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Autore: Aki_chan_97    03/01/2014    3 recensioni
One shot dall'episodio 35.
"Una mano di proporzioni gigantesche mi sovrasta con la sua ombra grigia. Persino quel buio non riesce ad incenerire tanti colori quanti il palmo a cui appartiene, forgiato di tenebre ancora più fitte.
....
È come se qualcosa stesse stritolando la mia anima. Sento quella mano affondare tra le mie membra ed arrivare al mio cuore ancor prima di raggiungermi fisicamente. Essa si abbassa sempre di più, divorando la distanza che ci separa con una tale furia ed odio da fare a pezzi tutto ciò che ancora rimane della strada sottostante."
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Yusei Fudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Nell’antro buio e tenebroso della scrittrice*
 
Io: salve a tutti, carissimi :D eccomi di nuovo con una one-shot scritta in due orette buone così, di getto, la più dark che abbia mai steso <.< Si, tratta di morte, e lo so, è un genere un po’ delicato, però volevo cimentarmi e mettermi alla prova, spero di esserci riuscita ^^ normalmente farei intervenire anche i miei compagni di stanza nella presentazione, ma Aki è impegnata a consolare Yusei che si è fiondato faccia sul cuscino sul mio letto dopo aver letto la one-shot... questo spiegherebbe perché sia notte fonda e non sto dormendo XD (o almeno, adesso che ho scritto questa frase lol)
 
È presente sangue, dunque attenti se siete sensibili alla materia ^-^” se non avete visto l’episodio 35 (originale con audio giapponese intendo) prima vi consiglierei di dargli uno sguardo, capireste meglio cosa succede ^_______^” sì, c’è una differenza notevole. (Grazie mediaset... -.-“)
 
POV: Yusei (ovviamente)
 
È finita. Non ho più speranze di fuggire. La sentenza di morte incombe su di me, ed io non posso più ribellarmi. Una mano di proporzioni gigantesche mi sovrasta con la sua ombra grigia. Persino quel buio non riesce ad incenerire tanti colori quanti il palmo a cui appartiene, forgiato di tenebre ancora più fitte. Lunghe linee di un azzurro fluorescente ed innaturale percorrono quel lungo arto, descrivendo oltre il suo apice una specie di immenso occhio. È solo un cerchio, un cerchio vuoto, eppure nulla in vita mia mi ha mai fatto sentire più perso, in balia dei miei peggiori incubi. È come se qualcosa stesse stritolando la mia anima. Sento quella mano affondare tra le mie membra ed arrivare al mio cuore ancor prima di raggiungermi fisicamente. Essa si abbassa sempre di più, divorando la distanza che ci separa con una tale furia ed odio da fare a pezzi tutto ciò che ancora rimane della strada sottostante.
È come se tutte le speranze siano state annientate e spente ancor prima di vedere la luce. Non è rimasto più nulla, e presto tutto finirà. A questo punto, non rimane che prepararsi. Niente addii, niente visi familiari... solo una condanna. Solo la morte. Altro non è concesso, pare. Se questo dev’essere il mio fato, io, essere umano, cosa posso fare? Cosa può fare un semplice essere umano, qui e adesso, davanti ad un dio immortale? Avevo tentato tutto, e nulla aveva sortito effetto. Questo vento che un tempo accendeva il mio spirito, ora ha perso tutta la sua energia. Non sento più forze dentro di me. Ogni minimo senso di volontà ha abbandonato il mio corpo che ora rimane immobile in attesa del suo giudizio, come un fantoccio. Sento per la prima volta la paura dipingere i miei occhi: paura vera, quella che si ha quando la vita viene tratta in ballo. Mai mi era accaduto. Quegli antichi spiriti ci avevano lasciato ereditare i loro poteri, i loro destini, le loro responsabilità; illusi, loro ed io. Credevo di essere una persona forte capace di sopportare tutto, ma questa mia fiducia ora vacilla: ho trovato qualcosa che è ben oltre la mia portata. Non posso far altro che lasciare il tempo scorrere, il tempo della mia vita, lo stesso di quel filo delicato che, a quanto pare, verrà tranciato tra pochi istanti.
Distolgo lo sguardo dal movimento lento ed ipnotico di quell’immenso palmo, chiudo con forza gli occhi e incasso la testa tra le spalle, stringendo i denti e i pugni. Cerco inconsciamente di rafforzare ogni tipo di barriera ancora a mia disposizione, prima del grande impatto. Qualcosa dentro di me si ostina a resistere, ma perché? Non lo so, e non so nemmeno se mi verrà concesso saperlo. Avverto uno strano movimento e suono dal mio mezzo già vacillante, un’esplosione forse? Potrebbe darsi, ma non ho il tempo per rifletterci.
Finalmente qualcosa è accaduto, ed ha posto fine a quell’orribile attesa. All’improvviso però avverto il contatto con il suolo. Spalla, schiena, gambe, schiena, braccia, spalla, torace, di nuovo spalla e ancora schiena: non c’è modo di arrestare questa folle corsa, questo continuo scarico di energie tramite il mio intero corpo. Tutto il mondo attorno a me gira, il cielo, la terra, e di nuovo il cielo. Poi qualcos’altro mi sorprende, una nuova sensazione: puro dolore. Devo aver urtato qualcos’altro sul terreno, oltre alle svariate rocce disseminate lungo il percorso.
Infine mi arresto.
Tutto si è fermato, tutto.
È finita. Ora tocca alla morte. La sua falce che mi ha appena trafitto assomiglia ad una grande scheggia di metallo, perché ora che sono fermo ho la possibilità di sentirla. La sento, rigida. Qualunque tentativo avanzi per alleviare questo dolore, so già che non mi porterà a nessun risultato. Avverto quella lastra in tutta la sua lunghezza. È conficcata nella mia carne troppo in profondità per poterla estrarre senza danni peggiori. Ha oltrepassato senza pietà la barriera naturale della mia pelle, dividendola in due fino ai muscoli. Non ho idea di cos’altro abbia ferito, so solo che fa un male atroce. Non riesco a sopportarlo. Non ora che anche i miei sensi stanno cedendo uno dopo l’altro sotto il peso di quest’agonia. Sento il sapore metallico del sangue pervadere la mia bocca. Avverto la sostanza dello stesso liquido caldo e denso scendere sulla mia guancia rivolta a terra; non si arresta... Per favore, non ne posso più. Così morirò davvero.
Sento il mio cuore battere ancora nel mio torace, tremante. Non si ferma, non ancora, ma soffre. Soffre perché sa cosa è successo e perché è successo. Soffre perché continua a battere nel mio corpo dolorante, portando altro sangue verso la ferita aperta... Lo avrei sentito rallentare?
Ognuna delle mie membra sta iniziando ad intorpidirsi. Non ho la forza nemmeno di parlare. I miei respiri diventano sempre più rarefatti. Cerco di recuperare l’ossigeno che inizia lentamente a mancarmi, ad un ritmo sempre maggiore.
È freddo. Fa freddo. È fredda questa lamina, è freddo il terreno, è freddo il mio corpo, è freddo tutto. Solo il sangue sembra essere ancora caldo. Non ho mai sentito quell’odore, o quel sapore, e mai avrei immaginato di poterlo assaporare tramite il mio stesso liquido vitale. È sempre più forte, soprattutto adesso che quella chiazza rossa si è allargata sul mio stomaco, danneggiato a tal punto da lasciar scorrere quella sostanza cremisi lungo tutto il bordo di quel pezzo di metallo. Goccia dopo goccia, questa si riversa a terra: se riuscissi a schiudere gli occhi per un momento, potrei vederla fluire in un piccolo rivolo che mi striscia affianco.
Poi il terreno trema: una moto si sta avvicinando. Sento una voce lontana... Che si tratti di Kiryu? Sì, dev’essere lui. La sua voce è ricolma di disprezzo. Durante tutto il duello non sono riuscito a scorgere nemmeno per un istante il mio vecchio amico. Questo che sta ridendo non è lui. Ha il suo aspetto, ma non è lui: quello è un demone. Non riesco a distinguere le parole del suo scherno, ma meglio così; sono confuse e distanti, eppure l’odio di cui sono ricolme è palpabile. Non sono riuscito a far nulla, non sono riuscito a salvare né lui né me stesso.
Aveva ragione, forse? Era a causa di un mio errore che i suoi occhi erano diventati così bui? Per diventare un Dark Signer è necessario morire: lui aveva già attraversato la soglia della morte una volta. Mi trascinerà con sé negli Inferi adesso? Anche i miei occhi perderanno la loro luce?
All’improvviso odo il fragore di quel motore, di nuovo; percepito da terra è assordante. Mi sforzo di guardarlo mentre si allontana lasciando una scia impolverata innalzarsi sulla strada.
 
Kiryu, perché?...
 
Non mi resta molto tempo. Me lo sento addosso: è come un conto alla rovescia. Ma che diamine, devo abbandonare così la mia vita? Devo esalare il mio ultimo respiro qui, in questo inferno? Senza il calore di nessuno dei miei amici? Non posso morire così, non voglio! Non oggi! È troppo presto per me! Che sarebbe successo ora? Come avrei fatto a proteggerli? Come avrei fatto a stare senza di loro? Li avrei persi tutti? Non mi sarebbe stato concesso di tenere nulla di loro con me? Spero che ciò che si racconta sia vero, che ci sia un altro mondo dopo la morte, un paradiso dove poter riposare in pace e magari osservare la Terra. Il Satellite non è di certo stato il miglior posto in cui crescere, però avevo trovato degli amici, e condividevo con loro sogni e speranze. Vorrei dir loro tante cose: che gli voglio bene, che mi dispiace, che devono restare insieme, che devono essere felici...
 
Poi mi ritorna in mente un’altra persona, una ragazza: la più bella che abbia mai conosciuto. Avrei voluto vederla ancora una volta. Farle aprire gli occhi, quegli occhi castani così belli, ricordarle che tutto ciò che aveva udito dalle mie labbra durante il nostro duello era vero. Le avevo detto che me li sarei portati via... Il suo dolore e la sua sofferenza... Tutto, gliel’avevo promesso... Ma ora non potrò più farlo. Cosa penserà lei di me? Cosa le succederà? Mi basterebbe rivederla, anche una sola, ultima volta, dirle solo una parola... Invece non potrò salutare nemmeno lei. Non è giusto. Nessuno mi sentirebbe adesso.
 
Mi dispiace, addio...
 
Poi, sento altre voci. Stavolta le riconosco, benché mi sembri di udirle come se fossi sott’acqua. Ragazzi? Crow? Che ci fate qui? Almeno, alla fine siete arrivati... Mi sento più leggero, no, qualcuno mi ha preso per le braccia e mi sta sollevando. Lo spostamento di gravità però peggiora il male allo stomaco. La mia coscienza sta per abbandonarmi del tutto, e il mio corpo non reagisce; il buio che circonda la mia vista si infittisce. Sento la mia schiena incurvarsi e un’altra pressione, forse il mio corpo stesso, comprimere la ferita. No, basta... non di nuovo... Non posso sopportare oltre... finirà mai questo dolore? Tutto sta andando contro la mia volontà, tranne una cosa: qualcosa che dentro di me si ostina a restare viva. La morte ancora grava su di me, nera, vicina, munita di artigli e zanne, eppure c’è... qualcosa...  non so cosa sia, però è forte, non importa quanto tempo stia scorrendo, questa specie di scintilla resta vivida a dispetto del mio dolore, e so che resterà così con tutta la sua volontà.
 
Lo sta gridando, splenderà così finché resterà qualcosa di me. Voglio seguirla. Voglio seguire quella stella. Combattere. Ho ancora un modo per impedire quest’ingiustizia: prima mi ero arreso, ma i miei amici hanno continuato a darmi forza, anche se solo nei miei pensieri, anche se solo con le loro voci dalla superficie di questo mare. Non li deluderò così. Lo devo a loro e a me. Non so cosa mi toccherà fronteggiare oltre, cosa mi potrebbe aspettare se riuscissi a superare questo dolore, questa morte che ancora mi minaccia, ma non devo mollare proprio adesso. Devo resistere ancora... solo un altro po’. Poi sarei stato liberato da questa morsa soffocante, giusto?  Forse questa volta la speranza avrebbe convinto la realtà che le cose sarebbero andate diversamente. Forse avrei svelato quell’arcano mistero chiamato “destino”. Anche se attorno a me c’erano solo buio e dolore, sapevo che presto la luce avrebbe illuminato di nuovo i miei occhi.
 
No, non finirà qui. Questa è una promessa.
 
 
*nell’antro buio e tenebroso della scrittrice*

 
Io: tranquilli, il nostro eroe non è morto XD *si prepara per i pomodori ed eventuali armi* mi auguro che vi sia piaciuto comunque ^_^” Mmh, potrei pensare ad altre one-shot scritte in questo stile (così a mo’ di riscrittura)... mah, a voi le proposte XD
Se avete suggerimenti/ correzioni/ critiche da fare, io sono qui ^.^ sempre che Aki non mi ammazzi, ovviamente! :D una bella recensione mi salverebbe!! *inizia a scappare*
  
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