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Autore: _welcometomylife_    04/01/2014    6 recensioni
Avevamo solo diciassette anni ma la situazione ci portava ad essere più responsabili per la nostra età.
Lei era troppo debole per vivere una vita normale.
Io volevo farle vedere il mondo.
C’era sempre un ospedale di mezzo, delle medicine e dei medici.
Lei non sorrideva più troppo devastata dalla malattia che me la stava portando via.
Non potevo lasciarla andare così presto, l’amavo più di ogni altra cosa.
–Harry, ho il cancro- Ecco cosa mi disse un giorno tra le lacrime. Solo tre parole, ma un dolore immenso.
Genere: Erotico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Two Pieces

 

“There’s a boy, lost his way, looking for someone to play.
There’s a girl in the window tears rolling down her face.”
Two Pieces – Demi Lovato.
 
Two years ago.
 
Ho sempre cercato di dare il mio meglio perché qualcuno mi dicesse che ero bravo, sono sempre stato sincero con tutti sin da quando ero bambino. Nessuno mi aveva mai accettato, guardavo dalla finestra i bambini giocare nel parco mentre io continuavo a stringere il mio orsacchiotto. Era inutile piangere, le urla dei miei genitori si facevano ogni giorno sempre più forti, mio padre non riusciva a farci arrivare a fine mese.
Da quando ero nato non facevano altro che litigare e io guardavo dallo spiraglio della porta il loro matrimonio sgretolarsi lentamente, rimanevo dietro alla porta con i pugni serrati finchè lui non cercò di picchiare mia madre.
Quella mattina non riuscivo a smettere di sorridere e a non pensare alla sera precedente che avevo passato con la ragazza che amavo.
Andai a scuola , ma quando rincasai il sorriso mi si spense sulle labbra, mio padre non smetteva di gridare sventolando un foglio davanti agli occhi di mia madre.
- Anne! Guardami in faccia! – le gridò contro lui mentre le prendeva bruscamente il polso di mia madre.
Mia madre continuava a piangere, questa volta era la fine.
- Papà, cosa stai facendo? Sei impazzito. – Gli gridai prendendo per il colletto della camicia per tenerlo fermo fino al momento in cui non mi tirò un pugno. – Sei una rovina. Tu non sai quanto io desideri che tu non sia mai nato - Sputò rosso in faccia per poi uscire di casa sbattendo la porta.
Quelle parole mi colpirono dritto al petto, desiderava che io non fossi mai nato, avevo rovinato la mia famiglia. Era colpa mia.
Mi avvicinai a mia madre mentre sentivo la guancia pulsare, la guardai e l’abbracciai.
Mi sforzai di non piangere, dovevo essere forti per entrambi. Mi madre era una delle persone più importanti della mia vita da quando Gemma, mia sorella, si era sposata ed era andata via era l’unica con cui potessi parlare.
- Harry, tu non sei una rovina. Sei la cosa più bella che mi potesse capitare – Mi disse singhiozzando mentre  con una mano mi accarezzava una guancia e con l’altra mi aggiustava un riccio che mi copriva la fronte.
Le sorrisi leggermente mentre lei si alzava per prendere qualcosa da mettere sulla guancia dove ben presto si sarebbe formato un livido violaceo. Subito dopo presi il mio diario e uscii di casa.  Mi rifugiai nel parco sotto un albero aprii il diario e cominciai a scrivere.

Caro amico,
ormai sono un anno che te ne sai andato, mi sento così solo.
In questo momento, credo sarei corso a casa tua e non mi sarei vergognato di piangere sulla tua spalla.

Sento che questa volta sia la fine del matrimonio dei miei, e ne sono io la causa.
Sai, ti scrivo perché so che tu mi capirai.
Mi domando perché hai deciso di lasciarmi da solo. Tu eri l’unico che mi capiva e che avrebbe saputo ascoltarmi.
Ti ricordi quando, proprio qui sotto quest’albero mi trovasti che piangevo con il mio orsetto tra le braccia? Ti ricordi cosa mi dicesti?

“ Sai, i bambini grandi non piangono mai. Asciugati le lacrime e sorridi, la mia mamma dice che i bambini sono nati per dare un sorriso al mondo. Se non sorridiamo nemmeno noi, il mondo piange. Vieni a giocare con me?”.
Ho sorriso fin ora, ma ora non ce la faccio proprio. Se tu ora fossi con me sapresti come fare a farmi sorridere, perché alla fine tu sorridevi sempre e mascheravi sempre tutto. Hai lasciato che il dolore ti logorasse solo perché io dovessi sempre sorridere.
Louis, se potessi ritornare. Vorrei che tu mi spiegassi come si fa a soffrire e a sorridere. Louis, ho paura di questa vita.
Dimmi perché mi hai abbandonato con questo dolore dentro.
Io ho bisogno di te. Tu sei la mia forza.
E’ tutta colpa mia. E’ sempre colpa mia.
Vorrei solo che il mondo smettesse di girare. Credo di ricominciare a stare male e se così fosse dovrei tornare dal dottore e non voglio.
Boo, fammi sentire che ci sei. Boo, fammi sentire che anche da lassù continui ad essere il mio migliore amico, perché mi manchi tanto. Credo di non riuscire a sopportare tutto questo. Ti voglio tanto bene.

Tuo,
Harry.

 
Le lacrime ormai bagnavano il mio viso, chiusi il diario e guardai un punto fisso davanti a me.
Louis si era tolto la vita un anno fa, mi aveva lasciato da solo. Non mi aveva mai messo a conoscenza di tutto il dolore che aveva dentro, continuava a sorridere e dirmi di godermi la vita e le piccole cose.
Ora non ci credevo più altrimenti lui non se ne sarebbe andato via.
- Harry -  Una voce dolce mi fece voltare.
Alzai il viso e guardai la ragazza bionda, ripulii il mio viso dalle lacrime e le sorrisi poco.
- Amy – Dissi con voce rotta mentre lei si sedeva sull’erba al mio fianco.
- Cosa hai fatto alla guancia? – Disse toccandola delicatamente.
Chiusi gli occhi non appena lei appoggiò la mano e l’accarezzò. Le lacrime continuavano ad uscire copiosamente, mi sentivo ridicolo mentre lei mi abbracciava ed io singhiozzavo silenziosamente.
Non risposi alla sua domanda rimanemmo in silenzio per un po’ mentre la notte calava e le stelle cominciavano a spuntare.
-Il mio migliore amico – mi fermai mentre mi si creava un groppo alla gola – si è tolto la vita un anno fa. Era l’unico amico che avessi mai avuto, era una persona straordinaria, sapeva sempre come risollevarmi il morale. Ora, sto più male di quanto non lo sia mai stato. Tutto sta andando a puttane e io non ce la faccio da solo, Amy. –
Lei mi strinse la mano e mi voltai a guardarla. – Tu non sei solo, Harry. Io sono qui -.
Le sorrisi mentre i miei occhi continuavano a riempirsi di lacrime.
Passammo le seguenti ore in silenzio finchè entrambi non tornammo a casa. Le avevo mostrato il diario che stavo scrivendo da quando Louis se ne era andato e le feci leggere l’ultima cosa che avevo scritto. E lei vi aggiunse sotto una frase che mi lasciò perplesso. Perché parlava di me e di lei.

“C’è un ragazzo, ha perso la sua strada, cercando qualcuno con cui giocare.
C’è una ragazza nella finestra le lacrime scendono sul suo viso”.



Caro amico,
credo di non essere più solo.



 
 
 
 
Can you be my Nightingale? Sing to me I know you’re there. You could be my sanity, bring me peace, sing me to sleep. Say you’ll be my Nightingaleeeeeeeeeeeeeeeeeeee.
Ok, scusate io sto piangendo. Mentre scrivevo quella lettera, dentro stavo morendo.
Oddio, spero che vi piaccia il capitolo.
Lasciatemi un commentino per capire se vi è piaciuto o meno. Vi amo. ♥
 
  
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