ONLY NIGHTMARES
Sogni.
È
questo il nome che la gente comune dà a quelle
immagini che affiorano nel subconscio durante il sonno.
Sono solo frammenti che il nostro cervello tira fuori
nei momenti di relax.
Possono essere episodi di vita vissuta, speranze per
il futuro, gesti simbolici o aspettative che si continuano a
coltivare ingenuamente.
Ma sono solo sogni, nulla di più.
Per la maggior parte delle persone i sogni sono una
bella esperienza, un modo come un altro per far vagare la mente in
luoghi fantastici e magici; sono contenti di sognare. I loro sogni
sono belli, sono sogni che richiamano l’infanzia, la
famiglia, i
momenti felici.
I loro.
I tuoi no, e
lo sai.
I tuoi non
sono sogni, non si può definire con una
parola che richiama cose tanto belle l’orrenda
crudeltà delle
immagini che ogni notte ti tormentano.
I tuoi sono incubi, incubi della peggior
specie.
Ogni notte, ogni singola notte, eccoli lì pronti a
ricordarti tutto quello che è successo, tutto quello che hai
fatto,
tutto quello che lui
ha fatto loro.
È sempre la stessa storia. Quella scena che hai
rivissuto ogni notte da quasi dieci anni a questa parte ti si
ripresenta puntualmente per ricordarti tutti i tuoi errori, tutte le
tue colpe.
Le stesse
scene che ogni volta, implacabili, si
susseguono nella tua mente senza aver la benché minima
intenzione di
cambiare.
Quello stupido talk show, quella stupida
dichiarazione, quegli stupidi presentatori.
E tu, quello stupido uomo incapace di pensare ad
altro che alla fama e ai soldi. Cerchi di distogliere lo sguardo, di
coprirti gli occhi per non vedere, perché non
vuoi vedere
quelle immagini che comunque ogni
notte si ripresentano ai tuoi occhi e che conosci a memoria.
Sta salendo le scale ora, quello stupido uomo che eri
un tempo, non sa cosa lo aspetta.
Ed eccolo lì, quel biglietto, quell’orrendo
biglietto che non dà adito a fraintendimenti.
Lo leggi, piano. Incredulo, prendi la maniglia e la
giri. Speri che non sia come pensi, come quel biglietto ti conferma,
speri che sia tutto uno scherzo.
Ma, come adesso sai, sperare non ha alcun senso.
Quel
maledetto, freddo e sadico sorriso ne è la
prova. Lo vedi, e come sempre capisci, capisci che è
l’inizio
della fine.
Da allora sono passati quasi dieci anni, dieci
insulsi anni trascorsi tra rancore e rabbia. All’inizio hai
cercato
di dimenticare, lo avrebbe fatto chiunque, ma tu non hai potuto.
Non ti è stato concesso.
Ogni singola
notte non puoi fare a meno di rivivere
quelle scene che non si fermano, non hanno pietà delle tue
urla e
delle tue lacrime, no. Anzi scorrono ancora più vivide, si
imprimono
a sangue nella tua mente, nel tuo corpo, nel tuo cuore. Per
ricordarti che tu non sei chiunque, tu non puoi dimenticare. Se sei
ancora vivo, se non le hai seguite poco dopo, c’è
un motivo.
Tu devi
vendicarle, devi fare loro giustizia, devi portare a termine il tuo
compito. Ma devi anche pagare per la tua parte di colpa, e allora
ogni notte rivivi quei momenti e la tua rabbia non fa che
accrescersi.
Questo è quello che si è ripetuto nelle notti
succedutesi da dieci anni a questa parte.
E ora? Cosa c’è di diverso, ora?
Che cosa hai sognato stavolta, Patrick?
Lo sai cosa
hai sognato, ma ancora non ci credi. Non
vuoi crederci.
Non era più quella sera, non erano più le stesse
cose, era tutto diverso.
Non era il loro sangue quello che si stagliava
sarcastico su di una bianca parete.
Non era il corpo di tua moglie quello riverso poco
distante sul letto, né tanto meno quello di tua figlia.
Poteva
esserci soltanto un’altra persona, ma no, non poteva essere
lei.
Volevi crederci, dovevi
crederci. E hai ricominciato a sperare, di nuovo, dopo tanto tempo.
Ma quando imparerai che non serve a nulla sperare?
Quel corpo
ferito, sfregiato, insanguinato, freddo,
tu lo conosci.
Lo conosci molto bene.
Ma non è un corpo qualunque, non è il corpo di
uno
dei tanti assassini che hai incastrato o di una delle guardie del
CBI. Avresti preferito trovarci chiunque al suo posto, ma non lei.
Non può essere lei, non deve essere lei.
Sai che
è solo un’illusione, una distorta
elaborazione delle immagini prodotta dalla tua altrettanto distorta
mente, ma non puoi restare impassibile di fronte all’astratta
manifestazione dei tuoi timori peggiori.
Sì perché, anche se sono solo immagini, possono
sempre diventare realtà.
E a questo punto ti svegli, non ce la fai, non puoi
sopportare ancora quell’orribile spettacolo. Faresti
qualsiasi
cosa, qualsiasi cosa pur di cambiare tutto ciò che hai
appena visto.
Ma non puoi, non sei capace di fare neanche quello.
Lui ti ha
già portato via una volta le persone a cui
tenevi, cosa ti fa credere che non possa farlo di nuovo?
Sarà come allora. È già tutto come
allora.
Ma ne sei sicuro? Sei proprio sicuro che non sia
cambiato niente?
E invece una cosa è cambiata.
Tu.
Non sei
più un sensitivo da quattro soldi alla
continua ricerca di gloria e soldi, no, sei diverso. Sei cambiato,
lei ti ha cambiato. Perciò non puoi
permettere che accada
quello che la tua mente contorta ti ha prospettato, non puoi
permettere che lui ti rovini la vita di nuovo, che allontani per
sempre da te gli unici bagliori di luce all’interno della tua
oscura esistenza.
Perché sì, è vero, quelle immagini che
il cervello
proietta potrebbero voler anticipare quello che succederà,
ma non ti
importa.
Finché avrai vita, finché respirerai, ti
impegnerai
affinché quelle immagini rimangano tali: solo
incubi.