Anime & Manga > Death Note
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Autore: Victoria93    07/01/2014    8 recensioni
Tratto dalla storia:
-"Stai dicendo che sono io la tua ossessione, signor detective...?" gli sussurrò, di nuovo vicinissima alle sue labbra.
"Non lo so...ma mi stai impedendo di pensare. E nessuno era mai riuscito a ottenere un simile risultato nei miei confronti. Direi che le probabilità che tu sia diventata la mia ossessione sono intorno al 62%".
"Odio le tue stupide percentuali" replicò lei, senza riuscire a trattenersi dal ridacchiare.
"E io amo te".- Elle è pronto per dedicarsi al caso Kira, e ben presto incontra gli agenti giapponesi e si prepara allo scontro con il colpevole, come da programma, ma stavolta...il coinvolgimento di un nuovo agente dell'FBI nelle indagini lo porterà a cambiare notevolmente le sue prospettive, in un modo che nemmeno la mente più geniale del mondo avrebbe mai potuto calcolare e prevedere. Una storia d'amore, intensa, passionale, contro cui quasi niente sarà in grado di opporsi...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'SUGAR AND PAIN'
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                                                                               SUGAR AND PAIN

                                             
                                                                                    Introduzione

Ehiiii, sono tornata (lo so, di nuovo, che palle!!!) XD Scusate, scusate, lo so che ho ancora un sacco di lavori a mezzo, ma proprio non ho resistito alla tentazione!! Perdonoooo!! XD No, davvero, scherzi a parte, domando DAVVERO scusa ai lettori che in questo momento stanno seguendo le altre fanfiction pubblicate sul sito, che ovviamente non ho ancora terminato...vi assicuro che non le ho abbandonate, dico sul serio, è solo che, a volte, l'ispirazione tende a essere un po' cattivella, sapete come si dice :D In ogni caso, cerco di non perdermi d'animo e vado un po' dove mi porta il vento, e pare proprio che stavolta mi abbia portato...di nuovo in Giappone, nella bellissima regione del Kanto, più precisamente a Tokyo!! Eh sì, ormai posso dire anch'io d'essere caduta vittima del fascino del meraviglioso manga/anime....'Death Note'!!! Non so proprio come ho fatto a non scovarlo prima, essendo, modestamente, una discreta mangofila, ma non appena l'ho visto il mio primo pensiero è stato...WOW E DOPPIO WOW!!! Fantastico, incredibile, meraviglioso!!!! E inutile dire che ho scelto subito il mio schieramento...come si dice 'Pandoro o panettone?', 'Mare o montagna?', 'Carne o pesce?'...'Light o Elle?'...e la mia risposta giunge inesorabile...ELLE PER TUTTA LA VITA!!!! Devo ammettere che quando ho visto l'anime per la prima volta, all'inizio tifavo un po' per Light, perché, in fondo, capivo e in parte condividevo le sue motivazioni, ma a breve ho iniziato a rendermi conto di che razza di psicopatico megalomane con manie di protagonismo dittatoriali fosse diventato...ehm, ovviamente lo so che è molto forte, come cosa da dire, ma si tratta solo di un'opinione personale, non offendetevi!! *Indossa subito la corazza per difendersi dalle fan di Light iper-mega incazzate* XD Comunque sia, dopo essermi presa la mia solita smania nei confronti del personaggio prescelto, restando sempre nel mio stile, non ho potuto fare a meno di concepire un'altra storia...vi prego, abbiate pietà di me!! Ricordate che è la mia prima fanfiction su 'Death Note', per cui siate clementi!! Preciso, inoltre, che purtroppo non ho avuto modo di leggere il manga, e ancora non ho avuto occasione di vedere né i film né gli special (salvo qualche scena), perciò la mia storia si basa esclusivamente sull'anime e su alcune informazioni su Elle che sono riuscita a trovare in rete. Dove ho dei buchi, credo che scriverò di testa mia, ma se per caso qualcuno notasse qualche strafalcione assurdo, legato alla mia assurda ignoranza, vi prego di farmelo sapere!!! Bene, come avrete avuto modo di vedere, sempre restando nel mio stile, ovviamente la fanfiction è OOC e OC, ma spero comunque di riuscire a non uscire troppo dal personaggio del nostro adorato Ryuzaki!! Confido di aggiornare con frequenza (non come mio solito) XD, e spero proprio che la storia sia di vostro gradimento!!! Vi prego, fatemi sapere che cosa ne pensate, la vostra opinione é davvero molto importante, per me!!! Ah, stavo giusto dimenticando la cosa più importante: come avrete notato dall'introduzione, la fiction prevede una storia d'amore fra Ryuzaki e un nuovo personaggio, ma per il resto lo svolgimento degli eventi sarà identico a quello dell'anime originale, che mi sono studiata il meglio possibile :) E dopo questo pappier noiosissimo, passiamo pure al primo capitolo (scusate il mio solito esser prolissa, ma mi sembrava giusto dirvi tutto questo!!).


Capitolo 1- Il caso Kira


Aprì gli occhi di scatto, tirandosi su a sedere con un movimento alquanto repentino, il respiro affannoso. Sospirando profondamente e cercando di calmarsi, si passò una mano di fronte al campo visivo, senza mancare di accorgersi di quanto la sua fronte fosse ricoperta di sudore ghiacciato. Con un gesto stizzito, gettò da un lato le coperte e si spostò sul bordo del letto, i capelli neri che le scendevano in ciocche disordinate intorno al volto. Un incubo...ancora una volta, un altro dannato incubo. Sapeva di non poter continuare in quel modo, eppure...dannazione, ancora non era riuscita a risolvere quel maledetto problema. Forse avrebbe semplicemente dovuto smetterla di imbottirsi di quei dannati sonniferi...cazzo, stavano diventando una droga micidiale. 
Ad un tratto, capì improvvisamente che cosa l'aveva svegliata; il ronzio del cellulare che utilizzava per lavoro non smetteva di tormentarla, mentre il telefono continuava a vibrare e a spostarsi leggermente sul piano del suo comodino, senza cessare di squillare per un solo istante. 
Prima di prenderlo per rispondere, gettò una breve occhiata al suo orologio da polso, che non toglieva nemmeno per dormire: erano le due del mattino. Diamine, le due del mattino!! Ma cosa cavolo stava succedendo...?
"Agente Yasuba" disse, accettando la chiamata, subito dopo aver afferrato il telefonino.
Dall'altro capo del cellulare, udì la voce ansiosa e agitata del suo superiore per eccellenza, il direttore dell'FBI in persona.
"Agente Yasuba, sono James Van Hooper".
Nell'udirlo parlare, la ragazza scattò immediatamente in piedi, frastornata; il direttore dell'FBI la stava chiamando in piena notte?!?
"Signore!! Pronta a ricevere disposizioni, ma posso chiederle cosa...".
"Non c'è tempo per spiegarle, e sicuramente questa linea non è sicura. Venga immediatamente al quartier generale, e non faccia parola con nessuno del suo spostamento. Inoltre, sarebbe bene che si accertasse di non essere seguita".
"Signore...".
"La faccenda riguarda il caso Kira".
Quel nome le giunse alla mente come un fulmine a ciel sereno; ma certo, Kira...come aveva fatto a non pensarci prima?
"Arrivo immediatamente".
"L'attendiamo".
La giovane chiuse subito la comunicazione e iniziò a vestirsi alla velocità della luce: era evidente, non poteva trattarsi di nient'altro. Il caso Kira...erano settimane che se ne stava già occupando, persino per conto proprio, senza la collaborazione dei suoi colleghi, ma ancora non ne avevano cavato un ragno dal buco. Inutile dire quanto quella sensazione fosse frustrante, specialmente per una come lei...diamine, era una profiler d'eccezione, si era laureata in Criminologia con un anno d'anticipo, e aveva completato l'addestramento per entrare all'FBI prima di qualunque altra matricola. Era la migliore, sapeva di essere la migliore. E allora perché diamine non stava saltando fuori niente, su quel dannato caso? Certo, non aveva niente a che fare con tutto ciò che aveva visto e conosciuto fino a quel momento...un serial killer capace di uccidere le sue vittime in qualunque istante, con una precisione straordinaria, quasi in contemporanea nelle più disparate e varie parti del globo...e che ammazzava tramite l'arresto cardiaco. Tracciare il profilo psicologico di un soggetto del genere era qualcosa di...ma cazzo, certo non si sarebbe fatta scoraggiare in quel modo! In fondo, il primo passo sarebbe stato quantomeno capire dove diavolo si nascondesse quel tizio, così da stabilire il luogo dove posizionare il quartier generale e dove concentrare le indagini. Se solo quel bastardo avesse fatto una mossa falsa...
Prima di uscire, afferrò il suo tesserino di riconoscimento e gettò uno sguardo al nome che vi era scritto sopra.
"Misaki Yasuba..." sillabò, lasciandosi sfuggire un sorrisetto. 
Aveva cambiato le sue generalità molti anni prima, ricorrendo regolarmente all'anagrafe e finendo per registrarsi persino all'FBI con quel nominativo, ma non aveva mai iniziato davvero a considerarlo come proprio. Contrariamente a quanto si sarebbe potuto pensare, non aveva modificato il suo nome per sfuggire al contatto con la sua dannata famiglia d'origine, ma lo aveva fatto per poter preservare la sua identità...per poter sparire in qualsiasi momento, se si fosse ritrovata a desiderarlo. Nessuno sarebbe mai stato in grado di trovare informazioni sul suo passato facilmente riconducibili a lei...nessuno avrebbe capito chi erano i suoi genitori o quali fossero le sue vere origini. Inoltre...considerando che ormai aveva perfettamente capito che cosa fosse necessario a Kira per poter perpetrare con le sue uccisioni...
Con un sorriso soddisfatto, uscì di casa, quasi sbattendosi la porta alle spalle. Ancora una volta, aveva fatto centro. Almeno su un dettaglio...

Giunse al quartier generale dell'FBI con una solerzia molto più grande del solito, e non mancò di precipitarsi fuori dall'auto, non appena ebbe frenato con una gran sterzata, per poi correre all'interno, dopo aver superato lo scanner retinico e l'esame del pass di sicurezza.
Con sua gran sorpresa, notò che il luogo sembrava deserto; senza perdere ulteriormente tempo, si diresse alla sala riunioni, dove solitamente gli agenti si riunivano durante le occasioni ufficiali e le situazioni di emergenza. 
Non appena arrivò a destinazione, cercò di darsi una sistemata, ma senza troppi risultati, e infine si decise a bussare. 
"Avanti".
Entrò senza ulteriori cerimonie, chiudendo subito la porta e cercando di assumere un'aria ufficiale.
"Signori, perdonate il ritardo. Ho fatto più presto che ho potuto".
"Non si preoccupi, agente, è puntualissima".
La voce che le rispose proveniva proprio dal direttore in persona, che si alzò per stringerle la mano, prima di tornare a sedere.
La giovane notò subito che si trattava della sola persona, in quella stanza, ad aver assunto una simile posizione, poiché tutti erano rimasti in piedi, con aria grave. 
Osservando i volti dei suoi colleghi a uno a uno, la ragazza non poté fare a meno d'incontrare lo sguardo glaciale di Ray Penber, appoggiato alla parete a pochi metri di distanza; accorgendosi delle sue attenzioni, l'uomo le rivolse un sorriso maligno, accompagnato da un cenno sarcastico. Lei ricambiò il gesto con altrettanta freddezza, ma si guardò bene dal sorridergli, e distolse subito gli occhi. Odiava quell'individuo con assoluta costanza. Era borioso, arrogante, spocchioso e presuntuoso, convinto di poter avere il mondo ai suoi piedi. Ancora ricordava con quanta petulante insistenza le avesse fatto la corte per mesi, quasi pedinandola fuori dall'orario di lavoro, fin quando non lo aveva minacciato di denuncia: alla fine, aveva optato per un'altra vittima, che subito aveva ceduto al suo fascino estremamente mascolino. Con un sospiro, non poté fare a meno di pensare con nostalgia alla collega Naomi, che aveva dato le dimissioni tre mesi prima. Ancora non riusciva a credere che lo avesse fatto davvero: Naomi era sempre stata un'agente così in gamba, come aveva potuto farsi influenzare in tal modo da Penber fino al punto di lasciare l'FBI? Il suo lavoro era sempre stato tutto, per lei...fino a quando quello stronzo non l'aveva costretta a scegliere fra lui e la sua carriera, certo. Se solo avesse potuto, gli avrebbe sicuramente piantato un bel paio di tacchi a spillo in faccia. 
"Allora" iniziò la ragazza, senza curarsi del comportamento degli altri e sedendosi a poca distanza dal direttore, che le sorrise debolmente, ma con confidenza "Che cos'abbiamo?".
Van Hooper sospirò pesantemente e accennò al computer acceso di fronte a loro; lei gli regalò un'occhiata penetrante.
Ben presto, poté constatare che era focalizzato su un file che mostrava tutte le fotografie dei decessi dei criminali avvenuti nelle ultime settimane.
"Il caso Kira, questo me lo aveva detto...ma cosa...".
"Siamo stati contattati da Elle".
Il sorso di caffè che stava bevendo quasi le andò di traverso; Elle?!?
"Elle?!? Significa che Watari...".
"Ha inoltrato la chiamata al nostro quartier generale un paio d'ore fa. Ero solo, in ufficio, ma ho pensato che fosse giusto convocarvi d'urgenza. Come avrete intuito, Elle ha richiesto la collaborazione dell'FBI per risolvere il caso".
Misaki Yasuba aggrottò le sopracciglia e non disse niente. Certo, non era raro, per un tipo come Elle, comportarsi in quel modo, ma non avrebbe mai creduto che...
Con un sospiro, si dette dell'ingenua; in fondo, era nel suo stile, avrebbe dovuto immaginarlo. Di tutti i collaboratori con cui aveva avuto modo di lavorare, Elle era senz'altro il più strano. Tutto il mondo sapeva che non aveva mai mostrato ad anima viva il suo volto, fatta probabilmente eccezione per Watari, e che nessuno conosceva il suo vero nome, eppure...c'era qualcos'altro, qualcosa di impercettibile, che quell'uomo nascondeva. Avevano lavorato insieme al caso del serial killer di Los Angeles, insieme alla stessa Naomi, e anche allora non aveva potuto fare a meno di domandarsi che tipo fosse. Le era sembrato freddo, scaltro, razionale, determinato, forse perfino cinico...ma c'era qualcosa, c'era stato qualcosa, in quella voce metallica e tecnologicamente alterata, che l'aveva spinta a desiderare di saperne di più. Quando il caso si era chiuso, aveva smesso di pensarci, ma ora...
"Agente Yasuba, si sente bene?".
Misaki Yasuba si riscosse brevemente e annuì con decisione.
"Certo, mi scusi...ha detto che Elle ha richiesto la nostra collaborazione?".
"Sì, è esatto".
"Questo significa che l'Interpol è riuscito a mettersi in contatto con lui?".
"A dire il vero, è stato Elle a mettersi in contatto con la polizia internazionale, proprio come ha fatto con noi. Sostiene di star già lavorando al caso da alcune settimane...beh, sapete com'è fatto, agisce sempre di testa sua".
"E come mai ha deciso di contattare l'FBI solo adesso?".
La ragazza si volse verso la parere dov'era appoggiato Ray Penber, regalandogli subito uno sguardo furente. Quel presuntuoso idiota...
"Magari attendeva il momento giusto da cogliere nel corso delle indagini, Penber...mai sentito parlare di tempismo? Ah già, dimenticavo che sei tu quello che ha quasi mandato a puttane il caso dello Squartatore di Vienna, l'anno scorso...in effetti, il senso di ciò che è opportuno non riesce proprio a esserti chiaro, qualunque cosa tu faccia".
Il commento sagace della giovane provocò un notevole scoppio d'ilarità da parte dei presenti, e condusse Penber a muovere qualche passo minaccioso in direzione della collega, il volto arrossato e lo sguardo furente. 
"Non possiamo fidarci di Elle!! È cocciuto, testardo ed è del tutto incapace di sottomettersi alle autorità o a qualsiasi forma di collaborazione...".
"Un po' come te. La differenza è che lui è un genio, mentre tu, invece, sei un idiota".
"Adesso calmiamoci, signori!!!" intervenne il direttore, con decisione "Non è certo il momento di metterci a litigare fra noi in questo modo, non vi pare? Cerchiamo di comportarci in maniera matura, per favore".
I due si rivolsero ulteriori occhiate velenose, ma tacquero, in attesa di apprendere nuove notizie da parte del loro superiore. 
Van Hooper sospirò pesantemente e riprese a parlare, dopo aver chiuso gli occhi per qualche istante.
"So bene che Elle non può definirsi un tipo del tutto affidabile, ma si può dire che in questa storia abbiamo le mani legate. Non possiamo farcela, senza di lui. Questo caso sta letteralmente uccidendo le migliori forze di polizia di tutto il mondo, inclusa la nostra, e francamente...beh, l'unica cosa che al momento ritengo importante è mettere le mani su questo maledetto killer e spedirlo in galera o sul patibolo. Pertanto, sono dell'opinione che Elle rappresenti la nostra ultima speranza, oltre che il nostro migliore asso nella manica; non abbiamo nessuna alternativa. Ma questa è solo la mia opinione, che nessuno di voi è costretto a condividere. Se ritenete che lavorare con Elle vada contro i vostri principi o contro la vostra idea d'investigazione, consideratevi liberi di lasciare questa stanza ed esonerati da questo caso. Vi invito comunque a non dimenticare che siete legati al giuramento di segretezza nazionale e al segreto professionale e di Stato. Ci sono domande?".
Nella sala calò il silenzio, che tutti si guardarono bene dal rompere; infine, un paio di agenti uscirono dall'unica porta presente, richiudendosela subito alle spalle.
Infine, il direttore riprese la parola.
"Allora, possiamo procedere?".
Tutti coloro che erano rimasti annuirono vigorosamente. 
"Bene, ascoltate. Stando ai rapporti sulle ricerche di Elle, che Watari mi ha inviato poco fa, è stata delineata la possibilità chiara e netta che il nostro uomo si trovi in Giappone".
Misaki ascoltò quella dichiarazione con il fiato sospeso: proprio ciò a cui stava pensando!
"Come ci è arrivato?".
"Ha detto che ce ne fornirà la prova oggi stesso, confrontandosi direttamente con il colpevole".
*Direttamente con il colpevole...* rifletté lei, pensierosa *Ma come pensa di fare? Se le teorie elaborate su Kira sono vere, questo significa...che per farlo uscire allo scoperto...*.
"Ha detto nient'altro, durante la vostra conversazione?" domandò la giovane, un brivido d'emozione che le correva lungo la schiena. 
"Sì. Ha detto che vorrebbe che inviassimo alcuni fra i migliori agenti dell'FBI direttamente sul posto, in Giappone, ma ha aggiunto anche che una simile richiesta verrà confermata solo dopo averci provato la sua teoria. Inoltre...".
Il direttore la fissò dritto negli occhi, con uno sguardo misto fra il serio e l'orgoglioso.
"Ha esplicitamente richiesto di lei, agente Yasuba".
Quella rivelazione condusse a un'esplosione di bisbiglii in tutta la stanza, divisi fra l'ammirazione e l'invidia.
"Di me...?" ripeté lentamente la ragazza, sorpresa "Non capisco...".
"Ha detto che desidera che lavoriate insieme al caso, nella più totale collaborazione. Ha anche specificato che, se lei accetta, le fornirà un apposito dispositivo con il quale potrà comunicare direttamente con lui, in modo che possiate reciprocamente aggiornarvi sulle rispettive scoperte. Naturalmente, è previsto che lei cooperi con la polizia giapponese, in contemporanea. Accetta questo incarico, agente?".
Un sorriso di soddisfazione le scivolò sul volto in modo quasi impercettibile: ecco l'occasione che stava aspettando da così tanto tempo!!! Finalmente un caso che facesse fare un salto alla sua carriera, che le permettesse ulteriormente di distinguersi!! E avrebbe lavorato con Elle, il migliore al mondo!! Cosa poteva desiderare di più?
"Certo che accetto, signore. Le prometto che non mi fermerò fin quando non avremo preso Kira. Lo giuro sul mio onore".
"Molto bene. Considerando queste premesse, credo che sia giunto il momento di mettersi in contatto con Elle".
In quel momento, il direttore cominciò ad armeggiare con il portatile che aveva di fronte, avviando la comunicazione con Watari.
"Watari, siamo pronti per ricevere disposizioni. Inoltri la chiamata ad Elle, per favore".
"Bene" rispose la voce metallica ed alterata di Watari, dall'altra parte.
Con un ulteriore brivido d'emozione, la giovane si sedette più dritta sulla sedia, le braccia incrociate e il collo proteso verso lo schermo. Senza nemmeno sapere perché, si sentiva come se stesse per rincontrare un vecchio amico, perduto da tempo; in effetti, era una cosa stupida da dire, considerando che non aveva mai visto il volto di quella persona, che non conosceva il suo vero nome, e che non aveva mai neppure udito la sua vera voce, eppure...
Prima che avesse il tempo di riflettere ulteriormente, sullo schermo apparve una gigantesca L, incisa a caratteri neri e gotici sull'intera superficie, e circondata da uno sfondo grigiastro. Tutti attesero che il miglior detective al mondo parlasse, con il fiato sospeso.
"Stimatissimi agenti dell'FBI...è Elle che vi parla".
La ragazza sorrise, con soddisfazione e bramosia.
*Quanto tempo, Elle...finalmente ci rivediamo*.



Continua...


Nota dell'Autrice: Nooooo, non ci credo, ho finito il primo capitolo!!! Allora, com'è?!? Il solito schifo, vero? Ok, spero di non aver fatto strafalcioni, ma considerate che, non avendo il computer fisso attualmente a disposizione, sono costretta a scrivere sull'Ipad, perciò il correttore automatico si mette sempre in mezzo...a volte è utile, ma ci sono dei momenti in cui lo ucciderei, grrrr!!! Comunque, prima di postare rileggo tutto per bene, promesso!! Scusate inoltre per le ripetizioni, l'ho scritto proprio di getto!! Spero che il nuovo personaggio vi sia piaciuto, prometto che chiarirò la sua storia già a partire dal prossimo capitolo!!!! Ringrazio moltissimo la bravissima Heryn, che con la sua 'D'amore e zucchero' mi ha ulteriormente convinto a pubblicare questo schifo!! Vi prego, siate clementi, ma sinceri!!!! A dire il vero, pensavo di pubblicarlo più lungo, ma non ho resistito alla tentazione di postarlo subito, e poi non volevo che fosse il mio solito polpettone!! Prometto che tornerò presto!!! Baci baci, Victoria




   
 
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