☆ Holiday Special ☆
And a Happy New Year!
Finite
le lezioni, Umi camminava a
passo spedito lungo i corridoi quando fu affiancata dai soliti due
ragazzi.
“Buone Feste!” le dissero in coro.
Lei accennò un saluto ma non rallentò.
“Com'è andata la lezione?” chiese
pronto Den, che sembrava tenere alla scuola giusto un po'
più di
Christopher.
“Chi se ne frega della lezione!”
sbottò CJ senza lasciarle il tempo di rispondere e ricevendo
un
occhiataccia dall'amico. “Dimmi, che programmi hai per queste
vacanze?”
“Torno a casa” rispose come se
fosse la cosa più ovvia del mondo, rallentando il passo per
guardare
le facce deluse dei due.
“C-Come?” fece uno
“Perchè non resti a scuola? Ci
divertiremo, hanno intenzione di organizzare un party” fece
l'altro
con un sorriso speranzoso.
Umi fece una risatina laconica.
“Al contrario di voi, io ho una
famiglia che mi ama, e non vede l'ora di riempirmi di regali quando
tornerò a casa.” e entrò nel dormitorio
femminile facendo
svolazzare con un colpo di mano i capelli turchini e lasciano i due
impalati e con un palmo di naso.
~ ~ ~
“Perché tu sei ancora qui? Non torni
a casa per le vacanze natalizie?” chiese Seraphìne
vedendo che
Damien si stava accomodando poco distante da dove lei era seduta.
La mensa era quasi deserta, più della
metà dei ragazzi erano partiti per passare le feste con la
famiglia
e i pochi rimasti avevano spostato i tavoli in modo da crearne uno
centrale per stare tutti insieme.
Il ragazzo fece una faccia irritata e
Phìnne colse al volo l'occasione per stuzzicarlo ancora un
po'
“Che c'è, tuo padre non vuole
pagarti la settimana bianca?”
Damien grugnì “No. E vuole che resti
al cenone” e cominciò a spostare il cibo nel
piatto con la
forchetta.
“Ed è così terribile?” Chiese
dopo aver inghiottito il suo boccone.
Il moro spalancò gli occhi e la fissò
come se le fossero spuntate tre teste.
“Ah, definire le cene di famiglia a
casa Gervais 'terribile' è fargli un
complimento.
Sinceramente non credo che esista un aggettivo abbastanza brutto per
descriverle”
La ragazza ridacchiò “So che me ne
pentirò e che questo farà partire uno dei tuoi
monologhi ma...
adesso non ho niente di meglio da fare quindi: Racconta”
Fece appena in tempo a pronunciare
l'ultima sillaba che lui era già partito con il suo
chiacchiericcio.
“Ogni Natale è sempre uguale. Sempre
quello stramaledetto cenone che dura fino alle tre del mattino.
I cuochi sono in vacanza e mia madre
non sa cucinare, quindi fa tutto schifo. Tranne il dessert che
però
non posso mangiare perché devo mantenere la linea. Quindi
per tutto
il cenone mi tocca stare ad ascoltare mia nonna che dice: 'Damien
quand'è che ti trovi una fidanzata e ti sistemi? Non sarebbe
l'ora
di ammogliarsi e di produrre l'erede? Prendi esempio da tuo fratello,
guarda com'è carino con la sua ragazza.'
E io mi mordo la lingua (anzi la ingoio
perché ho fame), per non urlarle: Ho 17 anni, voglio andare
a troie
e non sposarmi! E mio fratello è così gay che me
ne sono accorto
pure io. Ed è inutile che porti a casa la ragazza, tanto lo
so, lo
so meglio di lui, che è solo una copertura.
Ma la nonna mica è l'unica. No. C'è
un tavolone così lungo che potrei andarci in bicicletta e le
persone
che ci siedono mi odiano tutti, ma è natale, quindi non
possono
spaccarmi il naso.
Poi, non posso buttarmi sull'alcol
perché c'è lo zio ubriacone che finisce la
bottiglia prima che
riesca a metterci le mani sopra. Non posso neppure suicidarmi. A
tagliarmi le vene non ci provo nemmeno perché ho paura del
sangue,
bere la varechina no perché i prodotti per il bagno li hanno
portati
via i domestici. Potrei impiccarmi.. ma dove? Il lampadario
è troppo
fragile e il soffitto è senza travi. Potrei provare
l'attaccapanni
ma non mi pare la più furba delle idee.
Ma guardiamo il lato positivo: senza
Shane tra i piedi posso provarci spudoratamente con tutte le
signorine che restano e senza rischiare pugni in faccia anche a
natale!
Succhiatemi il cazzo everybody!”
Damien non aveva ripreso fiato dall'inizio del suo discorso, e quando
aveva cominciato era anche piuttosto isterico.
Seraphìne aveva smesso di ascoltare
alla terza frase. A mensa i suoi vicini di tavolo lo ascoltavano con
un orecchio mentre mangiavano, abituati ormai ai suoi sproloqui.
Altri invece lo guardavano ammirati perché non riuscivano a
capire
da dove stesse respirando.
Quando finalmente si zittì con quella
frase a effetto che nessuno si sarebbe mai aspettato da un fighetto
come lui comparve alle sue spalle un'enorme figura che non si era
fatta vedere da nessuno nonostante la mole e gli si era posizionata
alle spalle.
Il nuovo arrivato si chinò,
avvicinando le labbra all'orecchio del moro per sussurrare
“Io sono
ovunque, esisto nel tessuto stesso della materia. E sono il tuo
peggiore incubo. Shane è qui, Fiorellino”
Damien non si voltò, al suono di
quella voce familiare smise di respirare, spalancò gli occhi.
La sua faccia assunse un colorito
vagamente bluastro e aprì la bocca ma non uscì
nessun suono.
Prima che potesse fare qualsiasi altra
cosa, a parte morire di infarto, Shane con una mano gli
tappò la
bocca e con l'altra lo cinse alla vita per sollevarlo dal suo posto.
Senza troppo sforzo il moro fu sollevato e si ritrovò
bloccato a
mezz'aria, allora cominciò a dimenarsi senza alcun risultato.
Mentre il diciassettenne era stato
preso e zittito, gli amici al tavolo si lanciarono un'occhiata pigra
e con la bocca mezza piena biascicarono con poco entusiasmo
“No.
Shane lascialo stare”
“Shane è Natale siamo tutti più
buoni”
“Infatti lo porto a prendere il suo
regalo” rispose il biondo con un mezzo sorriso. E si
issò Damien
su una spalla tipo sacco di patate mentre lui continuava a mugolare e
guardava i compagni con la disperazione negli occhi.
Niko lo salutò con il suo solito
sorriso ebete e agitando una mano mentre con l'altra continuava a
riempirsi la bocca di cibo. Poi si rivolse a Elizaveta
“Sicura che
non gli farà niente?”
“Lo conosci Shane. Lo pesterà” e
ridacchiò. “Merry Christmas, Damien”
~ ~ ~
Il
preside entrò in aula magna
fischiettando un'allegra canzoncina natalizia, dove aveva fatto
radunare tutti i ragazzi che avevano deciso di non tornare a casa per
le feste.
Si posizionò davanti a loro e con un
inquietante movimento di sopracciglia sussurrò con un tono
da
brivido “Ho un lavoro per voi” e il sorriso che gli
si aprì non
prometteva nulla di buono. “Addobbate” e intanto
entrarono i due
bidelli più la bibliotecaria con scatoloni e sacchi pieni di
addobbi
natalizi. I ragazzi anche se sorpresi dalla richiesta evitarono di
ribattere, o almeno lo fecero sotto voce.
Il preside allargò le braccia “E ora
andate miei prodi! Voglio sentire lo spirito natalizio rimbalzare per
i corridoi!” detto ciò si congedò
lasciando ai giovani l'onere di
raccogliere le scatole e distribuirsi i vari addobbi per poi
cominciare.
~ ~ ~
Philip
alzò al massimo il volume del
suo ipod, non gli importava di rimetterci il timpano, era determinato
a ignorare Seraphine, Bonney e Misaki che urlavano progetti, uno
più
infattibile dell'altro, per il party natalizio. Non era il solo a
essere stato coinvolto contro la sua volontà. A poche sedie
di
distanza c'era Harry con un libro sulle ginocchia che guardava le
ragazze fingendo interesse, ma si vedeva lontano un chilometro che
voleva soltanto tornare a leggere in un angolo.
In quell'aula non c'era nessun altro
perché quando le tre ragazze erano partite alla ricerca di
reclute,
tutti in un modo o nell'altro erano riusciti a sfuggire o a
nascondersi abbastanza bene da non farsi trovare.
Solo Harry e Philip erano stati
arruolati, il primo perché non era riuscito a dire di no per
via
della sua timidezza mista a galanteria, il secondo era stato preso
alle spalle mentre passeggiava per il corridoio ascoltando la musica.
La domanda che entrambi i ragazzi si
ponevano era: perché queste qui non erano tornate a casa a
festeggiare Natale e Capodanno senza stare a scuola a rompere le
scatole con i loro progetti?
E pur di trovare una risposta Philip fu
abbastanza sgarbato da chiederlo ad alta voce.
Le tre si girarono verso di lui
all'unisono e lo guardarono torve.
“A casa mi annoio” fece Seraphine.
“Ho litigato con i miei” Bonney.
“Sono scappata di casa a dodici anni”
disse infine Misaki.
Poi tutte e tre tornarono alla loro
conversazione con nonchalance.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo
disperato.
“Ci serve più gente!” disse Bonney
“Se siamo così pochi il preside non ci
darà mai il permesso di
fare la festa, e per di più non abbiamo un progetto
solido.”
Harry timido alzò la mano e intervenne
“Io non vorrei fare il guastafeste, ma visto che non credo
che
riusciremo a trovare altra gente e il preside non sembra tanto
propenso a fare questo evento, non sarebbe meglio...mmh non
so...”
si guardò in torno alla ricerca d'aiuto.
E Philip per la prima volta in tutto il
pomeriggio sembrava interessato a quello che si stava dicendo.
Harry continuò “Cioè, come dire...
Lasciar perdere?”
Fece per aggiungere altro ma Philip si
alzò prontamente dal suo posto e gli si mise accanto
facendogli
cenno di stare zitto. “Mai contraddire una ragazza, e se sono
tre
vale il triplo. Approfittiamone” gli sussurrò
nell'orecchio.
“Non volevo contraddirle. Volevo solo
che tenessero conto anche di questa possibilità.”
L'altro scosse il capo “Sta a
guardare”.
Bonney sembrava essere d'accordo con
Harry, Seraphine sembrava che stesse ponderando entrambe le
alternative ed esponeva a gran voce i pro e i contro. Misaki sembrava
non voler rinunciare alla festa e tutte e tre si urlavano contro.
Harry guardò Philip sconcertato e
stringendogli il braccio gli chiese a bassa voce “Ma cosa
stanno
facendo?”
L'altro sorrise appena e gli si
avvicinò per rispondergli senza farsi sentire
“Come avevo
previsto. Ora alzati lentamente e senza fare rumore, se ce la
giochiamo bene siamo liberi.” e lo prese per un polso per
assicurarsi che non facesse movimenti inconsulti e piano piano
strisciarono fuori dall'aula.
~ ~ ~
Elizaveta
era in piedi su una sedia
allungandosi nel tentativo di appendere un rametto di vischio al
soffitto della mensa quando si sentì mancare l'equilibrio e
la sua
sedia oscillò per qualche istante.
Da sotto Niko le evitò di cadere
sorreggendola per le natiche e senza nemmeno scomodarsi di levare la
mano quando l'amica aveva ripreso l'equilibrio.
“Che cosa fai?” lo guardò torva
per un istante.
“Ti ho rimesso in piedi, ringraziami”
fece lui con un sorriso a trentadue denti.
“Niko le mani, toglile o te le
strappo” il suo tono era troppo calmo per pensare che stesse
scherzando.
“Quali mani?” con l'espressione più
innocente e cogliona mai vista.
Lei senza distogliere lo sguardo dal
lavoro gli afferrò un polso stringendolo fino a slogarlo
quasi
“Queste mani”
“Ah! Pensavo che fosse il mio regalo
di Natale” e fu allontanato con un calcetto nello sterno
“Comunque:
bel culetto!”
Eliza tentò di colpirlo di nuovo e
stavolta più forte ma lui si era già allontanato
ridendo.
~ ~ ~
Carlotta era sola a mensa, stava mangiando tranquilla quando una ragazzina bionda sorridente le si avvicinò “Posso sedermi?”.Carlotta rimase sorpresa da questa richiesta ma fece cenno di sì.
“Nessuno dovrebbe restare solo a Natale, anche se teoricamente non è ancora Natale” cinguettò.
Fra
le due calò un silenzio
imbarazzato. Poi Alyson notò il libro che la mora teneva sul
tavolo.
“Ah, storie dell'orrore. Mi
piacciono” mentì pur di trovare un argomento di
conversazione. Il
silenzio, se pur durato pochi secondi, la stava già
uccidendo.
“E' raro trovare qualcuno a cui
piacciono” disse talmente piano che fu una sorpresa che
Alyson
fosse riuscita a sentire.
“Già, però non ne conosco molte.
Purtroppo.”
“Io invece ne ho un sacco da
raccontare. Mi piace raccontarle.” e quasi sorrise.
Alyson deglutì, anche la più banale
di queste storie le faceva venire la pelle d'oca ma ormai era tardi
per rimangiarsi le sue bugie.
“Oh, ma davvero? Quali sono le tue
preferite?”
“In generale mi piacciono quelle che
parlano di morti in circostanze misteriose. Dagli spettri ai killer
psicopatici.” disse calma mentre Ally aveva già i
brividi “e le
case infestate... Vuoi che te ne racconti qualcuna?” concluse.
La biondina sbiancò ma sorrise e
continuò a recitare “Sì,
certo”
Carlotta per l'occasione aveva tirato
fuori una storia che parlava di quattro ragazzi che si ritrovavano in
una vecchia cascina per passare la notte di capodanno in modo
originale. Il finale, se conoscete qualche film horror, potete
immaginarlo...
Così come potete immaginare la povera
Alyson che per tutte le vacanze decise di dormire con la luce accesa.
Note Autrici: Buone feste ragazzuoli!
Che
propositi avete fatto per l'anno nuovo? Noi lasceremo che ci travolga
come.. come... Un treno!
E Babbo Natale che vi ha portato? diteci, diteci.
Allora, dopo tante elocubrazioni mentali riguardo a dove pubblicare
questo speciale alla fine siamo arrivate a
una decisione: lo pubblichiamo come un capitolo qualsiasi e poi, dopo
la befana (quindi resterà quì poco),
verrà spostato in un una nuova sede e sarà il
primo di una raccolta di speciali (▰˘◡˘▰)
Per il titolo non fate troppe
domande, diciamo che suonava bene.
P.s. Il capitolo nuovo uscirà a breve, don't worry, e parlerà della prima gita dell'anno (spoiler!)