Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    06/01/2014    9 recensioni
"Perché non lo sapevo?" Era una domanda semplice, quella di Anna. Venuta fuori quasi per caso, con un sussurro. Una domanda sulla quale Elsa era certa che la sua sorellina avesse meditato a lungo.
[Accenni AnnaxKristoff]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Eccomi tornata con una nuova fan fiction su Frozen, ormai dovrete abituarvi a vedermi in questa sezione! *si sentono grida di terrore*
Comunque, con questa one-shot ho deciso di affrontare una scena che mi sarebbe piaciuta vedere nel film e che immagino abbia lasciato molti interrogativi nella mente di tutti: Anna ricorderà mai di aver già saputo dei poteri di Elsa?
La storia riprende esattamente da dove il film si è concluso :3
Come sempre mi scuso per gli eventuali errori grammaticali e/o di distrazione e ringrazio in anticipo tutti coloro che recensiranno, aggiungeranno tra i preferiti/ricordate/seguite, o che anche solo spenderanno un po' del loro tempo per leggerla!

Besos 

 

Why didn't I know it?

<< Grazie della magnifica giornata, vostra maestà >>. Disse cordialmente un uomo, congedandosi da Elsa con un leggero inchino, al quale lei rispose con un dolce sorriso.
<< Vi ringrazio molto, vostra altezza, i miei bambini non si sono mai divertiti tanto come oggi. A quando la prossima pattinata? >>. Domandò una donna che teneva per mano due ragazzini, i quali esibivano senza esitazione dei sorrisi enormi ed affascinati in direzione della loro regina.
Elsa fece saltare velocemente lo sguardo sui due bambini, sui loro volti allegri, sui pattini che stringevano gelosamente tra le mani. Per la prima volta nella sua vita fu sicura di non potersi sentire più orgogliosa del suo potere: finalmente nessuno più lo temeva, finalmente tutti quanti riuscivano a distinguere la meraviglia che c’era in esso. Lei per prima.
<< Molto presto, ve lo prometto >>. Garantì con sicurezza, guardando la cittadina con riconoscenza per le sue belle parole.
Ancora altri vennero da lei, molti per ringraziarla, alcuni per chiederle quando avrebbero avuto il piacere di poter passare un’altra giornata del genere, altri ancora per complimentarsi e rivolgerle le parole cordiali che non avevano mai potuto dirle a causa delle porte chiuse. Poche ore dopo erano andati via tutti quanti e le fontane avevano ripreso a gettare acqua come prima che fossero ghiacciate, Elsa si avvicinò lentamente alla sorella che rideva per qualcosa che Kristoff aveva appena detto, a giudicare dal bernoccolo che esibiva sulla fronte probabilmente aveva fatto un capitombolo non indifferente mentre era distratta.
<< Kristoff, passi la notte al castello? >> Domandò alludendo all’ora che si era andata a fare e, nonostante la lievissima nota di ironia nella sua voce, Elsa gli stava davvero proponendo di dormire con loro. Le guance del ragazzo si fecero paonazze e abbassò lo sguardo sul giardino imperlato dalle goccioline d’acqua che poco prima erano state ghiaccio.
<< Stavo scherzando >>. Si affrettò a dire la regina con un sorriso, notando l’imbarazzo improvviso che aveva colto anche la sorella minore.
<< Kristoff sta per partire, non vedeva l’ora di provare la sua nuova slitta! >> Esclamò Anna, ritrovata improvvisamente l’allegria.
<< Regalo apprezzatissimo, vostra altezza >>. Disse il biondo grattandosi la nuca, dopo essersi improvvisamente ricordato di non aver ancora ringraziato di persona la regina.
<< Era il minimo che potessi fare, dopo tutto quello che hai fatto per Anna e per me >>. Rispose Elsa volgendo un’occhiata dolce alla sorellina, che la guardava felice. << Io torno nelle mie stanze >>. Concluse, senza distogliere lo sguardo da Anna, che a sua volta teneva il suo ancora allacciato a quello della maggiore.
<< Uh, sì, certo! Naturalmente! >> Esclamò la rossa, come se si fosse ricordata solo in quel momento che fosse ora di dormire << Arrivo subito >>. Le assicurò.
<< Buona notte vostra maestà >>. Disse formalmente Kristoff, inchinandosi in maniera buffa e impacciata.
<< Buona notte, auguro a te e a Sven di fare buon viaggio >>. Rispose la regina, incamminandosi verso il portone del castello con grazia ed eleganza. Dopo aver fatto pochi passi voltò appena la testa, guardando così con la coda dell’occhio i due ragazzi alle sue spalle.
<< Kristoff, comunque puoi evitare i convenevoli >>. Lo rassicurò con un sorriso genuino, prima di attraversare le porte del palazzo. Il biondo stava ancora fissando il punto in cui era scomparsa la regina, quando un versetto allegro di Anna lo fece tornare con i piedi per terra.
<< Tu le piaci! >> Esclamò la principessa, saltellando sul posto e battendo le mani.
<< Credi sul serio? >> Domandò lui, guardandola un po’ agitato.
<< Sììì! Fidati, è come se fossi entrato in famiglia! >> Continuò Anna, carica di entusiasmo.
<< Mi mette un po’ in soggezione >>. Rivelò il biondo, imbarazzato.
<< Elsa? Fa un po’ quest’effetto, ma passa, fidati! >> La ragazza gli sorrise e poi aggiunse << Sarà meglio che vada dentro, si sta facendo buio e le avevo detto che sarei arrivata subito >>.
<< Certo >>. Annuì il ragazzo, avvicinandosi così da annullare la distanza tra di loro.
<< Torni presto? >>. Gli chiese Anna con un sussurro, guardandolo dolcemente, con occhi carichi d’amore.
<< Torno presto, lo prometto >>. La rassicurò lui poco prima di prenderle il volto con le mani e baciarla dolcemente.

Anna avvicinò il pugno esitante alla grande porta intagliata e decorata della camera da letto della sorella, sapeva che era sveglia: vedeva la luce filtrare sul pavimento e comunque Elsa aveva preso l’abitudine di non addormentarsi prima di averle dato la buonanotte. Nonostante adesso fosse tutto apposto, la paura che la porta rimanesse chiusa era sempre tanta e l’indecisione nello bussare o meno non mancava mai.
Stava ancora meditando sul da farsi quando la porta si aprì improvvisamente, facendo sobbalzare sia lei che Elsa stessa.
<< Anna! Mi hai spaventata, stavo venendo a darti la buonanotte >>. Disse la maggiore che, nonostante fosse sussultata, non mostrava una vena di rimprovero nella voce.
<< M-mi… mi dispiace. Io volevo solamente dirti che ero rientrata >>. Spiegò la principessa, guardandola un po’ in certa.  La sorella la fissò per qualche secondo prima di trovare la forza di domandarle:
<< Da quanto tempo eri lì fuori? >>
<< Che? Di che stai parlando? Io non->>. L’agitazione nella risposta era alquanto evidente, così la regina l’interruppe sommessamente.
<< Anna >>.
<< … da un po’ >>. La più piccola sospirò e la guardò dal basso verso l’altro, le sopracciglia aggrottate e l’espressione imbarazzata << E’ solo che ho sempre paura che la porta possa rimanere chiusa >>.
Elsa annuì tenendo gli occhi bassi, in difficoltà e in colpa per quelle parole. Anna si rese presto conto dello stato d’animo della sorella e si affrettò a cambiare argomento << Comunque, volevo ringraziarti per la bellissima giornata! Non credo che ad Arendelle qualcuno si fosse mai divertito così tanto >>. Disse con un sorriso, sciogliendo la tensione che si era andata inevitabilmente a creare.
La regina rialzò lo sguardo e le sorrise dolcemente << Mi fa piacere >>.
<< Dovremmo farlo più spesso >>. Propose la rossa, ricambiando il sorriso.
<< Naturalmente, ormai le porte non hanno più motivo di essere chiuse >>. Annuì l’altra.
<< Credo sia l’ora di andare a dormire >>. Disse Anna con un filo di voce.
<< Immagino di sì >>. Sorrise Elsa, avvicinandosi quel poco che bastava per lasciarle un bacio sulla fronte.
<< Buona notte, Anna >>.
<< Buona notte, Elsa >>.
La principessa si allontanò nel corridoio, mentre la regina le teneva ancora lo sguardo puntato addosso, seguendo i suoi movimenti con un sorriso materno, in attesa che varcasse la porta della sua camera da letto.
All’improvviso la più piccola smise di camminare, fermandosi nel bel mezzo del corridoio e lasciando ad Elsa il tempo di assumere un’espressione interrogativa. Si voltò lentamente, il volto trasfigurato dal dolore.
<< Perché me lo avete tenuto nascosto? >> Era una domanda semplice, quella di Anna. Venuta fuori quasi per caso, con un sussurro. Una domanda sulla quale Elsa era certa che la sua sorellina avesse meditato a lungo.
<< Perché non avete mai voluto che io sapessi? >> Insisté, lasciando che delle lacrime amare le solcassero le guance rosee.
La regina sapeva che quel momento sarebbe arrivato, perché era giusto che arrivasse e che Anna avesse le risposte che le erano sempre state negate, sospirò e le parlò con un filo di voce.
<< Perché tu già lo sapevi >>.
L’espressione sul volto della principessa cambiò quasi istantaneamente e la confusione prese il posto della sofferenza.
<< Aspetta, che? >> Balbettò, asciugandosi le lacrime con un braccio.
<< E’ ora che tu ricordi ciò che a causa mia hai dovuto dimenticare >>. Sussurrò la platinata, allungando una mano in direzione della più piccola, in un chiaro invito a seguirla.
Anna la prese senza dire una parola e si lasciò condurre dalla sorella fino al suo letto, dove sedettero l’una di fronte all’altra. Elsa le sorrise senza lasciarle le mani e per la prima volta dopo tanti anni fu libera di condividere con la sorella minore i ricordi che l’avevano a lungo divorata.
<< Inizialmente nessuno di noi pensava che i miei poteri potessero essere così pericolosi, così difficili da gestire, non era stato previsto di doverli nascondere al mondo. Di dover nascondere al mondo me. Ricordi quando dormivamo nella stessa stanza? >>
Anna annuì senza smettere di guardarla, catturata dal racconto della sorella.
Elsa sorrise << Molte mattine mi svegliavi all’alba e mi trascinavi giù nella sala da ballo per giocare con la neve. Io provavo sempre a farti riaddormentare, ma tu insistevi e alla fine ti bastava una sola frase per convincermi ad alzarmi: “vuoi fare un pupazzo di neve?”. Era una cosa così semplice eppure così importante per noi, facevo scendere la neve dal soffitto e tu ne eri ogni volta così meravigliata! >> La voce di Elsa era dolce e calda, lo sguardo perso nel passato.
<< Tredici anni fa ci fu un incidente. Un incidente che mise a rischio la tua vita >>.
La più piccola notò immediatamente gli occhi lucidi e l’espressione spaventata della regina, di riflesso le strinse più forte le mani e l’altra parve calmarsi quel poco che bastava per ritrovare la lucidità, sorriderle e continuare la storia.
<< Stavi saltando da un cumulo di neve ad un altro, sempre più in alto, sempre più veloce. Ti avevo promesso che ti avrei presa… ma la stanza era ghiacciata e si scivolava così facilmente che alla fine sono caduta a terra proprio mentre tu stavi saltando, ho allungato un braccio nel tentativo di salvarti in tempo, ma ti ho colpita in volto ed ho solamente peggiorato le cose. Quando sono corsa da te avevi perso i sensi e tutto ciò che mi ritrovai in grado di fare fu di chiamare i nostri genitori: prendemmo i cavalli e ci precipitammo dai troll, nostro padre aveva letto di loro in un vecchio libro ed era certo che avrebbero potuto fare qualcosa >>.
<< Gli amici di Kristoff >>. Constatò Anna, iniziando a ricollegare dei pezzi di un puzzle che per molto tempo era sembrato eccessivamente complicato per lei.
<< Gli amici di Kristoff >>. Confermò Elsa.
<< Era questo a cui si stava riferendo quando mi disse che aveva già visto fare quel tipo di magia. Era per questo che sapeva dove andare, perché era già successo una volta! >>.
La regina annuì e con gli occhi bassi riprese il racconto << Fortunatamente riuscirono a rimuovere il ghiaccio dalla tua testa, ma per sicurezza dovettero cancellare anche il ricordo della magia, lasciando alla tua mente immagini illusorie. Nostro padre mi aveva assicurato che era solamente per il tuo bene e mi arresi all’idea di doverti nascondere una parte di me stessa. Nonostante fossero riusciti a mantenere il divertimento anche all’interno dei nuovi ricordi, fummo costretti a prendere delle misure drastiche quando ci dissero che il mio potere sarebbe divenuto sempre più forte e pericoloso. Non ho iniziato ad evitarti senza un motivo e non ho mai smesso di volerti bene, è solo che… >>. Elsa iniziò a singhiozzare e alla fine furono le lacrime a tradirla << … avevo così paura di poterti fare del male di nuovo. Ti avevo promesso che ti avrei presa, che ci sarei stata, tu ti eri fidata di me… ed io non sono stata in grado di meritare la tua fiducia. Oh Anna, dispiace così tanto >>.
Anna non disse una parola, senza permetterle di andare oltre o di incolparsi ancora, allungò le braccia e strinse forte Elsa a sé, lasciando che si sfogasse, che per la prima volta dopo tanti anni avesse una spalla su cui riversare il suo dolore.
<< Io mi fiderò sempre di te >>. Le confessò senza lasciarla, accarezzandole lentamente i capelli argentei. << Sei mia sorella, non hai nulla da farti perdonare. Anzi, ti ringrazio >>.
Fu quest’ultima frase che sorprese la regina, la quale si staccò appena e la guardò interrogativa, cercando con gli occhi pieni di lacrime qualcosa che potesse ricordarle dello scherno nel volto della sorella. Ma gli occhi di Anna non le erano mai parsi più sinceri e carichi di amore.
<< Ti ringrazio di non avermi mentito e di non avermi tenuta nascosta la verità. Certo, siete stati costretti a far sì che la dimenticassi, ma è stato solamente per proteggermi. Quindi grazie di non avermi privato sin dal principio di un’opportunità >>.
Elsa sorrise e l’abbracciò di nuovo, più forte, cercando di trasmetterle almeno un po’ di quell’amore che era stata costretta per tanto tempo a soffocare e a tenersi dentro.
Rimasero strette ancora a lungo, dandosi forza con parole non pronunciate, trasmettendosi amore con ricordi distorti o dimenticati.
Fu dopo qualche minuto che Anna, invasa da un nuovo dubbio, sciolse l’abbraccio e guardò confusa e piena di dubbio la sorella maggiore.
<< Quindi sono stata davvero baciata da un troll? >>

 
   
 
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