Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    08/01/2014    15 recensioni
C’era una sola cosa che poteva darle conforto in momenti come quello, un conforto che neppure sua sorella sarebbe stata in grado di conferirle.
La cioccolata.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Sì, sono di nuovo io, mi sa che non vi sbarazzerete più di me... poveri voi.
Va beh, sarò sincera, qualche giorno fa mi era venuta in mente una fan fiction ma non so per quale motivo l'ho completamente dimenticata (cioè, è mai possibile non ricordare neppure l'argomento?), quindi sto scrivendo tutto ciò che mi passa per la testa, nel disperato tentativo di ricordare -prima o poi- quella maledettissima storia che non vuole assolutamente farsi scrivere.
Comunque, adesso che ho straparlato di cose che non vi interessano affatto vi presento questa roba fluffosa e un po' comica che ho appena finito di scrivere! Insomma, non potevo rimanere indifferente all'amore che nutrono le nostre ragazze per la cioccolata!
Ho inserito un piccolo riferimento a Rapunzel, sperando che verrà notato e gradito :D
Al solito, m
i scuso per gli eventuali errori e ringrazio in anticipo tutti i pazzi coloro che recensiranno, che aggiungeranno ai preferiti o che anche solo leggeranno la storia! (Scherzi a parte, amo le persone che sto incontrando in questo fandom! Tutti così dolci 
♡)

MA (fate lo sforzo di leggere queste ultime righe, non ve ne pentirete) prima di andare ci tengo a segnalarvi questa magnifica storia che ho avuto il piacere di leggere ieri sera e che mi ha conquistata: 
"Birthday - Just a Special Day". La FF è scritta dalla bravissima Calime (che sono davvero felice di aver scoperto), che in due capitoli, ambientati nel passato, ci narra il compleanno di Anna e il compleanno di Elsa. Non ve ne pentirete, sul serio!
Spero di non avervi stancato troppo,

Besos 

 

Chocolate

Anna aprì gli occhi di scatto e, con l’agilità di qualcuno sveglio da ore, saltò giù dal sontuoso letto a baldacchino. Diede una fugace occhiata al grande orologio a pendolo della sua stanza e sorrise notando che fosse molto tardi: a quell’ora l’intero castello era profondamente addormentato, sua sorella compresa.
Il giorno seguente avrebbero presenziato ad un importantissimo ricevimento in cui si sarebbe discusso del futuro commerciale di Arendelle, era la prima volta per lei e si sentiva inevitabilmente molto agitata.
In effetti, era la prima volta anche della regina. Ma Elsa era Elsa.
Uscì dalla sua stanza e scese le scale a passo felpato, per dirigersi silenziosamente verso la cucina, così come aveva pianificato. C’era una sola cosa che poteva darle conforto in momenti come quello, un conforto che neppure sua sorella sarebbe stata in grado di conferirle.
La cioccolata.
I dolci erano stati la sua salvezza contro l’ansia in tutti quegli anni e la cioccolata particolarmente si era dimostrata la sua migliore amica –insieme a Giovanna, ma quella era un’altra faccenda-.
Ebbe l’accortezza di non accendere il grande candelabro, così da evitare che qualche domestico o, ancor peggio, sua sorella, potesse notare la stanza illuminata e coglierla così con le mani nel sacco. Usufruì della flebile luce di una sola candela per orientarsi fino alla dispensa reale che venerò per qualche lungo secondo, prima di aprirla senza esitazione e fiondarsi sulle prime ciotole di dolci che dovette riconoscere furono un piacevolissimo inizio.
Ne infilò in bocca una manciata che ingoiò praticamente senza masticare, poi allungò nuovamente un braccio, decisa ad ottenere ciò che l’aveva realmente spinta ad arrivare fin lì a notte fonda.
Emise un ringhio contrariato quando si accorse che le sue dita non riuscivano a trovare la scatola di cioccolatini multi-gusti che dava ordine di comprare periodicamente (in genere tre volte la settimana). Cercò ancora qualche minuto, mettendosi sulle punte, stendendo il braccio il più possibile, ottenendo risultati ancor meno che scarsi. Sbuffò seccata e poggiò la candela sul bancone vicino, poi si arrampicò senza esitazione sopra il mobile e continuò la sua disperata ricerca, notando con orrore che i suoi amati cioccolatini erano scomparsi dall’armadietto.
Uno strano scricchiolio proveniente da un angolo buio della stanza la rese improvvisamente sospettosa. Saltò giù dal mobile con un balzo felino e riafferrò la candela: il ladro era ancora nella stanza.
Si avvicinò con aria circospetta, afferrando una padella da poter usare come eventuale arma da combattimento, la candela protesa in avanti illuminava un po’ di più la stanza ad ogni passo compiuto dalla principessa. Accadde all’improvviso: qualcosa sul pavimento riflesse la luce sulla candela ed Anna poté scorgere un misterioso luccichio appena un attimo prima che la sorella arrivasse nella stanza.
<< Anna, che stai facendo? >> Elsa teneva in mano un’altra candela, i capelli platinati scendevano morbidi lungo la schiena, mossi per via della treccia che era solita portare durante il giorno, un corto abito da notte azzurro senza spalline le avvolgeva il corpo sinuoso e, nonostante fosse appena sveglia, gli occhi cerulei erano attenti e vigili come sempre.
<< Uhm, io… ecco… stavo controllando che ci fossero delle carote per Sven. L’ultima volta che lui e Kristoff sono venuti al castello le hanno finite >>.
Inventò, colta alla sprovvista e in imbarazzo per via del tono indagatore usato dalla maggiore poco prima. La regina inarcò un sopracciglio con aria scettica e la guardò in maniera così penetrante che la costrinse a distogliere lo sguardo. Si avvicinò lentamente e, dopo aver posato dolcemente una mano sotto il mento della sorellina, le rivolse un sorriso dolce << Vorresti davvero farmi credere di esserti svegliata nel cuore della notte per controllare che ci fossero le carote per Sven? >>.
<< Guarda che è importante. Kristoff riesce a diventare davvero pesante su questo argomento e poi- >>.
La più grande scosse la testa e l’interruppe << Anna, cosa c’è che non va? >>.
La principessa sospirò, arresasi al fatto di non poter mentire alla sorella.
<< Sono nervosa per domani. Tu sei sempre impeccabile e io sono così… io. Quando sono nervosa vengo qui e mangio un po’ di dolci e di cioccolata. Cioè, quella è più di un po’. Anzi è proprio un sacco, ma aiuta a farmi stare tranquilla, almeno per un po’. Non voglio che tu faccia una brutta figura a causa mia, domani, quindi sono venuta  a prendere la scatola di cioccolatini e le barrette che teniamo in fondo alla dispensa, ma qualcuno dev’essere arrivato prima di me perché nel mobile non c’è un bel niente! >>
Spiegò, innervosendosi arrivata all’ultima frase, poi abbassò di qualche ottava il tono di voce, riducendolo ad un sussurro << Credo che il ladro sia ancora nel castello >>.
Elsa ridacchiò << Ci siamo solamente noi due qui dentro, Anna. Probabilmente Olaf ha preso la scatola con la cioccolata ieri pomeriggio, non credi che per questa notte potresti accontentarti della ciotola di caramelle? >>.
Le intenzioni di Anna, tuttavia, erano ben diverse e, punta sul vivo, ridusse gli occhi a due minacciose fessure.
<< Quella scatola contiene la cioccolata più buona di tutta Arendelle, qualcuno l’ha rubata, è nascosto qui dentro e io scoprirò chi è! >>. Senza esitazione afferrò la sua candela e si avvicinò a passo sostenuto verso il candelabro.
<< No, Anna, aspetta! >> Il richiamo dei Elsa fu vano ed in pochi istanti la stanza fu pienamente illuminata ed entrambe le sorelle si voltarono laddove Anna aveva notato qualcosa.
Ghiaccio.
Quell’angolo della stanza era completamente ricoperto da scintillante e luminosissimo ghiaccio.
Ad Agosto.
<< Un momento, io non ho detto che nella dispensa ci fosse una ciotola di caramelle >>. Constatò la principessa. << Olaf, eh?! >>. Domandò ironica, voltandosi verso la sorella maggiore che stava indietreggiando lentamente in un disperato tentativo di abbandonare la stanza prima che fosse troppo tardi.
<< Non è come sembra >>. Azzardò la regina, alzando le mani in segno di resa. Anna notò immediatamente il rivolo di cioccolata cristallizzato che sporcava le dita di Elsa.
<< Sei stata tu! >> Esclamò oltraggiata, puntandole aggressivamente un dito contro.
"Ecco perché i suoi occhi non sembravano quelli di qualcuno appena sveglio".
<< Posso spiegare >>. Tentò di nuovo la sorella.
<< Non ti darò questo privilegio. Sarò io a scoprire la verità >>. Ringhiò la più piccola, avvicinandosi minacciosa e puntandole la padella contro.  << Avete o non avete approfittato del vostro potere per creare una lastra di ghiaccio sul pavimento così da potermi scivolare alle spalle poco prima che vi cogliessi con le mani nel sacco? >>.
<< Perché mi dai del “voi”, adesso? >> Sospirò la regina.
<< Tacete. Faccio io le domande, qui >>. Abbaiò, colpendole una spalla nuda con la padella.
<< Ahia! >>
<< Rispondete, sì o no? >> Insisté, ignorando i lamenti della sorella.
<< Sì >>. Elsa si arrese, capendo di non avere molta scelta.
<< Avete o non avete rubato la cioccolata dalla credenza? Si o no? >>. Domandò, fissandola truce
<< Sì >>. Continuò la più grande, abbassando lo sguardo improvvisamente imbarazzata.
<< E avete o non avete accusato un povero pupazzo di neve innocente e non presente di aver commesso tale misfatto al vostro posto? >>.
<< Sì, ma Anna posso spiegarti davvero è solo che- >>.
<< Fate silenzio! >> La sovrastò la rossa, alzando la voce e riprendendola a guardare in cagnesco << In qualità del potere conferitomi da me stessa e da Giovanna D’Arco- >>.
<< Giovanna D’Arco? Credo di essere confusa >>. S’intromise Elsa, aggrottando le sopracciglia, ottenendo come unico risultato un’altra padellata da parte della sorella minore, che almeno ebbe l’accortezza di colpirla più piano.
<< Non m’interrompete, sto per condannarvi >>.
Elsa roteò gli occhi e annuì mentre un piccolo sorriso le si dipingeva in volto.
<< Dicevo, in qualità del potere conferitomi da me stessa e da Giovanna D’Arco >>. Fece una pausa enfatica, giusto per assicurarsi che la regina non avesse ancora voglia di controbattere << Io, Anna, principessa di Arendelle, condanno Sua maestà la Regina Elsa di Arendelle  a morte, per aver rapinato le scorte reali >>.
<< A morte, addirittura? >> Rise la platinata, senza smettere di guardarla divertita.
<< Certo. Quella cioccolata era la mia >>. Asserì Anna con un piccolo broncio che riuscì a durare appena qualche secondo, dopodiché entrambe scoppiarono in una sonora e genuina risata.
<< Vado a prendere la scatola, così dividiamo quello che resta >>. Disse Elsa, camminando lentamente verso l’angolo in cui Anna l’aveva quasi scoperta. La più piccola posò la padella e rimase a guardare sorella mentre si avvicinava alla confezione di cioccolatini, ben nascosta nella penombra.
<< Non pensavo fossi agitata anche tu >>. Sospirò, notando i suoi movimenti stranamente impacciati.
<< Non sono agitata >>. Ribatté la sorella, ostinata, mentre afferrava la scatola che, inevitabilmente, si ghiacciò al primo contatto con le mani della regina. Elsa arrossì di riflesso.
<< Va bene, sono un po’ agitata >>.
Anna sorrise quasi senza accorgersene per via della sua confessione e le si avvicinò guardandola dolcemente.
<< Lascia, faccio io >>. Disse prendendo al suo posto la confezione ormai gelata, dalla quale estrasse una barretta che iniziò a scartare con cura.
<< Grazie >>. Sussurrò la regina.
<< Ma ti pare >>. Rispose l’altra, porgendole un pezzo di cioccolata. Elsa fece per prenderla ma Anna la fermò appena in tempo, dandole un buffetto sul dorso delle mani. All’occhiata interrogativa della sorella la principessa rispose con fare ovvio, guardandola dall’alto in basso << Vuoi la cioccolata o un ghiacciolo? >>.
<< Credo di potercela fare >>. Ridacchiò l’altra, provando di nuovo.
<< E io non credo che ti lascerò sprecare questa meraviglia. Quindi su, apri la bocca! >>. Disse secca Anna, con un tono che non ammetteva repliche.
<< Non dovrei essere io a dare gli ordini? >> Sorrise Elsa, guardandola divertita.
<< Non questa volta >>. Rispose la seconda, sorridendo a sua volta.
La regina annuì e morse la barretta che la sua sorellina stava avendo la premura di tenerle, staccandone una buona metà. A quel punto, Anna s’infilò in bocca quel che ne era rimasto ed iniziarono entrambe a masticare senza smettere di guardarsi o di sorridere.
<< E così anche tu con la cioccolata, eh? >> Ridacchiò la rossa mentre intrecciava i capelli argentei della sorella maggiore, circa un quarto d’ora più tardi, quando ormai della cioccolata non rimaneva che la confezione vuota. La regina sorrise e annuì, arrossendo appena.
<< E dire che per tutti questi anni ho sempre pensato fosse colpa del maggiordomo. È sempre colpa del maggiordomo! >>. Borbottò Anna, delusa dall’essere stata costretta a buttare anni di ipotesi al vento.
<< Quale maggiordomo? Ne abbiamo diversi >>. Le fece notare dolcemente la più grande.
<< Tutti quanti! Ne spariva a quantità industriali! >> Sbottò la principessa, per poi trasalire dopo qualche istante << Non che tu sia grassa. Assolutamente, non intendevo dire che- >>.
La risata cristallina della sorella l’interruppe e la fece diventare rossa dalla testa ai piedi. Era così bello sentirla ridere, aveva aspettato così tanti anni per poter udire il suono di quella risata che ogni volta pregava silenziosamente che non finisse mai.
<< Finito! È perfetta! >> Esclamò Anna allegra, rigirandosi la treccia tra le mani, ammirandola soddisfatta del suo operato. Elsa si girò e fu nuovamente di fronte a lei, alzò gli occhi e sorrise dolcemente alla sorella minore << E’ meravigliosa, ti ringrazio >>.
Tutte quelle attenzioni da parte della sua sorellina erano una cosa alla quale probabilmente non avrebbe mai fatto del tutto l’abitudine. Si preoccupava moltissimo per lei, nonostante tutto ciò che le aveva fatto passare, cercava sempre di essere presente e di aiutarla quando la vedeva in difficoltà.
<< Elsa, posso chiederti una cosa? >> La voce timorosa di Anna ruppe il silenzio che si era andato inevitabilmente a creare.
<< Naturalmente >>.
<< E-ecco, beh… domani posso evitare di presenziare? Per favore. Sono così nervosa e-e… ti farò fare qualche figuraccia. Ti farò vergognare di me >>. Supplicò con un filo di voce.
Elsa la guardò qualche lungo istante, il cuore che le batteva così forte da farle quasi male, gli occhi lucidi per via della dolcezza smisurata della sua stupenda sorellina. Con un sorriso prese le mani di Anna e con il tono più dolce e rassicurante che era in grado di fare le rispose << Sono molto agitata anche io, ma a prescindere dal fatto che domani faremo o meno qualche sciocchezza, è importante che tu sappia una cosa: io non mi vergognerò mai di te. Sei la cosa più importante che ho >>.
E quando Elsa l’abbracciò forte, Anna ebbe la certezza di essersi sempre sbagliata: le braccia di sua sorella e il suo dolce sorriso erano molto più confortanti della cioccolata.



 
   
 
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