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Autore: Mimi18    27/05/2008    6 recensioni
{Auguri Rael}
Aveva un lavoro part-time che le permetteva a stento di non vivere a carico dei suoi vecchi, una vita dubbiosa e poco raccomandabile.
Fu la voce calda di Sakura ad interrompere il filo triste che i pensieri di Ino avevano preso.
“Il mio amico, quello dei biglietti, ha detto che alla fine del concerto potremmo andare a conoscere gli altri membri della band nel camerino.”
Sai che bello, avrebbe voluto risponderle Ino. Invece si limitò a stare zitta, ben attenta a non urtare [nuovamente] i sentimenti fragili di Sakura.
Si limitò a lasciare che lo sguardo continuasse a scorrere lungo la caotica città di Tokyo, così splendente rispetto alla sua vita.
[Sasuke x Ino - Naruto x Sakura]
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Le origini

-The birth of a star-

 

Mimi18 ©

Masashi Kishimoto ©

[Si ringrazia Rael per la “carta Bianca”]

 

A Rael.

Buon compleanno.

 

 

L’eyeliner passò con cura il bordo superiore degli occhi, poi a quello inferiore, abbondantemente. Un dito candido andò a sfumare il colore, che si fuse al porpora dell’ombretto.

Ino sorrise ammiccante allo specchio, rimirando il suo viso perfettamente truccato e il pezzo di busto che lo specchio permetteva di intravedere.

Afferrò il rossetto rosso posto sul lavandino, passandolo poi sulle labbra piene, dando loro la forma di un bocciolo di rosa.

Le schioccò soddisfatta, voltando le spalle allo specchio.

S’incamminò velocemente verso il bagno, afferrando con un gesto secco la giacca di pelle appoggiata malamente sulla sedia in legno della sua stanza.

I poster di vari gruppi musicali tappezzavano i muri, mentre le superfici solide erano ricolme di riviste punk, rock e vari CDs. La sua anima ribelle, non era difficile da captare in mezzo a quel caos. Sua madre non vi metteva piede da una vita...

La giacca aderiva perfettamente al suo corpo. Era tenuta volutamente sbottonata, in modo che il petto prosperoso non sfuggisse agl’occhi dei vari uomini della sala. Una cosa che contava spesso, per lei.

Adorava sentirsi osservata, poco importava che passasse per una puttana o persone del genere. Essere bella era il suo vanto.

Si sistemò la coda, lasciando che i ciuffi ribelli di capelli biondi cadessero sul viso, andando a coprirle l’intera parte destra.

Se lo scostò con stizza, inutilmente.

Le calze a rete pizzicavano l’interno coscia, e quasi pensò che toglierle ed andare scoperta al freddo fosse un’idea geniale.

Afferrò gli anfibi, allacciando uno per uno i lacci, in modo da non trovarli troppo larghi e di non rovinare a terra, sulla neve.

Osservò l’orologio con un’occhiata veloce, sbuffando.

Era in ritardo, ma poco le importava che Sakura l’avrebbe uccisa. Anche se era bella naturale, doveva sistemarsi alla perfezione.

Non aveva voglia di tornare a casa, quella sera.

 

“Ino, ti giuro. Ti violenteranno!”.

Ino odiava la voce di Sakura. Era stridula, prima di tutto. Quando urlava le sembrava tanto una gallina, mentre se tentava di parlare a bassa voce non ci riusciva, una cosa impossibile.

Osservò gli occhi verdi dell’amica scrutarla con preoccupazione. Sbuffò, ma un piccolo sorriso fece capolino sulle sue labbra abbondantemente truccate, un contrasto pauroso con il bianco puro dei suoi denti.

“So badare a me stessa, Sakura-chan”.

“Lo so, non è questo che mi preoccupa. È il fatto che tu non vuoi badare a te stessa. Nell’ultimo periodo, quanti uomini ti sei scopata?”

Ino schioccò la lingua sul palato, punta sul vivo.

Odiava parlare con Sakura; si sentiva sempre un’idiota, quand’era in sua presenza. L’amica aveva un modo di fare responsabile, fin troppo diverso dal suo, abituata alle pazzie e alle cazzate.

“Quindici”.

L’incontro delle sopracciglia color pesco di Sakura le fecero intendere che dare una notizia falsa sui suoi rapporti sessuali era una cosa patetica.

“In verità, Ino, sono venti. Contando anche il tuo ex ragazzo, perennemente cornuto”.

“Tieni il conto dei miei amanti?”

“Solo perché sono preoccupata.”

Anche Ino inarcò un sopracciglio, più sottile però di quello dell’amica.

Scrollò il capo divertita, appoggiandosi maggiormente allo schienale dell’auto, facendo appiattire la coda lunga e perfettamente pettinata.

“Tu da quanto sei così acida?”, domandò sarcastica, alludendo con maliziosità alle notti molto meno infuocate che Sakura passava.

Questa arrossì, stringendo maggiormente il volante.

“Non vedo cosa centri questo con te”, sibilò.

Ino cacciò una risatina divertita, guardandola di nascosto.

“Sei la migliore amica, ovvio che centri con me. Ora sarà meglio andare, se non vuoi arrivare in ritardo al concerto.”

Sakura annuì silenziosa; forse era rimasta offesa dalle parole pungenti di Ino, forse stava rimuginando.

Ingranò la prima, e partì. Guidava con sicurezza, lenta e con tranquillità. Ino si sentiva sempre al sicuro quando era Sakura al volante.

Appoggiò il piedi sul sedile, facendo sbattere il capo biondo contro il finestrino, gli occhi ben piantati al di la di esso.

La gente che camminava, le madri che urlavano contro i figli, ragazzi giovani che, innamorati, si scambiavano qualche bacio appassionato, incuranti degli sguardi dei passanti.

Perché lei non poteva avere una vita così normale?

Vivere una normale vita da adolescente, con delle amiche un po’ fuori dal comune, avere un ragazzo, amarlo...

Invece chi era? Una ex studentessa, ritiratasi, che viveva amori proibiti, storie di sesso e stop. Aveva una sola amica, che aveva zero esperienza in campo sentimentale, zero tatto e zero attività.

Ancora non capiva che cazzo ci facesse al mondo, lei.

Aveva un lavoro part-time che le permetteva a stento di non vivere a carico dei suoi vecchi, una vita dubbiosa e poco raccomandabile.

Fu la voce calda di Sakura ad interrompere il filo triste che i pensieri di Ino avevano preso.

“Il mio amico, quello dei biglietti, ha detto che alla fine del concerto potremmo andare a conoscere gli altri membri della band nel camerino.”

Sai che bello, avrebbe voluto risponderle Ino.

Invece si limitò a stare zitta, ben attenta a non urtare [nuovamente] i sentimenti fragili di Sakura.

Si limitò a lasciare che lo sguardo continuasse a scorrere lungo la caotica città di Tokyo, così splendente rispetto alla sua vita.

 

La musica le perforò i timpani quando entro nel club in cui si sarebbe svolto il concerto.

Le luci soffuse, manifesti con i nomi delle band che si sarebbero esibite.

Ino osservava tutto con un malcelato interesse; la verità era che moriva dalla voglia di ascoltare quella band così amata dalle sue conoscenti.

Quando ancora andava a scuola, quel gruppo di cinque ragazzi godeva di una popolarità fuori dal normale.

C’erano ragazzine che, addirittura, dicevano di aver loro fotografie appese al muro. Soprattutto del bassista, il fratello minore di Itachi Uchiha.

Sicuramente, Ino preferiva mille volte il fratello maggiore, bastardo dentro e fuori, ma dannatamente splendido.

Aveva passato con lui solo una notte, anche se dire notte era un eufemismo. Un paio d’ore, un paio di orgasmi. Poi lui l’aveva lasciata sul ciglio di una strada, quasi fosse una puttana qualunque.

A ripensare a quella sera, Ino aveva una gran voglia di picchiare Itachi.

Schioccò la lingua sul palato seccata, mentre Sakura consegnava i biglietti ad una ragazza in minigonna, addetta a ricevere i Fans.

Sorrise divertita, passando accanto ad un gruppo di ragazzine urlanti, appostate dietro ad un angolo, probabilmente in attesa che i membri passassero di li.

Povere illuse, pensò Ino entrando nella Sala in cui il concerto si sarebbe tenuto...

...o meglio, si stava svolgendo.

Rimase impalata di fronte alla porta, con Sakura accanto che già urlava il nome del suo amico [Naruto] a squarciagola.

Afferrò la sbarra in ferro di fronte a lei con forza, stringendola fino a conficcarsi le unghie pennellate di rosso nella carne, sentendo un dolore quasi muto, rispetto alla musica che rimbombava nei suoi timpani.

Musica pesante, la batteria, il basso, la chitarra. Unite tutti in una potenza strabiliante, che catturavano ogni spettatore, anche la coppia più passionale, che solo pochi secondi prima si stava baciando incurante di tutto.

Si sporse di più oltre la balaustra, raggiunta da Sakura che, però, si era ritrovata schiacciata fra due ragazze adoranti.

Ino sollevò un pugno, presa da tutto quel pathos e iniziò a cantare parole inesistenti e sconosciute, che la canzone non aveva.

Inventava tutto, ridendo, lasciando che la gola iniziasse a bruciarle, non abituata.

Fu in quel momento, durante un assolo del bassista, che vide i capelli scuri e un viso fin troppo familiare.

Non era Itachi, lo sapeva. Ma i suoi pensieri di poco prima erano errati. Quel ragazzo, che creava un effetto a dir poco stupendo con quei fili sulle sue dita, era bello più del fratello maggiore.

Aveva carisma, e non era l’unica a pensarlo.

Le varie oche innamorate gridavano contro di lui, probabilmente non conoscevano nemmeno una canzone, come lei infondo.

Quando il moro girò il viso, sollevando solo di pochi millimetri i suoi occhi color pece, il suo cuore perse un battito.

Poi due, poi tre. Infine ricominciò a pompare sangue, sempre più veloce, sempre più inarrestabile.

Un’infinità di sentimenti iniziarono a nascere in lei, con la colonna sonora di quel basso così forte, che le diede una voglia matta di gridare...ancora.

Amore. Ansia. Gioia. Tristezza. Energia. Passione. Desiderio.

Si, soprattutto lo desiderava.

Osservava con gli occhi cerulei quel petto nudo, coperto a malapena dalla giacca di pelle così simile alla sua. Guardava con bramosia le sue mani esperte scorrere veloci sul basso, creando quell’effetto fantastico. Bramava le sue labbra, aperte in una smorfia che non poteva essere un sorriso, ma che era bello come esso.

Lo v o l e v a.

“Ehi Ino, hai sentito che bravi?”

Domanda retorica, Sakura. Se li sta mangiando con gli occhi...

 

“Naruto ha detto che ci stanno aspettando”.

Ino sorrise divertita, seguendo la sua amica nei corridoi sotto la sala del concerto.

Teneva le dita strette al lembo della gonna di jeans, agitata.

Voleva rivedere quegl’occhi neri, senza alcuno dubbio. Però, che avrebbe detto in sua presenza?

Era stata presa dalla musica, vero. Ma era lui che aveva guardato, non sapeva nemmeno che faccia avesse il chitarrista.

I tacchi di Sakura erano l’unico rumore, in quel corridoio deserto ed Ino iniziava a preoccuparsi.

Dove cazzo erano?

Camminarono ancora per una manciata di secondi, e, insieme, tirarono un sospiro di sollievo quando videro la ciocca bionda di Naruto Uzumaki, appoggiato in atteggiamento da figo allo stipite della porta, che le attendeva.

O meglio, che attendeva Sakura, visto il modo in cui l’abbracciò.

Ino si stupì non poco nel veder l’amica lasciarsi andare in un simile atteggiamento, così poco adatto ad una razionale come lei.

Sorrise divertita, però, quando allontanò il biondo paonazza, perché lui le aveva sfiorato il sedere con la mano.

“Buonasera!”, aveva esclamato allora, mostrando la serie di denti bianchi e perfetti a tutti quegli sconosciuti.

Il cantante la salutò con un sorriso...canino. Le si avvicinò malizioso, una bottiglia di birra stretta nella mano destra, e le stampò un bacio umido sulla guancia, probabilmente trattenendo sulle labbra metà del phard che aveva messo quasi due ore prima.

Il rosso, il chitarrista, le fece un cenno del capo, troppo preso a farsi baciare il collo da una morettina seduta sulle sue gambe.

Infine, il bassista.

Era stravaccato sul divano, gambe aperte e sguardo indifferente.

La osservava senza pudore, lasciando che i suoi occhi scuri vagassero pieni di cupidigia sui suoi seni, scoperti dalla giacca nera.

Ino sorrise gloriosa, avvicinandosi a lui ancheggiante.

“Ino Yamanaka, piacere”.

Niente vergogna o timore trapelavano dalla sua voce, resa squillante a causa del flirt in cui si era buttata.

Si leccò le labbra con fare seducente, mentre attendeva una qualche risposta.

“Sasuke”.

La voce roca fece venire i brividi a Ino, che stese le mani eccitata, lungo il corpo minuto.

Lo osservò ancora per qualche secondo, rendendosi conto che l’intero stanzino li stava osservando curiosi.

“Ino-chan”, Naruto aveva subito preso confidenza, pensò la bionda, “che ne dici di andare a mangiare qualcosa?”

Non ci fu bisogno di alcuna risposta, visto che poche ore dopo avevano appena terminato il secondo e stavano ridendo, ubriachi, ad una qualche battuta di Naruto.

Ino era li, per una volta come una ragazza normale che si divertiva alle festicciole con gli amici.

Aveva bevuto troppo, vero. Ma quello era solo un velo apparente della sua felicità.

Sasuke, accanto a lei, continuava a guardarla, forse interessato, forse perché si era incantato, ubriaco marcio anche lui.

Ogni tanto provava a rivolgergli una qualche domanda, Ino, ma lui si era rivelato scontroso e poco socievole.

Ma non le era sembrato un buon motivo per rinunciare.

La verità era che si sentiva ancora più infuocata, avendo a che vedere con un tipo così duro.

La stuzzicava, e il desiderio cresceva sempre di più, dentro di lei.

Bevve un altro sorso di saké, quando si sentì girare la testa pericolosamente.

Non era abituata a bere, per niente.

Era una delle poche cose che non si era mai concessa insieme al fumo.

Almeno alla bellezza esteriore, ci teneva lei. Non voleva rovinarsi ne polmoni, né fegato; anche se, con Sasuke, che aveva fumato almeno un centinaio di sigarette quella sera, si era giocata la prospettiva di una vita.

Si alzò barcollante, senza che nessuno se ne accorgesse.

Sakura e Naruto in particolare, lei troppo presa dal fatto che le dita del biondo giocherellavano con le sue ciocche corte di capelli, mentre le loro labbra, maliziose e giocose, ogni tanto si incontravano in qualche bacio casto ed innocente.

Ino sorrise, dirigendosi verso l’esterno del locale.

 

Il freddo l’accolse prontamente e la costrinse a stringersi maggiormente nel misero giacchino di pelle.

Sbuffò e il respiro gelido comparve davanti ai suoi occhi, in una nebbiolina fitta che tardò a scomparire, aiutata sicuramente dal respiro pesante di Sasuke, in piedi accanto a lei.

Sorrise con malizia in sua direzione, battendo i piedi a terra.

“Fa un freddo cane, non trovi?”, domandò un po’ agitata.

Il cuore aveva ricominciato a battere, e ancora sentiva la maledetta voglia di prendere Sasuke e baciarlo.

Cazzo, quasi peggio di un vecchio bavoso.

“Se vuoi”, parlò lei dopo secondi infiniti, “puoi scaldarmi”.

Una proposta troppo maliziosa anche per lei. Solitamente, erano gli uomini che dovevano fare il primo passo, nonostante ormai il secolo cavalleresco fosse superato da...decenni?

Sasuke aspirò un’altra boccata di fumo, quasi indifferente. Poi, come se fulminato da un’idea, portò i suoi occhi scuri sul viso arrossato di Ino, scrutandolo incuriosito.

Solo in quel momento, Ino notò il piercing che lui aveva al sopracciglio destro.

“Ti è piaciuto?”, domandò senza troppi giri di parole, lasciandola un secondo interdetta.

Ino ci pensò su un attimo, e l’unico motivo che le balenò in mente fu il concerto.

“Certo! Avete fatto una musica paurosa! Siete fantastici!”

Sei fantastico.

Sasuke fece una mezza smorfia, similissima a quella che aveva poche ore prima sul palco.

Aspirò un’altra boccata, prima di parlarle nuovamente.

“E cosa ti è piaciuto?”

“La terza canzone che avete suonato...era un unione di aggressività e dolcezza impressionante! Solo dei geni potrebbero fare una cosa del genere!”, e così presero il via.

Parlarono per mezz’ora, anche se le frasi di Sasuke erano quasi tutte stentate, domande sul concerto, sul suo basso, sulla voce di Kiba.

E Ino parlava, non stava mai zitta. Continuava a far uscire parole dalle labbra, rosso fuoco, lasciando che la voce squillante arrivasse dritta al pensiero di Sasuke, preso dal guardare i suoi occhi, le sue mani gesticolanti, le sue espressioni di allegria ed apprezzamento.

Fumò almeno un paio di sigarette, segno positivo.

Ogni qual volta fumava, si sentiva a suo agio.

“Senti”, la interruppe dopo un po’, “la proposta di prima è ancora valida?”

Ino bloccò il flusso dei suoi pensieri, non capendo a che cosa il moro di fronte a lei si stesse riferendo.

Lo vide spegnere la sigaretta con la suola degli anfibi e avvicinarsi a lei con una calma paurosa.

Rimase in piedi, con le mani tese lungo il corpo, come quando l’aveva sentito parlare per la prima volta.

Appena sentì il tocco delle sue mani sulla coscia, fremette e si gettò sulle labbra di lui, unendole in un bacio. Una carica di corrente potentissima.

Lasciò che le loro lingue combattessero, facendosi guidare con velocità dentro il vicolo appena dietro al ristorante.

Furono dieci minuti solamente. Fu solo sesso. Un prendere, baciare, toccare, sfiorare e ansimare.

Si lasciò prendere così, Ino, totalmente convinta che le sarebbe bastato solamente quello per placare quel suo desiderio.

Un sentimento, però, troppo forte per gli esseri umani. L’amore non si può sconfiggere così facilmente, Ino Yamanaka.

 

* *** *

 

Non va più via, l’odore del sesso

Che hai addosso.

Si attacca qui, all’amore che posso,

che io posso.

-Ligabue, L’odore del Sesso-

 

“Sciolti?”

Ino urlò. Un urlo di orrore, spavento e disgusto.

Sakura, di fronte a lei, continuò a sorseggiare imperterrita il suo drink, giocherellando un po’ con l’olivetta.

Alzò gli occhi sull’amica, incontrando l’espressione furente che aveva sul volto.

“Già. A quanto pare Kiba e Sasuke hanno litigato e Kiba ha deciso di andarsene. Ora sono senza un cantante, quindi si stanno per sciogliere...”

Spiegò velocemente, continuando a lanciare occhiate frettolose all’orologio da polso rosso che indossava.

Ino inclinò il capo, facendo si che l’orecchino pendente Vivienne Westwood si appoggiasse placidamente sulla sua spalla, e che la cenere della sigaretta cadesse a terra.

Si, aveva iniziato a fumare. Solo quando aveva sentito il sapore di nicotina nella sua bocca, aveva capito che non avrebbe più potuto farne a meno.

Solo in quel momento aveva capito che tutti i fumatori erano drogati dal piacere che il fumo poteva dare.

E lei, quel piacere, l’aveva provato tutto. Anche se in un vicolo buio, al freddo, con un bastardo.

Erano passati almeno due mesi, dall’ultima volta che aveva visto Sasuke. O  meglio, due mesi dall’ultima volta che aveva parlato con lui.

Praticamente era andata a tutti i concerti della band, aveva iniziato ad essere una Fan scatenata. Ritagli di giornale, CD...collezionava qualsiasi cosa si riferisse al gruppo di Sasuke.

“Quindi se trovassero un cantante...?”, lasciò in sospeso la frase volutamente.

Osservò il volto di Sakura farsi pensieroso, ed un dito perfetto fu portato sul mento.

“Ma, non so. Può darsi. Naruto non ha accennato, però, alla ricerca di un cantante.”

Ino gongolò, senza ascoltare la parte finale della frase di Sakura.

Se avessero trovato un cantante, avrebbero tenuto la band.

In verità, pensò Ino correndo fuori dal locale, seguita a ruota da Sakura, aveva sempre considerato Kiba come la pecca della band.

Non aveva mai rivelato si suoi pensieri agli altri, ovviamente. Soprattutto a Sakura, ormai ufficialmente la ragazza di Naruto, il batterista.

“Si può sapere dove stai andando?”, le urlò dietro Sakura, con il fiato corto.

Ino rise divertita, saltando in alto.

“A cercare un cantante degno di questo nome!!”

 

 

 

Osservò il volto indifferente di Sasuke a pochi millimetri dal suo, dopo un tempo che le sembrava infinito, e non più un paio di mesi.

Era, forse, più bello. Con quella sigaretta che pendeva dalle labbra, gli occhi concentrati a leggere i fogli che lei gli aveva portato personalmente e le dita che giocherellavano con il posacenere.

La felpa lasciava intravedere la maglietta larga che indossava, i volti dei membri dei Sex Pistols erano perfettamente riconoscibili.

Sorrise malinconica, rivedendo le sue mani che lo scorrevano audaci, nel tentativo di scaldarlo, quella sera fredda.

Sentiva ancora i gemiti rauchi che Sasuke cacciava vicino al suo orecchio, mentre lei cercava di trattenersi alla bell’e meglio. Ma le mani di Sasuke, in quel momento, erano troppo esperte.

“Inutile”, proclamò con voce roca e bassa Sasuke, buttando i fogli sul tavolino nero. Si riprese dai ricordi in cui era caduta, fissandolo senza capire. Poi, come un fulmine a ciel sereno, le arrivò la consapevolezza della sconfitta.

 “Ma...ma...”

“Niente ma. Inutile che una principiante si metta a cercare cantanti, se non ha la minima esperienza in campo di musica. Ora vattene, che devo finire.”

Indicò con il pollice la chitarra [sapeva suonarla?] e con gli occhi la porta.

Ino si alzò senza dire nulla, umiliata.

“Te lo troverò, lo giuro”.

Quel borbottio fece sbuffare l’Uchiha, che senza perdere tempo afferrò la chitarra e iniziò a suonare.

Ino sbatté la porta di casa Uchiha con forza, totalmente dimenticatasi dell’educazione e delle buone maniere.

Si asciugò le lacrime di rabbia che, stronze, erano cadute dai suoi occhi, appena Sasuke l’aveva cacciata fuori dalla stanza, come se fosse una qualunque.

Li, in piedi in mezzo al giardino, fu raggiunta ancora dalla mille sensazioni provate durante il primo concerto di Sasuke, a causa del suono melodioso che giungeva alle sue orecchie, così diversa dal solito genere dell’Uchiha.

La chitarra produceva una canzone conosciuta, probabilmente appartenente ad un gruppo di quei tanti CD che aveva sparsi per la camera.

Inconsciamente, iniziò a cantare. Forse ad urlare, perché dalla gente che si fermava ad osservarla non poteva che essere così.

La chitarra di Sasuke l’accompagnava, forse inconsapevole dello spettacolino, e lei continuò imperterrita.

Gli occhi chiusi, il volto rivolto al cielo, le mani strette a pugno.

Le sensazioni di rabbia, umiliazione, orgoglio, desiderio si placarono all’istante, facendole perdere il senno della ragione.

Si lasciò andare alle parole della canzone, non totalmente sicura che si trattasse di quelle giuste.

La gola le bruciava, ma poco le fregava. Continuò ad innalzare il suo inno, sotto gli occhi incantati di un pubblico improvvisato e con la colonna sonora di una chitarra fin troppo dolce, quasi impossibile che appartenesse a Sasuke Uchiha.

Solo quando la magia si spense, riaprì gli occhi.

Lo scrosciare degli applausi, dei complimenti, la colpirono all’istante.

Si ritrovò spaesata in mezzo al giardino, con una borsa gigantesca sparsa a terra e Sasuke in piedi con una chitarra in mano dietro di lei.

“Puoi smetterla di cercare”, proclamò accendendosi un’altra sigaretta.

 

 

“Buonasera a tutti!!”

Ino salutò con la mano il pubblico numeroso nella sala, accogliente come al solito.

Allargò il sorriso, incrociando gli occhi verdi della sua migliore amica, schiacciata contro il palco da una marea di Fans scatenati.

Sasuke, li accanto, Naruto dietro di lei e Gaara fecero fremere il pavimento.

E lei iniziò, con la sua voce voluttuosa, ad emettere il suo personalissimo augurio.

Un potente e cattivo vaffanculo al mondo corrotto in cui vivevano.

In cui lei stessa aveva imparato a sopravvivere, anche sottostando mani esperte che le facevano perdere la voce, la notte, che erano solamente sue.

Sue, sue, sue. E di nessun’altro.

 

 

* *** *

 

N/a

Dire che sono arrugginita è un eufemismo. Da quanto non scrivevo SasuIno? Una vita, ve lo dico io...

Avrò riscritto questa Fic venti volte, venti diverse idee che facevano schifo. Ora, questo è il risultato più decente...

Spero che Rael non si arrabbi troppo, per sta...cosa qui!xD

Sono contenta, per lo meno, di aver scritto di Sasuke e Ino in questo contesto. Se non fossero pg del mondo di Naruto, per me, sarebbero grandi stelle della musica...

...e non scherzo.

Bhè, Koi...spero ti piaccia un po’.

Sin ringraziano Within Temptation e Ligabue per l’ispirazione. E Francy per averle dato un’occhiatina...

Tanti auguri, Koi!xD Hai raggiunto la mia veneranda età...vuoi la crema antirughe?xD

Fatemi sapere cosa ne pensate. ^^

 

Mimi

   
 
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