Era sempre stata
timida, e a dirla tutta anche parecchio imbranata.
Erano in pochi a
considerarla come valida ninja, a sorriderle sinceramente e darle amicizia
senza pretendere nulla in cambio.
Per anni era stata
sottovalutata, criticata e snobbata dalla maggior
parte della sua patetica famiglia, sempre dietro ad etichette e stupide
tradizioni, sempre ad aspettarsi il meglio da chiunque appartenesse all’illustre
clan Hyuuga, perché quel nome era un vincolo alla perfezione, era un segno
sulla fronte dei cadetti, era un tremendo vivere per lei.
Però poi con gli anni, piano piano
il suo potenziale era venuto a galla, la sua arte si era affinata, le sue
capacità moltiplicate, col tempo aveva imparato a diventare forte Hinata, aveva
imparato a combattere con decisione convinta dei suoi ideali, era riuscita ad
imporre le sue idee e a farsi accettare da tutti, aveva scoperto che la potenza
del suo pugno cresceva al fianco della decisione nel suo spirito.
Ed era diventata una
jonin molto rispettata, era stato il fiore della accademia
che era sbocciato più tardi di tutti, fra il vento delle prediche, l’inverno
dell’indifferenza di suo padre e di sua sorella, la pioggia autunnale dell’odio
di Neji, e la primavera delle parole di Naruto, quegli elementi l’avevano
nutrita, l’avevano rafforzata trasformando il suo fragile bocciolo in quella
che era diventata una lucente corolla radiosa, sbocciata finalmente nell’estate
dei suoi 19 anni.
Da li in poi la strada era sta in discesa, in molti la
ammiravano la consideravano e molte bimbe dell’accademia la imitavano, portando
come lei il copri fronte al collo, allenandosi strenuamente, superando le
piccole difficoltà che ostacolavano anche le loro giovani vite.
A conti fatti adesso
Hinata possedeva tutto ciò che aveva sempre desiderato, tranne una cosa.
Aveva assaporato di
nuovo le risa di sua sorella e la dolcezza del tempo passato con lei, aveva
conosciuto il nuovo sguardo del padre fiero e sincero, che la teneva in
considerazione e le permetteva di sedere al tavolo delle riunioni importanti,
aveva udito nuovamente la voce del cugino rivolgersi a lei in tono caldo e
amichevole, aveva molte cose che desiderava da tanto, ma una sola le sfuggiva
ancora.
Lui.
Naruto era sempre
schivo, non riusciva mai a raggiungerlo, non che lo facesse
apposta, ma ogni volta che gli era così vicino da poterlo stringere arrivava
qualcuno, o succedeva qualcosa in grado di mandare tutto a monte.
Lo amava ancora, e
tanto, ma lui non si era ancora arreso con Sakura la quale insisteva con Sasuke
in un’eterna ruota a tre punte che irrimediabilmente faceva soffrire tutti
quanti, tranne Uchiha s’intende.
Però era cambiata ora, non si arrendeva, non si
scoraggiava, accoglieva la contrarietà degli eventi come piccole sconfitte sul
percorso di una battaglia che era certa avrebbe vinto.
Perciò sorrideva dopo ogni fallimento, perché sapeva
che la volta dopo sarebbe stata pronta ancora di più.
Dava il meglio di sé
nelle missioni, guadagnava molto e innalzava il nome del clan al di sopra delle generazioni passate.
Le piaceva quella
nuova vita, ma non rinnegava ciò che era stata, perché le emozioni, i tormenti
e la solitudine che aveva provato erano la prova di ciò che era ora.
E se vedeva qualcuno che le somigliava subito
gli ci si affezionava e gli dava tutto l’aiuto del quale era in grado.
Però come accade spesso la bolla della felicità,
per quanto elastica e agile finisce per incappare in qualche spigolo e
inevitabilmente scoppia.
Questo accadde d’inverno,
al ritorno da una missione di rango A, portata a termine con non poca fatica,
compiuta si, ma ad un prezzo molto alto, un pericoloso criminale era stato
fatto fuori, ma anche lei rischiava grosso.
Le braccia di Shino
non riuscivano più a reggere il suo corpo, non perché fosse pesante, ma per via
del sangue che lo bagnava, rendendolo viscido e difficile da trattenere.
Più volte gli aveva
chiesto di lasciarla perdere e di mettersi in salvo ma la cocciutaggine dell’Aburame
era paragonabile a quella del suo mito biondo.
Mai l’avrebbero
abbandonata, né lui né Kiba né Kurenai.
Tsunade poi era stata
lapidaria.
Se si fosse salvata niente più missioni, mai
più.
E nemmeno la morte
avrebbe potuto essere più gelida e crudele di quelle
secche parole.
Già, perché era
fortissima lei, e si salvò ma come predetto le furono vietate le missioni, il
suo posto nel team Kurenai venne occupato da un’ambu di
rango elevato esperto in arti mediche, e la sua vita riprese corso persa nella
sua nuova occupazione.
Sensei.
Ma non di team,
sensei all’accademia, dove non avrebbe dovuto accompagnare i suoi allievi in
missione, ma solo in gita, dove le era permesso
attuare tecniche pericolose per i nemici solo a puro scopo illustrativo, dove
le sue potenzialità vennero soppresse dietro una cattedra e un registro.
E questo anche se fu
duro lo accettò prendendolo come una nova sfida, senza sentirsi inferiore agli
altri, senza perdere nemmeno un minimo bagliore del rispetto degli altri, che
al contrario era cresciuto ancor di più nel conoscere
le dinamiche del suo incidente.
E così ogni giorno
si recava al palazzo della scuola, faceva i consigli coi
docenti, impartiva lezioni ai piccoli ninja che l’ascoltavano rapiti e tutto
sommato la sua nuova vita le piaceva, anche i campi di battaglia le mancavano
terribilmente, le mancavano gli allenamenti e le mancavano i suoi amici, che
non mancavano mai di invitarla fuori, di andarla a trovare o salutarla per strada,
Shino addirittura faceva comparsate in classe, per aiutarla a spiegare il
segreto della simbiosi fra ninja ed insetti, Kiba l’aiutava ad addestrare i
cani ninja e anche la nuova arrivata si era dimostrata gentile e in gamba,
anche Naruto l’aiutava volentieri,
trovando interessante la via che stava percorrendo…..
TBCß(non
Tubercolosi, ma To Be Continued XD)
Bah che dire….sarà
una bella e sana Naru/Hina,
non ne ho mai scritte perciò abbiate pietà….waah hah siccome una delle mie
fiction in corso sta per concludersi…e non vi dico
quale XP….ho deciso di portarmi avanti e scassarvi i maroni oltre che gli occhietti con questa nuova storiella….
Non l’ho messa OOC perché
credo che il carattere di ogni personaggio si possa
evolvere e non debba per forza rimanere “statico”, cioè insomma, Hinata non
dovrà mica rimanere balbuziente e timida per sempre no? Crescerà pure lei o
no?!!? O__o ?
Spero di trovarvi d’accordo
col mio punto di vista, ora filo a schlafengen o
domani i lavoratori la colazione se la faranno da sé XD
XD XD
Bye!!!
Ripeto che è la prima NaruxHina perciò pietàààààààààààà!!!!!
^__-
Bacioni
TH