Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kaninchen    06/01/2014    6 recensioni
E se Elsa non fosse l'unica ad avere dei poteri? Se anche Anna possedesse dei poteri di cui nessuno, nemmeno il re e la regina di Arendelle, ne era a conoscenza? E se qualcuno nell'ombra stesse tramando contro le due sorelle per un torto subito?
- In revisione -
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I




Pioveva. Una pioggia fitta che insieme al buio rendeva quasi impossibile vedere, eppure, nel mezzo di quelle tenebre si poteva sentire un galoppo febbricitante correre sul sentiero tracciato. Il cavaliere era esausto, così come il suo destriero ormai in viaggio senza sosta da tre giorni, ma non si sarebbe fermato non ora che la sua meta era così vicina. Nella sua mente una sola parola: Vendetta.


 


 

Nel regno di Arendelle si respirava aria di gioia. Erano passati pochi mesi da quando la regina Elsa era tornata, dopo che aveva portato l'inverno ed era fuggita per paura, lasciando il reame a se stesso. In molti ancora guardavano il palazzo con sospetto, vivendo nel terrore che la regina potesse nuovamente perdere il controllo dei suoi poteri e questa volta trasformare non solo il regno ma tutti gli abitanti in statue di ghiaccio; tuttavia i più volevano vivere nella convinzione e nella speranza che gli avvenimenti passati non accadessero ancora e che la famiglia reale potesse vivere finalmente serena ed in armonia come non avveniva dal giorno in cui il re di Arendelle decise di chiudere il palazzo dal resto del mondo.

La regina stava guardando la vita al di fuori del palazzo, dalla finestra della sua stanza, vedeva i bambini che giocavano felici nella piazza vicino alle mura, le donne che lavavano i panni sporchi e gli uomini probabilmente a lavorare sulla costa, nella foresta o nei campi. Gli occhi della regina diventarono improvvisamente tristi, a causa sua ora Arendelle si trovava in grosse difficoltà, per colpa del suo potere i raccolti sarebbero stati a mala pena sufficienti a sfamare la popolazione, almeno da quanto le era stato riferito, e ciò voleva dire niente scambi con i paesi vicini.
Elsa sospirò abbassando lo sguardo.
Come sovrana di Arendelle era perfettamente consapevole che il suo regno non viveva con la vita dei campi, ma piuttosto con la raccolta di ghiaccio e di legname; tuttavia anche con quella semplice consapevolezza, non riusciva a non pensarci.
La sola idea che lei,la regina, il cui compito era quello di vegliare sul suo regno e sulla sua gente, cercando di renderlo il più possibile felice come fece a suo tempo il padre, fosse la causa di un possibile malessere per la popolazione non poteva perdonarselo.

Immersa com'era nei suoi pensieri per poco non si rese nemmeno conto che stavano bussando alla porta della sua stanza.

- Elsa? Posso entrare? -

Elsa si voltò verso la porta ancora chiusa, e non poté che sorridere. Aveva passato troppi anni a sentirla bussare ed ormai anche se non la chiamava chiedendole il permesso di entrare l'avrebbe comunque riconosciuta, anche solo sentendo quel ritmo con cui picchiettava le nocche sulla porta della sua stanza.

- Entra pure Anna. -

Anna entrò sorridendo alla sorella, con quei suoi occhi vispi e allegri che scaldavano il cuore alla signora dei ghiacci.

- Cosa stai facendo? - chiese Anna avvinandosi.

- Secondo te cosa sto facendo? - chiese Elsa guardando in modo furbo la sorella.

- Uhm... - Anna alzò gli occhi verso il soffitto con aria pensosa – Ah! stai pensando di cambiare l'arredo della camera? - chiese Anna, con uno strano luccichio negli occhi.

Elsa sgranò gli occhi e si mise a ridere.

- No, no... l'arredo della camera è l'ultima cosa a cui stavo pensando a dire il vero – rispose ancora ridendo.

- Uhm... ok... uffa, non ne ho idea... cosa stavi facendo? - Anna guardò con occhi tristi la sorella maggiore – Non ti stavi mica nascondendo da me vero? -

Elsa guardò la sorella, come può anche solo aver pensato che volesse nascondersi da lei?

- Ma cosa ti salta in mente??! Certo che non mi stavo nascondendo da te! Non lo farei mai, non più almeno! Che non ti vengano più simili idee! - rispose la regina prima di abbracciare la sorellina che ricambiò l'abbraccio.

- Si può sapere cosa stavi facendo qui da sola allora? - chiese Anna, alzando gli occhi verso Elsa, senza staccarsi da quell'abbraccio, le era mancata troppo in quei lunghi anni e se fosse stato per lei avrebbe passato ogni secondo della giornata con la sorella maggiore.

- Stavo guardando il nostro regno... - rispose la sovrana non prima di essersi voltata verso la finestra della stanza.

- E perché lo stavi guardando dalla finestra? Potevi scendere ed uscire dal palazzo no? - chiese Anna con un espressione stupita dipinta sul volto.

- Ho passato troppi anni a guardare il mondo al di fuori da questa finestra... è diventata quasi un abitudine ormai – rispose alla sorellina senza riuscire a nascondere un velo di tristezza negli occhi.

- Non è l'unico motivo vero? Cos'è che ti preoccupa? - chiese Anna

- Nulla di cui ti devi preoccupare anche tu – rispose Elsa sorridendo alla sorella.

Anna sciolse l'abbraccio e si allontanò di un po' dalla sorella maggiore.

- Il giorno in cui sono riuscita a raggiungerti nel palazzo di ghiaccio che avevi eretto, ti dissi che su di me potevi contare, e non intendevo solo per convincerti a tornare a casa o nella speranza che vedendo una persona amica avresti fatto cessare la tormenta che avevi scatenato, che poi va bene un po' ci speravo ma non perché ti ero amica, cioè io volevo esserlo ma erano anni che non mi parlavi più ed ero convinta che mi odiavi, poi dopo quello che era successo con Hans e alla festa non credo più che... -

- Anna...-

- Quello che sto cercando di dirti... - ripresa Anna, guardando con occhi tristi la sorella – è che se hai un problema, qualsiasi problema che sia tuo o di qualcosa che ti affligge riguardo alle sorti del regno... vorrei che me ne parlassi... lo so che avvolte sono ingenua e maldestra, metà dell'arredo del palazzo ne è la prova – Elsa sorrise al ricordo di quando sentì il padre rimproverare la sorella per aver accidentalmente distrutto un armatura con una mazza da esposizione – ma se hai bisogno di qualcuno con cui parlare io sono qui... e ci sarò sempre per te... -

Elsa guardò con occhi pieni di commozione la sorella, la sua dolce e coraggiosa sorellina, passarono diversi minuti ed alla fine dopo essersi avvicinata nuovamente alla finestra invitò Anna a fare lo stesso.

- Da quando sono tornata i funzionari di corte mi hanno fatto un breve riassunto delle condizioni di Arendelle, era una cosa che avrebbero fatto comunque in seguito all'incoronazione ma... - Elsa chiuse gli occhi e sospirò, sotto lo sguardo preoccupato della sorella – la situazione non è molto confortevole Anna... - Elsa guardò dritto negli occhi della sorella – e la cosa peggiore è che la responsabile sono io... -

- Come sarebbe a dire che la responsabile sei tu?? - chiese la principessa a bocca aperta.

- A causa mia il raccolto è stato rovinato, gli uomini nei campi sono riusciti a salvare alcune semine ma... - la regina abbassò gli occhi non riuscendo a sostenere lo sguardo della sorella, per paura che anche lei la giudicasse colpevole qual'era perché lei stessa si sentiva tale, ma vedere riflesso in quegli occhi la sua colpevolezza... no, non ce l'avrebbe fatta... - mi è stato riferito che quello che sono riusciti a salvaguardare basterà a malapena per il nostro popolo e questo vuol dire niente scambi con i paesi vicini... -

- Tutto qui? - chiese Anna.

- Come “tutto qui?” - rispose la regina stupita.

- ehm... non ne so molto ma non mi pare che il nostro regno si basi sul lavoro dei campi... e se è la semina a preoccuparti potremmo effettuare uno scambio con altri prodotti, no? -

Elsa fissò la sorella, il suo ragionamento non avrebbe fatto una piega se il problema fosse stato unicamente la semina.

- Non è solo una questione di prodotto o scambio prodotto Anna... - sospirò la regina – è vero quello che dici, se non si ha un prodotto lo si può scambiare con un altro e fino al prossimo raccolto non ci sarebbe da preoccuparsi, tuttavia... - Elsa tornò a guardare fuori dalla finestra appoggiando una mano sul vetro – la gente ha paura Anna... -

- Di cosa?-

- Come di cosa? - la regina era allibita – Anna, hanno paura di Me e del mio Potere! E non parlo solo della nostra gente ma anche dei nostri alleati! Non si fidano di Me e ti ricordo che sono la sovrana di Arendelle, se i regni confinanti o lontani non si fidano del sovrano del regno con cui hanno un rapporto quel rapporto... non esiste più! -

Anna sbuffò e guardò la sorella.

- Secondo me ti stai facendo troppe paranoie... solo perché hai rischiato di tramutare Arendelle in un gigantesco regno di cubetti di ghiaccio non vuol dire che la gente ti odia o ha paura... - Elsa guardò tristemente la sorella – inoltre... - Anna prese le mani della sorella – hai congelato tutto è vero, ma hai salvato anche Arendelle se non ricordo male. - Anna sorrise alla sorella che ricambiò seppur tristemente.

- Se non ricordo male sei stata tu a salvare il regno – rispose Elsa.

- Non sono d'accordo – rispose Anna mettendo su il broncio – sei stata tu a sciogliere e fermare la nevicata, ad ogni modo non è questo il punto! Il punto è che la gente non ti odia, al massimo qualcuno è preoccupato che se ti stuzzica troppo lo trasformi in un pupazzo di neve e sarebbe costretto ad andarsene come Olaf in giro per il regno con una nuvola sulla testa, ma la gente ti vuole bene, vuole bene alla regina Elsa di Arendelle! -

Elsa fissò la sorella, in poche occasioni l'aveva vista così seria, ma anche se diceva così...

- Vorrei davvero che quello che hai detto fosse la verità... - rispose la regina tristemente.

- aaaaaaaaaah, adesso basta!!! Tu vieni con me! - risposte Anna esasperata ed impaurita verso la sorella afferrandola per un braccio e trascinandola nei corridoi del palazzo, non le avrebbe permesso di richiudersi nuovamente a riccio!


 


 

Il cavallo si era arrestato di colpo sotto il comando del suo cavaliere, nitrendo per il brusco scossone delle briglie e aizzandosi sulle zampe posteriori.

- Ohhh, buono bello -

Finalmente era arrivato ed in più quella dannata pioggia aveva smesso di scendere. La sua meta, il primo passo verso la sua dolce vendetta, era lì a pochi passi da lui.

Stava osservando il terreno per individuare la struttura che cercava quando ad un tratto nel buio vide avvinarsi una piccola luce ciondolante che si fermò poco vicino a lui.

Un uomo, più nano che uomo, si era avvicinato a lui con una lanterna in una mano e lo stava fissando.

- La mia Signora vi stava aspettando. Prego, seguitemi, vi faccio strada. -

  
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