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Autore: Nadie    06/01/2014    3 recensioni
Nicola aveva anche un cognome con un suono che non gli piaceva molto e viveva in un paesino di campagna pieno di campi di pannocchie.
Nicola aveva un corpo smilzo, troppo per i suoi gusti, ma quel corpicino esile era pieno zeppo di sogni.
Nicola voleva fare musica.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ragazzo dei grattacieli con i piedi nella giungla



Lui aveva un nome piuttosto comune: Nicola.
Nicola.
Nicola aveva anche un cognome con un suono che non gli piaceva molto e viveva in un paesino di campagna pieno di campi di pannocchie.
Nicola aveva un corpo smilzo, troppo per i suoi gusti, ma quel corpicino esile era pieno zeppo di sogni.
Nicola voleva fare musica.
La musica gli era sempre piaciuta, da piccolo, se nell’aria intorno a lui c’era della musica, qualsiasi tipo di musica, lui si zittiva all’istante e restava ad ascoltare.
Nicola dormiva in una stanza piccola e alle pareti aveva attaccato i mille volti di chi, secondo lui, faceva la musica migliore.
Li guardava ogni giorno e pensava, chissà, che magari anche la sua faccia, prima o poi, sarebbe finita nella camera di qualche ragazzo pieno di sogni.
Nicola aveva una sorellina molto più piccola di lui a cui voleva un gran bene e anche a lei piaceva tanto la musica e un giorno, di nascosto, era entrata nella piccola camera del fratello e aveva trovato i testi delle canzoni che aveva scritto.
Ce n’era uno, in particolare, che le era entrato dentro.
Parlava di un ragazzo che voleva tanto volare in alto, calpestando l’alba, ma viveva in una terribile giungla e le radici degli alberi lo avevano legato con i piedi a terra e allora non poteva volare, era incatenato al suolo.
La bambina aveva riscritto le parole della canzone su un altro foglio di carta e lo aveva nascosto dentro al suo libricino preferito.
Nicola non scoprì mai nulla e continuò a scrivere i suoi testi che la bambina puntualmente leggeva.
A Nicola piaceva un sacco scrivere i suoi testi, perché i problemi attorno a lui si dissolvevano, cadevano in mille pezzi senza fare troppo rumore e lui superava i limiti che la realtà gli imponeva così prepotentemente, perché a lui i limiti non piacevano per niente.
Ma purtroppo i limiti esistevano.
E Nicola, che era così pieno, pieno di sogni, non fece mai la sua musica e chiuse a chiave i testi dentro ad un cassetto, strappò le foto dalle pareti e restò vuoto, senza la sua musica.
E se ne andò.
La bambina una mattina si svegliò senza più trovare il fratello, ma scoprì che lui le aveva lasciato tutti i suoi testi e allora ricominciò a leggerli uno per uno, giorno dopo giorno, fino ad oggi, ora che non è più una bambina ma una giovane ragazza piena di musica.
Ma forse le cose erano andate così: forse Nicola aveva coltivato la sua musica e se ne era riempito per poi un giorno versarla dentro di lei.
La ragazza non lo sa ma è sicura che, grazie a Nicola, non è più in una giungla, ma sopra un grattacielo.
Lei può volare alto adesso e forse, chi lo sa, anche Nicola, alla fine, è riuscito a volare alto e un giorno si incontreranno di nuovo, da qualche parte, in alto.
E saranno entrambi pieni di musica.



Buonsalve bella gente,
non so perché ho scritto questa... cosa, forse perché ieri, nel disperato tentativo di riordinare la mia piccola camera, ho aperto il libro delle Favole dei fratelli Grimm e dentro ci ho davvero trovato quel famoso testo, e allora mi sono messa a scrivere come una matta(sembravo the young man in The Words) e ne è uscito fuori questo, ed ora lo pubblico perché, chi lo sa, magari anche voi adesso potete volare alto grazie a qualcuno che vi ha voluto un gran bene.
Grazie ai lettori, silenziosi e non, e buon ultimo giorno di vacanza!
C.


 
 
 
 
 
 
 
  
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