Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Yavanna Norrey    04/01/2014    1 recensioni
Abbiamo lasciato Rouge sconvolta dalla notizia dell’incidente di Ronald, e incinta. Da adesso in poi, la ragazza si renderà conto di quanto possa essere fragile il piccolo mondo che si era creata: impegnata a far ritrovare al suo compagno i ricordi perduti, verrà coinvolta in una lotta contro il tempo e il destino. Come se non bastasse il piccolo conte, che sembrava averla accolta nella sua vita, si comporta come se gli eventi che li hanno legati non fossero mai accaduti.
Tra varie traversie, riuscirà Rouge a tenere unita la sua famiglia, fondata su legami d’amore e non di sangue?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di una mezzosangue'
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4§ I Rovi della Morte


“Rouge!”
La ragazza si lasciò abbracciare dall’uomo. Rimase lì, in quella stretta che tante volte l’aveva consolata da piccola, incapace di dire qualcosa. Qualsiasi cosa che non suonasse vana e senza senso.
Poi sollevò piano il volto, ad incrociare quelle iridi verdi divenute rosse per il pianto a stento trattenuto.
Com’era orgoglioso, il suo zione.
“E’vero… quello che dice papà?”
Eric sollevò le spalle, stanco “Non so cosa fare, piccola” la rossa si sciolse dall’abbraccio, avvicinandosi al letto. Sfiorò il viso smorto del giovane sotto le coperte: quel pallore mortale le fece venire i brividi.
Eppure, poteva sentirlo.
L’odore di morte.
“Potresti fare qualcosa?”
Rouge rimase in silenzio: poteva opporsi alla morte, di nuovo? Col piccolo conte, con William e con lei aveva funzionato. Poteva rifarlo?
“Rouge, cazzo! Rispondimi!”
Si voltò, incrociando di nuovo quello sguardo pieno di disperazione “Non lo so…” esalò.
Eric si abbandonò sulla sedia accanto al letto, la testa stretta fra le mani.
Avrebbe voluto rassicurarlo, ma non era certa di poterlo fare. Forse c’era qualche legge divina che impediva di riportare alla vita le anime prese dai Rovi della Morte. O, forse, sarebbe dovuta morire lei per salvare Alan.
Lei che aveva un Ronald senza ricordi a casa ad attenderla, ed un bambino in grembo.
Avrebbe dovuto scegliere fra il suo migliore amico, il suo amore di gioventù, e se stessa?
Se stessa ed il futuro per cui aveva strenuamente lottato fin dalla nascita?
Chiuse gli occhi. Era questo a cui la Dea l’aveva destinata?
Niente lieto fine.
Scegliere fra la sua felicità e quella delle persone che più amava?
E Ronald? Chi si sarebbe preso cura di lui?
“Eric ,promettimi una cosa” l’uomo sollevò lo sguardo su di lei.
Era palese, anche se cercava di nasconderlo: ormai era un uomo distrutto dentro.
“Io ce la metterò tutta, quando i Rovi cercheranno di portarselo via, ma tu dovrai giurarmi che aiuterai Ronald a tornare com’era! O prometto che tornerò dall’Aldilà per darti il tormento!”
Il biondo sorrise appena “Dannata piccola peste…” la rossa incrociò le braccia al petto con fare offeso.
“Mi hai mandato a quel paese! Zio degenere!”
Il biondo sorrise appena “Vai dallo smemorato ora. Ti sta aspettando…”
Rouge sorrise, rinfrancata “Torno appena posso. Papà si prenderà cura di voi”
Appena uscita da quella stanza, sentì prepotente il desiderio di urlare.
Invece, si limitò a rivolgere un falso sorriso a suo padre.

§§§

“Rog!”
La rossa si fermò dov’era, sul pianerottolo.
Grell gli corse dietro “Come stai?!”
“Io?” chiese lei confusa “Benissimo…” il rosso le sfiorò appena il ventre “Con tutto questo stress, è un miracolo che non ne soffra…”
Rouge avrebbe voluto piangere: per salvare Alan, forse avrebbe dovuto rinunciare a quella creaturina.
Grell le arruffò i capelli “Tesoro, sei così scura in volto”
“Sto bene” e mise la mano sulla maniglia “Solo che… controlla Alan mentre non ci sono, devo spiegare a Ron che forse per un po’ dovrò andare e venire da villa Phantomhive”
“Ma cucciola !Non puoi trascurare Ronald!”
La rossa sospirò “Cercherò di far quadrare il tutto…”
E poi sparì oltre la porta.
Prima che la voglia di piangere riuscisse ad avere la meglio su di lei.

§§§

“E’ da tre ore che ti aspettiamo”
William, più che adirato sembrava angosciato. Ronald era appollaiato sulla scrivania e sul viso aveva un’espressione tesa.
Rouge sorrise, per sdrammatizzare “Alan… sta bene… più o meno…”
William continuava a fulminarla con lo sguardo.
“Ah… Ronnie, puoi uscire un attimo?” il biondo annuì, leggermente deluso, e datole un bacio sulla fronte uscì dalla stanza. Lo shinigami moro sembrava sul punto di esplodere.
“Rog, che hai intenzione di fare?!”
La ragazza fissò il pavimento “Niente… ma se posso salvare Alan dai Rovi della Morte, non m tirerò indietro”
“Sai che andresti contro le leggi della Dea?” “Non ci vuole poi così bene se ha inventato una mostruosità del genere…” “Potresti morire, lo sai?”
La rossa chiuse gli occhi “Zio… io sono incinta. E Ronald è il padre”
William boccheggiò, e quando gli fu tutto chiaro la afferrò violentemente per le spalle “Sei impazzita!? Lo sforzo potrebbe causarti un aborto o, peggio, la morte! Stiamo parlando di una morte maledetta! Non è come le altre volte, Rog! Se rischi troppo potresti…”
La ragazza si divincolò “E a lui non pensi?” gli occhi pieni di lacrime.
William sospirò “Rouge, tesoro, stiamo parlando del tuo futuro .Io sono affezionato ad Alan, e voglio bene ad Eric, ma non posso anteporre la loro felicità alla tua”
Rouge si asciugò lentamente le lacrime “Stai parlano di Alan, te ne rendi conto? E di mio zio!”
Il moro le accarezzò i capelli “Ron ha bisogno di te. Vuoi veramente lasciarlo così? Lo so che Alan è il tuo ex, ma rifletti: hai lottato tanto per questa vita, e ora sei anche incinta…”
Rouge sorrise appena, e si voltò.
“Dove vai?”
“A casa con Ron. Deve almeno sapere che aspetto suo figlio…”
“Per cosa? Per dargli un doppio dolore poi? Se glielo dici, non rischiare il tutto per tutto per Alan”
Avrebbe voluto urlare, ma sentiva che lo zio aveva ragione, in  parte. Scosse le spalle e uscì dalla stanza.
Il sorriso dolce di Ronald non fece altro che peggiorare la situazione.

§§§

Era sempre stato una cosetta fragile, Alan. Un affarino delicato dall’incredibile forza di volontà e testardaggine. E non era stato facile accettare il fatto di non essere più un playboy incallito. Ma c’erano sempre quel sorriso dolce e quelle iridi verde limpido a ricordargli che andava tutto bene. E ora, per colpa di un sorte del cazzo, il suo dolce Alan se ne sarebbe andato, tra dolori atroci. Strinse le lenzuola immacolate con foga: non voleva rinunciare a lui, non avrebbe rinunciato. Sì, c’erano Rouge e quel suo arcano potere, ma fino a che punto era disposto a sacrificare la vita della sua piccola per lui? Per loro? Rouge aveva insinuato l’orribile dubbio della morte: sarebbe morta per salvare Alan, e avrebbe lasciato Ronald a se stesso. E lui, poteva davvero essere così egoista? O c’era un altro modo per salvarli tutti senza comprometterli?
“Che faccia scura… a cosa stai pensando?”
Eric sobbalzò appena: Alan lo fissava con un sorrisetto divertito all’angolo delle labbra. Il suo piccolo scricciolo dall’inossidabile ottimismo.
“Come stai, scricciolo?”
“Come uno che potrebbe morire da un momento all’altro… ma nel complesso bene”
Detestò quel suo sorriso, in quel momento. Come poteva parlare della sua morte con tanta leggerezza? Il suo Alan era così sprezzante del pericolo, e lui non se n’era mai reso conto?
“Alan… che stai dicendo?” gli occhi verdi del più piccolo lo squadrarono per un attimo turbati, ma fu solo un istante. Poi tornarono sereni.
“Hai sentito Grell, no? Posso morire da un momento all’altro” “Non se ci facciamo aiutare da Rog”
Alan restò  perplesso “Rouge? Ma non credo…” “Lei è disposta a farlo! E’ disposta a rischiare per te!”
Eric non si rese conto di averlo urlato: fu lo sguardo sconvolto del castano a rivelargli quanto, per l’ennesima volta, fosse stato egoista. Di quanto avesse pensato solo alla sua felicità.
“Rischiare? Rouge non può morire per me!”
Uscite dalla bocca di Alan, quelle parole gli sembrarono intollerabili e terribili.
“Io… ecco…” volse lo sguardo sconvolto al lenzuolo candido “Non voglio che tu…”
“Lo so” sussurrò piano Alan “Ma non mi va di compromettere Rog per me… ha Ron di cui occuparsi e...”
“E di te chi si occuperà, allora?!”
Alan lo fissò sconvolto: il biondo era scattato in piedi, gettando la sedia a terra, con gli occhi lucidi.
“Pensiamo a lei e al suo amore, al suo cavolo di tutto, ma a te chi ci pensa? Solo io!”
Il castano si alzò lentamente dal letto: non sarebbe stato un gran che collassare proprio in quel momento.
“Eric, io devo morire… è così, e non possiamo farci nulla. Nemmeno Rog. Ciò è al di là del suo potere… anziché cercare una scappatoia inesistente, perché non ci godiamo questi ultimi momenti?”
La mano di Alan sul suo petto era piccola, bianca e ferma.
“Stammi vicino finche possiamo stare insieme”
Gli occhi del suo Alan era verdi e fermi: come faceva ad essere così sicuro adesso?
“Non mi perdonerei mai se lei morisse… capisci?”
Eric se lo strinse al petto: finché era caldo, vivo.
“Non voglio che tu te ne vada, non ce la posso fare senza di te, scricciolo”
Alan ridacchiò piano “Ormai sono grande….”
Erano le lacrime del suo biondo playboy quelle? Eric gli affondò il viso nell’incavo del collo, tremando appena.
“Ehi, mi hai sentito? Non voglio passare il tempo che mi resta a consolarti”
Gli accarezzò la schiena con movimenti lenti.
Uno dei due doveva pur essere forte, no?
E forse il suo Eric, così pronto a spaccare il mondo per un nonnulla, questa volta non ce l’avrebbe fatta.
Magari Rouge lo avrebbe salvato, magari no.
Ma affidare la sua vita a lei, sapendo che sarebbe potuta morire, gli sembrava intollerabile.
Un peso troppo gravoso da portare per l’eternità.
E poi ci furono le mani di Eric sotto la camicia a farlo sussultare.
“Non intendevo questo per godersi gli ultimi momenti!”
Perché, cavolo, era nella residenza del conte scorbutico, col suo nero maggiordomo a poche stanza di distanza! E ci voleva pure un certo decoro!
“Eric!”
Il biondo sorrise appena, esibendo il caratteristico ghigno di quando sapeva di stare per fare qualcosa di palesemente errato. E nonostante tutto, provava una gioia enorme nel farlo.
“Tanto nessuno verrà  a controllare…”
E un attimo dopo, le labbra di lui erano sulle sue.

§§§

“Il tuo amico sta male?”
Rouge prese fiato, sedendosi sul bordo del divano.
“Lui… morirà Ronnie… se non lo salvo…”
Lo sguardo sperso del bicromatico la fece sorridere.
“Come puoi tu?” “Non lo ricordi, ma io ho resuscitato svariate persone prima di… tornare alla mia vita normale. E' una delle mie qualità, gli ibridi possono farlo. Siamo esseri fra la vita e la morte”
Ronald annuì piano “Quindi puoi impedirlo” “In teoria. Fino ad ora ho sempre salvato persone morte per cause tragiche, non diciamo… naturali… e i Rovi della Morte, ecco… nessuno è mai sopravvissuto. Quindi, è come un contrappasso: la vita che chiede un’esistenza per pareggiare i conti con gli dei della morte… potrei far adirare la Dea, e di conseguenza lei potrebbe…”
“Chiedere la tua vita in cambio di quella del tuo amico”
Rouge restò colpita dallo sguardo sconvolto del ragazzo.
“Stai scherzando vero?”
Gli occhi verdi erano sgranati verso il vuoto: due pozze di disperazione.
“Non vorrai morire spero?!” “Ronald, Alan è così giovane… lui ed Eric si amano…”
“E a me non pensi?” la rossa abbassò lo sguardo “Non pensi a me? Io cosa faccio se tu te ne vai?!”
“Will ti darebbe una mano, ci sarebbero Grell e gli altri…” “Cazzo Rouge!”
L’aveva afferrata per le spalle, e ora la stava scuotendo, fuori di sé.
“Vuoi morire per cosa? Spirito di sacrificio? Io non ci sto senza di te! Non mi ricordo un fottuto niente di quello che ero fino a tre settimane fa, e tu mi vieni a dire candidamente  che ti farai ammazzare così?!”
Rouge deglutì appena.
“Io ti amo cazzo! Sei l’unica costante della mia vita e tu te ne vuoi andare? Al diavolo i tuoi amici e tutto il resto: non è bastato un cornicione della malora, ora anche questo?!”
Smise di scuoterla, per poi fissarla con occhi velati di pianto “Per favore…”
La rossa gli accarezzò cauta il viso.
“Non rischiare…”
Non poteva dirgli di no, non poteva lasciarlo solo.
Trattenne a stento le lacrime “Vuoi passare il resto dell’eternità con me?”
“E me lo chiedi?” la ragazza ridacchiò piano.
“Allora devi sapere che sono incinta”
Lo sguardo del ragazzo si fece vitreo “Cosa?”
“No, che hai capito! Di te idiota!” berciò quando la stretta di lui sui suoi fianchi si fece più tenue.
“L’ho scoperto il giorno dell’incidente e stavo per venire a dirtelo ma poi… è successo di tutto e non ho osato. Eri confuso, avresti potuto decidere di andartene e non volevo….”
Le labbra del biondo la zittirono, e quando poté aprire bocca lo vide sorridere euforico.
“E’ mio figlio questo…” Ronald le stava accarezzando piano il ventre “Eh, già… fra un mesetto si inizierà a vedere qualcosa…” le mani di lui la strinsero forte “Non te ne vai col mio piccolo, vero?”
Rouge pensò alle parole di William, alla possibilità di morire e con lei il figlio che portava in grembo.
Al dolore che avrebbe sopportato Ronald per tutta l’eternità.
Ingoiò la sofferenza bruciante per il destino di Alan.
“No, non me ne vado”
Poi si lasciò avvolgere dall’abbraccio caldo del suo amore.
Suo fino alla fine del mondo.

§§§

Alan aprì cautamente gli occhi, mentre la luce gli lambiva il viso passando attraverso le tende.
C’erano stati i baci e le carezze, le mani frenetiche di Eric che gli sfilavano di dosso i vestiti con un misto di desiderio e ansia.
Si sollevò appena sui gomiti e non potè far a meno di sorridere. Eric era aggrappato alla sua vita come se temesse di vederlo sparire da un momento all’altro. Forse dormiva: teneva gli occhi chiusi e aveva dipinta un’espressione rilassata. Un mezzo sorriso. Gli accarezzò piano i capelli, passando le dita fra le ciocche che componevano il suo adorato ciuffo. Poi scivolò di nuovo dov’era prima, tra le braccia del biondo.
“Ohi” l’interpellato sbatté le palpebre contrariato “Sei un cattivone, forzarmi a fare cose lascive sotto il tetto del conte Phantomhive! Dovrei mandarti via a calci nel sedere per tanta arroganza!”
Eric ridacchiò col viso premuto contro la sua spalla “Non ignorarmi, Mister faccio-solo-quello-che-voglio-e-non-ascolto-nessuno-perché-sono-figo!” Alan mise su un broncio ad arte.
“Sai cosa penso?” mormorò Eric accarezzandogli i capelli “Cosa, testa vuota?” “Che vorrei poter vedere il tuo musetto arrabbiato per l’eternità…” “Non ne abbiamo già discusso?” fece il castano, tirandogli una ciocca di capelli “Lo so…” sbuffò Eric innervosito “Ma io non mi rassegno!” Alan sbuffò, prima di baciarlo piano.
Perché era così testardo?
“E ora esci dal mio letto, prima che il padre di Rogue ci becchi a fare la coppietta!”
“Perché?” fece Erci con aria innocente “Non lo siamo?”
In risposta ricevette un pizzicotto sul naso.

§§§

Rouge accesse il fornelletto e mise su il caffè.
Stranamente quel mattino non si era svegliata con la nausea.
“Cosa fai!?” saltò su, mentre un trafelato Ronald la allontanava per la vita dal ripiano cucina.
“Ma sei impazzito?!” “Lo sei tu! Sei incinta! Zero stress e movimenti bruschi!”
La rossa lo fissò truce “Ronald Knox, tuo figlio non ha ancora due mesi, vuoi già iniziare ad essere ansioso?”
Il bicromatico sorrise “E allora? Chi ben comincia è a metà dell’opera!”
Avrebbe voluto strozzarlo. Sarebbero stati nove mesi di inferno.
“Ron… io devo andare al lavoro domani…”
“Nemmeno per sogno!”
“Ronald, senti…” “Tuo zio ti obbliga, per caso?” “Ronald, calmati!”
Sbuffò con un mezzo ringhio feroce e arretrò fino alla finestra. Un piccolo piccione bigio picchiettò contro il vetro attirando la sua attenzione. Con un brivido lo fece entrare: se era quello che pensava…
La calligrafia ordinata e fine di William recitava:

Ho pensato di esporre la tua situazione ai superiori -che si congratulano con i futuri genitori-
Al terzo mese verrai messa in maternità.
Salutami il padre.
Ti voglio bene.

“Io no!” ruggì Rouge, strappando la lettera sotto lo sguardo allucinato del compagno.

§§§

“Non devi scaldarti così!”
“Stai zitto o ti squarcio!”
William saltò sulla sedia quando si trovò il dio demone, sua nipote!, con tanto di falce sguainata fare irruzione nel suo ufficio, seguita da un Knox visibilmente terrorizzato.
“Rouge!”
“Cos’era, uno scherzo!?” lo sguardo bicromatico saettò furente sullo zio “Io-non-sono-malata!”
“E’ normale dare la maternità alle donne incinte…” fece calmo William “Anche gli umani lo fanno”
“Sì, ma io sono al primo mese!” sibilò la ragazza “Posso ancora lavorare!”
William iniziò a preoccuparsi quando una penna nera gli finì in testa: le ali frullavano come impazzite.
“Calma, tesoro. Non vorrai che i superiori ti diano un richiamo…”
“Che ci provino! Dopo quello che mi hanno fatto passare, dovrebbero promuovermi vice-direttore!”
Mossa sbagliata, pensò lo shinigami moro, decisamente sbagliata.
“Vuoi far patire il bambino con tutto questo caos?”
Rouge si calmò e William tirò un sospiro di sollievo.
“Ok… ma pretendo di uscire dal lavoro al terzo mese” “Ma tesoro!” “Lo pretendo!”
E la falce si abbattè sulla scrivania di William.

§§§

“Cosa hai fatto?!”
Eric ridacchiò basso, sotto lo sguardo di fuoco della rossa.
“Ho tagliato in due la scrivania di zio Will”
Ora anche Alan rideva, meno discretamente però.
Grell aveva su un piccolo broncio “Povero il mio Wiru! Proprio ora che si decide ad essere sensibile tu gli tarpi le ali! Devi riguardarti, my darling, è di tuo figlio che si parla!”
Rouge serrò i denti e la mano di Ronald le accarezzò i capelli piano.
“Come si chiama questo posto?” “E’ la magione del contraente di mio padre, Ciel Phantomhive”
Alan si alzò dal letto con un mezzo sorriso “Non ti calmi mai tu, eh?” alla rossa venne voglia di piangere.
Si fece abbracciare dal castano “Mi dispiace di non poter…” “Non ti azzardare!” fece lui, fingendosi minaccioso “Non voglio assolutamente che rischi la tua vita o quella del bambino per me!”
Rouge sorrise, stringendosi al petto di Alan.
“Fallo in memoria dei bei tempi, pensa a te stessa e al piccolo. Hai già salvato troppe vite”
Eric fissò il pavimento contrariato, mentre Grell si studiava le unghie sovrappensiero.
“Piuttosto!” esclamò Alan, rompendo la tensione palpabile “Come intendi chiamarlo?”
Rouge si voltò verso Ronald “Se è maschio tocca a te!” il biondo riflettè qualche secondo, poi se ne uscì con “Daniel! Ma anche Harry non è male…”
“E se è femmina?” fece Eric dal suo angolo.
“Kristal” disse Rouge con un sorriso “Kristal Erica”
“Erica?” fece Eric perplesso “Sì, il femminile del nome del mio adorabile zio iperprotettivo!”
“Non sono iperprotettivo!” sbuffò Eric.
Alan ridacchiò appena.
“E poi, se non ricordo male, l’erica è il tuo fiore preferito…” sussurrò accarezzando le mani del castano “Mi regalasti un mazzetto al nostro primo appuntamento” Alan sorrise “Io so come fare colpo!”
Sebastian interruppe il gioviale quadretto “Rouge, potresti venire un attimo?”
La rossa sorrise ai presenti e seguì il padre fuori dalla stanza.

§§§

“E’ successo qualcosa a Ciel?”
“Veramente è del tuo amico che devo parlarti”
La ragazza sussultò “Alan?” “No” fece serio il demone “L’altro”
Rouge si incupì “Papà…” “E’ una cosa seria, William ti ha parlato di quelle sparizioni di anime, vero?”
“Sì, stamattina… a quanto pare sulla lista compaiono anime che non dovrebbero esserci. E’ un po’ preoccupato, non vuole farmelo vedere, ma io lo sento… Cavolo, l’essere incinta rende tutti troppo preoccupati per la mia salute!”
Sebastian le posò le mani sulle spalle “Tesoro, io ho un sospetto. Penso che sia il tuo amico”
Rouge sgranò gli occhi “Cosa!?” “C’è una leggenda sui Rovi della Morte: mille anime pure per salvarne una. Può darsi che il tuo amico si senta così disperato da diventare uno shinigami caduto”
“Cosa? Ma io gli avevo promesso…” “Certo, ma ora è chiaro che non lo farai. Per il bene tuo e del mio nipotino” la ragazza fissò il suolo sconvolta “Non lo farai vero!?”
“No…” Rouge scosse piano il capo “Certo che no… ma Eric! Macchiarsi di un tale peccato!”
“Se la vostra dea sarà clemente, grazierà il suo amichetto” il sorrisetto sardonico del padre la fece sobbalzare “Papà! Stai parlando di mio zio, e del mio migliore amico!” “Scusa tesoro, ma la faccenda è la seguente: se il Bocchan me lo ordinerà, sarò costretto a uccidere tuo zio. Ecco tutto”
Rouge si liberò dalla stretta del demone e corse via, verso le scale.

§§§

Spalancò la porta di colpo facendo sobbalzare il giovane conte.
L’alfiere cadde sulla scacchiera con un tonfo sordo.
“Di nuovo tu, mi perseguiti per caso!?”
“Ti stai occupando delle morti inspiegabili a Londra, vero?”
“Le fanciulle, sì shinigami”
Lo sguardo freddo e distaccato di Ciel le fece male: era lo stesso che le rivolgeva quando non erano ancora così intimi da sorridersi senza remore. Da sacrificare le loro vite l'uno per l’altro.
“Io… non puoi dare l’ordine a Sebastian di uccidere il criminale!” le vennero le lacrime agli occhi al pensiero. Ciel corrugò le sopracciglia “E cosa dovrei fare? Chiedergli di pentirsi e di costituirsi?”
“Mio padre pensa che possa essere una persona molto vicina a me…”
Ciel sorrise appena.
“Per favore… non…”
“E tu ci credi?” Rouge restò perplessa “Come?” “Tu credi a tuo padre, o alla colpevolezza del tuo amico?”
“Io… non dubito dell’esperienza di papà. Ma nemmeno dell’onestà del mio amico…”
“Che meraviglioso dramma famigliare” fece Ciel sorridendo più apertamente “Da che parte ti schiererai, tuo padre o il tuo amico? Da parte mia mi duole, ma gli ordini di sua Maestà sono chiari. Devo trovare la fonte del problema ed eliminarla. Mi dispiace, shinigami”
“Chiamami Rouge” fece lei sospirando  “Un giorno ti ricorderai di me…”
“Certo, certo” disse con fare sbrigativo il conte “E mi congratulo per il lieto evento. Sebastian me l’ha detto” la rossa sorrise amara “Grazie… spero che un giorno torneremo ad essere quello che eravamo”
“Se perdi qualcosa non la otterrai indietro, mai”
“Non i ricordi, Ciel. Quelli restano dentro di noi, per sempre”
Mentre la rossa si voltava e usciva dalla stanza, Ciel ebbe la fugace visione di una creatura alata dal vestito di piume nere. Poi si ritrovò a fissare interdetto la superficie lucida del legno.


NOTE DELL'AUTRICE:

Innanzi tutto, premetto che non ho mai scritto yaoi. Mi vanno poco a genio. Ma in questa fic, per coerenza con la trama generale, ho dovuto inserire la coppietta EricxAlan. Cosa non si fa per la beneamata coerenza. XD (n.d.Beta-reader: Sta assolutamente mentendo, sappiatelo...)

Quindi mi inchino di fronte alle amanti dello yaoi, e chiedo scusa se ho scritto degli orrori: ci starei male se avessi scritto degli obrobri! Abbiate pietà di me! Miserere!!!! ç-ç

*si prostra all’uditorio*

Detto questo, perdonatemi se ho reso Eric un maltrattatore di nipoti! ç-ç

Ma era sconvolto, povera gioia!

*all’autrice scappa una risatina perfida*

La nostra Rouge si trova a un bivio.

Scegliere fra la felicità altrui e la sua.

Alla prossima, esimi lettori!

P.S:

Ma a voi Rouge da arrabbiata non fa paura?... a me…TANTA!!!! XDXDXDXDXDXDDXDXDXDXDXD

Sarà colpa degli ormoni!?


  
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