 
Poco dopo il ragazzo ritorna con un grande scatolone dall'aspetto pesante e lo posa sul ripiano in legno.
 
Comincia ad estrarre fuori fagotti di carta da imballaggio, facendo cadere sul piano alcuni fiocchi di polistirolo, e le posa sul balcone.
 
Harry si sente tirare per il giacchetto e abbassa lo sguardo verso Cécile, che con un broncio in viso, dice
 
"Papà io non vedo nulla, è troppo in alto"
 
In effetti  il balcone è più di dieci centimetri sopra la testa della bambina.
 
"Puoi metterla seduta sul balcone se vuoi, per me va bene"
 
"Grazie" Harry gli sorride grato e allaccia le sue lunghe dita alla vita della bambina per poi poggiarla sul lato destro del piano.
 
"Allora, ne abbiamo di varie dimensioni, c'è questa qui grande con dentro la slitta di Babbo Natale, poi questa qui piccola con dentro un pupazzetto di neve, oppure questa qui con un bambino che pattina sul ghiaccio..."
 
"Questa!"
 
Liam viene interrotto dalla bambina che con l'indice indica una palla di medie dimensioni, con dentro due orsacchiotti, uno più grande ed uno più piccolino che stanno attorno ad un albero di natale, a terra ci sono dei pacchetti, alcuni chiusi ed alcuni già aperti. Alla base invece ci sono disegnati alcuni fiocchi di neve e altri orsetti che scartano regali.
 
Entrambi i due uomini le rivolgono l'attenzione.
 
"Guarda papà, questo orsacchiotto più grande sei tu e l'altro più piccolo invece è papà Louis, che ne dici ti piace?" conclude Cécile mordendosi il labbro inferiore disteso in un sorrisino.
 
"E' bellissima tesoro, magari ne cerchiamo uno con tre orsacchiotti che ne pensi? mmh?"
 
"Ma no papà, guarda, ci sono anche io non vedi? Qui sotto" ed indica l'orsacchiotto più piccolino, quello disegnato sulla base che scuote un pacchetto, curioso di capire cosa ci sia dentro.
 
"Va bene tesoro, mi hai convinto"
 
"Allora incarto questa qui?" chiede Liam, che stava pazientemente aspettato che i due finissero di decidere.
 
"Sì, grazie mille"
 
Mentre Liam sta facendo la confezione, Harry prende tra i polpastrelli uno dei fiocchi di polistirolo che erano prima caduti sul balcone. Corruga la fronte osservandolo e si guarda intorno notando alcune maschere.
 
"Ma per caso voi tenete anche cose per il Carnevale?"
 
Liam si blocca mentre sta ultimando il fiocco. "Oh certo, abbiamo tutto per ogni occasione: Halloween, Natale, Pasqua, Carnevale... ma in questo periodo abbiamo esposto oggetti natalizi, però là dietro..." dice indicando una parte più infondo sulla destra, quella dove Harry aveva notato le maschere. "...ci sono anche alcune cose per le altre festività" finisce Liam ritornando al fiocco rosso.
 
Harry porta l'indice al mento, in testa a ronzargli un'idea.
 
"E... per caso avete anche festoni o coriandoli?"
 
"Sì li abbiamo, vuoi vederli?"
 
"Sì, grazie"
 
Il ragazzo dai capelli castani ed il sorriso gentile mette da parte il pacchetto che ha completato ed esce da dietro il balcone dirigendosi verso il lato destro del negozio. Harry, invece, prende in braccio Cécile posizionandola sul fianco destro e lo segue.
 
"Abbiamo questi coriandoli qui..." dice indicando alcune buste.
 
"Li avete anche tutti bianchi?" interviene Harry prima che Liam finisse di mostragli le buste.
 
Il commesso corruga leggermente la fronte, ma viene data vita ai suoi pensieri tramite la domanda di Cécile.
 
"Papà, che dobbiamo farci?"
 
Harry si rivolge a lei. "Cècile, mi è venuta in mente un'idea, pensavo che potevamo fare noi la neve con carta e coriandoli, pensa che bella sorpresa sarebbe"
 
"Siiii, che bello" dice la bambina con gli occhi illuminati.
 
"Harry ho quel che fa per te.. senti, abbiamo buste e buste di polistirolo, inoltre ne abbiamo di davvero grandi con i coriandoli, e per tua fortuna,anche di soli bianchi o color panna se preferisci. Infine, oggi è proprio il tuo giorno, perché ho alcune forme per disegnare fiocchi di neve sui fogli, se ti vanno bene queste cose..."
 
"Sì, sì, grazie Liam è perfetto"
 
Liam ride dell'entusiasmo di quei due clienti simpatici.
 
--
 
Alla fine Harry ce l'ha portata davvero Cécile da sua madre, ora sono nella sua casa accogliente che profuma sempre di agrumi, seduti intorno al tavolo della cucina con tantissimi fogli per la stampate del computer impilati sopra. Ai piedi di quest'ultimo tutti gli acquisti di Harry, alla fine ha deciso di comprare: quindici buste molto grandi di coriandoli bianchi, quattro bustone di polistirolo e tre formine lunghe dieci centimetri di fiocchi di neve, ognuna diversa dall'altra.
 
Il trasporto era stato davvero complicato e non sapeva come fosse riuscito ad arrivare a casa di sua madre senza disperdere nulla per strada, inoltre erano a piedi, ma infondo, per qualche bontà divina, casa di Anne non si trovava così distante dal negozio con il disponibile commesso, e comunque Liam gli aveva dato due enormi buste della spazzature per mettere dentro il tutto. La palla di vetro poi, era nelle mani di Cécile.
 
Quando la madre gli aveva aperto la porta, aveva alzato un sopracciglio perplessa nel vederlo con quei due sacchi neri tra le mani. Poi però si era sciolta in un grande sorriso al "Nonna!!" urlato in modo gioioso di Cécile.
 
In quel momento invece anche lei, come la sorella Gemma, erano al tavolo insieme a lui e a sua figlia per ritagliare e disegnare fiocchi di neve per Louis.
 
"Che cosa dolce Harry, sicuramente Louis ne sarà più che felice, è davvero un bel regalo" "sei un romanticone" dice Gemma tirandogli una guancia e facendogli una smorfia da presa in giro, anche se in modo bonario.
 
Harry le schiaffeggia via la mano in modo delicato, lanciandole poi una linguaccia, la quale gemella trova posto nelle labbra della ragazza dai biondi capelli. Anne invece ruota  gli occhi al cielo e bisbiglia un 'non cambieranno mai' e Céclie invece, come è solita fare, si copre la bocca per soffocare una risatina, e lo fa con il fiocco di neve che tiene in mano e che stava disegnando con cura.
 
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Sono le 06:00 della mattina del 24 Dicembre, la sera prima, dopo che Harry e Cécile erano sgattaiolati in casa come ladri, andando a nascondere il bottino dentro l'armadio delle scope, Louis aveva capito che stessero architettando qualcosa, soprattutto dai palesi sguardi allusivi che si lanciavano in sua presenza a cena... e poi era lui il bambino e non Harry?, ma aveva fatto finta di niente, ruotando semplicemente gli occhi al cielo. Louis era comunque molto contento, il brodo che Harry gli aveva preparato in quei giorni sembrava essere prodigioso, infatti la sera il mal di testa era quasi del tutto sparito e la febbre era calata a 37 e 4. Un miracolo! Per essergli diminuita così tanto in un solo pomeriggio. Forse in fondo aveva fatto bene a dar retta a tutte le raccomandazioni di Harry, o forse erano stati i baci di Cécile.
 
Ora è placidamente addormentato al fianco destro del minore e russa piano. Harry invece è sveglio e lo osserva a pochi centimetri dal suo naso, con il braccio destro sotto il cuscino. Ha un sorriso luminoso e genuino dipinto in volto, anche da malato trova Louis bellissimo e non si stanca mai di assaporarne i dettagli delicati: i capelli spettinati e chiari sparsi per il cuscino, le ciglia distese morbide sulle guance, il naso ora un po' rosso per il raffreddore, le labbra sottili e sempre leggermente screpolate a rilasciare soffi leggeri che gli si infrangono sul volto.
 
Non può perdersi in 'chiacchiere' però, deve attuare il piano che lui e Cécile avevano studiato ieri sera. Così si alza molto silenziosamente dal letto, cercando di smuovere il meno possibile le coperte. In punta di piedi si dirige dal lato in cui dorme Louis e gli scosta le coperte da dosso. Il corpo di Louis infatti rabbrividisce un pochino. Harry si piega e lo prende piano piano tra le braccia, cercando di non svegliarlo.
 
Mentre scende le scale, prega che il suo ragazzo non si svegli e poi sorride quando nota che anche questa notte è andato a dormire con uno dei suoi maglioni, quello color panna con le righe rosse a zig-zag sul collo e all'altezza della pancia. Gli sembra così minuto tra le sue braccia lunghe e forti, tra le sue mani grandi, con quell'indumento che ora ha il profumo di entrambi mischiato, un profumo loro, la loro fragranza. Quasi non si mette a ridere quando scorge un altro paio di calzini marroni sotto quelli bianchi che sta indossando.
 
"Il mio piccolo bambino" sussurra così piano che quasi nemmeno lui riesce a sentirsi.
 
Arrivato in salotto, lo posa sopra il divano, il cuscino già sul bracciolo messo là la sera prima e lo copre con un'enorme coperta pesante. Beh, freddo non lo sentirà di sicuro, al massimo potrebbe morire di caldo!
 
Sempre in punta di piedi e cercando di non urtare niente, con un sorriso furbo sulle labbra, si dirige nella cameretta della sua piccola per andarla a svegliare.
 
Harry le carezza la testa ed il viso e Cécile sbadiglia e strizza l'occhio sinistro con la manina, prima di sorridere complice al padre.
 
Cercano di fare in fretta e soprattutto senza fare troppo rumore, ed in una mezz'ora circa la loro opera è conclusa. Si battono il cinque e Cécile ritorna tra le coperte.
 
Quando Harry ha in braccio Louis per la seconda volta, si raccomanda di nuovo a qualche Santo per non far si che si svegli e soprattutto per non calpestare niente e far strusciare tra di loro i fiocchi di polistirolo. Tutto però sembra essere andato del verso giusto ed Harry, un po' stanco a dir la verità, lascia sfuggire dalle sue labbra un sospiro di sollievo e si rimette sotto le coperte, accanto al fianco sinistro di Louis, nella medesima posizione di prima.
 
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La luce pallida del sole del mattino trapassa il vetro della finestra della camera dei due innamorati, infiltrandosi tra la trama delle tende chiare ed andando a colpire i volti sonnecchianti di Harry e Louis.
 
E' il ragazzo francese il primo a svegliarsi, davanti a se il viso dolce di Harry, poi però sposta lo sguardo ed alza un sopracciglio. Si mette a sedere e spalanca gli occhi increduli, che sono celesti come un cielo primaverile sotto quella luce chiara, e scuote il braccio di Harry sempre più forte.
 
"Harry!"
 
Il riccio alza il busto e sorride.
 
"Mais quoi?!" chiede interrogativo Louis.
 
La stanza è tappezzata di fiocchi di carta attaccati alle pareti, alla porta, sopra gli armadi... il pavimento è nascosto da uno strato di coriandoli, polistirolo e pezzettini di carta semplicemente stracciata, e tutto ciò è ovunque, anche sopra il letto e sopra ai comodini. La cosa più bella però sono i cinque fiocchi di carta, grandi circa una ventina di centimetri, che sono appesi al muro, Dio solo la come, e che probabilmente sono sospesi da del filo da pesca di Harry, quello che tiene in cantina. Questi  volteggiano e ruotano su se stessi, ci sono anche dei brillantini (gialli) attaccati sopra che riflettono specchi di luce.
 
"La nostra piccola e adorata bambina ha pensato che ti sarebbe mancata la neve, dato che sei malato e che non sei potuto uscire questi giorni. Lo so che volevi essere in giardino con noi l'altro giorno, ho visto dalla finestra i tuoi sorrisi tristi. Così Cécile ha pensato di portarti la neve dentro casa, in questo modo  possiamo giocarci tutti insieme. Buon Compleanno." dice  con voce calda e roca Harry, prendendo tra le mani quella sinistra di Louis, racchiudendola completamente.
 
Louis invece posa l'altra sua mano sulle proprie labbra che tramano dal pianto che sta trattenendo, qualche lacrima però esce fuori al margine dei suoi occhi. Fa una risata felice e si fionda direttamente e improvvisamente su di Harry, piangendo e ridendo contemporaneamente... ma è possibile?
 
Harry si ritrova con la schiena sbattuta sul materasso, non tanto per la forza che Louis ha usato, quanto per la sorpresa del gesto. Il francese sta letteralmente assaltando di baci ogni angolo del viso di Harry e quest'ultimo ride.
 
Poi Louis si ferma, tira su col naso e anche se si sente poco bene, è lucidissimo in quel momento: le mani appoggiate ai lati del volto del minore, la braccia distese, gli occhi umidi puntati a quelli color foglia di Harry.
 
Il viso di Lou è serio e velato di una grande felicità, non solo per la sorpresa, ma per la fortuna che ha: quella di avere un uomo meraviglioso, una figlia meravigliosa, una famiglia meravigliosa.
 
Non avrebbe mai creduto che la vita di un professore emigrante potesse essere quella che ora possiede. Di problemi ne hanno eccome, ma cosa importa di fronte all'avere una famiglia come la loro, forse è il suo bene più prezioso, forse non avrebbe mai voluto qualcos'altro di diverso da questo. La sua è una vita meravigliosa e ama quel tenerone e quell'ottimo marito e padre che è sotto di lui, per questo, con tutta la sincerità che la sua voce può rivelare dice
 
"Je t'aime" e parla con tutto il suo cuore in mano, penetrando con i suoi sguardo dentro le iridi dell'altro.
 
La mano così sensibile e dolce del minore arriva alla sua guancia destra e con i polpastrelli asciuga le ultime lacrime sul suo viso raffreddato e un po' rosso.
 
"je t'aime" sussurra a sua volta Harry, e si uniscono in un bacio delicatissimo ma talmente intenso...
 
"Amo te e amo Cécile tantissimo" gli soffia tra le labbra il maggiore una volta separatosi  da quel contatto.
 
Ma la loro tranquillità (ovviamente), viene interrotta dalla solita furia riccioluta, con tanto di fossette e sorrisi birichini, con indosso il suo pigiamino con le paperelle gialle (ovviamente).
 
"Buon Compleanno Papà!!" grida gioiosa, buttando all'aria il polistirolo e quasi inciampando tra la carta, portando nelle mani un pacchetto con un fiocco rosso.
 
Cécile posa il regalo nel letto e si getta tra le braccia di papà Louis che, come aveva fatto precedentemente con Harry, le riempie il viso di baci e la stritola in una abbraccio caldo, al quale si aggiunge pure Harry.
 
"Merci mon pâtisserie, è il regalo più bello di sempre"
 
"Ce n'è un altro papà!"
 
"Tieni" dice Cécile porgendogli il dono.
 
"U-un altro?" chiede sempre più incredulo e sempre più felice, mentre scarta la palla di neve.
 
"Guarda papà, questo è papà Harry, questo sei tu e questo infondo sono io" dice spiegando tutto come aveva fatto al negozio.
 
"Così avrai la neve quando vuoi, basta che la scuoti"
 
 Louis lo fa e guarda incantato il vortice di fiocchi che danzano intorno agli orsi di peluche e all'albero.
 
"Papà ora andiamo a giocare sulla neve dai, insieme!"
 
 
Quella camera sembra una scatola pronta per essere spedita per quanta carta e polistirolo ci sono, ed anche qualche fazzolettino usato in realtà. Il pacchetto comprende: un uomo grande dalle mani sensibili come il suo cuore, un uomo piccolo e francese che è un po' malato, ma che ora grazie ai baci della sua famiglia si sente molto meglio, e poi una bambina che sembra una peste, capricciosa come i suoi tanti ricci ed un po' ossessionata dal colore giallo, ma che in realtà ha un animo davvero dolce, una bimba vivace quanto buona.
 
Tre angeli di neve (o meglio di carta) sul fondo della scatola: uno piccolino al centro, uno un po' più grande alla sua sinistra ed il più enorme alla sua destra.
 
Che dite, vi piace questo pacchetto regalo?








 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-->CORNER<--
 
... Ta daaaaaa! ^^ Eccomi qui di nuovo, allora, non ho molto da aggiungere, solo che è un po' una mazzata questa storia, lo ammetto,ma è anche una bomba esplosiva di fluff e spero vi sia piaciuta. Certo, è un po' troppo "e vissero felici e contenti", ma fluff è fluff. (Inoltre vorrei dire che non credo che il polistirolo si venda così... ma diciamo che Liam è così gentile da avergli dato le sue scorte in magazzino :P ahaha va beh). Se avete gradito forse cercherò di pensare ad altre storie su questi personaggi, ditemi voi se vi piacerebbe risentire parlare della nostra piccola Cécile e di quei due paparini :P Bene.. credo che andrò a dormire, è notte fonda (quindi gli errori potrebbero essercene in abbondanza) e lavoro a questa storia da tutto il giorno (mi sto sciogliendo ! ahahah)
 
Infine ringrazio tutti, ma davvero tutti, perché cavolo, "Amore e Insicurezze" ha più di 700 visite e l'ho postata solo qualche giorno fa e "Barba e Bua" e "Pantofole" anche loro non scherzano... un po' di meno "Acchiappasogni di venerdì", ma va beh, forse non a tutti piace il genere, o semplicemente fa schifo (dipende dai punti di vista ahaha). Per ultimo ringrazio Owen che è stata molto gentile con me ed ovviamente anche Finitem_ che è grazie a lei se ho deciso di buttare giù questa specie di OS su questi tre.
 
Grazie mille di nuovo e se vi va lasciate un recensione ^^
 
ps: ultima cosa... volevo solo dire.. ora potete capire il titolo (che comunque continua a non avere senso) che ho messo alla OS.... ok Ciaoo!
 
Elena.
 
 
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(ehmm.. non sono capace a fare il collegamento sulla parola e cose così... va beh, ve bene lo stesso no? :P )



(ok, ora mi odierete perché non finisco mai, ma credo che questo avviso sia abbastanza importante. Allora, alcuni mi hanno fatto notare che le mie storie presentano alcuni errori di ortografia che, aimè, non avevo notato.. dato che mi dispiacerebbe davvero se qualcuno smettesse di leggerle perché essi potrebbero recare fastidio, cercherò al più presto di ricontrollare e correggere. Chiedo ancora scusa per ciò e cercherò di rimediare. Grazie per chi me lo ha fatto notare e mi scuso se qualcuno ha potuto trovare fastidio durante la lettura per ciò. Purtroppo ora sono molto impegnata e non so quando lo farò, ma lo farò sicuramente. Inoltre, dato che sto al quinto anno di liceo, c'ho da fare 'sta benedetta patente (che sono proprio impedita!! :( ) e pianoforte ecc, mi stanno tenendo molto impegnata, non so bene quando pubblicherò nuove storie, spero davvero al più presto.. e magari mi impegnerò a creare storie con più spessore :). Grazie mille per l'attenzione e a presto! )
  
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