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Autore: _Babsi_    08/01/2014    2 recensioni
Adolescenza, droga e prostituzione sono le tematiche principali del famoso libro "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino", dove Christiane F. racconta la storia della propria tossico-dipendenza.
La protagonista di questa FF sarà Babsi (Babette Döge, la più giovane vittima dell'eroina, morta nel 1977 all'età di soli 14 anni), amica di Christiane e perciò una dei personaggi del libro.
Immaginerò la vita di Babsi in parallelo con quella di Christiane. Una seconda storia dietro le quinte dell'eroina.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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19 luglio 1977.
Ciao a tutti, sono Babette Doge e sono un'eroinomane. Giuro, ho provato a disintossicarmi, ma non è facile; penserete che ci voglia solo tanta determinazione, vero? Beh, io la determinazione ce l'avevo ed era tanta, non è bastata.
In questi ultimi mesi ho avuto solo un pensiero fisso: disintossicazione. Mi sono anche fatta ricoverare in uno di quei centri di cui tutti parlano e sono tutte prese per il culo inefficaci, ci sono andata un paio di volte, forse di più, e ogni volta sono dovuta scappare. Ho fatto davvero tutto quello che io, una ragazzina di 14 anni, da sola, potevo fare per tornare ad avere una vita normale come tutti gli altri adolescenti, era l'unica cosa che desideravo.
Oggi, dopo che sono scappata da un centro di riabilitazione, mi sono resa conto che l'unico posto in cui posso andare è la stazione del Bahnhof Zoo, in mezzo a tutti quegli eroinomani, che ormai sono la mia gente; gente che, come me, ha perso tutto a causa della droga; io ho perso la mia famiglia, la mia casa, i miei amici, la scuola, me stessa, la vita... Perché io, questa, non la posso chiamare "vita", io non sto vivendo, la droga mi ha ucciso dentro da molto tempo. 
Per essere una quattordicenne ho visto e fatto troppe cose brutte; il mio corpo è completamente distrutto dall'eroina, sono magrissima, senza forme, il viso di uno zombie, non posso stare senza sigarette e mi drogo per andare, con la mente, in un mondo dove la droga non c'è. 
Eccomi qui, sta per sorgere l'alba, sono sola con una siringa in mano e una dose troppo abbondante per me; ho sentito di persone che si sono sparate non so quanta eroina nelle vene per andarsene da questo mondo di merda e poi sono sopravvissute. Io non voglio sfidare quel qualcuno che è lassù per vedere se riesco a sopravvivere e non voglio neanche esattamente suicidarmi, la mia intenzione è semplicemente di affidare la mia vita al destino, o alla siringa.
Tra qualche ora, quando questa via inizierà a popolarsi di cittadini che vanno a lavoro, qualcuno mi troverà accasciata in mezzo alla strada. E se sarò ancora viva quella persona penserà: <> mi porteranno in ospedale dove mi disintossicherò e potrò vivere la mia vita. Mentre se sarò morta penseranno tutti: <> e rimarrò nella storia.
Preparo la siringa e penso che quest'oggetto ormai è l'unica cosa che mi trattiene nel mondo terreno, dico alla siringa: <
Trovo la vena, mi buco, bum. Buio...
Non sono cosciente, ma continuo a ragionare, poi sento che mi sto staccando dal mio corpo. Stop.
  
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