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Autore: MmeBovary    07/01/2014    3 recensioni
Quando Hermione si ritrova a dover scontare l’ennesima punizione per una lite tra Harry e Draco, crede di aver toccato il fondo. Non si aspetta che le cose possano peggiorare esponenzialmente e il suo mondo e quello di Draco possano finire sottosopra...
Ma il pandemonio e lo scambio di vite che seguiranno apriranno per sempre gli occhi di due ragazzi che non si erano mai accorti di non aver capito nulla l’uno della vita dell’altra... di cosa si provi a nascondersi sotto l’altrui pelle.
[Cap.3: Quando finalmente riaprì gli occhi, Hermione Granger non riuscì a pensare che a una cosa: la sua testa stava per spaccarsi in due.
Lentamente la sua memoria cominciò a trasmetterle brandelli di informazioni utili.
La rissa in corridoio, la punizione serale, il litigio con Malfoy, l’improvvisa oscurità. [...]
Scattò a sedere come se si fosse scottata, spalancando gli occhi e capì che c’era qualcosa che non andava. [...]
Per alzarsi si era tirata dietro la seta purpurea che copriva le sue forme nude e si era resa conto che qualcosa le impediva di trascinarla oltre.
O forse sarebbe stato meglio dire qualcuno…]
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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1. CONTATTI






“Idiota.”
La parola borbottata con rabbia da una voce maschile profonda e strascicata si disperse tra le foglie umide della foresta, assieme alle volute di vapore leggero che salivano lentamente dal terreno nell’aria tiepida di maggio.
“Incapace.”
La risposta non si fece attendere molto a lungo e andò a sommarsi alla scia di offese che già si trascinava dall’uscita del castello fino a quel punto del viale ormai poco lontano dall’entrata della Foresta Proibita.
“Sfregiato.”
Harry Potter rise di quello che ormai era considerato il suo soprannome giù nei bassifondi Serpeverde.
“Serpe.”
Draco Malfoy rovistò nella propria mente alla ricerca di una parola che potesse finalmente mandare davvero fuori dai gangheri la sua nemesi di sempre.
“Codardo.”
“Ehi Malfoy, codardo a chi?”
Beccato.
“A te, demente!”
“Brutta serpe!”
“Sbaglio o l’hai già usato questo?”
“Malfoy!”
Il Serpeverde si voltò verso la fonte di quell’interruzione del suo idilliaco litigio con San Potter.
“Granger, lo sai che il mio cognome non è considerato un’offesa, vero?”
Hermione puntò le braccia sui fianchi e arricciò il labbro superiore in una smorfia contrita.
“A parte il fatto che questo dipende dai punti di vista…” – Harry a quella frecciatina soffocò una risata per l’espressione offesa del biondastro accanto a lui –  “…In realtà stavo solo richiamando l’attenzione di sua maestà qui presente per fargli notare che forse sarebbe il caso che lui e il suo compagno di giochi là” – e indicò il Cercatore Grifondoro – “Smettessero di spararsi insulti a raffica!”
Entrambi i ragazzi dimostrarono una maturità degna di due ragazzini dell’asilo puntandosi vicendevolmente l’indice contro e belando all’unisono un proverbiale “Ma ha iniziato lui!”
Dopodiché si fissarono in cagnesco, stizziti dalla reciproca accusa.
Hermione scosse il capo sconsolata. Sempre la stessa storia…
“Forse se la smetteste di tirare giù tutti i santi del Cielo ogni volta che v’incrociate in corridoio eviteremmo situazioni come questa.”
“Ma è stata colpa sua!”
Ancora una volta la frase fu pronunciata con una precisa sovrapposizione di voci che avrebbe fatto invidia a un coretto della chiesa e ancora una volta fu seguita da un corollario di insulti non indifferente.
“Ma la volete finire?! Non saremmo qui a doverci sopportare anche il sabato sera se voi due non aveste sentito il bisogno di lanciarvi maledizioni in corridoio e io non avessi dovuto fermarvi!”
“Errore, Mezzosangue…” – la corresse Draco – “Non saremmo qui se solo quella vecchia acida della Mc Granitt non ci avesse interrotto mentre stavo per fare a pezzi Potter…”
“Tu stavi per fare cosa?!” – saltò su il diretto interessato – “Ma se eri a un passo dallo svenire dopo quello Schiantesimo che ti ho spedito in pieno petto…”
“Ma figurati!”
“E invece è così!”
“Potrei prenderne una ventina dei tuoi patetici Schiantesimi, Potter… In realtà funzionano niente male come piacevole massaggio, sai? Sono così delicati…”
“Dannazione, ma non ci riuscite proprio a non mangiarvi vicendevolmente per trenta secondi?!”
Hermione si massaggiò le tempie doloranti. Una punizione con quei due era davvero troppo per i suoi poveri nervi stanchi, già stremati dall’approssimarsi inesorabile dei MAGO.
Considerare poi che avrebbe dovuto rinunciare a qualche ora di studio notturno per andare a scontare la punizione nella Foresta Proibita con quel jukebox di insulti che erano Harry e Malfoy non era esattamente un pensiero confortante.
Quello era il loro vero ultimo anno di scuola. Da quando l’anno prima Harry aveva sconfitto Voldemort, Hogwarts aveva lottato per tornare alla normalità. L’ultimo folle anno di insegnamenti dettati dalla visione oscura della Umbridge era stato ufficialmente annullato e gli studenti erano stati invitati a tornare per recuperare i semestri perduti. Harry, Ron, e Hermione frequentavano dunque finalmente l’ultimo anno, perso alla ricerca degli horcrux, e Draco frequentava con loro, assieme ad uno smagrito gruppo di Serpeverde. Il dormitorio si era quasi svuotato dopo la battaglia e la sconfitta. Ma le celle di Azkaban erano ben più popolose.
E ora, a poche settimane dalla fine della propria carriera scolastica, Hermione si doveva vedere punita per aver tentato di evitare che il Bambino Sopravvissuto facesse di nuovo esplodere qualche corridoio fresco di restauro! Pazzesco. 
Allungò il collo verso la fine del sentiero dove un’enorme figura scura coperta di pelliccia sventolava verso di lei una manona guantata di pelle di drago.
“Hagrid!” - lo salutò cortesemente. Almeno la compagnia del mezzogigante le avrebbe rischiarato un po’ la serataccia.
Percorse i pochi passi che la separavano dal limitare del bosco con tutta la fretta di allontanare le proprie orecchie dal rinnovato coretto di offese tra i due ragazzi alle sue spalle e si abbassò piegando le gambe all’altezza delle ginocchia per portarsi al livello del grosso muso rugoso di Thor.
“Ehy, ciao bello…”
Il cagnolone le leccò affettuosamente le mani strusciando contro di lei il proprio grande corpo, piacevolmente caldo in quella notte che diventava sempre più fresca.
La grazia tuttavia non era il punto forte di quel bestione di una novantina di chili che finì, girandosi un po’ troppo in fretta, col darle un colpo tremendo coi fianchi, rischiando di mandarla a gambe all’aria.
Fortunatamente un corpo in piedi alle sue spalle frenò la sua caduta e Hermione si aggrappò con forza alla sua divisa per non rovinare nel fango del sentiero umido di rugiada serale.
“Scusa, Harry…” – borbottò rimettendosi finalmente in posizione eretta. Quando vide chi aveva davanti però le sue labbra schioccarono in una smorfia di delusione. I risvolti del mantello che stringeva tra le dita non erano di un caldo rosso ed oro e decisamente lo stemma Grifondoro non vi risaltava sopra in tutto il suo gentile splendore. No, era seta verde e argento quella che le scivolava via serafica tra le mani accompagnata da uno sguardo di profondo disgusto del suo proprietario.
“Sai che ora lo dovrò bruciare questo povero mantello, vero, Mezzosangue?” – soffiò con il suo tono distante e superiore la Serpe bionda, gettando a terra la sigaretta ormai esaurita.
“Quante storie, lo ho solo spiegazzato un po’…”
“Nah, nah…” - Il ragazzo scosse la testa, avvicinandosi a lei quanto bastava perché l’insegnante di Cura delle Creature magiche non sentisse le sue parole – “Tu l’hai toccato… L’hai contaminato…”
Hermione sentì le guance andarle in fiamme. Dannato spocchioso stupido marmocchio viziato! Ma chi si credeva di essere per potersi ritenere offeso dal suo tocco? Dopo tutto quello che era successo l’anno prima, ancora pensava di potersi nascondere dietro a idee tanto superate? Doveva essere più cocciuto di un troll di montagna.
La smorfia soddisfatta che gli increspava le labbra sottili mentre troneggiava su di lei, crogiolandosi nel pensiero che lei non potesse reagire con la forza davanti ad un insegnante, le fece praticamente perdere il lume della ragione. Solitamente non era da lei meditare vendetta.
Probabilmente se fosse stato qualcun altro a fare quello che lei stava per fare lo avrebbe persino biasimato.
Sì, lo avrebbe ritenuto decisamente molto sciocco.
Eppure lo fece.
Senza curarsi troppo della presenza di Hagrid alle sue spalle si alzò di scatto sulle punte e sfiorò con la propria guancia sinistra il volto eburneo del ragazzo davanti a lei, lasciando che il proprio fiato gli solleticasse l’orecchio.
Fu un contatto fugace ma maledettamente… intimo. E sfrontato.
Irrispettoso. Proprio quello che doveva essere.
La consapevolezza delle possibili conseguenze per tanta sfacciataggine si perse dietro l’illusione del trionfo quando Draco, dopo un attimo di smarrimento, piegò il capo nella direzione opposta a quel contatto, furente per quell’ennesima mancanza di rispetto nei suoi confronti e indietreggiò di un passo. Quando tornò a posare gli occhi sulla Granger il suo sguardo era più pesante del piombo.
Lei però non sembrò intimorirsi minimamente.
“Ora bruciati anche la faccia allora, Malferret…”
Ogni possibile replica da parte del biondo fu interrotta dall’intervento dell’insegnante.
“Hermione! Per tutti i vermicoli! Che vi state discutendo tu e Malfoy? Siete in punizione ragazzi, fateci i bravi!”
La ragazza rivolse uno sguardo di puro miele al Custode delle Chiavi, sbattendo le lunghe ciglia scure.
“Scusa Hagrid… è che la Serpe qui voleva dirmi una cosa… Oh, ma è nuova quella sacca che hai al collo?”
Draco alzò un sopracciglio sconcertato mentre quel bruto peloso si faceva docile come un agnellino e borbottava in quella sua lingua sgrammaticata qualcosa su un ottimo affare a Notturn Alley.
Cielo, la Mezzosangue era scaltra. Aveva saputo benissimo come circuirlo e distrarlo per evitarsi un peggioramento della punizione. Alla faccia dell’innocenza.
“Incontro ravvicinato con una vendetta in puro stile femminile?”
Una voce calibrata su un tono di finto candore attirò di nuovo la sua attenzione. Potter si era portato alla sua sinistra e sogghignava sommessamente della sua umiliazione lanciando occhiate traverse alla sua gota profanata dal contatto con la Sanguesporco.
Malfoy sentì la pelle in quel punto solleticare come se dovesse prendere vita propria e abbandonare il suo corpo. Resistette alla tentazione di sfiorarsi con le dita, tenace nella sua finta indifferenza.
Un ringhio soffocato però gli riecheggiò nella gola. Quella dannata Mezzosangue si era permessa di prendersi gioco di lui e ora pure lo Sfregiato rincarava la dose! Non appena fuori dal campo visivo di Potter, si portò una mano al volto strusciando con aria assente le sue lunghe dita affusolate attorno ai propri tratti, sulla pelle morbida di dopobarba. Sì, una sensazione fastidiosa di formicolio gli era rimasta attaccata alla carne assieme al profumo delicato di lei anche dopo un contatto tanto leggero.
Un ultimo sbuffo rabbioso esternò la sua incredulità per tanta sfrontatezza da parte della Grifondoro prima che la replica all’insinuazione di Potter gli salisse naturale alle labbra.
“Pezzente.”
Harry non perse il sorriso.
“Rammolito.”
“Incapace.”
“Viziato.”
E il coro riprese in tutto il suo splendore…
 
 
˜***˜
 

“Allora ragazzi. Come sapete siamo tutti qui perché voi tre ci avete fatto un bel casino oggi in corridoio…”
Draco sbuffò, alzando gli occhi verso il cielo scuro e a malapena visibile ora che si trovavano  all’interno della Foresta Proibita. Quel bestione peloso (l’insegnante, non il cane) li aveva portati fin lì evitando a fatica che lui si scannasse, strada facendo, con Potter e ora infieriva sulla sua già martoriata pazienza con un discorso che si prospettava lungo e noioso.
“E falla finita, Malfoy… Che è colpa tua se sono qui…” – lo rimbrottò Hermione affibbiandogli pure una leggera gomitata nelle costole.
Il ragazzo si limitò ad accusare il colpo con una smorfia annoiata.
“È anche colpa del tuo caro amico San Potter se è per questo…”
“Sei tu che lo provochi.”
“Seh, come no… Vediamo la realtà solo dal punto di vista da cui la vogliamo vedere…”
“Cosa vorresti dire con questo, che non sono obiettiva?”
Il loro scambio di battute fu interrotto dal vocione di Hagrid.
“Allora Hermione ti ci metti anche tu? Già è difficile tenere a freno questo qua...” e sbatté pesantemente la mano sulla spalla del povero Harry che era stato costretto poco prima a stare rigorosamente attaccato a lui e a una distanza di sicurezza di almeno due metri da Malfoy. Il gesto, pensato solo per indicare il ragazzo citato nel discorso, ebbe il sorprendente effetto di fargli affondare gli stivali nel fango della foresta di almeno un paio di centimetri e di strappargli un gemito sommesso di dolore.
“Oh, scusa, Harry… E voi due fateci attenzione a quello che vi dico, che è importante…”
“Scusa…” – mormorò la ragazza senza però ottenere una simile eco da parte della Serpe.
“Dunque, dicevo… Siete qui per scontare una punizione. Gazza come al solito ci avrebbe voluto che venivate appesi al soffitto per gli alluci, ma la Mc Granitt ha detto di no, ovviamente, e allora ha deciso che venivate con me nella Foresta…”
Hermione ascoltava solo distrattamente quelle frasi mentre ripensava alle parole di Draco. Sì, era vero, in effetti spesso era anche Harry ad infastidire il Serpeverde ma generalmente era più probabile il contrario. E comunque lei era obiettiva nel giudicare i fatti. Come si permetteva lui di sputare sentenze simili?
“Secondo te io non sarei corretta nei miei giudizi?”
Il Serpeverde lasciò scivolare verso di lei un’occhiata bieca e priva di interesse. Cos’aveva ora la Mezzosangue da blaterare di giustizia?
“Come, prego?”
“Prima hai detto che osservo la realtà solo dal punto di vista che voglio.”
Ah, ecco qual era il problema… La sua morale si era sentita messa in discussione dalla sua annotazione di poco prima e la sua cocciutaggine le impediva di lasciar cadere il discorso.
“E lo confermo” – frecciò il Serpeverde distogliendo lo sguardo da lei per fingere di fissare l’insegnante al quale in realtà non prestava la benché minima attenzione.
“E perché, di grazia?” – cominciò a scaldarsi la Grifondoro, offesa effettivamente nel suo orgoglio di persona integerrima e irritata dal fatto che lui non la guardasse neppure in faccia mentre le parlava.
“Ma perché è ovvio che da brava Grifondoro hai pregiudizi ineliminabili verso noi Serpi e da brava Mezzosangue verso noi Purosangue. Non sei più obiettiva di me neanche per un attimo Granger… È solo che le tue prospettive sono rovesciate rispetto alle mie e tu fingi di non accorgertene…”
La giovane aggrottò le sopracciglia, turbata. Non si era aspettata una risposta tanto sensata. Era preparata a contrastare una fiumana di offese, ma un simile sfogo la coglieva impreparata…
“Io…” – incespicò in cerca di una risposta e poi tacque.
Il suo mutismo fu commentato da una risata beffarda.
“Ma non mi dire che ho scalfito la tua patina di eterna sicurezza made in Gryffindor…”
Lei serrò la mascella e gli rivolse un’occhiata torva, pronta a replicare.
“Suvvia finitela ho detto!” – li riprese per l’ennesima volta Hagrid – “Avete capito quello che ho spiegato?”
“Sì, certo…” – mentirono entrambi, pur non avendo ascoltato una parola.
“Bene allora ora vi divido in due squadre, e le divisioni ce le ha dette la professoressa Mc Granitt, non io, quindi non ti ci incavolare con me Herm, dopodiché…”
“Perché dovrei incavolarmi?” – lo interruppe la giovane, vagamente preoccupata.
Il mezzogigante proseguì imperterrito il suo discorso e l’unico segno che avesse sentito la sua domanda fu il rossore colpevole che gli invase le gote da sotto la barba ispida.
“…dopodiché avrete due ore per cercare i Vividifico per la lezione di domani…”
“I Vi…che?” – sbottò Draco strabuzzando gli occhi.
“Ma allora non ci hai sentito prima!” – tuonò il Custode delle Chiavi – “I Vividifico sono le creature che ci dovete trovare per domani… Piccole, verdi, simili a fate ma senza ali, vivono in delle fossettine che si scavano sotto il muschio e sono capaci…”
“Sì, sì, il resto l’ho sentito…” – mentì Draco per far tacere quella valanga di informazioni a suo dire superflue. L’insegnante proseguì illustrando la divisone in squadre.
Dovevano trovare qualcosa e avevano due ore per farlo, rifletté Draco. Sicuramente lui sarebbe finito in squadra col cane mentre San Potter e la sua fida compagna venivano premurosamente tenuti insieme. Sarebbe bastato trovare una radura abbastanza tranquilla stravaccarsi su un tronco e farsi un pisolino di due ore per poi mostrarsi desolatissimo di non aver saputo rintracciare, seppure dopo lunghe ed estenuanti ricerche, nemmeno un Vivi-come-si-chiama
Già pregustava il meritato riposo.
“…con Malfoy.”
Il suono del suo nome lo riportò alla realtà. Si preparò ad afferrare il collare di Thor quando notò con sorpresa le facce scandalizzate dei due Grifoni davanti a sé e l’andatura mesta con cui Potter andava a piazzarsi accanto all’insegnante. Che stava succedendo?
“Come, scusi?” – chiese svogliatamente sperando che nulla stesse per rovinare i suoi piani.
“Ho detto che Harry verrà con me e Thor…” – ripeté il mezzogigante – “E tu e Herm andrete insieme.”
Una sensazione acida di nausea lo colpì alla bocca dello stomaco. Eh no… La Mezzosangue attaccata alle calcagna no…
“Ma è ridicolo!”
“Lo ha deciso la professoressa. Ci ha detto che se tu andavi con Harry vi facevate fuori prima di aver trovato mezzo Vividifico e che se andavi da solo eri capace di non fare nulla…”
“Accuse infondate…” borbottò, stizzito per essere stato preceduto nei suoi piani e beffato.
“Non fa piacere neanche a me, sai, Malfoy?” – lo informò la ragazza – “Ma se riesci a frenare i tuoi istinti razzisti per un paio d’ore, giusto il tempo di trovare un paio di creaturine, poi potrai far passare tutto il tempo che vorrai prima di rivedermi.”
La risposta del ragazzo fu uno schiocco di lingua che suonava a metà tra un modo per trattenere la nausea e muto assenso.
“Non litigate tra voi, mi raccomando! Ricordate di fare attenzione al potere di cui vi ho parlato. Per il resto i Vividifico non ci possono fare niente… Sono creature che amano la pace dopotutto. Ora voi andate di là e noi di qua. Ci vediamo fuori dalla foresta tra due ore.”
Hermione indugiò sull’idea di chiedere un chiarimento riguardo quale fosse il potere di cui aveva parlato mentre lei era troppo impegnata a litigare per ascoltarlo, ma poi pensò che sarebbe stato come ammettere una distrazione e preferì tacere. Dopotutto quanto potevano essere pericolose delle fatine senz’ali che vivevano sotto il muschio?
Lanciò un’occhiata colma d’invidia a Harry, il quale la salutava allontanandosi per una tranquilla passeggiata in compagnia di Hagrid, mentre per lei si prospettava una serata d’inferno.




...To Be Continued...



***
NdA: Salve. Casomai abbiate letto altre mie storie e vi stiate chiedendo come mai questa assomigli più, per stile e tono, alle mie prime che non alle mie ultime pubblicate, beh, la risposta è che ho iniziato a scrivere questa storia nel giugno 2009.
Sembra una vita fa.
Non l’ho mai pubblicata non perché non mi piacesse, ma perché non ha ancora un finale e speravo di concluderla prima di metterla online. Per ora non angustiatevene, ci sono parecchi capitoli già scritti, manca solo il finale, quindi non resterete a bocca asciutta ad attendere la mia ispirazione a lungo.
Essenzialmente non ho ancora deciso come debba finire, ma oggi ho decretato che se non inizio a pubblicarla non avrò mai la motivazione per mettermi a pensare al finale, quindi eccomi. Ho fatto un po’ di editing (certe cose che mi sembravano fighissime 5 anni fa ora mi fanno roteare gli occhi al cielo e chiedermi cosa avessi in mente), ma la storia è quella che avevo immaginato ed è tendenzialmente comica, al contrario della maggioranza di quello che scrivo ora. Anche se forse per la fine la mia vena tragica potrebbe emergere un po'...
Se notate incoerenze di qualsiasi tipo, imputatele al fatto che a riprendere una storia dopo anni qualche cosa si tende a confonderla. Senza contare che non sapevo nemmeno come finisse la serie di Harry Potter quando ho iniziato a scrivere questa fic. Rileggendola ho notato che parlavo di Silente come preside e Piton come prof di Pozioni. Che ne sapevo che la Row li avrebbe gentilmente fatti fuori. T__T Comunque, li ho sostituiti e spero non mi sia sfuggito altro.
Se vi interessa, restate in attesa, pubblicherò regolarmente i capitoli a venire (tanto sono pronti!).
Arrivederci a tutti,
MmeBovary.
 
  
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