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Autore: SiAmOoRiGiNaLiXxImExDxD    04/01/2014    6 recensioni
La Trainers and Coordinators Academy è una scuola riservata ai migliori, all’élite, all’eccellenza.
Forse è proprio per questo che molti si dimenticano che gli studenti che la abitano sono solo dei ragazzi, non sono perfetti, commettono errori, cercano di essere all’altezza delle aspettative e non sempre ci riescono, hanno tanti difetti e devono ancora crescere.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: N, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Holiday Special

We wish you a Merry Christmas
And a Happy New Year!


Finite le lezioni, Umi camminava a passo spedito lungo i corridoi quando fu affiancata dai soliti due ragazzi.
“Buone Feste!” le dissero in coro. Lei accennò un saluto ma non rallentò.
“Com'è andata la lezione?” chiese pronto Den, che sembrava tenere alla scuola giusto un po' più di Christopher.
“Chi se ne frega della lezione!” sbottò CJ senza lasciarle il tempo di rispondere e ricevendo un occhiataccia dall'amico. “Dimmi, che programmi hai per queste vacanze?”
“Torno a casa” rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo, rallentando il passo per guardare le facce deluse dei due.
“C-Come?” fece uno
“Perchè non resti a scuola? Ci divertiremo, hanno intenzione di organizzare un party” fece l'altro con un sorriso speranzoso.
Umi fece una risatina laconica.
“Al contrario di voi, io ho una famiglia che mi ama, e non vede l'ora di riempirmi di regali quando tornerò a casa.” e entrò nel dormitorio femminile facendo svolazzare con un colpo di mano i capelli turchini e lasciano i due impalati e con un palmo di naso.

 ~ ~ ~


“Perché tu sei ancora qui? Non torni a casa per le vacanze natalizie?” chiese Seraphìne vedendo che Damien si stava accomodando poco distante da dove lei era seduta.
La mensa era quasi deserta, più della metà dei ragazzi erano partiti per passare le feste con la famiglia e i pochi rimasti avevano spostato i tavoli in modo da crearne uno centrale per stare tutti insieme.
Il ragazzo fece una faccia irritata e Phìnne colse al volo l'occasione per stuzzicarlo ancora un po'
“Che c'è, tuo padre non vuole pagarti la settimana bianca?”
Damien grugnì “No. E vuole che resti al cenone” e cominciò a spostare il cibo nel piatto con la forchetta.
“Ed è così terribile?” Chiese dopo aver inghiottito il suo boccone.
Il moro spalancò gli occhi e la fissò come se le fossero spuntate tre teste.
“Ah, definire le cene di famiglia a casa Gervais 'terribile' è fargli un complimento. Sinceramente non credo che esista un aggettivo abbastanza brutto per descriverle”
La ragazza ridacchiò “So che me ne pentirò e che questo farà partire uno dei tuoi monologhi ma... adesso non ho niente di meglio da fare quindi: Racconta”
Fece appena in tempo a pronunciare l'ultima sillaba che lui era già partito con il suo chiacchiericcio.
“Ogni Natale è sempre uguale. Sempre quello stramaledetto cenone che dura fino alle tre del mattino.
I cuochi sono in vacanza e mia madre non sa cucinare, quindi fa tutto schifo. Tranne il dessert che però non posso mangiare perché devo mantenere la linea. Quindi per tutto il cenone mi tocca stare ad ascoltare mia nonna che dice: 'Damien quand'è che ti trovi una fidanzata e ti sistemi? Non sarebbe l'ora di ammogliarsi e di produrre l'erede? Prendi esempio da tuo fratello, guarda com'è carino con la sua ragazza.'
E io mi mordo la lingua (anzi la ingoio perché ho fame), per non urlarle: Ho 17 anni, voglio andare a troie e non sposarmi! E mio fratello è così gay che me ne sono accorto pure io. Ed è inutile che porti a casa la ragazza, tanto lo so, lo so meglio di lui, che è solo una copertura.
Ma la nonna mica è l'unica. No. C'è un tavolone così lungo che potrei andarci in bicicletta e le persone che ci siedono mi odiano tutti, ma è natale, quindi non possono spaccarmi il naso.
Poi, non posso buttarmi sull'alcol perché c'è lo zio ubriacone che finisce la bottiglia prima che riesca a metterci le mani sopra. Non posso neppure suicidarmi. A tagliarmi le vene non ci provo nemmeno perché ho paura del sangue, bere la varechina no perché i prodotti per il bagno li hanno portati via i domestici. Potrei impiccarmi.. ma dove? Il lampadario è troppo fragile e il soffitto è senza travi. Potrei provare l'attaccapanni ma non mi pare la più furba delle idee.
Ma guardiamo il lato positivo: senza Shane tra i piedi posso provarci spudoratamente con tutte le signorine che restano e senza rischiare pugni in faccia anche a natale!
Succhiatemi il cazzo everybody!” Damien non aveva ripreso fiato dall'inizio del suo discorso, e quando aveva cominciato era anche piuttosto isterico.
Seraphìne aveva smesso di ascoltare alla terza frase. A mensa i suoi vicini di tavolo lo ascoltavano con un orecchio mentre mangiavano, abituati ormai ai suoi sproloqui. Altri invece lo guardavano ammirati perché non riuscivano a capire da dove stesse respirando.
Quando finalmente si zittì con quella frase a effetto che nessuno si sarebbe mai aspettato da un fighetto come lui comparve alle sue spalle un'enorme figura che non si era fatta vedere da nessuno nonostante la mole e gli si era posizionata alle spalle.
Il nuovo arrivato si chinò, avvicinando le labbra all'orecchio del moro per sussurrare “Io sono ovunque, esisto nel tessuto stesso della materia. E sono il tuo peggiore incubo. Shane è qui, Fiorellino”
Damien non si voltò, al suono di quella voce familiare smise di respirare, spalancò gli occhi.
La sua faccia assunse un colorito vagamente bluastro e aprì la bocca ma non uscì nessun suono.
Prima che potesse fare qualsiasi altra cosa, a parte morire di infarto, Shane con una mano gli tappò la bocca e con l'altra lo cinse alla vita per sollevarlo dal suo posto. Senza troppo sforzo il moro fu sollevato e si ritrovò bloccato a mezz'aria, allora cominciò a dimenarsi senza alcun risultato.
Mentre il diciassettenne era stato preso e zittito, gli amici al tavolo si lanciarono un'occhiata pigra e con la bocca mezza piena biascicarono con poco entusiasmo “No. Shane lascialo stare”
“Shane è Natale siamo tutti più buoni”
“Infatti lo porto a prendere il suo regalo” rispose il biondo con un mezzo sorriso. E si issò Damien su una spalla tipo sacco di patate mentre lui continuava a mugolare e guardava i compagni con la disperazione negli occhi.
Niko lo salutò con il suo solito sorriso ebete e agitando una mano mentre con l'altra continuava a riempirsi la bocca di cibo. Poi si rivolse a Elizaveta “Sicura che non gli farà niente?”
“Lo conosci Shane. Lo pesterà” e ridacchiò. “Merry Christmas, Damien”

~ ~ ~

Il preside entrò in aula magna fischiettando un'allegra canzoncina natalizia, dove aveva fatto radunare tutti i ragazzi che avevano deciso di non tornare a casa per le feste.
Si posizionò davanti a loro e con un inquietante movimento di sopracciglia sussurrò con un tono da brivido “Ho un lavoro per voi” e il sorriso che gli si aprì non prometteva nulla di buono. “Addobbate” e intanto entrarono i due bidelli più la bibliotecaria con scatoloni e sacchi pieni di addobbi natalizi. I ragazzi anche se sorpresi dalla richiesta evitarono di ribattere, o almeno lo fecero sotto voce.
Il preside allargò le braccia “E ora andate miei prodi! Voglio sentire lo spirito natalizio rimbalzare per i corridoi!” detto ciò si congedò lasciando ai giovani l'onere di raccogliere le scatole e distribuirsi i vari addobbi per poi cominciare.

~ ~ ~

Philip alzò al massimo il volume del suo ipod, non gli importava di rimetterci il timpano, era determinato a ignorare Seraphine, Bonney e Misaki che urlavano progetti, uno più infattibile dell'altro, per il party natalizio. Non era il solo a essere stato coinvolto contro la sua volontà. A poche sedie di distanza c'era Harry con un libro sulle ginocchia che guardava le ragazze fingendo interesse, ma si vedeva lontano un chilometro che voleva soltanto tornare a leggere in un angolo.
In quell'aula non c'era nessun altro perché quando le tre ragazze erano partite alla ricerca di reclute, tutti in un modo o nell'altro erano riusciti a sfuggire o a nascondersi abbastanza bene da non farsi trovare.
Solo Harry e Philip erano stati arruolati, il primo perché non era riuscito a dire di no per via della sua timidezza mista a galanteria, il secondo era stato preso alle spalle mentre passeggiava per il corridoio ascoltando la musica.
La domanda che entrambi i ragazzi si ponevano era: perché queste qui non erano tornate a casa a festeggiare Natale e Capodanno senza stare a scuola a rompere le scatole con i loro progetti?
E pur di trovare una risposta Philip fu abbastanza sgarbato da chiederlo ad alta voce.
Le tre si girarono verso di lui all'unisono e lo guardarono torve.
“A casa mi annoio” fece Seraphine.
“Ho litigato con i miei” Bonney.
“Sono scappata di casa a dodici anni” disse infine Misaki.
Poi tutte e tre tornarono alla loro conversazione con nonchalance.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo disperato.
“Ci serve più gente!” disse Bonney “Se siamo così pochi il preside non ci darà mai il permesso di fare la festa, e per di più non abbiamo un progetto solido.”
Harry timido alzò la mano e intervenne “Io non vorrei fare il guastafeste, ma visto che non credo che riusciremo a trovare altra gente e il preside non sembra tanto propenso a fare questo evento, non sarebbe meglio...mmh non so...” si guardò in torno alla ricerca d'aiuto.
E Philip per la prima volta in tutto il pomeriggio sembrava interessato a quello che si stava dicendo.
Harry continuò “Cioè, come dire... Lasciar perdere?”
Fece per aggiungere altro ma Philip si alzò prontamente dal suo posto e gli si mise accanto facendogli cenno di stare zitto. “Mai contraddire una ragazza, e se sono tre vale il triplo. Approfittiamone” gli sussurrò nell'orecchio.
“Non volevo contraddirle. Volevo solo che tenessero conto anche di questa possibilità.”
L'altro scosse il capo “Sta a guardare”.
Bonney sembrava essere d'accordo con Harry, Seraphine sembrava che stesse ponderando entrambe le alternative ed esponeva a gran voce i pro e i contro. Misaki sembrava non voler rinunciare alla festa e tutte e tre si urlavano contro.
Harry guardò Philip sconcertato e stringendogli il braccio gli chiese a bassa voce “Ma cosa stanno facendo?”
L'altro sorrise appena e gli si avvicinò per rispondergli senza farsi sentire “Come avevo previsto. Ora alzati lentamente e senza fare rumore, se ce la giochiamo bene siamo liberi.” e lo prese per un polso per assicurarsi che non facesse movimenti inconsulti e piano piano strisciarono fuori dall'aula.

~ ~ ~

Elizaveta era in piedi su una sedia allungandosi nel tentativo di appendere un rametto di vischio al soffitto della mensa quando si sentì mancare l'equilibrio e la sua sedia oscillò per qualche istante.
Da sotto Niko le evitò di cadere sorreggendola per le natiche e senza nemmeno scomodarsi di levare la mano quando l'amica aveva ripreso l'equilibrio.
“Che cosa fai?” lo guardò torva per un istante.
“Ti ho rimesso in piedi, ringraziami” fece lui con un sorriso a trentadue denti.
“Niko le mani, toglile o te le strappo” il suo tono era troppo calmo per pensare che stesse scherzando.
“Quali mani?” con l'espressione più innocente e cogliona mai vista.
Lei senza distogliere lo sguardo dal lavoro gli afferrò un polso stringendolo fino a slogarlo quasi “Queste mani”
“Ah! Pensavo che fosse il mio regalo di Natale” e fu allontanato con un calcetto nello sterno “Comunque: bel culetto!”
Eliza tentò di colpirlo di nuovo e stavolta più forte ma lui si era già allontanato ridendo.

~ ~ ~

Carlotta era sola a mensa, stava mangiando tranquilla quando una ragazzina bionda sorridente le si avvicinò “Posso sedermi?”.
Carlotta rimase sorpresa da questa richiesta ma fece cenno di sì.
“Nessuno dovrebbe restare solo a Natale, anche se teoricamente non è ancora Natale” cinguettò.

Fra le due calò un silenzio imbarazzato. Poi Alyson notò il libro che la mora teneva sul tavolo.
“Ah, storie dell'orrore. Mi piacciono” mentì pur di trovare un argomento di conversazione. Il silenzio, se pur durato pochi secondi, la stava già uccidendo.
“E' raro trovare qualcuno a cui piacciono” disse talmente piano che fu una sorpresa che Alyson fosse riuscita a sentire.
“Già, però non ne conosco molte. Purtroppo.”
“Io invece ne ho un sacco da raccontare. Mi piace raccontarle.” e quasi sorrise.
Alyson deglutì, anche la più banale di queste storie le faceva venire la pelle d'oca ma ormai era tardi per rimangiarsi le sue bugie.
“Oh, ma davvero? Quali sono le tue preferite?”
“In generale mi piacciono quelle che parlano di morti in circostanze misteriose. Dagli spettri ai killer psicopatici.” disse calma mentre Ally aveva già i brividi “e le case infestate... Vuoi che te ne racconti qualcuna?” concluse.
La biondina sbiancò ma sorrise e continuò a recitare “Sì, certo”
Carlotta per l'occasione aveva tirato fuori una storia che parlava di quattro ragazzi che si ritrovavano in una vecchia cascina per passare la notte di capodanno in modo originale. Il finale, se conoscete qualche film horror, potete immaginarlo...
Così come potete immaginare la povera Alyson che per tutte le vacanze decise di dormire con la luce accesa.


Note Autrici: Buone feste ragazzuoli!  

 Che propositi avete fatto per l'anno nuovo? Noi lasceremo che ci travolga come.. come... Un treno!
E Babbo Natale che vi ha portato?  diteci, diteci. 
Allora, dopo tante elocubrazioni mentali riguardo a dove pubblicare questo speciale alla fine siamo arrivate a
una decisione: lo pubblichiamo come un capitolo qualsiasi e poi, dopo la befana (quindi resterà quì poco),
verrà spostato in un una nuova sede e sarà il primo di una raccolta di speciali 
(˘˘)
Per il titolo non fate troppe domande, diciamo che suonava bene.

P.s. Il capitolo nuovo uscirà a breve, don't worry, e parlerà della prima gita dell'anno (spoiler!)






  
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