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Autore: Ayumi Yoshida    06/01/2014    1 recensioni
La guerra è finita, l’esercito alleato ha vinto. Tutto dovrebbe andare per il meglio, tornare alla normalità, ma qualcosa non è andato come avevamo creduto dovesse andare: un compagno potente è tornato a prendersi la sua ricompensa.
“Tra qualche mese morirò. Come avrei potuto dirtelo?”
Fanfiction prima classificata al "NaruHina Contest [V Edizione: 'La nostra leggenda']" di Mokochan, ValeHina e Yume_no_Namida e nella sezione "Rating arancione" e vincitrice dei premi "Miglior Hinata", "Miglior Naruto", "Miglior NaruHina" e "Best rating orange" *___*
Nell'ultimo aggiornamento ci sono gli ultimi tre capitoli! :)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiashi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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A thousand miles seems pretty far
But they've got planes and trains and cars
I'd walk to you if I had no other way

 

(Hey there Delilah – Plain White T’s)

 

 

8 - Morte

“Da oggi ci trasferiremo in un luogo segreto appena fuori dal villaggio, così saremo tutti al sicuro.” disse Minato cercando di sorridere. Naruto annuì con la testa, tentando di non far trasparire le proprie emozioni o di guardare Hinata negli occhi. In quel modo sarebbe stato ancora più difficile vederla, perché lei era sempre impegnata con i suoi doveri da capoclan. Però allontanarsi dal villaggio era l'unico modo per garantire l'incolumità di tutti i suoi abitanti.
“Potrò... Potrò almeno salutare per l'ultima volta Sasuke?” chiese a suo padre, e la sua voce, che non sentiva da moltissimo tempo, fuoriuscì dalle sue labbra come una straziante richiesta di aiuto anche se non lo avrebbe voluto. “Potrò vedere te e Hinata?”
La kunoichi, seduta accanto a lui, non riuscì a trattenere le lacrime, che presero a scenderle in silenzio sulle guance. Interpretandolo come un segnale negativo, Naruto abbassò la testa, prendendole la mano sotto il tavolo per far sì che quel gesto restasse intimo, loro.
“Non fa niente, non...” cercò di dire, ma le parole gli morirono in gola. Voleva piangere a sua volta.
“Io e Hinata-san saremo sempre con te, saremo la tua scorta.” disse Minato con un sorriso dolcissimo, consolatore, e Naruto si riscoprì a ridere senza averlo voluto. Si portò le mani al volto e si rese conto che stava anche piangendo. Senza smettere di ridere, li abbracciò uno alla volta, cercando di stringerli a sé il più possibile e di consolare Hinata che stava ancora piangendo come lui: sapere di poter trascorrere gli ultimi giorni in compagnia delle persone che amava di più gli aveva ridato un briciolo della felicità che aveva perso ormai da molto tempo.

A quella reazione, la kunoichi non riuscì a non sorridere di cuore. Avrebbe trascorso con lui ogni secondo di vita che avrebbe dovuto restargli, o che gli restava. Ormai stava cominciando a perdere la speranza di salvarlo. 

Ogni volta che calava la notte, Naruto se ne riscopriva sempre più impaurito, come un bambino. Aveva il terrore di distendersi sul futon e di addormentarsi e non svegliarsi mai più. Era scesa la notte già quattro volte da quando aveva lasciato la sua casa, ma era  stato sempre fortunato, era sempre riuscito a rivedere la luce del sole, il viso dei suoi cari, e con i suoi occhi. Quella sera, però, non riusciva a non sentirsi inquieto, aveva come un brutto presentimento. Strisciando i piedi, aprì la porta della stanza e chiese all'uomo che vi era di guardia di chiamare Hinata, poi si ritirò. Dalla finestra coperta per metà da una fitta tenda il chakra della barriera creata da suo padre, dall'Hokage e dai capoclan splendeva del riflesso della luce lunare. Doveva essere certamente invisibile all'esterno, per non provocare sospetti o disordini, ma lui riusciva a vederla perfettamente e si sentiva soffocare. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita in quel modo.
“Naruto-kun?”
La voce di Hinata lo frustò all'altezza del petto, facendolo sobbalzare, ma poi Naruto si rese conto che era stata la sua stessa mano a battere sulla cassa toracica e a fare rumore. La guardò, ancora interdetto, e tentò di spiegare: “Non riesco a dormire. É una serata così bella... Vorrei tanto uscire a fare un giro!”
La kunoichi abbozzò un sorriso poco convincente.
“Magari domani.”
“Magari quando sarò stecchito.” sbottò lo shinobi senza riuscire ad arrabbiarsi sul serio. Sapeva di avere soltanto pochi giorni di vita, si sentiva debole perché non aveva quasi più chakra e non aveva voglia di litigare proprio con lei. Vide che Hinata sembrava mortificata e le fece segno di avvicinarsi a lui. Le sfiorò lentamente i capelli.
“Vuoi dormire con me?” le chiese cercando di assumere un tono di voce più umile e pentito possibile. “Mi dispiace, non volevo.”
Hinata arricciò piano le labbra, come se dovesse scoppiare a piangere da un momento all'altro, ma non lo fece, e lo abbracciò con foga cadendogli addosso, lasciandolo sconvolto.
Mancavano soltanto tre giorni alla morte di Naruto ed era stufa di prenderlo in giro, di continuare a ripetergli che doveva stare tranquillo, che non sarebbe accaduto nulla, perché non era vero: con lui sarebbero morti entrambi.

“Alzati!” ordinò una voce che non conosceva. “Non sarai davvero così debole!”
Hinata strinse le palpebre senza aprire gli occhi, cercando di pensare. Non si sentiva affatto stanca. Cosa voleva, allora, quella voce?
“Alzati!” ordinò ancora. La kunoichi obbedì: aprì gli occhi e fu accecata da una luce cupa e rossastra, si alzò a fatica in piedi, sentendosi meno in forze di quanto pensava. Si guardò intorno, rendendosi conto che il luogo in cui si trovava le dava una strana sensazione. Un déjà vu. Fece un passò; un paio di occhi gialli e maldisposti la fissò, infuriato. La volpe a nove code.
Hinata spalancò la bocca: era dentro Naruto. Si voltò, frenetica, per cercarlo con lo sguardo, ma la volpe occupava tutto il suo campo visivo. Ebbe bisogno di alcuni minuti per rendersi conto che il cercoterio la stava fissando attraverso una grata con un sigillo che si era quasi del tutto staccato. Allarmata, Hinata corse verso di lei.
“Tu chi sei?” tuonò la volpe schiacciando di più la testa contro le sbarre. “Cosa ci fai qui?”
Sembrava nervosa. Hinata abbassò lo sguardo sulla base della grata e ne comprese il motivo: Naruto, quasi completamente privo di vita, era inginocchiato malamente davanti a lei, il capo contro le sbarre e il braccio disteso nell'ultimo tentativo di sistemare il sigillo. Gli corse incontro, afferrandolo per evitargli di cadere e aiutandolo a distendersi. Respirava a fatica.
“Hinata, cosa-?” mormorò lui con voce strozzata. La kunoichi gli carezzò una guancia cercando di non cedere alla disperazione e alle lacrime, rassicurandolo, facendolo tacere per risparmiare ossigeno.
“Sono venuta a salvarti.”
Lo sguardo sconvolto di Naruto le diede la forza di guardare di nuovo davanti a sé, alla volpe, e di fare quello che aveva pianificato per settimane. Era la sua occasione, finalmente poteva dare la vita per colui che l'aveva salvata tantissime volte.
“Sono Hinata Hyuga, capo del clan Hyuga, e sono qui grazie all'intervento del quarto Hokage, Minato Namikaze-sama, che ha modificato il sigillo di Naruto-kun inserendo anche il mio chakra.” disse più tranquilla di quanto aveva immaginato di essere, senza smettere di accarezzare il viso di Naruto.
“Allora quel chakra che ho percepito era il tuo.” commentò Kurama con un sorrisetto sprezzante. “Hai un chakra davvero particolare, e devi averne anche un ottimo controllo per essere sopravvissuta dopo la modifica del sigillo. Perché sei qui? Cosa vuoi? Mi hai interrotto nel momento cruciale!”
Emise un verso furibondo che fece tremolare l'aria. Naruto tossì violentemente: restava poco tempo.
“Sono venuta ad offrirmi al posto di Naruto-kun. Lascia vivere lui, prendi il mio chakra. Fa’ quello che desideri con me, però lascia libero Naruto-kun.”
Naruto la fissò, sconvolto, sollevando di scatto la testa e scuotendola con forza.
“Hinata, no! Cosa diavolo-”
La volpe sovrastò la sua voce ruggendo con tutta la forza che possedeva.
“Devi essere impazzita se pensi che io possa ubbidirti, Hinata Hyuga! Il chakra di Naruto-”
“So che il mio chakra non é potente come quello di Naruto-kun, ma io ne ho un ottimo controllo! Se io fossi il tuo contenitore potresti possedermi a tuo piacimento! Sono una Hyuga, ho un ottimo controllo del chakra, l'hai detto tu stessa!”
HINATA!”
Gli occhi della volpe lampeggiarono per un attimo, minacciosi, poi il cercoterio scoppiò in una risata che quasi li assordò. 
“Sei furba, Hinata Hyuga... Ma sei altrettanto sincera?”
La kunoichi annuì con la testa, cercando di non abbassare lo sguardo verso Naruto, che continuava ad urlare il suo nome quasi senza più fiato in gola.
“Come puoi dimostrarlo?”
“Prendi metà del mio chakra! Anzi, lasciami soltanto quello che servirà per rifare il sigillo! Convincerò il quarto Hokage ad eseguirlo su di me non appena il mio chakra dentro quello di Naruto-kun si estinguerà. Però liberalo… Quante code ha, in questo momento?”
“Otto.” replicò la volpe senza smettere di sorridere. Hinata fu scossa da un tremito e cadde in ginocchio, sentendo che le lacrime le stavano bagnando il viso.
“Naruto-kun non é così, lui é buono, non farebbe del male a nessuno... Ti supplicò, accetta la mia proposta!”
L'ultimo urlo di Naruto rimbombò nell'aria per qualche secondo, acutizzato dal silenzio della volpe, poi tutto tacque. Lo shinobi chiuse gli occhi.
“Va bene. Lascerò libero Naruto, e Minato dovrà sigillarmi dentro di te. Se non lo farà, o se lo farà ma tu morirai, Naruto morirà comunque ed io sarò libera!” Il cercoterio sorrise in modo spaventoso, mostrando i lunghi denti. “Vieni qui. Dammi il tuo chakra. Te ne lascerò un quarto di quello che possiedi in questo momento. Spero che ti basti.”
Hinata carezzò per l'ultima volta la guancia di Naruto, sentendola più fredda di quando l'aveva sfiorata in precedenza, e si sentì per la prima volta disperata, senza via d'uscita. La salvezza di Naruto dipendeva tutta dalla sua vita.
“Non morirò.” promise a se stessa, allungando una mano verso la volpe e toccandola, sentendosi bruciare. Sentì il suo chakra essere risucchiato dal cercoterio in un decimo di secondo, svuotandola, poi si accasciò per terra senza neppure riuscire ad afferrare la mano di Naruto.

 

 


Our friends would all make fun of us
And we'll just laugh along because we know
That none of them have felt this way

 

(Hey there Delilah -  Plain White T’s)

 


9 - Vita

 

“Le code stanno diminuendo da sole!”
Conosceva quella voce: era il capitano Yamato.
“Bene! Allentiamo leggermente la barriera!”
Il quarto Hokage, Minato Namikaze. Hinata aprì leggermente gli occhi, aspettandosi di essere inondata dalla luce, ma tenebre battenti le impedirono di comprendere immediatamente cosa stesse succedendo.
“Ti sei ripresa! Come ti senti?” esclamò Ino Yamanaka accanto al suo orecchio, afferrandole un braccio. Hinata non ricordava neppure per quale motivo la kunoichi bionda fosse lì. Ah, sì, aveva preso anch'ella il posto di suo padre come capoclan, ed era stata messa a scorta di Naruto.
“Cos'è successo?” le chiese portandosi una mano alla testa, che aveva preso a pulsarle all'altezza della tempia. La portò all’altezza degli occhi: era piena di sangue.
“Non toccare!” la ammonì Ino. “Eri nel letto con Naruto prima che incominciasse a trasformarsi e sei stata colpita da lui e sbalzata via... Ma sei pazza? Correre un rischio del genere!”
Hinata si morse un labbro per non risponderle, sull'orlo delle lacrime. Avrebbe avuto così tante cose da dirle, ma era certa che lei non avrebbe capito. Nessuno aveva mai compreso i suoi sentimenti per Naruto.
“Lui... Lui non é quello che pensate voi.” riuscì soltanto a dire, perché poi la luce al centro della stanza che l'aveva leggermente rischiarata fino a quel momento divenne luminosissima di scatto e si spense. Il capitano Yamato sospirò, sollevato, ed esclamò: “É finita.”
Quella luce era stata emessa durante la trasformazione da Naruto, che ormai giaceva al centro della stanza. Senza riuscire più a controllare i propri movimenti, Hinata si alzò in piedi di scatto e corse verso di lui, chinandosi sopra al suo corpo. Respirava ancora, il suo cuore batteva. La volpe era stata di parola. Sollevata, senza considerare il fatto che tutti i capi degli altri clan la stessero guardando, si avvicinò ai due Hokage, ancora ansanti per la fatica, e sussurrò: “Ho parlato con la volpe. Ha promesso di salvare Naruto-kun se lei, Minato-sama, la sigillerà dentro di me.”
I due Hokage la fissarono, attoniti.
“Questo cosa significa?” tuonò l'Hokage, infuriato per non essere stato avvertito di quel piano, ma Minato non vi prestò attenzione.
“Per eseguire un sigillo del genere c'è bisogno di moltissima preparazione. Bisogna prima liberare la volpe, poi risigillarla in un'altra persona. Nessuno sa cosa potrebbe accadere nel contempo. Inoltre, per eseguire il sigillo bisogna sacrificare più di una vita.”
Hinata spalancò la bocca, accorgendosi di stare respirando appena.
“Io... Io volevo essere la sola a rischiare la vita.” mormorò con voce strozzata. Minato le sorrise amaramente.
“Anche chi effettua il Sigillo del Diavolo deve dare la vita.”
Era finito, era tutto finito. Nulla sarebbe più stato possibile per salvare Naruto. Lo aveva ucciso, aveva ucciso se stessa, aveva ucciso il villaggio donando altro chakra alla volpe. Si coprì il volto con le mani per poter piangere fingendo di avere intimità. Avrebbe voluto stringere Naruto a sé finché la morte non l'avesse portata via. Ormai tutte le voci intorno a lei erano soltanto un sottofondo inudibile, ma comunque fastidioso. 
“Sigillo del Diavolo!” disse Minato in un sibilo, rompendo quel muro, e la stanza tremò all'improvviso, avvolta ancor più dall'oscurità.
“Cosa vuole fare?” gli chiese l'altro Hokage con cautela.
“Quello che avrei dovuto fare dall'inizio.” replicò lui con voce attenta. Hinata si scoprì il volto: l'uomo stava eseguendo dei sigilli che non conosceva in rapida successione. “Io sono un morto, e i morti non possono vivere. Inoltre Naruto é il mio unico figlio, ed é dovere di un padre proteggere il proprio figlio.”
Lanciò uno sguardo fugace a Hinata, sorridendole per tranquillizzarla, ed annuì con la testa. “Io sono pronto, avvicinate Naruto a me perché possa immobilizzare la volpe!”
Il capitano Yamato guardò l'Hokage in cerca di una conferma, e l'Hokage annuì, ma Hinata aveva già afferrato Naruto per le spalle e aveva preso a trascinarlo con difficoltà verso il quarto Hokage prima che l’ordine fosse confermato. Non aveva idea di cosa lui volesse fare, ma la sua disperazione la rendeva certa che lui sarebbe stato in grado di salvare Naruto. Il capitano Yamato corse immediatamente in suo soccorso e la kunoichi poté così stringere la mano del ragazzo.
“Hinata-san, non giudicarmi male. É qualcosa di troppo difficile da spiegare, non credo che tu possa capirlo. Essere genitori è difficile. Ma ti ringrazio comunque per non esserti opposta alla mia decisione.” le disse Minato con un sorriso. “Prenditi cura di Naruto. Sono certo che soffrirà molto per questo... Credo di essere un pessimo padre, abbandonare mio figlio due volte...”
Il corpo svenuto di Naruto fu scosso da un tremito violento ed un potentissimo chakra arancione prese a fuoriuscirvi sotto forma di una palla infuocata.
“Questo non é soltanto il chakra della volpe, é troppo per me... Hinata-san, per favore, avvicina la mano, non aver paura. C'è del chakra identico al tuo mischiato a quello di Kurama, adesso te lo restituisco...”
La kunoichi avvicinò alla palla infuocata la mano temendo di vederla bruciare, ma ciò non avvenne. Sentì come una scarica elettrica percorrerla interamente dai capelli ai piedi quando il suo chakra mancante ricominciò a fluirle nel corpo. Era come se la sua forza fosse ritornata improvvisamente, sorprendendola. Annuì per rassicurare l'uomo e strinse più forte la mano di Naruto, cercando di infondergli calore.
“Grazie mille per aver deciso di farlo vivere.” sussurrò a voce bassissima per non farsi sentire da nessun'altro se non dal quarto Hokage. “É un onore per me far parte della sua famiglia.”
“L'onore è mio, Hinata-san. Non so bene cosa avessi intenzione di fare, ma toccava a me sin dall’inizio. Prenditi cura di Naruto.” ripeté Minato, poi si posò le mani sul ventre. Urlò; un sigillo uguale a quello di Naruto scintillò per un secondo nell'aria, poi scomparve, e l'uomo cadde con lui sul pavimento, senza vita.

 

Delilah I can promise you
That by the time we get through
The world will never ever be the same

 

(Hey there Delilah – Plain White T’s)

 

 

Note dopo la lettura:
È stato un sollievo per me poter rendere Minato di nuovo “umano”, arrivata a questo punto della storia. Il suo contributo è stato fondamentale per la trama, ma la sua figura era cresciuta a dismisura, la sua funzione doveva per forza esaurirsi, il cerchio doveva chiudersi. Ho pensato a lungo a come far terminare la vicenda, e alla fine ho convenuto che nessuno poteva tirare le somme meglio di lui. 

Mi è dispiaciuto molto dover far fare ad Ino la parte dell’ “insensibile”, ma, a mio parere, era l’unico personaggio che potesse essere messo in gioco per questa causa per via della sua personalità aperta e diretta.




Epilogo


Naruto aveva odiato suo padre per molto tempo per averlo abbandonato per la seconda volta, si era convinto che non avrebbe mai capito perché l'aveva fatto. Si era rifiutato di guardarlo negli occhi non appena era rinvenuto, non aveva partecipato al suo funerale, era diventato moltissime volte di cattivo umore se gli avevano parlato di lui. Non era andato a trovarlo per mesi, quasi per un anno. Poi era accaduto qualcosa che gli aveva cambiato la vita ed era riuscito ad immaginare ogni singolo pensiero che avesse attraversato la mente di suo padre quando aveva deciso di sacrificarsi ancora per lui.
Era bastato guardare lui negli occhi e tutto il mondo aveva preso a ruotare nella direzione opposta, o lui aveva preso a guardarlo da un'altra prospettiva. Hinata gli aveva detto che per lei era accaduto lo stesso, ma lo shinobi era certo che lei fosse già in grado di comprendere suo padre da molto tempo prima di lui. Arrivò alla fine del corridoio riscuotendosi dai quei pensieri che lo prendevano, puntuali, ogni anno in quel giorno particolare, e bussò all'ultima porta sulla destra.
“Hinata, io sono tornato, siete pronti?”
“Quasi! Vieni pure!”
Naruto abbassò la maniglia ed entrò. Hinata se ne stava in ginocchio accanto al futon arrotolato, già pronta. Gli sorrise. Accanto a lei, Hiro, il loro bambino, disegnava disteso sul pavimento a pancia in giù.
“Cosa stai disegnando di bello, Hiro?” gli chiese lo shinobi sedendoglisi accanto. Il bambino non alzò neppure la testa dal foglio, troppo intento a colorare.
“É un disegno per il nonno. Devo sbrigarmi!”
“Non preoccuparti, puoi darglielo quando vuoi!”
Hiro era amato da tutto il clan Hyuga, e Hiashi lo adorava, anche se cercava di non darlo a vedere per mantenere la sua immagine da uomo duro ed inflessibile. Tuttavia era cambiato moltissimo da quando aveva conosciuto il bambino: era diventato più permissivo, più affettuoso, e Hinata era contentissima di quella trasformazione che nessuno avrebbe mai osato neppure immaginare. Hiro aveva cambiato davvero le loro vite.
“Finito!” esclamò il bambino, entusiasta. Si mise seduto e consegnò
a Naruto il foglio su cui aveva disegnato con un sorriso. “É per il nonno! Ti piace, papà?”
Naruto osservò il disegno certo di scorgervi occhi bianchi e capelli scuri, ma dal foglio gli sorrise un uomo biondo con due macchie color cielo come occhi. Era suo padre Minato. Di certo era stata Hinata a parlare a Hiro di lui. Le passò una mano attorno al collo e sorrise, quasi con le lacrime agli occhi.
“Non credo che tu possa darglielo di persona, va bene lo stesso?” gli chiese. Hiro annuì.
“Ma perché?”
Naruto si grattò il mento, dubbioso su come affrontare quell'argomento.
“Beh, credo che la mamma ti abbia detto che il nonno non é qui con noi… Lui é in un posto da cui non può più tornare. Sono successe delle cose, ma ormai é tutto passato e possiamo soltanto andarlo a trovare al monumento degli eroi...”
“Mi dispiace per il nonno.” mormorò Hiro, improvvisamente triste.
“Anche a me.” Naruto lo guardò, la testa bassa e le labbra strette, e sentì di nuovo la voglia di proteggerlo ad ogni costo riaffiorare in lui, proprio come era accaduto quando aveva incontrato per la prima volta i suoi occhi. “Ma ormai é passato. É morto per salvarci ben due volte, come un eroe. Sai che ti dico? Cambiamo i programmi!” propose facendogli l'occhiolino “Niente più monumento degli eroi. Ti porto a conoscere la faccia di pietra del nonno al monte degli Hokage!”
“Davvero?” esclamò Hiro con un saltello. “Andiamoci subito!”
Hinata prese il bambino per mano.
“Mi raccomando, passa a salutare il nonno e poi andiamo!”
“Ok!”
Non appena Hiro fu scomparso nei corridoi della tenuta degli Hyuga, Naruto fece un lungo sospiro.
Hinata gli sorrise, colpevole.
“Mi dispiace avergli parlato di Minato-sama al posto tuo, ma Hiro non faceva che chiedermi di lui...”
Lo shinobi scosse la testa malinconico, perso di nuovo nei pensieri.
“Io avevo paura di parlargliene, di ricordare, ma non é stato brutto come pensavo. Sarà perché io...”
Contro ogni previsione, Hinata gli prese la mano e gli si avvicinò così tanto che i loro respiri si fusero. Tempo prima sarebbero entrambi arrossiti, ma ormai quel tempo era passato, erano andati avanti e si sentivano più che mai felici di quell'intimità.
“Non é colpa tua.” mormorò la kunoichi guardandolo negli occhi. “Minato-sama me l'aveva detto, essere genitori-”
Naruto si chinò su di lei e la baciò stringendola a sé, impedendole di parlare. Hinata gli aveva ripetuto quella frase mille volte, e non aveva più voglia di sentirla, voleva soltanto annegare quel ricordo in lei. Specialmente in quel giorno, in cui, un anno prima, non era nemmeno riuscito a dire addio a suo padre.

“Mamma, papà, cosa state facendo?”
La vocetta di Hiro li fece sobbalzare, e Naruto e Hinata si voltarono, scoprendo che a guardarli, oltre a loro figlio, c’era Hiashi.
"Dove state andando?" chiese l'uomo con il tono imperioso che mostrava il suo disappunto per qualcosa, in quel caso perché Naruto stava amoreggiando con sua figlia nel bel mezzo di casa sua.
Hinata impallidì e prese a mormorare: “Ecco, padre, noi...”
“Stiamo portando Hiro alla montagna degli Hokage a conoscere mio padre!” intervenne Naruto nervosamente. Hiashi restò per un po’ in silenzio, poi annuì con un’espressione meno severa del solito.
Era passato parecchio tempo da quando si erano sposati; alcuni ricordi erano svaniti, molte situazioni erano mutate, ma alcune cose, constatò Naruto, non cambiano mai: non sarebbe mai riuscito neppure a stringere la mano di Hinata e a non morire di paura davanti a suo suocero.    

 

 

Two more years and you'll be done with school
And I'll be making history like I do
You'll know it's all because of you
We can do whatever we want to
Hey there Delilah here's to you
This one's for you

(Hey there Delilah – Plain White T’s)

Fine

 

 

 

Note dopo la lettura:
Per questo ultimo capitolo, ho voluto alleggerire un po’ il tono (sperando di esserci riuscita) e ho cercato di dare un taglio veloce e “cinematografico” alla scena con il bambino.
La fine. Non mi sembra vero essere riuscita a scrivere una long di dieci capitoli. Grazie, mille grazie a Yume, Moko e Vale, le mie giudicie del cuore, per avermene dato la possibilità. Grazie di cuore a chi ha letto, a chi ha atteso con impazienza questo epilogo, a chi è comunque rimasto, nonostante tutto. Pianificavo di finire di postare questa fic lo scorso anno, ma alcuni problemi personali me l'hanno impedito, perciò, per farmi perdonare, posto tutti i capitoli mancanti insieme. ^^
Avrei voluto inserire altri personaggi, scrivere di altri avvenimenti, ma ormai quel che è fatto è fatto. Si è trattato del mio primo progetto "long" serio su questa serie, e per un po' credo anche l'ultimo XD Spero di essere riuscita a creare qualcosa che valga la pena leggere e ricordare un pochino. ^^

Vi lascio con qualche trivia altamente inutile, ma che completa l'universo alternativo che ho creato (se dovesse interessare a qualcuno! XD)

Adesso mi prenderò una bella pausa, magari mi dedicherò ad altri fandom, ma qualche altra NaruHina arriverà, perché ho alcuni contest da portare a termine... ;)

Alla prossima e ancora grazie,
Ayumi
 

Trivia

Dopo la guerra:

  • Sasuke è stato imprigionato per tutti i crimini commessi, così Karin.
  • Suigetsu è riuscito a scappare, come Madara, Jugo è morto per salvare Sasuke da un attacco.
  • Obito è stato sconfitto ed ucciso.
  • L’Hokage non è nominato mai nella fic perché non sono riuscita a decidere a chi far ricoprire la carica (ma forse è ancora Tsunade XD)
  • Shikamaru e Ino sono diventati capi dei rispettivi clan.
  • Tutti gli altri Hokage sono stati risigillati, tranne Minato.
  • Per il resto, sono tutti felici e contenti. XD



Questa splendida cascata di banner è stata fatta da Moko, che non ringrazierò mai abbastanza! Non sono bellissimi? *____*

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