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Autore: Tem_93    28/05/2008    6 recensioni
Shikamaru nara. Ragazzo di quinta superiore dell’istituto di konoha.
Ino yamanaka, ragazza perfetta e fidanzata di Shikamaru con cui però ha problemi.
Temari Sabaku No, un maschiaccio che non tace mai, studente della scuola di Suna e sorella del presidente del comitato studentesco della scuola.
Tre incontri.
Tre emozioni.
Le tre fasi.
Vi incuriosisce? Baci la vostra tem_93
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A.A.A., le tre fasi

A di Antipatia

-Era goal, arbitro di merda !!- gridò la ragazza. Le amiche la trattennero, cercando di allontanarla dal ragazzo a terra.

L’arbitro era steso a terra, con il naso sanguinante e il dolore del pungo della ragazza sulla guancia. Era proprio un maschiaccio come si diceva in giro. In una partita di calcio femminile a scuola aveva fatto goal, e lui gliel’aveva dato come fuorigioco.

Lei non ci aveva più visto e gli era saltata addosso, colpendolo con un destro sullo zigomo sinistro e sul naso.

Scosse la testa sbuffando. Quella donna era la seccatura più grande che avesse mai conosciuto.

-Sono costretto a darti cartellino rosso- esclamò il ragazzo rialzandosi

-Vaffanculo, mi hai sentita, vaffanculo- gli urlò uscendo dal campo incavolata nera. A grandi falcate arrivò all’uscita e sparì dietro la porta grigia borbottando.

Il ragazzo ridacchiò, asciugandosi il sangue che ormai si era fermato.

Quella ragazza era proprio l’ultima specie di donna con cui avrebbe voluto avere a che fare.

Fischiò e la partita ricominciò, con una giocatrice in meno per la squadra dell’istituto “Suna”.

Fortunatamente quella furia andava in quella scuola e lui nell’altra. Lui andava nell’istituto “Konoha”, i cui ragazzi erano sempre stati rivali di quelli dell’istituto “Suna”.

Temari selezionò la lattina. Sbuffò per l’ennesima volta.

-Quel pezzo di merda, era un goal chiaro e tondo, altro che fuorigioco e fuorigioco- la lattina di thè freddo scese e lei la impugnò con forza. Si sedette sulla panchina fuori dal campo sportivo. Aprì il thè e lo bevve avidamente.

Soffiò nuovamente poi buttò la lattina nel pattume lì a fianco.

-Giuro che se vincono quelle di “konoha”, lo uccido quello- sbottò cercando di non guardare la partita.

Passò di fianco a lei una ragazza alza, magra e bionda. I capelli biondo platino legati in una fine coda sulla testa, tranne un ciuffo che le scendeva davanti agli occhi, oscillavano elegantemente . Gli occhi azzurri la fissarono con disprezzo. La divisa scolastica rifinita in rosso le stava da dio addosso, sul suo copro perfetto e scolpito.

La passò, e Temari vide solo la sua coda oscillare mentre entrava nel campo da calcio. Temari la seguì a ruota perché era appena finita la partita e voleva sapere il risultato.

Fortunatamente le sue compagne erano tipe toste.

Kin l’abbracciò saltellando – abbiamo vinto tem, anche se quel bastardo ti ha dato il fuorigioco!- esclamò.

Temari le sorrise – noi siamo sempre le migliori- .

La giovane spostò lo sguardo sull’arbitro che l’aveva espulsa .Era un ragazzo alto, moro e con uno strano codino ad ananas sulla testa. Era dell’istituto “Konoha” da quello che aveva capito.

La ragazza entrata poco fa, gli si sedette sulle gambe e, spostandogli un ciuffo uscito dalla coda, gli impresse un bacio sulle labbra umide.

“Bella roba, una bastardo e un’oca “ pensò la ragazza distogliendo lo sguardo.

Un ragazzo dai capelli rossi con la divisa della sua scuola, bordata in blu, le si avvicinò con uno sguardo di rimprovero.

-Temari, avevamo deciso che non avresti più menato nessuno- le ricordò con la sua voce severa

-Ma mi ha dato un fuorigioco quando era chiaramente un goal giusto!- sbottò contraria alle parole del fratello –e poi tu l’avevi deciso, con Baki. Io non avevo dato il mio assenso- la ragazza scosse la testa.

Gaara sbuffò. Fortunatamente era una femmina, chissà cosa sarebbe stata se fosse nata maschio.- Va bè, cercherò di passarci sopra. Almeno avete vinto la partita- accennò un lieve sorriso ad una ragazza nella squadra con temari, che lo fissava sorridente.

-Sei venuto a prendere Matsuri?- chiese la sorella al rosso intercettando il sorrisetto

-Sì, e allora- Gaara la guardò nuovamente con aria superiore

-No, niente, è che mi ci devo ancora abituare – borbottò guardando l’amica e il fratello vicini.

-tem, andiamo a prendere le nostre cose, poi andiamo a fare un giro a Konhoa visto che siamo qui!- propose Kin tirandola verso gli spogliatoi.

Konhoa infatti, prima di essere una scuola, era una città da cui poi prendeva anche il nome l’istituto. La stessa cosa valeva per Suna.

Di fianco agli spogliatoi c’erano i due ragazzi che si scambiavano tenere effusioni.Temari lo fulminò con lo guardando passandogli a fianco.

Il moretto vide il suo sguardo assassino e si staccò dalla bella bionda che aveva tra le gambe.

-Cos’hai contro di me, biondina?- le chiese restando seduto

Temari si fermò per squadrarlo dal basso all’alto. Un ragazzino rispetto a lei.

-Tu hai annullato il mio goal e mi hai sospeso, cosa vuoi che abbia contro di te?- lo canzonò col suo solito ghigno.

-Guarda, lascio passare il pugno perché so già che a Suna le punizioni sono alquanto severe – rise lui di rimando.

Temari sorrise orgogliosa- si da il caso che io non riceverò nessuna punizione, essendo la figlia del direttore della scuola!- gli rivelò, avendola vinta. Poi entrò nello spogliatoio seguita dall’amica per prendere le sue cose.

Il moro sbuffò ancora. Avrebbe dovuto collegare il fatto che la chiamavano “tem”, e la presenza di Gaara nel campo. Quella era indubbiamente Temari Sabaku No, e lui da pirla l’aveva espulsa. Ora avrebbe avuto tutta la scuola “suna” contro. Scosse le testa. La bionda al suo fianco sembrava ormai impaziente. Con le delicate mani, voltò il viso del giovane verso il suo.

-Come mai hai parlato a quella, solitamente non rivolgi la parola a quelli di “Suna”?- gli domando seccata.

-perché quella mi ha dato un pugno in faccia- rispose pacatamente il ragazzo- Lei accettò la risposta, poi si alzò e uscì dal campo, mettendo come al solito in mostra la sua inconfondibile bellezza.

Il ragazzo la guardò andare via. Non si ricordava neanche il motivo per cui stava con quella specie di “barbie” in carne ed ossa. Probabilmente per una scommessa con gli amici, ma ormai non gli dava molta importanza perché una donna vale come un’altra, una seccatura vale come un’altra. Non sapeva neanche perché Ino avesse accettato. La ragazza più popolare della scuola e vicepresidentessa del comitato studentesco, aveva accettato di mettersi con uno che , a quel tempo, era conosciuto sì e no dai suoi compagni di classe.

Temari uscì dallo spogliatoio ridendo con l’amica. Tornò seria vedendo ancora lui lì, ma senza la compagna.

-Tu sai il mio nome, qual è il tuo- chiese in modo duro. Chiaramente la gentilezza non le si addiceva affatto.

-Nara, Nara Shikamaru- rispose lui alzandosi per uscire dal campo.

-Ecco un altro nome da aggiungere alla mia lista nera- scherzò temari con Kin, la quale scoppiò a ridere divertita.

Le due ragazze si allontanarono. Shikamaru guardò oscillare la gonna a quadrati contornati in blu pericolosamente. Camminava in modo sgraziato, a grandi falcate e noncurante dello svolazzamento continuo della mini.

Un vero e proprio maschiaccio.

La sua compagna invece era già leggermente più fine, ma non avevano niente in comune con la grazia di Ino, che quando muoveva le gambe snelle imbambolava chi aveva intorno. A lui non piacevano così tanto quelle gambe, troppo magre a parer suo, anzi quasi quasi preferiva quelle della Sabaku un po’ più in carne .

Il ragazzo fu raggiunto da una ragazza del suo stesso istituto dai capelli stranamente color rosa.

-Shikamaru, Ino vuole che vai da lei. Altrimenti ha detto che si arrabbierà non poco, soprattutto se scopre che stai parlano con una certa bionda, così mi ha detto- gli riferì Sakura

- Grazie Sakura, ma dille che vado a casa io. Dovevo solo arbitrare la partita, non mi aveva detto che voleva rimanere, si arrabbi pure- se ne fregò il ragazzo. Ultimamente la loro stava andando più male del solito, oltretutto ultimamente Ino era diventata appiccicosa e gelosa di tutte le persone che gli si avvicinavano. Non aveva la minima voglia di litigare con lei anche oggi. Si alzò dalla panchina, uscì dal campo sportivo e tornò a casa, sul suo motorino nero.

Intanto Sakura era andata da ino.

-Ino, ha detto che va a casa perché non gli avevi detto viene e ha detto che ti puoi pure arrabbiare- le disse sedendosi accanto a lei

Ino si accigliò- Come al solito non mi da importanza, ma stavolta mi sente- sbuffò lei raggiungendo un gruppo di ragazzi che stavano per andare a fare allenamento nel campo da poco vuoto.

-Scusate il disturbo, m qualcuno potrebbe accompagnarmi a casa?- chiese con la sua finta aria innocente

Chiaramente tutti i ragazzi si offrirono e lei scelse quello, a parer suo, più carino.Si chiamava Kiba, ed era un ragazzo castano della sua stessa età e del suo stesso istituto

La portò nel parcheggio dietro al campo da calcio, dov’era parcheggiato il suo motorino rosso.

-Tieni Ino- le passò il casco, non dovette neanche chiedergli il nome, tutti nella scuola conoscevano Ino Yamanaka, e di conseguenza conoscevano il suo ragazzo, Nara Shikamaru

-Grazie emh…- lei invece non aveva la più pallida idea di chi fosse quel ragazzo

-Kiba, Kiba Inizuka- si presentò lui salendo . Lei si sedette dietro di lui, tenendosi stretta con le sottili braccia. – Senti, ma tu e Nara avete litigato?- le chiese curioso

-No, ma lo faremo presto se continua a ignorarmi, di qui Kiba- gli indicò lei

-Come si fa a ignorare Ino Yamanaka- esclamò lui, senza perdere l’occasione di provarci con la ragazza più importante della scuola.

-Grazie mille kiba, ma non tutti sono come te- Ecco cosa non piaceva affatto a Shikamaru di lei, che facesse la gatta morta con tutti i ragazzi.

Il ragazzo sorrise sotto il casco – è questa?- chiese indicando la casa che in realtà era dei Nara.

-Sì grazie- Kiba si fermò, per farla scendere. Lei si tolse il casco rimettendo in bella mostra la coda ancora perfetta. Sfilò poi il casco anche al ragazzo e gli impresse un leggero bacio sulla guancia –te lo sei meritato- gli sussurrò all’orecchio prima di ricoprirlo con il casco.

Il ragazzo sorrise ebete e dopo averla salutata partì.

Ino suonò al campanello della grande casa.

-Sì, chi è?- chiese una voce femminile dall’altra parte

-Sono Ino, Shikamaru è in casa?- rispose la ragazza con tono altezzoso, lei e Yoshino non si sopportavano.

-Sì, te lo chiamo- sbuffò la donna in modo altrettanto brusco

Ino aspettò una decina di minuti prima di vedere davanti a lei il ragazzo moro che era andata a cercare.

-Cosa ci fai qui?- le chiese appena le fu vicino

-Perché mi hai lasciata sola?- domandò insistente con le mani sui fianchi magri.

-perché non ne avevo voglia, e se proprio vuoi saperlo non ho voglia neanche di discutere, quindi vedi di tornare a casa tua- la liquidò in fretta il ragazzo

-Tu non puoi trattarmi così capito ? non sono una ragazza qualunque io. Io sono Ino Yamanaka, la ragazza che tutti vorrebbero – gli urlò mentre lui entrava nuovamente nella casa

-Sicuramente non per il carattere – borbottò lui chiudendo la porta alle sue spalle.

-Nara- urlò lei arrabbiandosi ancora di più – Nara, noi abbiamo chiuso – ringhiò con rabbia. Poi con la sua camminata femminile e aggraziata prese la strada a destra per andare a casa sua.

Il ragazzo da dentro sbuffò. Intanto sapeva che non era finita lì. Era già successo altre volte, e alla fine lei si rimangiava le parole tornando da lui con la coda tra le gambe.

E questo gli pesava, perché alla fine non riusciva mai a staccarsi veramente da lei. Anche se non andavano più d’accordo come una volta erano insieme già da tre lunghi anni e lui non avrebbe voluto che questa storia fosse stata così lungo, ma non riusciva a liberarsi di lei.

Si sdraiò sul divano. Domani avrebbe avuto i giochi di aritmetica con l’altro istituto. Chissà, magari avrebbe rivisto quella belva di nome temari. Adesso che ci pensava doveva chiederle scusa perché il fuorigioco non c’era, ma aveva provato a far vincere la squadra di “Konoha”, tentativo risultato vano.

Chiuse gli occhi scuri e si addormentò di botto.

***

A di Amicizia

Il giorno seguente arrivò presto, i ragazzi entrarono nell’istituto di konhoa. Sarebbe stato un giorno un po’ diverso oggi, si sarebbero tenuti i giochi di aritmetica con quelli di Suna. La rivalità si accentuava sempre in questi momenti e tutti cercavano di essere ammessi ai giochi solo per far vedere a quelli dell’altra scuola di essere superiori, un po’ più intelligenti. Ma alla fine quelli di Suna erano sempre i più preparati ed erano anni che uno studente di Konoha non vinceva i giochi.

Purtroppo Shikamaru era stato obbligato dal suo professore di matematica, che aveva scoperto che il Q.I. di quel ragazzo raggiungeva i 200, cosa più unica che rara, soprattutto nella loro scuola.

Shikamaru entrò seccato nell’aula dove si sarebbero svolti i giochi. I banchi erano tutti separati, così nessuno poteva copiare, come fosse una verifica. Nella stanza erano presenti circa dieci ragazzi del suo stesso istituto. Non ne conosceva molti. Sapeva che però quello dai lunghi capelli castani era uno Hyuga, come la cugina dai capelli blu seduta nel banco vicino. Era stata ammessa anche sakura, che era una ragazza molto intelligente anche se frequentava una compagnia un po’ stupida, ma dopotutto era la compagnia della sua ragazza. Gli altri non li conosceva, se non di vista.

Dopo qualche minuto entrarono nell’aula una ventina di ragazzi di Suna. Come al solito erano più numerosi di quelli di Konoha. Tra la folla riconobbe il presidente del comitato studentesco di Suna, nonché figlio del direttore, Gaara sabaku No. Cercò un po’ con lo sguardo, finchè non trovò quello che cercava. Quattro codini biondi si mossero tra i ragazzi, e avanzarono verso di lui. I suoi occhi acquamarina erano ora fissati su di lui.

-Però, non avrei mai detto che avessi tanto cervello per queste cose!- lo provocò sedendosi nel banco dietro al suo. Kin, l’amica di temari, si sedette in quello vicino all’amica.

- perché tu non mi conosci, e non sai che il mio Q.I. è pari a 200- le rispose beffandola.

Lei sorrise, poi sbuffò – comunque..- odiava essere messa a tacere, ma il ragazzo la interruppe

-Volevo scusarmi per ieri, dopo averci pensato avevi ragione tu. Era goal, non fuori gioco- affermò continuando a guardarla negli occhi

Temari sorrise fiera e orgogliosa, ancora una volta aveva vinto lei, perché lei non perdeva mai.-Io ho sempre ragione, perché sono una donna- disse sorridente

-Mpf, le donne sono solo seccature, come te. Tu sei un’enorme seccatura- borbottò Shikamaru dandole le spalle.

-Ti fa male?- chiese lei da dietro tutto ad un tratto

-No, seccatura. Io sono un uomo, mica una mezza checca. Però devo dire che ne hai di forza. Questo ti aggiunge punti … come seccatura- il ragazzo sentì la sua risatina da dietro. Tra poco avrebbero consegnato i test.

Nell’aula entrò un’altra bionda.

-Scusi prof, devo dire una cosa a Nara, poi esco- chiese Ino con una voce mielosa

-certo, faccia pure, signorina Yamanaka – rispose il professore sedendosi alla cattedra.

Ino ancheggiando arrivò fino al banco di Nara, con lo sguardo di quasi tutti i presenti della stanza addosso. La coda oscillava lievemente ad ogni passo, come la gonna che però non svolazzava come quella di temari, ma stava ferma sulle cosce chiare.

-Secondo me ti becchi una sgridata- ridacchiò Temari a Shikamaru vedendola arrivare. Quella ragazza non le stava per niente simpatica, soprattutto per le arie che si dava e per come si comportava con tutti, come se lei fosse la bellissima principessa e tutti le dovessero obbedire.

Ino si fermò al banco di Shikamaru, che nel mentre la fissava annoiato, guardò di traverso temari e abbassò la testa vicino a quella del ragazzo. Accennò un sorriso malizioso.

-In bocca al lupo, amore- gli sussurrò poi fece per congiungere le loro labbra. Shikamaru odiava quando lo chiamava “amore”.

-Crepi- disse lui restando però a distanza.- ma noi non avevamo litigato?- le chiese mentre lei lo guardava contrariata.

-Va bè, sei perdonato- mormorò ricercando quel bacio da lui.

-Ne parliamo poi dopo, ciao Ino devo fare i giochi matematici- la mandò via lui.

La ragazza andò su tutte le furie. Lo guardò infuriata poi velocemente, ma senza scordare l’eleganza, uscì dalla stanza, sbattendo al porta.

-Non va molto bene tra voi due!- costatò divertita temari

-No, è che io l’ho mollata e lei non vuole capirlo- disse solo lui per poi tacere.

Il professore consegnò i fogli, per poi dare inizio alla prova. Il tempo a disposizione erano due ore, non un minuto di più, non uno di meno.A chi veniva sorpreso parlare o copiare veniva annullata la prova.I ragazzi cominciarono il test, chini sui fogli e concentrati per vincere.

Shikamaru fisso il suo foglio. Visto che era una cavolata per lui, decise che prima si sarebbe permesso un sonnellino. Incrociò le braccia sul banco e cominciò a dormire beatamente.

-Ehi ….com’è che si chiama .. ah sì nara- mormorò temari alle sue spalle –Nara, cosa fai dormi?- insistette, ma lui non dava segno di essere sveglio. Aspettò che il prof si girasse, poi tirò la gomma sulla schiena del ragazzo. Shikamaru mugugnò qualcosa, poi si stirò senza darle attenzioni.

-Ehi, cosa stavi facendo?- gli sussurrò senza che lui si voltasse

-Dormivo?- disse ironico- cosa vuoi seccatura?-

-hai finito?- Domandò la ragazza guardando il suo foglio già compilato.

-No, penso che non lo farò neanche, così potrai vincere- Shikamaru si sdraiò di nuovo sul banco

-ma cosa vuoi saperne tu! Io avrei vinto comunque- si vantò la ragazza

Shikamaru guardò le domande meglio. –Sono sicuro che la 14 l’hai sbagliata, cosa hai risposto?- le chiese.

Lei subito non voleva dirglielo ma dopotutto era solo una riposta – C è la risposa corretta- gli sussurrò piano. Shikamaru ridacchiò

-Vedi, questa l’avresti sbagliata, correggila con A, quella è la risposta giusta- le consigliò

-Ma figuriamoci, la mia è la risposta giusta, tu non li fai neanche, perché dovrei ascoltarti?- l’orgoglio della ragazza era come un muro impenetrabile. Shikamaru alzò le spalle.

-fai come vuoi- mormorò, per poi tornare a posare la testa mora sulle braccia appoggiate sul banco bianco.

Le ore passarono molto velocemente e Temari consegno il foglio compilato alla cattedra, Shikamaru fece lo stesso ma consegnò il foglio in bianco. Era troppo pigro lui per certe cose. Cosa gliene poteva fregare di quegli stupidi giochetti per geni. Lui era consapevole di essere un genio, mica glielo doveva ricordare tutta la scuola !

I ragazzi dei due istituti uscirono dall’aula. Nessuno degli studenti avrebbe fatto lezione quindi andarono tutti nell’atrio della scuola ad aspettare la fine di tutte le lezioni. Da una parte si fermò il gruppo di Suna, e dall’altra quello di Konoha. Temari era andata con quelli di suna, e discuteva allegramente col fratello, forse di problemi della loro scuola.

Il presidente del comitato studentesco di Konoha scese dalle scale quasi correndo.

-Ehilà Shika, com’è andata?- chiese il biondo all’amico

-Non l’ho neanche compilato, e voi cosa avete fatto Naruto?- il ragazzo moro si appoggiò al muro, accendendosi poi una sigaretta.

-Il solito sfaticato, noi abbiamo fatto un po’ di matematica- naruto guardò male la sigaretta dell’amico –sai che non dovrei farti fumare vero?- gli chiese

-Lo so, ma io sono l’eccezione- Shikamaru gli sorrise, riportando alla bocca la sigaretta.

-Ma c’è anche gaara!- urlò naruto vedendolo nel gruppetto di Suna. Gli corse in contro e lo abbracciò da dietro, quasi prendendolo in braccio. A differenza della due scuole i rappresentanti erano davvero amici.

-naruto!- esclamò il rosso tornando con i piedi per terra – sempre energico tu eh? Ma come mai non hai partecipato ai giochi – gli domandò Gaara

Naruto si passò la mano dietro la testa e fece una risatina stupida- non sono stato ammesso, sappiamo entrambi che non sono una cima!!- i due ragazzi scoppiarono a ridere, mentre gli altri studenti li guardavano stupiti.

Era strano per molti che due ragazzi di scuole rivali fossero così in confidenza e scherzassero normalmente. Temari invece apprezzava molto il comportamento di naruto, perché, anche se aveva sempre ritenuto gli studenti di Suna più preparati, non le era mai piaciuta la rivalità tra le due scuole.

Annusò l’aria e sentì quel cattivo odore che non sopportava. Si guardò intorno e lo vide. A larghi passi andò verso di lui e con un gesto deciso gli tolse la sigaretta dalle labbra. La guardò disgustata e la buttò fuori da una finestra.

-tsk, ti ho già detto che sei un’enorme seccatura – si lamentò lui

-Sì, un seccatura che non tollera affatto il fumo- precisò lei

Alcuni ragazzi intorno li fissarono. Temari però non era una ragazza che amava gli sguardi fissi addosso.

-Cosa volete? E’ tanto strano che io parli con un ragazzo di un’altra scuola- urlò loro dando le spalle a nara. Si rigirò verso il ragazzo –deficienti- borbottò

-Calmina la ragazza- ridacchiò osservandola

-Ti sembro una persona calma?-gli domandò sbuffando. Temari uscì dall’edificio, voleva respirare un po’ di aria pulita, quella vicina al ragazzo sapeva troppo di nicotina. Si sedette sul muretto lì fuori, lasciando che la gonna svolazzasse al vento. Guardò verso il punto dove sapeva c’era Suna. Non riusciva a capire perché quelle due scuole si odiassero tanto.

Sentì dei passi e si ritrovò vicino il ragazzo di poco prima. Lui la guardò con quell’aria annoiata che aveva sempre addosso.

-E’ solo che, non mi piace che mi fissino tutti- gli spiegò lei senza guardarlo

-Neanche a me piace, ma non possiamo mica cambiare tutto noi –tirò su le spalle e si sedette al suo fianco.

Tra i due calò per un po’ il silenzio. Ascoltarono il vento passargli tra i capelli e provocare quel brivido di freschezza su per la schiena. Era strano, fino al giorno prima si insultavano e si menavano, e ora stavano seduti a fianco ad ascoltare il vento. Shikamaru alzò lo sguardo per trovare quelle sfumature bianche nel cielo azzurro. Sarebbe potuto starle a fissare per ore e ore, se non avesse avuto di fianco una seccatura.

-cosa guardi?- le chiese lei interrompendo il silenzio

-le nuvole, non lo fai mai tu?- non distolse lo sguardo.

-Sì, quando non so cosa fare potrei fare di tutto, ma la cosa più bella e stare a sentire il vento- rispose lei socchiudendo gli occhi.

-Questo lo dici tu, il vento è solo una seccatura, scansa tutte le nuvole. Una enorme seccatura- borbottò

-Allora stiamo bene insieme- scherzò lei

-Giusto, due enormi seccature- le sorrise mentre la ragazza si lasciava ancora accarezzare dalle leggere mani del vento.

La quiete fu rotta qualche minuto dopo, da un’altra ragazza. Ino uscì dalla scuola velocemente, col viso in fiamme dalla rabbia e lo sguardo puntato sui due ragazzi. Loro non si accorsero dell’arrivo della bella ragazza e continuarono a parlottare di quei discorsi senza senso in cui erano caduti dentro.

Ino si fermò dietro di loro ascoltando quello che dicevano senza rivelare la sua presenza. Aveva visto male quella ragazza dalla prima volta che si erano incontrate, fuori da quel campo sportivo. Lei nella sua perfetta divisa scolastica che le sembrava cucita addosso, l’altra con una larga divisa sportiva dei colori della scuola di Suna. I suoi capelli sempre raccolti nella coda alta, mentre quelli dell’altra legati in quattro buffi codini. Lei così graziosa ed elegante, l’altra così spensierata e naturale . Lei con quello sguardo altezzoso e disprezzante, l’altra con quello sguardo fiero e deciso.

Lei, stava diventando la sua ex, l’altra stava diventando una sua amica .

Lei non poteva permettersi di farsi superare dall’altra, ne andava della sua immagine nella scuola, della sua popolarità.

- Shikamaru, avevi detto che avremmo parlato noi due, non voi due- si lagnò parandosi davanti ai due giovani.

-Dimmi, cosa c’è adesso Ino- le diede corda Shikamaru restando però seduto di fianco a Temari. La ragazza stava in silenzio osservano le azioni della biondina in piedi di fronte a lei.Ino a volte le lanciava sguardi minacciosi, senza però cercare di farsi vedere.

-Voglio parlare con te, in privato- decise riferendosi alla giovane seduta la suo fianco.Shikamaru si passò una mano tra i capelli ben raccolti, sbuffando. Poi si alzò in piedi

–va bene- accettò – ciao seccatura, prima o poi ci rivedremo – salutò temari entrando nella scuola

-A presto Nara- disse lei guardandolo andare via. Quella coppia non era molto… affiatata, anzi era molto vicina a scoppiare se non era già accaduto.

I due non ragazzi entrarono nella scuola. Ino si fermò in un angolo dell’edificio e aspettò che shikamaru la raggiungesse. Odiava fare scenate in pubblico, quindi aveva trovato un luogo un po’ appartato. Odiava le scenate in pubblico perché la gente avrebbe potuto pensare che nemmeno lei, Ino Yamanaka, avrebbe potuto avere un rapporto perfetto, come invece tutte le ragazzine credevano.

-Ascoltami, tu non puoi lasciarmi. Siamo insieme da tanto Shika, non possiamo finirla così, per un tuo capriccio –disse fissandoli con occhi falsamente ingenui

-Ino, tu vuoi che io non ti molli perché così avrai me come cavaliere al ballo di fine anno?- arrivò al punto Shikamaru. Era da un po’ che aveva quell’idea in mente. Ogni anno nella loro scuola facevano un ballo di fine anno solo per gli studenti di quinta, come se fosse un ultimo saluto ai cinque anni passati in quella scuola. Chiaramente ci si andava in coppia e se la coppia era insieme anche una coppia di fidanzati andava anche meglio. Ino aspettava quel ballo da quando andava alle medie, e sapeva che non voleva andarci con un ragazzo qualsiasi, bensì con quello con cui aveva condiviso tre anni di fidanzamento.

La faccia della graziosa ragazza s’incupì. Per metà era vero, aveva sempre sognato di andare al ballo con Shikamaru, ma una parte di lei lo amava veramente. –Shika, guarda che io ti amo veramente –gli sussurrò avvicinandosi e cercando un abbraccio.

Lui l’abbracciò, ma non ricambiò le parole. Non le aveva mai ricambiate, sempre e solo lei gli aveva detto quelle due paroline che dalla sua bocca non riuscivano ad uscire. Ma dopotutto sono solo fugaci parole. O questo aveva sempre creduto.

Dopo pochi giorni uscirono nelle due diverse scuole i risultati dei test di matematica. I punti in totale erano cento,e ogni domanda valeva cinque punti. La prima classificata fu sabaku No temari con 95 punti, secondo Neji Hyuga a parimerito con Sabaku No Gaara con 80 punti, e terza Sakura Haruno con 75 punti. Così i primi de posti erano occupati ancora una volta da due studenti di Suna.

Temari guardò le tabelle con i risultati. Shikamaru Nara si era classificato ultimo con 5 punti. Lesse la domanda che aveva azzeccato. Domanda numero 14, risposta A. Guardò i suoi risultati. L’unica risposta sbagliata era la 14, risposta C.

Sorrise, per una volta non aveva ragione lei. Quel ragazzo era veramente un genio, o aveva solo fortuna?! Se gli avesse dato ascolto avrebbe potuto arrivare prima con 100 punti. Ridacchiò ancora e tornò nella sua classe.

***

A di Amore

Circa un mese dopo cominciarono ad organizzarsi per la festa. I due presidenti d’istituto avevano deciso che quest’anno, per la prima volta, le due scuole avrebbero celebrato questo importante evento insieme. Gaara lo propose a naruto sotto richiesta di temari, e il biondo non se lo fece ripetere due volte. Il ballo si sarebbe svolto nella scuola di suna, poiché aveva una palestra più spaziosa . I ragazzi di entrambe le scuole incominciarono ad allestire ed addobbare la palestra qualche settimana prima.

Temari si occupò del rinfresco, con uno studente dell’altra scuola. Choji Akimici.

Choji era il miglior amico di Shikamaru dal tempo della materna,. Ma questo temari non lo sapeva, come Choji non sapeva che Shikamaru conoscesse Temari .Comunque i due ragazzi andarono d’accordo dal primo giorno. Forse perché tutti e due amavano la cucina, o forse perché Choji era un bravo ragazzo con cui temari non aveva nessun problema a lavorare.

- Temari , tu ci vieni al ballo?- le chiese un giorno l’amico mangiando le solite patatine, che aveva sempre con se.

-Sì, perché tu no?- temari sollevò il capo dai fogli che aveva sotto, tutti i conti delle spese per i buffet.

-Non penso, mica ho la fidanzata io!- esclamò sorridente guardando la ragazza tornare a scrivere sui fogli che scarabocchiavano da giorni.

-Non è necessario venire con la fidanzata Cho, fregatene. Neanche io sono accompagnata- gli rispose sorridendo.

-Grazie Tem- le rimandò il sorriso il ragazzo –ma sai com’è, visto che i miei migliori amici sono una coppia, mi sentivo un po’ escluso- accennò tornando a sgranocchiare le patatine di cui era follemente innamorato da sempre.

-E chi sono questi due tuoi amici che ti escluderebbero?- gli domandò. Temari era una ficcanaso di prima categoria.

-Non so se li conosci, sono Shikamaru Nara e Ino Yamanaka- Choji si avvicinò a temari per vedere perché stava scancherando da un po’ con la calcolatrice.

-Sono ancora insieme? Che uomo con poche palle è Nara, l’ultima volta stavano per mollarsi e sono tornati insieme- borbottò continuando a spingere i pulsantini della calcolatrice grigia.

-Li conosci?- si sorprese Choji. Shikamaru non gli aveva mai parlato di Temari. O forse non se lo ricordava.

-calcolatrice di merda- temari la lanciò sul tavolo sbuffando.

-Noto che sei fine come al solito Temari- scherzò Choji prendendo in mano la calcolatrice.-Cosa non va in questa calcolatrice ?-

-continua a darmi errore, ma che vada a cagare- sbuffò incrociando le braccia al petto nervosa.

-Che calcolo devi fare?- Choji cercò tra i fogli uno con dei calcoli.

-Questo!- Temari gli mise sotto il naso un foglio stropicciato con varie operazioni.

Choji si mise all’opera e dopo poco aveva finito. Temari gli sorrise e continuò a mettere a posto altri fogli. –Ma Nara non fa niente per la festa?- chiese ad un tratto. Choji aveva già ricominciato a mangiare nel mentre.

-No, ha chiesto al presidente del comitato di non fare niente e lui ha accettato- rispose solo il ragazzo robusto.

-Il solito poltrone,e naruto lo accontenta sempre- mormorò scuotendo il capo biondo.

Il sette giugno la festa e la palestra erano pronte. Alle otto di sera cominciarono ad arrivare i ragazzi, sia quelli di Suna che quelli di Konoha. La luce bassa, le canzoni lente, le coppiette creavano un’atmosfera alquanto romantica.

A temari venne quasi voglia di tornare a casa. Vedere tutte quelle coppiette abbracciate che ballavano scambiandosi dolci parole sussurrate all’orecchio la disgustava parecchio. Non era mai stata per quel genere di feste, né per l’abbigliamento da tenere. I ragazzi per la maggior parte indossavano eleganti smoking neri, mentre le ragazze lunghi abiti da sera. Purtroppo anche lei era stata costretta a vestire in quella maniera. Aveva un lungo abito nero liscio senza spalline che le fasciava il busto e poi si apriva di più nella gonna. Indossava scarpe col tacco, non troppo alto, che aveva odiato appena se le era infilate. Aveva addirittura dovuto acconciare i capelli in un modo diverso, lasciandoli lisci sulle spalle.

Odiava con tutta se stessa quelle festa.

Lei non era affatto una di quelle ragazze che si vestono da bambole per piacere al proprio ragazzo. Lei sarebbe voluta venire nella divisa scolastica, ma Gaara glielo aveva vietato. Aveva rifiutato di andare al ballo a tutti i ragazzi che glielo avevano chiesto, e non erano stati pochi. Solamente quella non era lei, lei non avrebbe mai indossato quel bel vestito di sua spontanea volontà, non si sarebbe fatta belle per dei ragazzi neanche sotto tortura,perché riteneva tutto ciò inutile.

Quindi appena arrivata si sedette a fianco al buffet, con l’amica Kin che non la pensava esattamente come lei, ma che aspettava un cavaliere per la serata,e guardò la gente entrare nella palestra della sua scuola.

Quando entrò lei, si fermarono praticamente tutti. Quella era la ragazza più ridicola che avesse mai visto. Ino Yamanaka entrò al fianco di Shikamaru Nara, nel suo vestito bianco latte. Sembrava una sposa, invece di una ragazza di giovane età. I capelli ricadevano a boccoli sul piccolo seno, e il vestito risaltava il suo copro perfetto. Dopotutto il bianco sta bene solo addosso alle persone magre, mentre temari aveva scelto un vestito nero perché il nero tende a dimagrire.

temari scoppiò in una ristata che trattenne finchè lei non la sorpassò.

Shikamaru al fianco della fidanzata si sedette subito, fregandosene altamente di essere in compagnia della ragazza con cui tutti i ragazzi avrebbero voluto passare la serata.Ino lo guardò storto, ma accettò di ballare col primo ragazzo che glielo chiese.

-Ecco come mai vorrei diventare e come mai diventerò, una ridicola deficiente- rise temari parlando con l’amica

-sarà, ma intanto lei è corteggiata da tutti i ragazzi che vuole- Kin guardò la bionda danzare con più diversi ragazzi

-Ed è solo questo quello che conta, avere tutti ai proprio piedi per potere andare un po’ con tutti. Io penso solo che sia estremamente ridicola, una buffona- borbottò assaggiando una pizzetta.

Ino ballò nel corso della sera con molti ragazzi, di entrambe le scuole. Questo chiaramente non creava fastidio a Shikamaru, il quale invece se ne stava tranquillo seduto in un tavolino a parare con l’amico. Non riusciva ancora a ricordarsi come aveva fatto a farsi convincere a restare con lei e soprattutto come aveva fatto a convincerlo ad indossare quello stupido abito che gli dava fastidio. Gli aveva proposto anche di slegarsi i capelli, ma su quello era stato inflessibile.

Cercò con gli occhi qualcuno nella stanza. Bè forse non c’era, quelle non erano proprio feste per lei. Non se la riusciva ad immaginare in un bel vestito da sera, magari con i capelli sciolti. Però forse non sarebbe stata poi così male. Non riuscì a immaginarla finchè non la vide, stretta nel suo abito nero, con i suoi bei capelli biondi che le ricadevano sulle spalle nude, che chiacchierava con l’amica.

Non aspettò oltre. Si alzò senza perderla con lo sguardo –Cho, devo parlare con …- cercò di scusarsi

-Sì, con una certa persona- completò la frase, ma il ragazzo era già partito.

Shikamaru non sapeva cosa gli era preso, ma doveva andare da lei, e il resto sarebbe venuto.

-Ciao seccatura- Shikamaru fece sobbalzare temari cogliendola da dietro.

-Scemo che non sei altro- sbottò indispettita –non balli con la principessa?- lo canzonò accennando a Ino che stava gironzolando con qualche bel ragazzo di quinta.

-Ma lasciala fare, sai cosa me ne frega- rispose sedendosi vicino a lei. Kin se ne era andata da poco. Temari aveva cominciato a bere un alcolico di un bel colore rosso. Shikamaru le sfilò il bicchiere dalla mano.

- Le signorine non dovrebbero bere- le sorrise

-Come i damerini non dovrebbero fumare- rise alludendo al pacchetto di sigarette che si scorgeva nella tasca del suo smoking. Il ragazzo non rispose.

-e poi, io non sono una “brava ragazza” come la principessina- continuava a chiamare ironicamente Ino la principessa per offenderla. Come odiava quel genere di ragazze, così false.

-Questo non l’ho mai pensato –le rivelò lui buttando però il bicchiere nel pattume.- usciamo un po’?-le propose. Nella sala cominciava a fare veramente caldo. Il caldo di Giugno, i vestiti lunghi, il calore dei corpi faceva sudare anche chi stava seduto. I due uscirono dalla palestra sedendosi lì fuori, poco distante dall’entrata.

-E’ strano sai nara- rise lei dondolando le gambe – la prima volta che ti ho visto ti ho odiato con tutta me stessa e ora mi stai pure simpatico- rise ancora

-pensa, tu mi hai tirato un pungo in faccia!- esclamò lui ricordando quel giorno.

Il silenzio tornò tra loro. Quel silenzio voleva dire tanto, troppo. In quel silenzio c’erano i ricordi, le parole non dette, i consigli non seguiti, rimpianti forse e anche imbarazzo

-Tra poco ci sarà la canzone lenta, quella romantica. Ino ti starà aspettando, va da lei- pronunciò la ragazza guardando il cielo. C’erano poche e belle nuvole smosse dal leggero vento estivo. Le stelle avevano da poco cominciato a brillare e la luna aveva preso il posto del sole

-ma non è con lei che voglio stare- sussurrò Shikamaru avvicinando il volto a quello della ragazza.

Lei lo allontanò con una mano –hai forse bevuto, sei fidanzato con Ino yamanaka, la ragazza più bella della scuola!- gli ricordò con una risatina isterica.

-Giusto- il ragazzo arrossì vistosamente –hai ragione, scusami- si alzò e si avviò velocemente verso la palestra.

”fermami, fermami, fermami, fermami” non riuscì a pensare ad altro.

Temari lo guardò delusa andare via. Avrebbe dovuto fermarlo ma non lo fece. Guardò il ragazzo entrare nella palestra, poi lasciò cadere la testa ciondoloni, sicuramente aveva sbagliato a scegliere cosa fare.

Shikamaru entrò e trovò Ino che lo stava cercando.

-ma dov’eri finito?- si lamentò prendendogli la mano e trascinandolo al centro della sala. Quello era il ballo che aspettava da una vita, quello il momento magico per cui aveva fatto di tutto per tenersi stretto Shikamaru, quello era il momento in cui Shikamaru sarebbe voluto uscire e andare da temari, ancora.

La canzone, così romantica e dolce invase la stanza e le coppie cominciarono a muoversi lentamente, abbracciata e sorridenti. Il capo di Ino era appoggiato sul petto di Shikamaru che guardava continuamente quella porta, da cui sperava entrasse un’altra ragazza.

-Shikamaru- la voce debole alle sue spalle lo fece voltare. Sorrise meccanicamente e spostò velocemente la ragazza che aveva tra le braccia.-Scusami- balbettò temari, la sua testa tra le sue calde mani, i suoi occhi in quelli del ragazzo. Shikamaru le sorrise dolcemente, poi delicatamente, come se non volesse farla svanire, fece unire le loro labbra, chiudendo gli occhi. Affondò le mani nei soffici capelli di lei, mentre la ragazza stringeva i lembi del suo smoking nero, come se non volesse farlo scappare.

Ino li fissò sconcertata. Temari le aveva rovinato il momento che aspettava da sempre, aveva distrutto la sua popolarità, le aveva rubato il ragazzo e lo stava baciando sotto lo sguardo avido di centinaia di studenti. Si fece spazio tra le persone e uscì correndo dalla palestra, come una principessa che perde il proprio principe.

Nessuno dei due ragazzi sapeva com’era successo. Era strano. Si erano visti tre volte, non di più. La prima volta si erano odiati, la seconda conosciuti, ma era possibile che alla terza si amassero?

Si erano innamorati per caso, non era stato un colpo di fulmine, ma qualcosa di ancor più speciale. Era stato come una folata di vento, che da forte si era calmato fino a diventare docile. Come una nuvola scura, che poi fa piovere e viene sostituita da una nuova e candida nuvola bianca.

I volti dei due si staccarono, i ragazzi risero lievemente e poi tornarono ad unirsi, sotto gli sguardi meravigliati degli spettatori.

Doveva per forza esserci odio tra gli studenti della scuola di konoha e quelli della scuola di Suna?

Non poteva esserci amicizia, o perfino amore?

Quella sera, divorato dall’amore per quella ragazza ai suoi occhi molto più perfetta di Ino, Shikamaru pronunciò per la prima volta quelle due paroline che sempre aveva ritenuto inutili, ma che, ora che conosceva il vero amore, si erano rivelate importanti.

***

Oh mamma mia. Non ho mai scritto capitoli più lunghi =.= è stancante vè! Cosa dire di questa one-shot, ma intanto dico che ci ho messo quasi due settimane per scriverla perché non mi veniva come volevo, poi si può dire che avrei voluto finirla a “Temari lo guardò delusa andare via. Avrebbe dovuto fermarlo ma non lo fece. Guardò il ragazzo entrare nella palestra, poi lasciò cadere la testa ciondoloni, sicuramente aveva sbagliato a scegliere cosa fare.” Poi ho pensato che sono una mosca nera nera nera e non potevo lasciare Shika nelle grinfie di ino quindi ho aggiunto l’ultima parte. L’idea è nata per caso, ma lo sviluppo è stato più deludente delle mie aspettative, speriamo piaccia almeno a voi ^^

Volevo solo precisare che ho fatto un miscuglio si scuole, tra quella giapponese ( con la divisa scolastica e il comitato studentesco) quella americana ( con il ballo alla fine dell’anno) e quella italiana( con il torneo di calcio e i giochi matematici) che spero vi possa piacere ^^

Devo dire inoltre che ho messo troppi accenni Shika/Ino e che ho trattato Ino troppo bene per i miei gusti =.=

Baci tem_93

  
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