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Autore: Tomori_16    03/01/2014    3 recensioni
Questa storia partecipa al contest "At the opposite sides" indetto da edvige.91
Piccola One Shot su che cosa succederebbe in una fermata della metro fra Sasuke e Sakura... Lei gli salta addosso? Comincia ad urlare e litigano oppure lui fa la sua solita faccia fredda mettendo in difficoltà la povera Sakura?
Spero di avervi incuriosito ;)
Tomori_16
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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THE CALL





Finalmente sono entrata e sto aspettando affinché arrivi il treno della metro. Guardo l'orologio e vedo che sono le 16:30, ho ancora 15 min. Mi appoggio a una di queste maledettissime colonne arancioni che ho da sempre odiato: grandi, semplici e di un colore che mi ricorda troppo Naruto, il "testa quadra del gruppo". Sospiro e faccio per mettermi della musica col cellulare ma comincia a vibrare per la centesima volta. Com'è che si dice?
Non fatevi chiamare due volte... 
Per quest'altro Baka non conta, sicuro. Appoggio il cellulare sull'orecchio già leggermente rosso per il freddo: siamo a dicembre e ho letto che ci sono -4º... Insomma, per i miei gusti si gela!

-che cosa vuoi?!- sono piuttosto nervosa ed è tutta colpa di Sasuke, insopportabile con quel suo ghigno che non si toglie mai! Davvero mi verrebbe voglia di prenderlo per il collo e strappargli quel cavolo di sorrisino ma quei suoi occhi così neri color pece, così magnetici, così, così... Non riesco a trovare l'aggettivo giusto. Anche se saranno di un colore normale senza essere particolare, io li trovo maledettamente belli e tutte le volte mi ci perdo cominciando a navigarci.

-andiamo, Sakura. Ti ho già detto che non l'ho fatto apposta! Insomma, non posso dire di no a mia madre, lo sai com'è!- sospiro innervosita e comincio a battere il piede ricordandomi del suo torto...



Siamo in classe e finalmente è finita la giornata scolastica. Mi alzo stiracchiandomi e vado saltellando da Sasuke, il mio Sasuke e lo abbraccio da dietro.

-buongiorno...- la scorsa settimana ci siamo trovati per mangiare fuori dicendomi che mi doveva dire una cosa importante. Ci sediamo in un ristorante normale, non un fast food, e mi prende la mano, cosa anormale per uno come lui. Comunque, questa gran notizia era che voleva passare il Natale assieme a me da soli, senza genitori o parenti. 
Da quel momento non faccio altro che sorridere e canticchiare per i fatti miei cominciando a ricevere della pazza da mia madre ma, sai che mi importa! Il ragazzo dei miei sogni ha rinunciato a starsene con la sua famiglia per poter passare Natale e Capodanno assieme a me! Come posso non essere felice?!
Lo sento che si gira fra le mie braccia e mi prende per mano portandomi fuori dalla classe.

-ti devo dire una cosa- non ci capisco molto ma non ne faccio un peso, tanto che cosa potrà mai dirmi? Alla fine ci siamo chiusi nell'aula di biologia vuota e mi fa appoggiare al muro mettendo le sue possenti braccia vicino alla mia testa e mi fissa intensamente negli occhi.

-senti...riguardo a Natale...- mi faccio più attenta e noto che è diventato nervoso e non mi guarda più negli occhi. Essendo una gran pessimista comincio a pensare al peggio: mi vuole lasciare, dove vogliamo andare è scoppiata una guerra, sua madre è morta...

-non posso passarlo con te- il cane ha...aspetta, faccio un piccolo sospiro di sollievo vedendo che non mi sta lasciando e faccio una risata isterica. Conoscendolo sarà sicuramente uno dei suoi maledettissimi scherzi.

-davvero divertente, dai qual'è la vera notizia?- lo vedo che smette mi mordersi il labbro inferiore e mi guarda stupito.

-è questa, non posso passare il Natale con te- la mia risata si blocca e la foto della mia faccia si rompe a mo' di specchio....C-CHE COSA?!?! Con una piccola spinta lo stacco e finalmente riesco a respirare, mi sentivo chiusa in una bara con il suo corpo grande e largo a due centimetri dal mio.

-pe...p-perchè?- ho una voce da bambina disperata ed effettivamente lo sono.

-sin da quando mia madre l'ha saputo ha cominciato a sbraitare per casa urlando che era inconcepibile che il Natale-Uchiha lo si passa solo con la famiglia- la vena sulla mia fronte vicino all'occhio e al sopracciglio comincia a pulsarmi e so che è diventata visibile.

-e dimmi, da quant'è che l'hai detto a tua madre?- fa due passi indietro e si mette in posizione di difesa pronto ad un mio futuro attacco, perlomeno su questo campo si è fatto furbo, più furbo, fin troppo furbo...

-da una settimana- faccio un sorriso sadico che fa uscire da tutti i miei pori gas mortale e con i miei ciuffi rosa copro gli occhi che si sono fatti rossi. Parto addosso a lui e vedo che si era messo i pugni a mo' di difesa e lo prendo dal colletto della sua camicia bianca, immacolata, senza una minuscola macchia di sporco... Sì, sono talmente arrabbiata che me la prendo con una cavolo di camicia!!

-è da una settimana che sono qua che saltello peggio di un coniglio, che canto più stonata di Ino, e ciò vuol dire tanto, che spruzzo arcobaleni dai pori per poi sentirmi dire che fin da subito non potevi!?- 

-aspetta ciò non vuol dire che...-

-zitto!- lo lascio a terra e m'incammino a passi pesanti, pesantissimi, così pesanti che lascio le impronte, verso la porta che dà sul corridoio. Spalanco la porta e sento la sua mano che mi prende per un braccio cercando di dire qualcosa. Per me è troppo. Mi stacco in malo modo dalla sua presa e sento qualcosa di caldo che mi scende lungo le guance. Mi volto verso di lui e cerco di guardarlo in modo disprezzante ma ciò che mi esce è solo una cavolo di faccia infantile e delusa. Provo a dire qualcosa ma mi escono solo balbettii impercettibili e allora comincio a correre, comincio a correre verso la mia classe che la trovo vuota e prendo le mie cose infilandomi velocemente la giacca perché so che lui mi starà rincorrendo. Infatti quando riapro la porta lo trovo di fronte a me e già cerca di bloccarmi la strada ma riesco a sorpassarlo e comincio a correre senza voltarmi o senza fermarmi.
Non sono neanche a metà strada e il mio cellulare vibra...ennesima chiamata? Sarà già la quarta volta che cerca di chiamarmi eppure tutte quelle volte non ho mai risposto e di certo non risponderò nemmeno adesso!



E così ora sono qua che da triste sono ritornata ad arrabbiata, arrabbiata più che mai.

-eppure io ho già detto di no a mia madre, perché la tua dovrebbe essere diversa?-

-perché la mia sa essere piuttosto isterica e quando ci si mette di testa è impossibile farle cambiare idea- sospiro per l'ennesima volta e metto giù, adesso non voglio di certo sentire la sua voce. Guardo l'orologio e segna le 16:35... Ancora 10 min, eppure ero certa che ne fossero già passati 15! Ecco, quell'Uchiha mi fa anche perdere il senso del tempo, il senso dell'orientamento, mi fa perdere TUTTO! So che molto probabilmente se adesso ne parlassi con Ino e le altre mi darebbero della permalosa ma... Sì, va bene sono una permalosa e cocciuta che si arrabbia facilmente, una fragile ecco! Mi metto a braccia conserte e sbuffo attirando l'attenzione di un anziano col bastone che si avvicina a me e mi indica sorridendo.

-problemi di cuore non è vero?- gli sorrido e annuisco guardando verso i binari sperando che potesse arrivare con qualche minuto d'anticipo, cosa impossibile ma vale la pena crederci.

-ahah...ancora mi ricordo di quella volta che la mia fidanzata non ascoltò tutto quel che avevo da dirgli e se ne andò capendo tutt'altra cosa- non so perché ma mi ritorna in mente quel che era successo dopo scuola e ora che ci faccio caso aveva provato a dirmi qualcosa ma io l'avevo bloccato urlandogli contro. Mi viene un'insopportabile senso di colpa e mi mordo il labbro nervosamente dandomi della stupida e maledicendo la mia cocciutaggine. Sento di nuovo il cellulare rimastomi in mano vibrare e leggo "amore <3". Sento la mano rugosa dell'anziano appoggiarsi sulla mia spalla e mi da dei colpetti cercando di darmi un po' di conforto.

-rispondigli- mi fa l'occhiolino e se ne ritorna alla panchina aspettando il treno. Non so gli altri ma amo questi vecchi che cominciano a parlarti a caso, senza una ragione precisa.

-finalmente rispondi...anf- perché dovrebbe avere il fiatone ora? Faccio per chiederglielo ma mi muoiono le parole in bocca e rimango a bocca aperta congelandomi la gola -ora posso parlare o chiudi di nuovo senza farmi aprire bocca?- la prendo come una sfida e gli chiudo in faccia sentendomi per non so quale motivo soddisfatta. Guardo l'orologio e vedo che sono le 16:45. Poco dopo sento il rumore assordante della metropolitana che frena e mi costringe a tapparmi per qualche secondo le orecchie. Senza aspettare un invito riesco ad entrare prima che la massa di gente scendesse e mi tocca di spingere un po' prima di poter trovare un posto e potermici sedere. Sta volta riesco a mettermi le cuffiette senza nessuna chiamata  che mi bloccasse o un qualche anziano che cominciasse a parlare e metto una canzone a caso. Parte "The Call" di Regina Spektor. Senza una ragione precisa mi viene da sorridere e chiudo gli occhi mettendo il volume al massimo. Anche se è una canzone calma la voglio ascoltare a tutto volume e mi voglio perdere nel mondo della musica dove i problemi o i dolori spariscono ed esistono solo te, la voce della cantante e le cuffiette.

Dopo 20 min circa arrivo alla mia fermata e di malavoglia mi tocca di alzarmi, salutare l'anziano di prima che aveva trovato posto accanto a me e scendere beccando in piena faccia il muro del freddo che mi fa già tremare. In pochi secondi mi alzo la sciarpa fino al naso e infilo le mani nelle tasche del mio giaccone pesante che arriva fino a poco sopra le ginocchia. Faccio per salire le scale ma sento di nuovo il cellulare vibrare. Sta volta sta decisamente esagerando! Farebbe molto prima mandandomi un cavolo di messaggio su What's app anziché sprecare soldi in chiamate inutili che manco dureranno 1 min! Sbuffo più che nervosa e appoggio il cellulare sull'orecchio tornato di nuovo rosso e congelato.

-si può sapere che altro vuoi?! Non ti sono bastate le chiusure in faccia di poco prima!?-

-se ti giri magari puoi smettere di sbraitare e gesticolare come una pazza...ti fa particolarmente freddo vero? Stai tremando come una foglia- comincio a sudare freddo e mi volto lentamente senza però vedere nessuno... Mi agito ancora di più e mi viene un'altro dubbio: siamo sicuri che questo sia Sasuke?

-ma sei diventata anche cieca?- alzo un sopracciglio e riguardo dall'altra parte dei binari solo che più lentamente, osservando persona per persona finché non lo vedo; lì, piegato con le mani appoggiate sulle ginocchia, il naso rosso, dalla bocca esce del fumo bianco e la giacca lasciata aperta.Rimango a fissarlo ancora stupita e lascio il cellulare mettendo giù e infilandolo nella tasca, non ci posso credere.

-ma come...come hai fatto?- 

-ecco...anf...mentre aspettavi ho corso prendendo una sorta di taxi e mi ha portato a casa tua ma dato che non c'eri, ho cominciato a correre fino ad arrivare qua alla metropolitana- comincio a sorridere e non ci capisco più niente, perché mi ha inseguito?

-se mi lasciavi parlare magari potevo evitare tutta questa fatica...- tutto lo stupore si spegne e mi volto dall'altra parte facendo l'offesa ma sento lui che urla il mio nome e poi un "aspetta!". Faccio gli occhi al cielo e mi giro arrivando fino al bordo.

-vuoi per caso continuare a rompermi le scatole o ora mi vieni a dire che tutto questo era un cavolo di scherzo?!-

-no, lasciami parlare e non saltare a conclusioni più che sbagliate!- ok, si sta riscaldando, meglio lasciarlo parlare -stavo dicendo, non posso passare il Natale con te senza la famiglia ma mia madre si è già disposta a prenderti come ospite- se devo essere sincera ci rimango di merda e mi pietrifico sul posto dandomi sta volta della cretina... Perché sono così cocciuta? Perché mi arrabbio così facilmente?! Perché sono così stupida!?

-perché non me l'hai detto subito?- lo dico a bassa voce ma so che l'avrà capito più che bene.

-perché le ho già risposto di sì e conoscendoti saresti saltata a conclusioni affrettate così mi sono preparato e avevo già chiesto a uno che conosco di farmi da taxi- ci rimango ancora più di merda e mi stringo i pugni fino a farmi male continuando a darmi della stupida. Vorrei tanto scendere e attraversare i binari ma già sento che ne sta arrivando uno in lontananza. Prendo una decisione piuttosto affrettata ma come si ferma il treno comincio a correre su per le scale e prendo l'entrata dall'altra parte che dovrebbe portarmi dritta dritta da lui, li mio amore, la mia vita. Potrà anche essere un tipo insopportabile, freddo, sempre con quel cavolo di ghigno stampato sulla faccia ma a volte, anche con cose così semplici, riesce a farmi mandare in tilt, riesce a farmi fare pazzie come questa o come quella volta che anche se eravamo in classe gli sono saltato al collo baciandolo con foga e piangendo lacrime dalla gioia, riesce a farmi impazzire, farmi perdere un battito o farmelo accelerare come quello di un coniglio. Ancora mi ricordo della nostra prima volta: come mi toccava, come mi baciava, come mi sussurrava quei "ti amo" nell'orecchio e alla fine come mi abbracciava stretto e dando ogni tanto piccoli baci sui miei capelli dal colore pazzo. Anzi prima di lui li odiavo, li odiavo così tanto che un giorno, anche se ci avevo impiegato anni per farmeli crescere, decisi di tagliarli sperando che così mi sarei lasciata i problemi alle spalle; problemi d'amicizia e problemi in famiglia.
Appena scendo le scale comincio a spingere come una forsennata fra tutta quella massa di gente che corre o che cammina con tutta la calma del mondo. Senza volere finisco addosso a qualcuno e lo faccio cadere a terra, fortuna che ho avuto un atterraggio morbido. Apro gli occhi e come noto quei capelli corvini lisci con ciuffi che vanno verso destra gli salto al collo e lo faccio sdraiare a terra senza dargli la possibilità di potersi alzare.

-oddio...Sakura, ci stanno guardando tutti...-

-chissene frega- riesco a dire solo quello e nascondo il mio volto nel pelo della sua giacca.

-facile per te dato che hai il volto coperto- comincio a ridere e alzo la testa ancorando i miei smeraldi a quegli occhi neri color pece. Provo a dire qualcosa ma subito lui s'impossessa delle mie labbra senza lasciarmi parlare e spalanco gli occhi sorprendendomi di questo gesto: di solito ero sempre io a dover cominciare. Lascio che per questa volta guidi lui il gioco e poco dopo si stacca lasciandoci respirare.

-mi perdoni?- non smetto di guardarlo dritto negli occhi e non dico nulla, lascio che lo capisca dai miei occhi che a quanto pare per Sasuke sono un libro aperto. Ovviamente capisce al volo e infila le mani sotto la giacca appoggiandole sul mio fondo schiena ma adesso non m'importa, tanto il giaccone copre tutto e sono troppa impegnata a perdermi in quei pozzi neri. Chiudo gli occhi e sta volta lo bacio io guidando il gioco. Il sapore delle sue labbra è alla menta, menta fresca, nuova, buonissima. Come mi stacco vedo che si guarda attorno e noto un leggerissimo arrossamento. Poco dopo lo faccio anch'io e ci ritroviamo la gente che ci sta guardando inteneriti e l'anziano di prima che sta ridendo e mi fa l'occhiolino. Divento viola fino alla radice dei capelli e tiro su Sasuke che mi nasconde nel suo giaccone per poi abbassarsi al mio orecchio e sussurrarmi.

-al mio via corriamo a casa mia che non c'è ancora nessuno...- mi guardo intorno e appena sento il suo "via!" mi prende per mano e cominciamo a correre sentendo la risata del vecchio farsi più alta finché non viene interrotta da un terribile colpo di tosse. Come ho già detto prima, amo quei tipi di persone anziane.

Dopo quell'avvenimento abbiamo passato un Natale splendido e ho conosciuto la madre di Sasuke che a dire la verità è una donna gentilissima e premurosa. È lui che la vede come il diavolo travestito.



Passano anni e tutte le volte che siamo a quella famosa fermata, lui esce dall'altra parte e cominciamo a parlare come degli scemi.
Passano altri anni e abbiamo messo su famiglia, due piccoli gemellini maschi identici con i capelli neri e gli occhi verdi come i miei. Siamo di nuovo alla solita fermata e i due gemelli stanno giocando finché non vedo più Daisuke...

-Haruto, dov'è tuo fratello?- lo vedo che mi sorride e fa spallucce facendomi perdere un battito. Mi alzo su di colpo e comincio a urlare il suo nome disperata correndo a destra e a manca, il tutto finché non sento il mio cellulare vibrare.

-pronto?-

-girati- riconosco la sua voce e mi volto vedendolo in giacca e cravatta con sulle spalle Daisuke che sta sorridendo e si diverte a scompigliare i capelli perfetti del padre. Il mio cuore ricomincia finalmente a battere e posso rilassarmi ridendo e, dopo aver preso in braccio Haruto, salgo le scale raggiungendo Sasuke, il mio Sasuke e lascio a terra il gemellino che poco dopo raggiunge suo fratello. Io mi avvicino al mio maritino e infilo una mia mano fra i suoi capelli baciandolo dolcemente. Appena mi stacco noto che i gemelli ci stanno facendo il verso...

-oh Sasuke, ti amo!-

-anch'io Sakura, ti amo troppo!- e fanno la bocca a mo' di pesce. Comincio a ridere e guardo Sasuke che ha il suo solito ghigno.

-non ho mai detto una cosa simile- con una mano prendo il suo mento e lo costringo a voltarsi.

-un buon motivo per cominciare...- gli lascio un bacio stampo e raggiungo i miei adorabili figli.
Passano tanti altri anni e ora sono come quella persona anziana: leggermente gobba e col bastone. Sto seduta sulla panchina e penso, penso a Sasuke, penso alla nostra prima scenata qua e a quella dopo coi miei bambini.

-mamma, vieni che dobbiamo andare- giro la testa e vedo Haruto ormai adulto identico a suo padre solo con i miei occhi verdi. Sorrido e mi alzo a fatica raggiungendolo e incamminandoci con calma verso le scale mobili, ormai ovunque ci sono scale mobili, anche nei blocchi degli appartamenti. Appena usciamo mi giro un'ultima volta verso la metropolitana e saluto coi pensieri mio marito ormai deceduto da un paio d'anni ma so che lui è rimasto vivo ed è qui di fronte a me che sorride, quell'unica volta che l'ha fatto e quella volta fu alla nascita dei nostri e adorabili gemellini.







Piccola One Shot venuta fuori leggendo il contest di edvige.91 appunto "At the opposite sides".
Non ho molto da dire e questo è piuttosto strano da parte mia xD
Bene, con questo spero vi sia piaciuta questa mini storia, recensite in tanti grazie!!

Baci&Abbracci,

Tomori_16
  
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