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Autore: K_POPforlife    08/01/2014    2 recensioni
Kyuhyun e Sungmin sono fratelli o, meglio, fratellastri. Tuttavia il più piccolo non sa che Sungmin è stato adottato e per questo reprime i suoi sentimenti verso quest'ultimo. Cosa succederà quando verrà a conoscenza della verità?
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kyuhyun, Sungmin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Open your heart

 

 
Sungmin era un bambino gentile e premuroso, aiutava sempre gli altri e amava stare in mezzo alla gente, finché sua madre morì e suo padre lo abbandonò in un orfanotrofio. Da allora non parlò con nessuno e non sorrise nemmeno più. La sua faccia era sempre cupa e gli occhi sempre tristi.
Un giorno,una famiglia, vedendolo in disparte e tutto solo, decise di adottarlo. Lo trattarono con cura e premura, anche se lui non mostrava miglioramenti.
La madre, tuttavia aveva già un figlio di nome Kyuhyun. Era una persona solare, sorrideva sempre e amava scherzare; per questo era sempre circondato di amici. Praticamente tutto il contrario di Sungmin.
I genitori erano contenti di vedere  il loro figliolo felice e in compagnia e finirono col trascurare Sungmin.
In questo modo, il bambino che sembrava non provare alcuna emozione, covava dentro il suo cuore odio e rancore verso suo fratello minore.
I due crebbero insieme finché Kyuhyun non compì 17 anni.
<< Sungmin, yah! Dove hai messo i miei pantaloni? >>
Silenzio, nessuno risposta da parte dell’altro.
Erano dodici anni -da quando Sungmin era entrato in quella casa- che lo stuzzicava, ma niente, lui non sembrava avere alcuna intenzione di rispondergli.
Kyu ormai era convinto che fosse muto.
<< Mamma, io vado a scuola! >> disse uscendo di casa con lo zaino in spalla.
Sungmin lo seguì in silenzio. Sebbene aveva due anni in più di Kyuhyun, essendo stato bocciato per due volte di seguito, frequentavano lo stesso anno di superiori.
<< Che bella giornata oggi! >> alzò lo sguardo verso il cielo azzurro, la primavera stava per arrivare e Kyuhyun non vedeva l’ora.
Parlò per tutto il tragitto rivolgendosi a Sungmin pur sapendo che non lo avrebbe calcolato.
Arrivarono all’ingresso del liceo e si separarono per andare ognuno nella propria aula.
<< Kyuhyun, oggi vieni a fare una partitella a pallone con noi? >> gli chiese un suo compagno appena varcò la soglia dell’aula.
<< Certo, ma posso portare anche mio fratello? >> propose.
<< Chi? Quello muto? >> i ragazzi risero, che stupidi! Non sapevano niente di quello che aveva passato Sungmin!
<< Che problema avete con mio fratello? >>
<< Niente,niente! Se vuoi portarlo a noi va bene! >>
<< Perfetto! Facciamo oggi alle tre? >>
Gli altri annuirono e poco dopo la lezione iniziò.


<< Sungmin, vieni con noi a fare un partitella? >> chiese Kyuhyun facendo qualche palleggio con il pallone.
Non rispose, ma li seguì ugualmente.
Quando arrivarono al campo iniziarono a giocare,ma Sungmin si sedette sugli spalti a guardare.
Nessuno sapeva cosa gli passasse per la testa e tantomeno nessuno voleva prendersi la briga di capirlo.
Stava lì a fissare gli altri o semplicemente a far finta di fissarli e nessuno si accorgeva di lui. Li succedeva da quando si era trasferito dalla famiglia Cho e odiava questo, ma non lo aveva mai confessato e di certo non lo avrebbe detto ora.
<< Yah! Sungmin, vieni a giocare! >> gridò Kyuhyun tutto sudato.
Lui, come risposta, si alzò e si avviò  verso casa. Kyuhyun allora lo seguì lasciando di stucco i suoi compagni.
Voleva sapere a tutti i costi cosa era successo a suo fratello e il motivo per cui non proferiva parola.
Lo fermò prendendolo per il braccio e lo portò lontano da occhi indiscreti. Lo sbatté contro il muro e si mise davanti a lui impedendogli di scappare.
<< Perché ti comporti sempre così? Che ti è successo? >>
Abbassò lo sguardo e non gli rispose, di nuovo.
<< Muoviti a dirmelo! >> insistette lui.
Dopo l’ennesimo  rifiuto da parte dell’altro si stufò e andò via, lasciandolo solo.
<< Sono a casa! >> disse sbattendo la porta e dirigendosi in camera sua.
Lanciò la cartella contro il muro e si buttò letteralmente sul letto.
<< Perché non capisce? Perché deve sempre comportarsi così? >>
 
Al campo di calcio

Sungmin appoggiò la schiena al muro e scivolò fino a sedersi a terra, era sconvolto, cosa era preso a Kyuhyun? Lui non se lo sapeva spiegare, non sapeva quello che Kyuhyun provava nei suoi confronti.
 Anche lo stesso Kyuhyun non sapeva molte cose e per queste aveva represso il suo amore per Sungmin. Non era a conoscenza del fatto che era stato adottato, credeva che avesse vissuto con la nonna, almeno così gli avevano raccontato i suoi genitori.
<< C-che gli è preso? >> blaterò tra se.
<< Perché mi ha fatto quella domanda? Non sa dell’adozione? >>
Intanto i compagni di scuola di Kyuhyun avevano finito la partita, stavano andando a farsi una bella doccia e passarono dove era rannicchiato Sungmin.
<< Yah! Che ci fai ancora qui? Non sai che tuo fratello è andato a casa? >>
<< Non è mio fratello … >> sussurrò, talmente a tono basso che non lo sentirono.
<< Ehi, ma ci stai ascoltando? >>
Si avvicinarono minacciosi, Sungmin sapeva come sarebbe andata a finire. Succedeva tutte le volte che stava in compagnia di qualcuno che conosceva Kyuhyun e quest’ultimo non c’era.
Sungmin si alzò e tentò di scappare, ma i ragazzi si misero in cerchio e gli impedirono la fuga.
Uno di loro gli tirò un pugno nello stomaco facendolo arrancare, altri lo presero  a calci; andarono avanti così, finché il povero Sungmin svenne ormai senza più forze in corpo.
Se ne andarono e lo lasciarono lì solo, di nuovo.

*

Sbatté la porta e corse in camera, non voleva assolutamente farsi vedere conciato in quel modo. Aveva lividi ovunque, gli usciva sangue dal labbro inferiore e anche dal naso. Si chiuse dentro e infilò la testa sotto il cuscino. Non avrebbe messo piede fuori di casa per almeno un mese, questo era sicuro.
Qualcuno interruppe la sua quiete e bussò alla porta.
Si alzò per aprire, ma sarebbe stato inutile, la persone che l’aveva disturbato aveva appena varcato la soglia della sua camera.
<< Sungmin, che ti è successo alla faccia? >> chiese preoccupato Kyuhyun.
Non lo ascoltò neanche e si diresse verso il bagno, che voleva da lui? Era soltanto colpa sua se era ridotto a stracci!
<< Yah! Ti sto parlando! Dove vai? >> lo seguì.
Sungmin fece per chiudere la porta in faccia a Kyuhyun, ma lui la bloccò con il piede. Entrò e chiuse a chiave.
<< Adesso io e te parliamo! >> disse minaccioso.
Sungmin si sedette sul bordo della vasca e lo guardò.
<< Cosa ti è successo?  Chi ti ha conciato così? >>  gli afferrò le spalle e lo scosse.
Ancora una volta nessuna risposta, stava facendo innervosire Kyuhyun e non poco e quando lui si arrabbiava era meglio stargli alla larga.
<< Mi vuoi rispondere, sto perdendo la pazienza! >> gli urlò contro.
<< Chi ti credi di essere? Eh? Cosa pretendi da me? Vuoi sapere cosa mi è successo? Bene, chiedilo hai tuoi amichetti, ti sapranno di sicuro rispondere! >>
Kyuhyun sbarrò gli occhi, gli aveva parlato, per la prima volta in tutta la sua vita, sentì la voce di Sungmin, una voce meravigliosa. Per quanto era contento di quell’avvenimento non si accorse minimamente del suo tono scocciato e accusatore, ma quella gioia svanì in poco tempo, quando si accorse di quel che aveva detto.
<< I miei amici? E cosa centrano? >>
<< Sono stati loro a picchiarmi! >>
Sungmin aveva perso le staffe, non gli importava più del patto che aveva fatto con se stesso, di non parlare mai con Kyuhyun, non gli importava più di niente, era furioso!
<< Cosa? E perché l’avrebbero fatto? >>
<< Perché non mi vogliono tra i piedi! >>
<< Ma tu sei mio fratello! >>
<< No! Non lo sono! Non lo sono mai stato e ma lo sarò, lo vuoi capire? Sono stato adottato! >>
Ecco! Ormai la bomba era stata sganciata, come l’avrebbe presa Kyuhyun?
Era sconvolto, si vedeva dall’espressione sul suo viso, indietreggiò fino a sbattere la schiena contro la porta chiusa e distolse lo sguardo da Sungmin.
<< Kyuhyun, che hai? >>
<< Io … >> lo guardò un ultima volta e poi aprì la porta e corse via.

*

Dolore.
Rabbia.
Odio.
Dolore perché quella verità lo aveva sconvolto, aveva sempre represso i suoi sentimenti verso Sungmin solo per il fatto che erano fratelli e ora che aveva scoperto che non lo erano non sapeva più come comportarsi.
Rabbia verso i suoi genitori, non sapeva il motivo per cui gli avevano mentito e di certo qualunque fosse stato non sarebbe bastato per giustificarli.
Ed infine odio, odio verso se stesso per aver fatto soffrire la persona di cui era innamorato per così tanto tempo.
Erano due settimane che stava rinchiuso nella sua camera, quella stanza che per tanto tempo ha assistito alla tristezza di non poter dire a Sungmin tutto quello che provava, di non poter condividere il suo amore con qualcuno e che ora era l’unica cosa sicura che gli fosse rimasta.
Se ne stava rintanato sotto le coperte, con lo stereo acceso e con la ripetizione della stessa canzone, una sola canzone in tutto il CD, un solo CD in tutta la sua playlist; quel CD che poteva aiutarlo a stare meglio, se era possibile.
In queste settimane i suoi genitori non c’erano, per fortuna, altrimenti si poteva scordare di stare rinchiuso per tutto quel tempo; erano in giro per lavoro, almeno così gli avevano detto, ormai non sapevo nemmeno più se credergli. Gli avevano mentito su una cosa così importante e di sicuro l’avevano fatto su altre mille cose.
Sungmin aveva provato a convincerlo ad andare a scuola, ma non gli aveva dato retta.
Almeno adesso gli parlava, una cosa positiva in mezzo a tanto orrore.
<< Kyuhyun- ssi, sei ancora lì dentro? >> la voce di Sungmin era dolce e preoccupata allo stesso tempo. Risuonava nella stanza e sovrastava la musica.
Kyuhyun voleva rispondergli, ma non sapeva che dirgli, dopo quella rivelazione non gli aveva più rivolto la parola, né a lui né ad altri.
Sentì la chiave girare nella serratura e poi vide una luce provenire dal corridoio. Uscì dal suo nascondiglio e si mise a sedere sul letto.
<< Sungmin, come hai fatto ad entrare? >>
Era l’unica cosa che riusciva a dirgli?
Il ragazzo sorrise e alzò la mano mostrandogli un mazzo di chiavi.
<< Ho preso la copia della chiave della tua stanza >>
Richiuse e si sedette vicino a Kyuhyun.
Per cinque minuti si limitarono a fissarsi.
Fu Sungmin ad interrompere quel silenzio imbarazzante.
<< Ti ha così sconvolto? È così grave che non siamo fratelli? >>
<< No, io sono sollevato che non lo siamo … >>
Sollevato? Non poteva usare un’altra parola? Sungmin avrebbe frainteso di sicuro!
Lui voleva dirgli che era si sollevato, ma non perché lo odiava o cose simili, bensì perché finalmente poteva amarlo in libertà.
<< Cosa hai detto? Sollevato? Mi odi così tanto? Non ti capisco, veramente! >>
Si alzò di scatto e gli lanciò un cuscino in faccia. Stava per andarsene ma le parole di Kyuhhyun lo fermarono.
<< Non ti odio! >>
Lui si girò e lo guardò. << E allora perché sei sollevato? >>
Kyuhyun sapeva che non era sicuro che Sungmin ricambiasse quel che provava, ma non gli importava, voleva dirglielo, se l’era tenuto dentro per troppo tempo e ora era il momento di confessare tutto.
<< Perché sono innamorato di te e non devo più reprimere i miei sentimenti >>
Ecco! Ormai l’aveva detto. Ora spettava a Sungmin rispondere, cosa provava lui per Kyuhyun?
Indietreggiò. Non sapeva che fare. Per troppi anni aveva odiato Kyuhyun, l’aveva veramente detestato, questo sentimento non poteva tramutarsi in poco tempo in amore, doveva dirglielo, anche se l’avrebbe fatto soffrire.
<< Kyuhyun- ssi, io non so cosa dirti, non … non provo le stesse cose … >>
Ed ecco il colpo di grazia.
Sungmin uscì di corsa dalla stanza.
Kyuhyun rimase solo con il suo dolore.
Tristezza.
Malinconia.
Desolazione.
Solitudine.
Era di questo che era fatto il mondo di Kyuhyun in quel momento.

*

Vagava da solo per le fredde vie di Seoul. Davanti a lui c’era una folla di gente sconosciuta, tutti volti troppo distanti da lui. C’erano coppiette che si tenevano sotto braccio. Intere famiglie alla ricerca di qualche posto in cui cenare. Gruppi di ragazzi un tantino brilli che adocchiavano delle ragazze con cui passare la notte.
E lui, invece, era lì, con il cappuccio alzato, le mani in tasca e lo sguardo basso, tutto solo.
Imboccò una strada sconosciuta, ma non ci fece caso, ero troppo immerso nei suoi pensieri per capire cosa gli stava succedendo intorno.
Pensava a Sungmin e alla sua risposta, si interrogava sul perché non fosse ricambiato, non era abbastanza per lui? Forse doveva essere più bello, più simpatico, più dolce? O forse a Sungmin piacevano le donne? Quello si che sarebbe stato un bel problema.
Non si era mai soffermato su questo particolare: lui era diverso dagli altri ragazzi, non sbavava quando vedeva una bella ragazza, era sempre stato interessato solo a Sungmin e nessun’altro.
Non si preoccupava nemmeno che gli altri lo prendessero in giro, non si sarebbe mai vergognato di amare Sungmin, ma adesso che lui non lo corrispondeva non sapeva più cosa fare.
Si fermò di colpo, prima di sbattere la testa con un palo. Finalmente si guardò un po’ intorno.
Non aveva la minima idea di dov’era finito. Da che parte era arrivato? Che via doveva prendere per tornare a casa? Vuoto totale.
Kyuhyun però non si disperò, non ne aveva proprio voglia e nemmeno aveva lo spirito giusto.
Si sedette su un muretto più basso e aspettò che passasse qualche taxi.

<< Cosa  fai qui tutto solo? >> una voce gli fece distogliere lo sguardo dalla strada.
La riconobbe subito, non poteva sbagliarsi, era dolce e sensuale, anche se l’aveva sentita poche volte in tutta la sua vita, era pur sempre la voce del suo innamorato.
<< Cosa ti interessa? >> Anche se era contento di vederlo, non poteva darlo a vedere, non dopo che era stato respinto.
<< Mi interessa! Io … io mi preoccupo per te! >>
<< Ti preoccupi? >>
<< Si, alla fine siamo un po’ fratelli? No? >>
<< Fratelli? Certo, fratelli … >> abbassò lo sguardo e il suo sorriso scomparve.
<< Non va bene che ti consideri mio fratello? >>
<< Si, va bene, certo. >>
Si alzò e prese una strada a caso, l’unica cosa che voleva fare era allontanarsi da Sungmin.
Allungò il passo per lasciarlo indietro.
Sungmin era indeciso: non sapeva se seguirlo o meno. Il suo cuore gli diceva di andargli incontro e abbracciarlo forte per non farlo scappare, ma la sua mente si opponeva.
Avrebbe voluto urlare il suo nome e farlo restare con lui.
<< Non lasciarmi qui da solo >> sussurrò quasi in lacrime.
Piangeva perché non voleva rimanere solo o perché non voleva allontanarsi da Kyuhyun? Neanche Sungmin era a conoscenza della risposta, si tormentava da giorni, ma non era arrivato ad una conclusione.
<< Per caso ti manco? >> improvvisamente Kyuhyun si materializzò dietro di lui.
<< Yah! Che ci fai qui? >> disse impaurito Sungmin.
<< Ero pentito di averti lasciato qui tutto solo … >>
Il viso di Sungmin si accese in un enorme sorriso, il primo e vero in tutta la sua vita.
<< Hai sorriso? >> chiese sorpreso.
<< Si, ma se ti stupisci per così poco non posso fare quello che volevo  … >> lo stuzzicò.
<< E che volevi fare? >>
<< Questo! >>
Sungmin prese coraggio e con tutta la forza che aveva in corpo si avvicinò al più piccolo, poggiò le sue labbra sulle sua e lo baciò con passione.
In questo momento non gli importava di tutto l’odio che aveva provato nei suoi confronti, non gli importava nemmeno di quello che pensava la gente che gli passeggiava intorno. Era concentrato su un’unica persona, la più importante per lui: Kyuhyun.
Quando si staccarono vide il viso di Kyuhyun tutto rosso.
<< Ti ho sorpreso? >>
Il ragazzo non riusciva a rispondergli: era un misto di emozioni. Provava stupore, imbarazzo e felicità nello stesso momento.
<< Questo cosa significa? >> disse infine.
<< Significa che … >> prese fiato: le parole che stava per pronunciare gli costavano molta fatica: << Ti amo! >>.
Kyuhyun, sopraffatto dalla gioia, lo baciò nuovamente: un bacio dolce e delicato che fece sentire Sungmin la persona più fortunata di quel mondo.
Amava Kyuhyun davvero e finalmente se n’era accorto.
I due ripresero la via di casa.
Sungmin era poco più avanti di Kyuhyun.
<< Lee Sungmin! >> lo chiamò quest’ultimo.
Lui si girò.
<< Ti amo anche io >>
Intrecciò le sue mani con quelle del suo ragazzo e, insieme, ripresero a camminare.






* rullo di tamburi * ecco a voi una nuova one shot!
Non mi dilungo molto sulla trama, perché se siete arrivati fin qui è perché avete letto tutto, se volete dei chiarimenti, chiedete pure!
Vi dico solo una cosa: questa FF l’avevo iniziata a scrivere il 5 Gennaio, ma mi sono dovuta fermare. Dopo la terribile notizia della morte del padre e dei nonni di Leeteuk, non riuscivo più ad andare avanti e poi ho deciso di fare una piccola pausa per rispettare il suo dolore. #StayStrongParkJungSoo.
Anyway spero vi sia piaciuta, fatemi sapere.
Auri.
  
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