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Autore: lady lina 77    27/05/2008    14 recensioni
Seguito de 'Il mio destino'. Mio caro e smemorato marito, grazie perché, anche se ti dimentichi sempre di tutto, non scordi mai di rendermi felice, grazie perché oggi sei qui con me e la nostra futura bambina… Già, hai capito bene, lei sarà un’altra principessa, lo scoprirai fra pochissimo! Grazie perché stai rendendo questa notte magica, come l’ho desiderata per nove mesi. Solo io, te e le nostre bimbe. Perché ti amo. Perché so che senza di te non potrei vivere nemmeno un giorno.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Amelia, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una leggera, piacevole penombra illuminava la stanza. L’ora di cena era passata già da un bel po’ e tutto era avvolto dal silenzio e da quella specie di strana tranquillità che precede il sonno della notte. Lina si chinò sul lettino dove si era appena addormentata Lily. La sua bimba aveva ormai un anno e mezzo ed era splendida. Assomigliante al suo papà, con i lisci capelli biondi ormai lunghi fino alle spalle ed i grandi occhioni azzurri. La sua carnagione era chiarissima, aveva ancora il nasino piccolo e Lina, come quando era appena nata, non aveva mai smesso di baciarglielo ogni volta che ne aveva l’occasione. Le sue guance erano piene e paffute e ormai sapeva camminare e dire qualche parolina. Lina l’adorava, non le riusciva di stare lontano da lei nemmeno per poche ore, anche se ormai era alla fine della sua seconda gravidanza ed i movimenti le erano più complicati. “Ma entro poche ore anche questa bimba vedrà la luce e tornerò a giocare con te come una volta” – le sussurrò mentre la piccola dormiva. Poi si alzò, dolorante, reggendosi la grossa pancia. Già, DECISAMENTE era il momento!

Gourry non si era accorto di nulla, era andato a lavarsi ed i dolori l’avevano sorpresa pochi istanti dopo che lui era scomparso dalla porta del bagno. Con Lily, a partorirla, ci aveva messo una vita ma stavolta sembrava tutto più veloce. E forse era meglio che andasse a dirgli cosa stava per succedere.

Si chinò ancora una volta a baciare la fronte della figlioletta, promettendole di tornare da lei appena tutto fosse finito. Con la sua sorellina. Poi, con fatica, si allontanò dalla stanza di Lily per recarsi a chiamare Gourry. Ad occhio e croce, nel giro di poche ore, sarebbe finito tutto.

“Gourry!!!” – mormorò entrando nel bagno, tenendosi appoggiata alla parete. Cominciava a maledire di aver deciso di fare il secondo figlio, i dolori erano terribili!

Lo spadaccino, davanti allo specchio del bagno, con indosso solo i pantaloni del pigiama, si voltò perplesso. Era strano che Lina facesse irruzione nel bagno quando c’era lui. Anche ora che erano sposati. “Cosa c’è?” – chiese preoccupato. Lina era pallidissima.

La maga fece per rispondergli ma fu costretta ad accasciarsi a terra in ginocchio.

“LINA!!!”. In un attimo il marito le fu accanto per sorreggerla. Non ci voleva un genio per capire cosa stesse succedendo e a quel pensiero il terrore si impossessò di lui. Per nove mesi avevano aspettato insieme quel giorno ed ora che finalmente era giunto, tutte le preoccupazioni che aveva cullato per Lina e il bimbo che portava in grembo tornavano prepotentemente alla luce. Per la maga quello era il secondo parto ma per lui era il primo, dopotutto era normale che fosse spaventato anche se la  moglie, nel corso di quegli ultimi mesi, l’aveva sempre preso in giro per tutte quelle che lei definiva ‘paranoie’.

“Gourry, credo che da domani avrai una bocca in più da sfamare” – mormorò la maga accasciandosi contro di lui.

Il marito la aiutò a rialzarsi e la condusse fino alla loro camera, facendola adagiare sul letto. Ormai fuori era quasi buio e le cose, per Lina, sembravano andare dannatamente veloci. “Riesci a stare un quarto d’ora da sola? Vado a chiamare il medico del villaggio…”.

“NO!” – urlò Lina aggrappandosi a lui. Non voleva stare da sola, non di nuovo anche se si trattava solo di pochi minuti. Non voleva non averlo accanto come era stato per Lily, non voleva provare di nuovo quella solitudine e quella paura che aveva avvertito alla nascita della sua primogenita. E poi, se durante la sua assenza Lily si fosse svegliata, lei come avrebbe fatto da sola ed in quelle condizioni? E se il parto si fosse concluso nel giro di pochi minuti, prima che Gourry avesse fatto ritorno? No, non voleva, anche se questo, agli occhi del marito, poteva sembrare un capriccio senza senso. Non voleva e basta!

“Ma Lina…” – tentò di obiettare Gourry preoccupato. Ma poi si decise a non continuare ad obiettare. Era spaventato, certo, ma probabilmente era nulla in confronto a come si sentiva lei. Lina era forte, coraggiosa, aveva affrontato tante e tante sfide nella vita e quindi, se ora aveva paura, se ora aveva bisogno che lui le restasse vicino in ogni istante, perché negarglielo? Era un momento importante per lei, loro due insieme e da soli ne avevano affrontate tante, ce l’avrebbero fatta anche adesso. Sua moglie non era una sprovveduta, non avrebbe rischiato, soprattutto se di mezzo c’era la salute di un figlio, se non voleva un medico era perché sapeva che potevano farcela da soli. Si chinò su di lei e la strinse piano. “D’accordo Lina, sono qui, non vado via. Tranquilla…”.

La maga sospirò, apparentemente più rilassata ed appoggiò la testa sul suo petto. Non aveva bisogno di spiegargli niente, sapeva che Gourry aveva capito… Quella era la loro stanza, quello che stava per nascere era il loro bambino… In tutto questo non c’era spazio per estranei, loro due sarebbero bastati. Era stata una gravidanza bellissima, vissuta insieme attimo per attimo e in fondo, benché stanca e desiderosa di conoscere il nuovo bimbo, un po’ gli spiaceva che stesse per finire. “Mi mancherà il mio pancione, sai?”.

Gourry prese ad accarezzarle piano il ventre. “Anche a me, mi piaceva metterci su la mano ed ascoltare il bimbo che si muoveva. Ma suppongo che ora sia tempo che nostro figlio nasca, giusto? Ci regalerà dei bellissimi momenti anche se non sarà più dentro di te!”.

Lina sorrise e si strinse ancora più a lui. In quei momenti i dolori sembravano darle tregua… “Hai ragione” – sussurrò. Poi si accarezzò piano la pancia. “Hai sentito piccolo. Sbrigati ad uscire che la mamma ed il papà ti aspettano e  non vedono l’ora di abbracciarti”.

Nonostante la tensione, Gourry ridacchiò. “E allora, adesso che sta per nascere, vuoi dirmi se sarà un maschio o una femmina?”.

Lina scoppiò a ridere nonostante tutto. “Ma come? Ti sei tenuto la curiosità per nove mesi ed ora non riesci ad aspettare un paio d’ore?”.

“Già!” – rispose Gourry non riuscendo a trattenere un sorriso – “ e mi sta anche venendo il dubbio che tu non voglia dirmelo perché in realtà non lo sai”.

Lina fece finta di imbronciarsi a quelle parole. “CERTO CHE LO SO’! Dammi un foglio, te lo scrivo sopra e quando il bimbo sarà nato lo leggerai!”.

“Non faresti prima a dirmelo?” – chiese Gourry togliendo un foglio di carta e una penna dal cassetto del comodino.

La maga glieli strappò dalla mano e, attenta a non fargli leggere cosa stesse scrivendo, cominciò a riempire il foglio di carta.

Scrisse… e scrisse ancora. Ad un certo punto Gourry sbottò, stufo di aspettare. “Ma stai scrivendo un poema? Devi mettere solo una parola…”.

“Un attimo e ho finito” – rispose la maga calma. Scarabocchiò ancora qualcosa e poi, dopo aver ripiegato il foglio, lo depose sul comodino.

Il marito la fissò senza capire. Lina doveva aver scritto un papiro! Eppure era una situazione curiosa quella! Insomma, non era da tutti mettersi a scherzare in un momento del genere, solo lui e Lina potevano riuscirci. Eppure, stemperando la tensione… “Sono curioso!” – affermò allungando una mano verso il foglietto. Si bloccò subito però, sentendola irrigidirsi di nuovo ed appoggiarsi a lui. Le contrazioni erano tornate a quanto sembrava. “Lina…”. Si sentiva terribilmente impotente. Era stata questa la sua più grande paura in quegli ultimi mesi, sapere di doverla vedere soffrire senza poter far niente per lei. “Ho paura Lina… E non posso fare niente per te”.

Con fatica, la maga sollevò il viso dal suo petto. “Sei qui! Ti assicuro che è l’unica cosa di cui io… noi… abbiamo bisogno. Va tutto bene Gourry, tutto questo è normale e finirà presto”.

Gourry non rispose nulla, si limitò a stringere a se ancora più forte Lina, la sua Lina. La sua compagna, sua moglie, la mamma dei suoi due figli, la sua migliore amica e la persona che amava. Era duro starle accanto mentre soffriva, lui voleva solo che lei stesse sempre bene. Ma non poteva allontanarsi come un codardo, quello era il suo posto e lei aveva bisogno di lui. Doveva essere forte, per tutti e due.

Rimase in silenzio steso accanto a lei per più di un’ora, stringendola a se quando sentiva che stava male, accarezzandole i capelli, asciugandole le lacrime che, involontarie, di tanto in tanto le scendevano dal viso. E pregava. Che tutto andasse bene per la sua Lina e per il loro bimbo che stava per nascere.

D’un tratto Lina si levò a sedere di scatto. “Gourry, ci siamo!”. A fatica mantenne la voce bassa, anche se aveva voglia di urlare. Ma non poteva, avrebbe svegliato Lily.

Gourry le sorresse la schiena e guardò distrattamente fuori dalla finestra. Era ormai buio, mancava poco alla mezzanotte e prima del nuovo giorno il loro bambino, aspettato e desiderato, sarebbe finalmente arrivato. “Cosa devo fare?” – le chiese.

Lina si voltò e gli sorrise. “Starmi vicino e prenderlo in braccio quando nascerà. Sai, loro sono spaventati e hanno bisogno che qualcuno di molto forte li prenda fra le braccia”.

Gourry sorrise. Lina ne sapeva già così tanto… Ma in fondo era normale, lei aveva avuto Lily da sola ed era da Lina imparare quanto più possibile da ogni esperienza che viveva. Il pivellino era decisamente lui, nonostante tutto, in quella stanza, la più forte restava Lina.

E poi tutto si fece velocissimo, Gourry non ebbe nemmeno il tempo per spaventarsi o preoccuparsi. Agì d’istinto, come da sempre faceva con Lina da quando l’aveva conosciuta. E probabilmente il suo istinto lo stava guidando dalla parte giusta perché Lina non si lamentò di quello che faceva, di come si prendeva cura di lei e di come si stava preparando ad accogliere il bimbo che stava arrivando. Semplicemente, quando Lina gli fece segno, si trovò quasi senza rendersene conto un esserino urlante e di pochi chili fra le braccia. Sorrise. Era un’altra principessa. Biondissima come la sorella ma non altrettanto minuta e tranquilla visto gli strilli con cui si era affacciata alla vita. Doveva pesare come minimo un chilo in più di Lily quando era nata…

Con delicatezza la strinse a se e poi la adagiò sul petto di Lina. Dopo tutto quello che aveva passato spettava a lei coccolarla per prima. Era felice, un’altra bimba da amare… Un altro spadaccino sarebbe rimasto deluso dal fatto di non avere figli maschi ma a lui non importava. Lina, Lily e l’ultima arrivata erano le sue donnine, il suo mondo, e non sentiva la mancanza di un maschietto a cui insegnare ad usare la spada. I suoi figli avrebbero fatto ciò che desideravano nella vita, seguendo le loro inclinazioni. Magari un giorno glielo avrebbero chiesto le sue due principesse di insegnarli a usare una spada…

Lina la strinse a se e la bimba smise immediatamente di piangere. Alzò il visino ed i suoi occhioni blu si incantarono sul volto della madre. La maga sorrise. Era bellissima come Lily, bionda ma con i capelli più mossi, più paffuta e con un’aria vivacissima. Somiglianti ma allo stesso tempo diversissime. Non sapeva ancora bene in cosa ma uno strano sesto senso le suggeriva che la bimba che stringeva fra le braccia sarebbe diventata decisamente più pestifera della sorella maggiore. Con una mano le scostò i capelli ricci dal visino, appoggiando la fronte su quella della figlia. “Benarrivata tesoro, lo sai che sono nove mesi che ti aspetto e che cerco di immaginarti? E sei stupenda piccolina”. La abbracciò ancora più forte, prendendo a baciarle la fronte appoggiata alla sua guancia. Era esausta ma allo stesso tempo si sentiva piena di energie. In fondo la nascita di un figlio produce tante emozioni ed adrenalina… Era stato tutto perfetto, Gourry, il parto velocissimo, la piccola che era nata sana, Lily che dormiva buona e tranquilla nella sua cameretta… Era andato tutto bel migliore dei modi, come desiderava. Erano una bella squadra lei e la sua famiglia…

Gourry si stese accanto a loro, non riuscendo a smettere di guardarle. Allungò una mano ad accarezzare i capelli di Lina poi si avvicinò ulteriormente a lei, baciandola sulle labbra. “Ti amo” – disse semplicemente.

La moglie sorrise. “Anch’io! E sono felice che tu sia riuscito ad arrivare integro alla fine di tutto, temevo che svenissi” – disse con aria canzonatoria – “sei ancora tutto pallido!”.

Gourry scoppiò a ridere. In effetti Lina aveva ragione, c’era stato un momento in cui aveva cominciato a sudare freddo e a vedere tutto appannato. Ma ce l’aveva fatta, e si sentiva orgoglioso di se stesso. Veder nascere la propria bambina era quanto di più miracoloso avesse mai visto. Già, a quella conclusione era arrivato: una nuova vita che nasce è qualcosa di talmente grandioso e irripetibile da far rischiare davvero di far perdere i sensi.  Fissò incantato la piccola che se ne stava rannicchiata contro il petto di Lina e che lo fissava  e poi si avvicinò a lei abbracciandola. “Sei bellissima piccola… Amy?”. Sollevò lo sguardo sulla moglie. “Era questo il nome che avevamo deciso se fosse stata una bimba, no?”.

Lina annuì. “Si, esatto. Amy… Amy Gabriev”.

“Ti piace il tuo nome piccolina?” – chiese Gourry alla neonata, prendendola fra le braccia.

La bimba lo fissò con i suoi occhioni blu, poi sospirò rilassata, stringendo con la manina un dito della mano del padre.

“Credo che tu debba prenderlo per un sì” – intervenne Lina. “A suo modo ti ha fatto capire che ha capito chi sei e che le piace tutto quello che la circonda. Anche se sono convinta che in questo momento si sta chiedendo in che razza di strano mondo è finita”.

“Credo che tu abbia ragione, chissà come deve apparirle strano tutto questo!” – commentò Gourry accarezzando i riccioloni della figlia e baciandole la fronte.

Lina li osservò sorridendo. “Sai Gourry… temo che fra qualche anno avremo una bimba bionda e con i boccoli che ci scorazza per casa!”.

Lo spadaccino annuì. “Sono sicuro che lei e Lily saranno le bimbe più belle del villaggio, anzi della regione!”.

“Credo che tu sia un po’ di parte ‘paparino’!” – rispose Lina divertita.

Gourry non rispose, si limitò a stringere ancora più forte la piccola Amy, mettendola fra loro due nel letto. Cosa poteva desiderare di più? Aveva due bimbe belle e sane, una moglie di cui era innamoratissimo, una casa che, seppur piccola, andava più che bene per le loro esigenze. “Ora la nostra famiglia è davvero completa!” - sussurrò alla moglie.

“Gourry?” – chiese Lina – “porti qui con noi anche Lily? E’ la prima notte che passiamo anche con Amy e io… io voglio con me tutte e due le mie bimbe”.

Lo spadaccino sorrise. All’inizio era stata Lina quella irremovibile, quella che aveva stabilito per Lily le regole, fra qui quella di dormire da sola, ed ora… Ma poteva capirla. Aveva appena partorito, aveva sofferto, era stanca ed emotivamente molto coinvolta, era normale che desiderasse avere vicino tutti e tre. Per questo non rispose con una battuta sarcastica, perché Lina aveva bisogno di Lily. Avevano un rapporto particolarissimo e strettissimo quelle due, riuscivano a capirsi con un solo sguardo, anche se la loro bimba era ancora piccolissima. Certe volte si chiedeva come facessero ad essere così in simbiosi… E, ne era certo, con Amy sarebbe stata la stessa cosa.

Si alzò piano dal letto e si diresse verso la camera della primogenita. E con sorpresa la trovò perfettamente sveglia, seduta nel suo lettino, con il suo pupazzetto stretto forte a se. Ma non piangeva, sembrava perfettamente tranquilla.

Ed era proprio da lei, Lily era una bimba solare e calma, riflessiva nonostante il suo anno e mezzo d’età, diversissima per carattere dalla madre. E anche da Amy, non sapeva bene perché ma era sicuro che la piccolina di casa gli avrebbe dato decisamente più grattacapi.

Si chinò su di lei e la prese in braccio. Probabilmente si era svegliata quando era nata la sorellina, sentendola piangere. “Piccola, perché non mi hai chiamato?” Le accarezzò i capelli biondissimi e lisci, proprio come i suoi e poi la abbracciò forte. “Lo sai che sei diventata una sorella maggiore? Ed adesso ti porto dalla mamma e da Amy, così la conoscerai anche tu. E stanotte dormiremo insieme tutti e quattro nel lettone di mamma e papà!”.

Il viso di Lily si illuminò con un grandissimo sorriso e poi, con le sue piccole braccia, si aggrappò al suo collo.

Gourry la portò da Lina e poi la adagiò accanto a lei. Lily fissò pensierosa la piccola Amy fra le braccia della madre e il suo visino si imbronciò. E poi, di scatto, allungò la mano verso la neonata, cercando di graffiarle una guancia. Lo spadaccino scoppiò a ridere. “A quanto pare abbiamo una bimba gelosa!”.

Il volto di Lina si addolcì e, col braccio libero, strinse a se la figlia più grande. “Pulce, cosa fai?”. Si chinò a baciarle la punta del nasino e poi appoggiò le labbra alla sua fronte. “Non devi essere arrabbiata, lei è la sorellina che stava dentro la pancia della mamma. Non ricordi che te l’avevo spiegato? Non avere paura Lily, la mamma e il papà ti vogliono bene come prima… più di prima… Ed ora avrai anche una sorellina con cui giocare. E magari, fra qualche anno, anche un fratellino” – concluse strizzandole l’occhio.

“COSA???”. Gourry strabuzzò gli occhi. Lui NON si era ancora ripreso dalla nascita di Amy e Lina pensava già a un altro figlio. E quando sua moglie aveva maturato l’idea di un altro bambino?

“Non ti agitare!” – esclamò Lina dandogli una pacca sulle spalle – “ho detto fra qualche anno, mica adesso! Partorire è un po’ stancante se non te ne fossi accorto e mi serve un lungo riposo! Fra un po’ ci riproveremo e se avremo un maschietto sarai meno in minoranza, se avremo un’altra bimba la nostra famiglia sarà comunque completa”.

Lo spadaccino sospirò ma non rispose. L’idea di assistere ad un altro parto lo annientava…

Lily invece si voltò verso la madre ed inaspettatamente allungò una manina ad accarezzarle la guancia.

Lo sguardo di Lina si addolcì infinitamente a quel gesto e Gourry sorrise, abbracciandole tutte e tre. A quanto pareva, anche quella volta Lily aveva capito quanto fosse stata dura per Lina e quanto stanca fosse e a suo modo stava cercando di starle vicino. Già, se n’era accorta anche Lily di quanto fosse distrutta sua madre… “Perché non cerchiamo di dormire?” – chiese loro. Ormai era tardissimo per tutti e di chiamare un medico non ce n’era più nessun bisogno. Ci avrebbe pensato il mattino dopo, giusto per scrupolo…

Lina annuì, poi appoggiò la fronte sulla spalla del marito. Si sentiva in pace col mondo quella notte, senza più bisogno di chiedere nulla a nessun dio. Tutto ciò che voleva l’aveva lì, accanto a lei. Amy rannicchiata sul suo petto, Gourry lì, di fianco a lei e Lily fra loro due. I suoi occhi divennero sempre più pesanti, era molto stanca, e senza accorgersene si addormentò.

Gourry rimase in silenzio, ad osservarla dormire, ad ammirare Lily con gli occhietti chiusi e finalmente serena ed Amy, mentre si sfregava gli occhietti combattendo con il sonno. Le accarezzò i ricciolini biondi finché anche lei, tranquilla, si addormentò. Lina aveva ragione, chissà come doveva apparirle strano tutto quello che la circondava…

Non riuscì a staccare gli occhi da loro, le sue tre ragazze erano il suo mondo e sapeva che quella notte era speciale e che comunque non sarebbe riuscito a dormire…

Nel silenzio sereno della stanza, improvvisamente si ricordò di una cosa… Si voltò verso il comodino e prese il foglietto che la moglie aveva scritto prima che Amy nascesse, circa le previsioni sul sesso del bambino. Aveva scritto un sacco, chissà che cosa? Lo aprì e lo lesse attentamente, poi si chinò a baciare la fronte della moglie. “Ti amo anch’io!” – le sussurrò dolcemente, sotto voce.

Cercò quindi di chiudere gli occhi anche lui, con nella mente le parole che Lina aveva scritto sul foglietto.

 

Mio caro e smemorato marito,

grazie perché, anche se ti dimentichi sempre di tutto, non scordi mai di rendermi felice,

grazie perché oggi sei qui con me e la nostra futura bambina…

Già, hai capito bene, lei sarà un’altra principessa,

lo scoprirai fra pochissimo!

Grazie perché stai rendendo questa notte magica, come l’ho desiderata per nove mesi.

Solo io, te e le nostre bimbe.

Perché ti amo.

Perché so che senza di te non potrei vivere nemmeno un giorno.

 

 

Lina (la mamma delle tue due principesse)

 

 

 

 

 

 

  
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