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Autore: Titillandus    04/01/2014    3 recensioni
Susan Isabel Baston odia il Quidditch, lo detesta con tutta sé stessa.
Ebbene sì, la secondogenita dell'exGrifondoro Oliver Baston, rinomato e ossessionato giocatore di Quidditch, è stata smistata in Corvonero e sembra essere attratta dai libri molto più che da questo sport.
Ma forse c'è una cosa che Susan odia più del Quidditch, anzi c'è qualcuno che Susan odia più del Quidditch: James Sirius Potter.
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Ci sono capitoli extra riguardanti altri personaggi:
EXTRA UNO: Rose-Scorpius
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Lorcan Scamandro, Lysander Scamandro, Nuovo personaggio, Rose Weasley | Coppie: Lily Luna/Lysander, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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enjoy :)



CAPITOLO UNO


 

Suuuuuuuuuuuusan!”
La voce acuta di mia madre mi perfora i timpani delle orecchie. Borbotto qualcosa incomprensibile mentre mi copro la testa con un cuscino. La mia voce è ancora impastata dal sonno e i miei occhi sembrano non essere intenzionati ad aprirsi. Poco male, l'unica cosa che voglio fare in questo momento è dormire.

Il mio simpaticissimo fratellone decide di farmi sobbalzare nel letto bussando vigorosamente sulla parete che divide le nostre stanze, segno evidente che non vuole sentire di nuovo mamma urlare, cosa che avverrà nel giro di mezzo minuto a meno che io non scenda a fare colazione.

Decido di risparmiare alle mie orecchie un secondo round di quella tortura e scendo le scale trascinando i piedi e sbadigliando rumorosamente.

Ho un gran sonno, ma ho decisamente voglia di tornare a Hogwarts.


“Sue, diamine! La mano davanti alla bocca quando sbadigli!” mi rimprovera subito mia madre.

Alzo gli occhi al cielo. Se lei e quel rinoceronte di mio fratello non mi avessero svegliato in quel modo potrei essere una posata quasidiciassettenne Corvonero anche adesso, appena sveglia.

Mio padre è già seduto a tavola e sorseggia il suo caffè mentre legge l'inserto sportivo della Gazzetta del Profeta. Si sa, le vecchie abitudini sono dure a morire.

Sposto la sedia con malagrazia e mi ci accascio sopra.

“Susan, hai la grazia di un rinoceronte!”

Sono queste le parole che mia mamma mi rivolge prima di appoggiare a un paio di centimetri dal mio naso una tazza di latte caldo. Cosa? Io un rinoceronte? Hai due figli, mamma, e pensi che sia io il rinoceronte?

Parliamone.

Sbuffo, ma poi la ringrazio e le regalo anche un sorriso. Tanto lo sa che sono così solo la mattina appena sveglia. E poi oggi è l'ultimo giorno che vedrò lei, papà e il rinoceronte, quello vero, prima delle vacanze di Natale, si meritano un po' di dolcezza, anche se è mattino presto.

Papà ridacchia sotto i baffi e, come non detto, in risposta gli lancio un'occhiata truce, ma lui finge di non notare tutto l'impegno che sto mettendo per farlo sentire in colpa con un solo sguardo e continua la sua discutibilmente interessante lettura.

Afferro un cornetto alla crema dal vassoio che sta al centro del tavolo e ne mordo un angolo, sono quasi sicura che tra una decina di minuti tutto l'effetto negativo post-risveglio-assordante sarà svanito e in parte sarà merito di questa delizia.

Ma il rinoceronte che ho al posto di un fratello normale irrompe in cucina, l'istinto verso il cibo per gli animali, si sa, è irrefrenabile.

Saluta mamma e papà e poi si siede di fianco a me cercando di arraffare più cibo possibile mettendoselo nel piatto.

“Nessuno ti ruberà la colazione!” lo apostrofo.

“Nessuno ha chiesto un tuo parere, Lion!” mi risponde lui con un grugnito.

“Come mi hai chiamata, scusa?” rimbecco acida.

“Ho detto Lion, geniaccio, voi Corvonero non dovreste essere quelli più intelligenti?”

Alzo gli occhi al cielo. È mattino presto, come fa a essere già in vena di battute, per giunta incomprensibili, a quest'ora?

Andrew, il rinoceronte, sbuffa, odia quando qualcuno non capisce le sue battute.
Lion, Sue, vuol dire leone, dai! Non ti sei vista allo specchio?! Sembra che tu abbia un cespo di lattuga in testa!”

Ora ho capito. Lion, leone, criniera.

“Ma per favore, Drew. Ti sei visto?”

“I miei capelli indomabili hanno un certo fascino, la tua criniera no.” scatta lui, ferito nel suo orgoglio Grifondoro.

Sarei pronta a controbattere, ma mamma, che si siede tra me e papà, mette fine con un gesto della mano a quello che lei definisce 'un infantile battibecco'.

“Allora quando cominci gli allenamenti con la squadra, Drew?” chiede mio padre.

Strano che papà parli di Quiddittch, no?

Mio fratello, ovviamente, scatta sull'attenti solo a sentire pronunciare il nome di quel dannato sport.

E infatti ecco che non si lascia scappare l'occasione di vantarsi.

“Hai davanti a te uno dei battitori migliori che i Chudley Cannons abbiano mai avuto!” dice tronfio.

Alzo gli occhi al cielo, che palle.

“Come si fa a giocare in una squadra con le divise arancioni?” lo stuzzico.

Ma lui sbuffa soltanto e torna a discutere con papà di noiosissimi schemi e tattiche di gioco.

Ho finito il mio cornetto e sto sorseggiando il mio latte ormai tiepido quando incrocio gli occhi verdi di mio padre che mi scrutano curiosi.

“E tu, Sue? – mi apostrofa – niente Quidditch nemmeno quest'anno?”

Vorrei alzare gli occhi al cielo, ma mi trattengo. So che non lo fa con cattiveria, il Quidditch è stato, e in parte è ancora, la sua vita, ma a me proprio non interessa. Non lo trovo nemmeno divertente.

“Non credo, pà. Ho i M.A.G.O. quest'anno, dovrò studiare parecchio.” dico con un sorriso.

Sono l'unica Corvonero in una famiglia di Grifondoro, so cosa pensano le altre case di noi Corvi. Ecco perché non ho mai bisogno di cercare altre scuse, già questa suona decisamente plausibile.

Peccato, credo che tu abbia del talento.” mi dice ricambiando il mio sorriso.

Sarà, ma credo di non avere ereditato il gene-Quidditch di cui mio fratello va tanto fiero.


Ho finito il mio latte e mi alzo dal tavolo, diretta verso il bagno, lasciando il resto della tribù, madre compresa, a discutere animatamente di quello stupido sport.

Quando vedo il mio riflesso nello specchio mi rendo effettivamente conto che il rinoceronte non abbia avuto poi così torto nel definirmi un leone: i miei capelli sono particolarmente ingarbugliati questa mattina. E non posso nemmeno utilizzare la magia per sistemarli.

Maledetti sedici anni, non vedo l'ora che arrivi fine Novembre!

Ci metto venti minuti buoni a rendere i miei capelli presentabili, ma grazie a mia madre e alla sua mania della puntualità, sono comunque in anticipo di più un'ora.

Evito di pensare che sarei potuta tranquillamente rimanere nel letto un'altra mezz'ora buona, ormai non vedo l'ora di arrivare a Hogwarts!

Torno in cucina dove, finalmente, il rinoceronte ha finito la sua abbuffata e il resto della truppa ha smesso di parlare di scope volanti. Il mio umore è decisamente migliorato, così mi siedo a tavola di nuovo, ma stavolta non mi accascio sulla sedia e sorrido a mio padre di fronte a me.

Quando la sua secondogenita è stata smistata in Corvonero e sembrava essere attratta dai libri più che dal Quidditch non credo che lui l'abbia presa troppo bene, almeno all'inizio. Ma in fondo Andrew era nella squadra di Quidditch di Grifondoro e poi da che lo hanno preso in quella stupida squadra di arance volanti professioniste sembra non darci più molto peso, anzi i miei voti alti gli fanno dimenticare quelli disastrosi che prendeva mio fratello, o almeno così sostiene quando andiamo sull'argomento.
Mia madre interrompe i miei pensieri, accarezzandomi i capelli.

“Mi mancherai, pulce.”

È incredibile come la sua voce, adesso, sembri così dolce.

“Anche voi, mami.” rispondo con un sorriso.

Uhhhh, che tenera!”

Qualcuno mi spieghi perché mio fratello deve sempre intromettersi.

“Con 'voi' mi riferivo a mamma e papà, Drew. Non illuderti!” replico con una linguaccia.

Lui alza gli occhi al cielo e si chiude in bagno, fingendosi offeso. Ma tanto lo so che, prima di partire per Hogwarts, lo confesserò anche a lui.

Andrew ha cinque anni in più di me, i capelli castano-chiaro di papà e gli occhi scuri e profondi di mamma. Era un Grifondoro, era nella squadra di Quidditch e era, anzi è, insopportabile.

E dato che mamma ha deciso che sarà lui a portarmi al binario mi tocca anche aspettare che si faccia bello. Come se la cosa fosse possibile.

“Tanto non ti caga nessuno! Muoviti ed esci da lì o dovrai portarmi a Hogwarts su una scopa!”

“Potrebbe rivelarsi divertente.” dice con un ghigno uscendo finalmente dal bagno.

“Ma cosa ti sei messo addosso? Mi sembrerà di avere in auto un cespuglio di lavanda!” dico mentre il suo profumo mi raggiunge la gola e mi fa tossire.
“Vedi che non capisci proprio niente, Sue? È l'ultima moda! Le ragazze sverranno ai miei piedi!”

Io sono una ragazza! Se con 'svenire' intendi 'morire soffocate' allora può darsi e, in effetti, non vedo altre interpretazioni!” dico per poi fargli una linguaccia.

Alza gli occhi al cielo mentre mi minaccia di entrare in auto. Do un bacio a mamma e uno a papà promettendo di scrivere loro tutti i giorni, quando so già che al massimo scriverò una volta a settimana e poi lo seguo dentro la vettura.

Ci allontaniamo per il vialetto e saluto mamma e papà dal finestrino. Mi sorridono e io ricambio, mentre sposto la tracolla sulle ginocchia e solo in quel momento mi accorgo che uno dei due, probabilmente papà, ha infilato nella tasca anteriore un libro sul Quidditch. Trattengo una risatina, non si arrenderanno mai.

Sul mio baule, nel bagagliaio insieme alla gabbia del mio piccolo gufo Rob, spiccano in blu le mie iniziali.

 

S.I.B.
 

Susan Isabel Baston.

 

Unica figlia femmina di Oliver Baston e Katie Bell, entrambi ex-giocatori professionisti nel Puddlemere United, entrambi, ai tempi di Hogwarts, membri della squadra di Quidditch di Grifondoro, entrambi noiosamente ossessionati dal Quidditch.

  
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