Se avessi saputo scrivere un'intro decente a quest'ora di angeli si potrebbe parlare solo in vista di un'apocalisse imminente. Per fortuna non è così, quindi l'intro sarà orribile.
Se mi riesce vorrei parlare di angeli, insomma, del loro modo bizzarro di guardare al tempo che scorre, e al nostro mondo, agli umani ma anche a chi di umano ha solo i ricordi, vorrei parlare delle loro scommesse e vorrei dare un nuovo significato al tocco di un angelo.
In realtà sarei ben contenta se riuscissi a parlare almeno di amore e amicizia e impertinenza, il resto sarebbe tutto di guadagnato!
La storia si scioglie su due epoche diverse, una più o meno corrispondente ai giorni nostri, l'altra al tempo in cui il the si serviva in porcellane decorate a mano (e che, mi rendo conto, rischia di esistere solo nella mia testa).
«Lo stai uccidendo».
«Tutti muoiono», rispose la voce. «E lasciati dire una cosa: non esiste la morte per cause naturali. Tutti muoiono perché qualcuno a un certo punto non ha resistito alla tentazione di ucciderlo».