50% di
sconto.
Courtney chiude
il PC, si stiracchia perché finalmente ha
finito la sua tesina, l’ha ricontrollata così
tante volte che ormai conosce ogni parola a memoria. Vede il telefono
che si illumina, lo prende in mano aprendo il messaggio che le
è arrivata.
Bridgette:
Court ricordati che oggi alle sette c’è il
compleanno di Gwen.
Courtney ci
mette qualche secondo a registrare il tutto nel suo cervello:
Compleanno. Gwen.
Il compleanno della sua migliore amica, è il compleanno
della sua fottutissima migliore amica e lei se n’è
completamente dimenticata.
“Merda!” Esclama alzandosi velocemente e guardando
l’orario, sono solo le cinque di pomeriggio ha tempo per
comprarle un regalo, truccarsi, cambiarsi e lavarsi, forse dovrebbe
fare le cose in un ordine diverso ma ora la sua mente è
fissa a cosa potrebbe comprare a Gwen. Perché maledizione,
lei è Courtney Barlow come ha potuto dimenticarsene? Tutta
colpa di quella stramaledetta tesina. Sì, è
sicuramente colpa sua.
Duncan cerca di
infilarsi malamente i jeans strappati, saltella su un solo piede
infilando l'altra gamba nella stretta stoffa, perché sono le
cinque e trenta di pomeriggio e tra meno di due ore dovrà
essere al compleanno della sua ragazza, conoscerà i suoi
amici e per colpa di Scott, si è completamente scordato di
comprarle un regalo.
“E’ tutta colpa tua!” Sputa fuori mentre
l’altro sorride divertito vedendolo saltare per casa, in
cerca delle chiavi della sua moto e del portafoglio.
“Quella femmina ti ha completamente fottuto il
cervello” commenta sarcastico. Duncan alza gentilmente il
dito medio con un sorriso ironico stampato sul volto. Si infila la sua
giacca di pelle, ed uscendo veloce dall’appartamento che
condivide con il suo – ormai ex – migliore amico.
Si mette il casco, salendo a cavalcioni sulla moto, pensando a che
regalo possa comprare a Gwen, poi come un lampo a ciel sereno gli viene
in mente il negozio alternativo, che sta per chiudere quindi
sicuramente ci saranno anche vestiti a basso prezzo. Sfreccia per le
strade, evitando macchine e ragazzini con i loro scooter, arrivando
finalmente a destinazione e leggendo l’insegna del negozio.
“Alternative”
Ghigna soddisfatto entrando e facendo tintinnare il piccolo
campanellino sulla porta.
Courtney impreca
sfrecciando con la sua mini-cooper per le strade affollate, non si
ricorda dove sia quel maledetto negozio dove vendono tutta quella roba
assurda che piace tanto a Gwen. Una vecchietta le attraversa la strada
a passo di lumaca, e Courtney ha una strana voglia di schiacciare
l’acceleratore e prenderla sotto. Alla fine, però,
opta per una suonata di clacson che fa sobbalzare la vecchia signore.
Infila una mano nella borsa che è sul sedile di fianco a
lei, armeggiando per trovare il palmare, mentre gli occhi rimangono
fissi sulla strada. Vede un’insegna rossa
“Alternative” e quasi non urla dalla gioia,
perché è quello il negozio. Parcheggia
immediatamente l’auto, vicino ad una moto rossa
fiammeggiante, scende urtandola per sbaglio, mentre afferra con una
mano la borsa.
Scrolla le spalle come se non fosse affar suo, dirigendosi a passi
svelti verso l’entrata, non appena apre la porta sente un
fastidioso tintinnio. La commessa la saluta cordialmente, lei ricambia
con un cenno della mano, adocchiando immediatamente un vestito nero
lungo di pizzo, ricamato sulla stoffa ci sono delle ragnatele, e il
corpetto è stretto da dei lunghi nastri color blu notte.
Courtney capisce subito che quello è l’abito
perfetto per Gwen, quindi senza esitazione si avvicina afferrandolo ma
nello stesso momento una mano si poggia vicino alla sua trattenendo la
stoffa.
Duncan alza un
sopracciglio, ha notato quel vestito non appena è entrato ma
ha deciso di dare un’occhiata in giro, optando infine per
quello. Nello stesso momento in cui lo stringe tra le dita, nota che
anche un’altra ragazza lo ha preso, gli da una veloce
occhiata e una come lei non potrebbe mai portare una cosa del genere.
Porta dei jeans stretti a vita alta, e una camicia bianca inserita per
metà dentro di essi, la pelle è olivastra e gli
occhi sono scuri come quelli di una cerbiatta. Ma vuole fregargli il
regalo perfetto, e Duncan non si fa mettere i piedi in testa da nessuno!
“Scusa principessa, questo è mio!”
Ghigna, mentre la ragazza aggrotta le sopracciglia lanciandogli vari
sguardi d’odio e tenendo la mano ferma.
Courtney alza il
viso incontrando due occhi ghiaccio, arriccia il naso vedendo quegli
orribili piercing che porta il ragazzo, non appena sente quelle parole
la sua espressione muta. Quel vestito deve essere suo, è
perfetto per Gwen e lei non vuole certamente fare brutta figura.
Corruccia la fronte, non appena vede il sorriso del ragazzo.
“Non sapevo che anche i trogloditi si mettessero la
gonna” replica inacidita lei.
Duncan le lancia
uno sguardo tra lo stupido e il contrariato, quella ragazza ha qualcosa
che lo affascina, ma non è il momento di pensarci, deve
farsi valere quindi strattona il vestito poco gentilmente.
“Mi piace prendermi cura di me” risponde ironico.
Courtney avanza
di un passo quando sente che il ragazzo che sta tirando la stoffa, lei
lo tiene saldamente tra le lunga dite affusolate lanciandogli sguardi
d’odio.
“Dammelo!”
Duncan monta su
un sorriso malizioso, non appena sente la ragazza alzare la voce e dire
quella specifica parola.
“Se proprio lo vuoi, potrei anche dartelo” le fa
l’occhiolino.
Courtney coglie
immediatamente il riferimento erotico, le guance si tingono giusto un
po’ di rosso, ma assottiglia gli occhi, alzando il piede e
tirandogli un forte calcio nelle parti intime.
“Ops, non volevo” si scusa fintamente lei.
Duncan sente un
dolore lancinante nel basso ventre, molla immediatamente la stoffa nera
portandosi le mani a coprirsi i gioielli di famiglia, mentre lei dopo
un primo momento di imbarazzo lo guarda con un cipiglio divertito.
“Maledetta” sussurra.
Courtney gira i
tacchi stringendo il vestito nelle esili braccia, conscia che quello
era un colpo basso – in tutti i sensi- ma felice e orgogliosa
per aver vinto quella specie di battaglia. Arriva alla cassa quando si
accorge che lui l’ha appena affiancata.
Duncan con
ancora le palle doloranti, insegue la ragazza per il negozio che
intanto ha già appoggiato il vestito ed è pronta
a pagare, si mette di fianco a lei poggiando una mano sulla stoffa nera.
“Mi hai dato un calcio e vuoi anche prenderti il
vestito?!”
Courtney sbuffa
sonoramente con l’intento di farsi sentire dal ragazzo,
mentre la commessa li fissa indecisa sul da farsi.
“Io voglio questo” sibila, “tu puoi
trovare qualcos’altro” continua convinta.
Duncan la guarda
con un sopracciglio alzato, quella ragazza è semplicemente
odiosa, gli ricorda un di quelle principessine tutte perfettine che si
credono migliori degli altri, di certo non l’avrà
vinta con lui, cerca di mettere su il suo sorriso migliore.
“Potremmo accordarci” le sussurra con voce sensuale.
Courtney
sentendo quelle parole, gli sorride. Ma non un sorriso gentile o
cortese, no uno di quei sorrisi da presa per il culo.
“Ci siamo già accordati” lo informa,
“io prendo questo e tu smammi” lo liquida
sbrigativa.
Duncan rimane
per un attimo interdetto, poi afferra la stoffa tirandola verso di
sé e guardando in cagnesco la ragazza, che senza troppi
indugi ricambia lo sguardo assottigliando gli occhi scuri. Non
può fare a meno di pensare che sia davvero carina, se solo
avesse un carattere migliore.
“Senti principessa, fai la brava e dammi questo maledetto
vestito!” Esordisce Duncan.
Courtney
arriccia il piccolo naso all’insù sempre
più infastidita, soprattutto dopo aver sentito con che nome
l’ha chiamata, ma come si permette! Tira anche lei il vestito
stringendoselo al petto e assottigliando gli occhi.
“Non chiamarmi principessa!” Ribatte con un
cipiglio offeso.
Duncan alza gli
occhi al cielo, non la sopporta già più. La
cassiera interrompe il diverbio tra i due tossendo imbarazzata.
“Ci
sono molti altri vestiti simili a questo.”
“Ma io
voglio questo!” Ruggisce Courtney tirandoselo un
po’ più vicino e osservando si sottecchi il
ragazzo che ha di fianco, e che non sembra assolutamente intenzionato a
mollare la stoffa nera.
Duncan la fissa
con quasi astio, mettendo su il suo solito ghigno sarcastico. Non
è assolutamente intenzionato a mettere da parte il suo
orgoglio maschile per darla vinta a quella principessina viziata.
Assolutamente.
“Sì, anche io voglio questo!”
La cassiera fa
saettare lo sguardo tra i due, che intanto si fissano rabbiosi negli
occhi, sospira per poi passarsi una mano tra i capelli castani, non
poteva chiudere prima il negozio?
Courtney inizia
ad innervosirsi non è mai stata una ragazza paziente, e
sicuramente non lo diventerà. Ma quello che più
le fa rabbia è il ghigno divertito che continua ad ostentare
quel ragazzo con quella orribile cresta verde. Perché
più Courtney la guarda e più le viene voglia di
prendere delle forbici e tagliarla di netto.
“Senti zotico di un punk,” sputa queste parole con
astio, “se non molli subito questo vestito ti denuncio per
molestie!”
Duncan la guarda
sorpreso, perché davvero lo ha appena minacciato di
denunciarlo? Gli è già capitato che uno
psicopatica lo abbia denunciato, si ricorda ancora di quella vecchia
pazza che sosteneva che lui gli aveva rubato il gatto. Non
c’entra nulla il fatto che era vero, insomma! Lo voleva
regalare alla sua prima fidanzata, non pensava di fare certo un torto a
nessuno, giusto?
“Oh che paura!” Esclama ironico facendole il verso.
Courtney sta
meditando seriamente di ucciderlo, tra poco lo prende per il collo e lo
strozza. Ma come fa ad essere così maleducato!?
“Insomma! Sei un uomo dovresti fare il galante e lasciarmi
questo vestito!” lo ribeca lei.
Duncan alza gli
occhi esasperato, e ti pareva che una come lei non tirasse fuori la
storia che lui è un essere di sesso maschile e stronzate
varie? Poi le donne vogliono pure la parità tra i sessi.
“Senti” sta per dire qualcosa di assolutamente
sconveniente quando la cassiera li ferma.
“Adesso
basta!” Urla con il viso paonazzo, “siete pregati
di lasciare il mio negozio!”
Courtney si
lascia andare ad un grugnito girandosi verso il ragazzo,
“è tutta colpa tua!” Ruggisce mollando
il vestito e andando verso la porta senza aspettare una risposta.
Duncan la fissa
allibito, butta il pezzo di stoffa nero sul bancone seguendola,
perché non è colpa sua.
“Ehi tu!” dice richiudendosi la porta alle spalle,
la ragazza fa oscillare i lunghi capelli guardandolo con astio.
Courtney si gira
sentendo quell’irritante voce un’altra volta,
assottiglia gli occhi a due fessure minuscole vedendo il ragazzo che
trafelato viene verso di lei, scuro in volto.
“Ho un nome troglodita! Non mi chiamo -Ehi tu!-” Sbotta
infastidita.
Duncan alza gli
occhi al cielo perché quella ragazza è davvero
qualcosa di assurdamente odioso.
“Mi perdoni principessa” finge un inchino,
“ma non so il suo nome” continua fintamente
dispiaciuto, mettendo su una faccia da cucciolo.
Courtney lo
guarda ancora per qualche secondo, poi gira i tacchi prendendo le
chiavi della sua mini-cooper e aprendo la portiera, ci si butta dentro,
a velocità di record la accende e inserisce la marcia,
pronta a togliersi dalla mente quel sorriso fastidioso e quella voce
così sensuale. Sgrana
completamente gli occhi a quel pensiero, grugnendo qualche insulto e
uscendo finalmente dal parcheggio.
Duncan fissa la
mini-cooper nera sfrecciare fuori dal parcheggio, sospira andando verso
la sua moto e notando un enorme graffio sulla fiancata, boccheggia
qualche secondo completamente sconvolto, “quella
bastarda!” ruggisce, mettendosi il casco e salendo a
cavalcioni sulla moto.
Courtney guarda
alibita il regalo che stringe tra le mani, una piccola scatolina tutta
blu con un fiocco argento, geme sconsolata al ricordo di quel
bellissimo vestito che avrebbe potuto comprare alla sua migliore amica,
se solo non si fosse messo in mezzo quel punk da quattro soldi. Con un
sospiro clicca il campanello in attesa che Gwen le apra, non deve
aspettare molto, perché la porta della piccola villetta a
schiera si spalanca, mostrando una ragazza dalla carnagione bianca e
gli occhi scuri, stretta in un tubino nero. Ha un’espressione
annoiata sul viso, che muta immediatamente non appena vede Courtney.
“Court! Puntuale come sempre!” Ride Gwen facendosi
da parte per fare entrare l’amico, che con il solito cipiglio
infastidito le mette il regalo tra le mani e le stampa un piccolo bacio
sulla guancia.
Duncan impreca
mentre guarda l’orario sul cellulare è
terribilmente in ritardo, tutto per colpa di quella spocchiosa
principessina, perché se lei avesse mollato quel maledetto
vestito, lui non avrebbe dovuto fare il giro di tutta Toronto per
trovare almeno un regalo decente. Suona il campanello un paio di volte
prima che qualcuno gli venga ad aprire, è una ragazza che
non ha mai visto. I lunghi capelli biondi sono lasciati sciolti, i
grandi occhi lo scrutano curiosi, porta un semplice vestito a fiori
– che lui, per inciso, trova orribile- con dei tacchi alti
azzurri.
“Sei Duncan?” Domanda con voce gentile, lui
annuisce lei tende la mano sorridendo, “sono Bridgette
un’amica di Gwen mi ha parlato molto di te.” Duncan
più per non sembrar scortese che per altro, cerca di
ricambiare il sorriso stringendogli forte la mano, lei si sposta giusto
un po’ per farlo passare.
Courtney si
lascia sfuggire una risata mentre Gwen si butta sul divano, esausta
dalle domande di Bridgette e dalle continue discussioni di LeShawna e
Heather.
“Giuro che la uccido” sibila appoggiando la testa
sulla spalla di Courtney, in un disperato tentativo di conforto.
“Però l’hai invitata” le fa
notare Courtney con un sorriso beffardo, sapendo perfettamente di chi
stanno parlando anche se la festeggiata non ha fatto nomi. In risposta
ottiene solo un grugnito sommesso, e delle parole – insulti
per l’esattezza- ovattati dalla sua spalla.
Si guarda curiosa in giro vedendo Bridgette tornare, dietro di lei un
ragazzo con la cresta verde.
Cresta. Verde.
Il suo cervello ci mette qualche secondo a registrare, si alza
immediatamente di scatto facendo sobbalzare Gwen che la guarda con le
sopracciglia inarcate.
Duncan entra
nella stanza, e si guarda intorno in cerca della sua ragazza, ma prima
che la possa trovare un movimento brusco attira la sua attenzione.
Nota subito la pelle olivastra stretta in un tubino bianco e gli occhi
scuri da cerbiatta che lo guardano in un misto di odio e orrore.
“CHE
DIAVOLO CI FAI QUI!?” Urlano all’uniscono entrambi
indicandosi con il dito come farebbero i bambini piccoli, tutti si
girano a guardarli.
“Tu
sei la pazza che mi ha messo i bastoni tra le ruote!”
“Tu sei il troglodita che mi ha impedito di comprare il
vestito!” Esclamano nuovamente all’uniscono.
“Tu mi
hai segnato la moto!” La ribecca lui avvicinandosi a grandi
passi, mentre tutti gli invitati si spostano, curiosi di vedere come
procederà la cosa. “Lo sapevi e me l’hai
segnata!” La accusa.
“Mettiamo
l’ipotesi che io abbia segnato questa fantomatica moto, come
avrei fatto a sapere che era tua? Ho i super poteri, oh grazie di
avermelo fatto notare!” Gli risponde lei ironica facendo
qualche passo verso di lui.
Prima che uno
dei due potesse dire qualcosa di veramente sconveniente si frappose tra
di loro Gwen, guardando prima Courtney e poi Duncan.
“Suppongo
che voi due" dice indicandoli, "abbiate avuto modo di
conoscervi” constata Gwen un po’ titubante,
Courtney le lancia uno sguardo di fuoco.
“Hai
presente,” prende parola lei con un tono quasi solenne,
“quando prima ti ho raccontato le mie disavventure con il tuo
regalo e il troglodita?” Domanda retorica, senza aver davvero
bisogno di una risposta, ma Gwen annuisce lo stesso. “Ecco,
è lui il troglodita!” Esclama alzando di qualche
tono la voce.
“Non
ascoltarla!” Ribatte Duncan, “è tutta
colpa sua, lo avevo visto prima io!” Si difende.
“Ma lo
avevo preso prima io!” Ribadisce Courtney non nascondendo il
tono nervoso che ha preso la sua voce.
Gwen si passa
una mano sul viso guardandosi intorno in cerca di aiuto, Heather in un
angolo sta filmando tutto col suo cellulare, con
un’espressione più che felice sul viso. LeShawna
scuote la testa, Harold il suo fidanzato sta in disparte impegnato a
giocare con quello che ha tutta l'aria di essere un Gem Boy. Per sua
fortuna in soccorso vengono Bridgette e Geoff.
“Ehi
amico, calmati è la festa della tua ragazza!” Dice
Geoff con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto, mentre
appoggia una mano sulla spalla di Duncan, che lo guarda in un primo
momento scettico e poi sospira quasi sconfitto sibilando un
“hai ragione” silenzioso.
“Dai
calmati Court” lei sospira annuendo impercettibile, non
smettendo però di fulminare con lo sguardo il punk.
Courtney sospira
entrando nel bagno della casa, perché la serata non sta
andando come si aspettava, è un completo disastro. Lei e il
troglodita –che ha scoperto chiamarsi Duncan- non la smettono
di lanciarsi occhiate cariche d’odio e risentimento, Heather
non fa che fare commenti assolutamente inopportuni e Harold sembra
essere diventato la vittima di Geoff e Duncan. Perché come
se non fosse abbastanza quello stupido punk ha stretto amicizia con uno
dei suoi migliori amici, fanno perfino comunella insieme! Lo odia,
decisamente.
Duncan vede
Courtney – la ragazza che gli ha segnato la moto- uscire
dalla stanza, è stata lontano da lui tutta la serata,
fulminandolo con lo sguardo. Incuriosito la segue, Gwen gli ha chiesto
di chiarire con lei, sostenendo che Courtney non è una
cattiva ragazza e che ha solo un carattere un po’ difficile.
Lui le ha quasi riso in faccia, perché quello non
è ‘avere
un carattere difficile’ quello è
essere proprio pazze. Oh beh, almeno non è pazza quanto Izzy
la sua amica d’infanzia, che nonostante siano esattamente
diciannove anni che si conoscono, fatica ancora a capire certi suoi
comportamenti, sempre che ci sia qualcosa da capire, ovviamente.
La vede entrare nel bagno, e dopo alcuni secondi apre la porta, sapendo
perfettamente che non sta facendo nulla se non prendersi una pausa
dalla piccola festa.
Courtney
sobbalza leggermente quando sente la porta aprirsi, dallo specchio vede
una cresta verde spuntare dietro di lei. Arriccia il naso contrariata
girandosi immediatamente a assottigliando gli occhi.
“Potevi bussare, non si entra in bagno mentre
c’è qualcuno!” Lo ribecca lei con
sguardo duro.
“Calma,
calma principessa” dice Duncan, mentre si apre un ghigno sul
viso, “sono venuto in pace” afferma, alzando
entrambe le mani con i palmi aperti rivolti verso Courtney. Lei alza un
sopracciglio scettica, poi con un gesto sbrigativo lo incita a
continuare. “Che ne dici se dimentichiamo tutto, io
farò finta che tu non mi abbia rigata la moto, e tu la
smetterai di essere così indisposta nei miei
confronti!” Propone il punk, aspettandosi una risposta
affermativa dalla ragazza, come è di norma.
Ma Courtney non
è una ragazza normale, e sicuramente non perdona facilmente,
quindi ostenta un sorriso ironico avvicinandosi a grandi passi verso
Duncan, che la guarda interdetto.
“No.” Risponde lapidaria prima di piegare il
ginocchio verso l’interno e alzare il piede, prendendo poi
forza e facendolo cozzare contro lo stinco di Duncan, che geme per il
dolore.
“Almeno
stavolta non mi hai preso le palle” sibila ironico
massaggiandosi il punto dolente con la mano.
“50%
di sconto” dice con tono ovvio Courtney, osservando divertita
lo sguardo perplesso di Duncan.
“Come?”
Chiede infatti mentre lei si allontana da lui ancheggiando.
“Dato
che hai ammesso di aver sbagliato, ti ho colpito solo la gamba e non le
parti intime, hai avuto il 50% di sconto!”
Note:
Umh non ho molto da dire xD tranne che questa cosa è molto
ironica c: e io mi sono divertita un sacco a scriverla. Ho scritto
davvero una Gwencan? Mi stupisco di me, pensavo che non sarei mai
riuscita a scrivere di loro come coppia. Sinceramente è il
primo esperimento di questo genere di fiction, infatti ho cercato di
alternare due pov in terza persona, quelli di Duncan e quello di
Courtney appunto c:
Sono emozionata *cade lacrimuccia* No comunque come al solito se
trovate errori non esitate a dirmelo, per quanto io rincontrolli sono
una persona di natura "distratta" e mi scappano spesso alcuni errori
quindi non esitate a fermeli notare! ^^
Grazie a tutti quelli che hanno letto c:
Euly_Chan xx