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Autore: orsottopotta    08/01/2014    1 recensioni
ATTENZIONE: Vorrei dire che la prima parte di questa storia NON è mia ma l'ho trovata in rete, a mio avviso merita tantissimo e leggendola mi sono anche commossa. Grazie della comprensione. La parte due, invece, è tutta scritta da me.
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Slenderman appare come un uomo alto e pallido, completamente privo di tratti somatici nel volto. Indossa una giacca nera con una cravatta e può far fuoriuscire tentacoli dalle sue spalle.
''L'apparenza inganna.''
...E se Slenderman non fosse realmente un mostro come tutti lo descrivono? Cosa ne sappiamo noi? Ha una storia, forse aveva una famiglia. Com'è diventato quello che è ora?
''Mai giudicare un libro dalla copertina.''
--- --- --- tratto dai capitoli --- --- ---
«Avevi paura che potessi aver freddo?»
Nel suo silenzio, sembrò che l'uomo smilzo avesse voluto risponderle. Katy gli sorrise.
«Dicono così tante cose su di te; che sei cattivo, che uccidi i bambini. Ma credo che la gente non conosca la verità per dire simili cose...»
Come Katy potesse affermare queste cose con tanta sicurezza non lo sapeva, ma Slender Man non gli sembrava cattivo, in quel momento meno che mai...
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nice to meet ya!
xx
Genere: Angst, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Slender man
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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i m e l e s s.

part 1 - prologue;



“In questo mese risultano scomparsi più di venti bambini! La polizia continua le indagini!”
“Nessuna traccia dei bambini scomparsi da più di un mese! La polizia brancola nel buio!”

Queste notizie circolavano ovunque. Alla TV, alla radio, sui giornali. Da circa un mese molti bambini erano spariti nel nulla. E la cosa più inquietante era che nessuno di loro era stato ancora ritrovato. Nè vivo nè morto... I luoghi della sparizione avevano in comune una cosa: il bosco. La maggior parte dei bambini erano spariti proprio in prossimità di esso. 
Vi è una leggenda che circola riguardo ai boschi. La leggenda di una creatura che vive e si mimetizza tra gli alberi. Assetata del sangue dei bambini, che attira verso di sè con un macabro prestigio. Per poi divorarne il cuore.
In pochi affermano di aver visto davvero questa creatura. L'hanno descritta come un uomo in giacca e cravatta. Magrissimo. Senza volto. Lo chiamano... Lo Slender Man.




«Katy, tesoro, sbrigati! Dobbiamo andare dalla nonna!»
La bambina prese velocemente il suo cappottino bordeaux e lo infilò mentre sgattaiolava fuori di casa. Si infilò in macchina ancora prima che i suoi genitori potessero avere il tempo di richiamarla.
«Eccoti qui, peste! Ma dov'eri finita?!»
Le chiese il padre accarezzandole amorevolmente la testa. Katy non rispose. Si limitò ad accennare un sorriso e subito si volse verso il finestrino. Ben presto le case della periferia di Beverly Hills avrebbero cominciato a passarle davanti agli occhi, per poi svanire e lasciare spazio agli alberi che proteggevano la casa di sua nonna, immersa nel bosco. 
Ogni domenica andavano dalla nonna, quello era una specie di appuntamento fisso. Non che a Katy dispiacesse. Anzi, si trovava bene lì, immersa nel verde e nel silenzio. Spesso passava le ore a dondolare sull'altalena che suo nonno, prima di morire, aveva costruito per lei.

«Katy! Non stare sempre con la testa tra le nuvole! Esistiamo anche noi, sai!»
«Scusa, mamma...»
«Lasciala stare, Madison! E' una bambina!»
Le corse in aiuto il padre.
«E' per questo che mi preoccupo! E' sempre distratta! E con quello che stiamo sentendo in TV ultimamente, anche tu dovresti preoccuparti! Non vorrai che nostra figlia sia la prossima bambina a sparire!»
«Piantala con queste sciocchezze e non pensarci nemmeno!»

Intanto, Katy era tornata a guardare fuori dal finestrino. Non era mai stata una gran chiacchierona. Spesso i suoi genitori le chiedevano di renderli partecipi di ciò che pensava, ma lei raramente li accontentava. Non aveva niente da dirgli. Lei non pensava. Sognava ad occhi aperti. Ma di certo non era in grado di mettere insieme due parole per fare un discorso serio. Tanto più che i suoi lavoravano tutta la settimana fino a tardi, ed era difficile per loro stare insieme. La domenica era uno dei rari giorni in cui potevano bearsi di affermare la loro presenza in casa. A dire il vero, Katy non aveva mai passato tanto tempo insieme ai suoi genitori... Quando era nata, forse... Ma ricordava di essere cresciuta con i nonni.

«Ultime notizie! Altri due bambini sono stati dichiarati scomparsi! I genitori dicono di averli portati in un piccolo parco vicino casa loro e dopo essersi distratti un attimo, i piccoli erano spariti! La polizia continua le ricerche, ma finora nessuno dei bambini scomparsi è stato ritrovato!»
«Ah, basta così! Queste notizie mi mettono ansia!»
«Si, mettiamo un po' di musica! E poi, queste notizie potrebbero turbare Katy...»
La bambina, come al solito, stava guardando fuori dal finestrino con aria assente. Ma ciò non doveva per forza significare che non avesse sentito. Nonostante l'apparenza, Katy era una bambina sveglia. Aveva perfettamente capito cosa stava succedendo in quei giorni. Tutti quei bambini scomparsi nel nulla... Certo era una cosa inquietante, ma le sarebbe piaciuto sapere cosa... o chi... c'era dietro queste sparizioni. Mentre prendevano la strada per il bosco, i suoi occhi catturarono una strana immagine. Tra i rami degli alberi secchi le era parso di vedere qualcosa... 
«...»
Forse si era sbagliata...



Quando arrivarono alla casa, l'anziana donna stava bevendo una tazza di tè sulla veranda. Gli occhi color grigio vetro scrutavano le insenature del bosco che la circondava, come se stesse aspettando che qualcosa comparisse all'improvviso. I capelli bianchi corniciavano il suo volto, ritoccato di leggere rughe e lo scialle di lana posava pesantemente sulle sue spalle curve. 
«Ciao, nonna!»
Katy le corse incontro e l'abbracciò, venendo prontamente ricambiata. 
«Ahaha! La mia piccola Katy! Ogni volta sei sempre più grande!»
«Cresce in fretta, la nostra bambina.»
«E auguratevi che continui a crescere bene...»
Il tono della donna cambiò improvvisamente. Katy passò lo sguardo dalla nonna a i genitori e viceversa, studiando le loro espressioni. 
«Mamma, ma che dici...?»
«Sono solo preoccupata per tutte queste sparizioni... Non vorrei che mia nipote fosse la prossima preda... dello Slender Man...»
«Chi?»
«Ehm...»
Madison diede una piccola spinta a Katy, indirizzandola verso l'altalena.
«Katy, vai a giocare un po'. Noi e la nonna dobbiamo parlare...»
La bambina si allontanò lentamente dalla famiglia, guardando indietro. Voleva capire che cosa le fosse proibito sapere in quel momento. 
Slender Man... Aveva sentito parlare di quella leggenda, ma ogni volta che chiedeva ai suoi genitori, nessuno dei due le dava mai risposta. Alcune volte balbettavano qualche frase sconnessa, altre evitavano l'argomento. Sapeva solo che lo Slender Man era una creatura... forse un uomo... magrissimo, vestito in giacca e cravatta, con tentacoli che si allungavano sulla sua schiena. La cosa più impressionante di costui era che... non aveva un volto. E rapiva i bambini per ucciderli oppure per portarli in un'altra dimensione. Però... perchè faceva una cosa del genere? Era davvero solo un assassino? O c'era un'altra ragione per cui faceva ciò?
Con questi pensieri, Katy si mise a sedere sull'altalena e cominciò a spingere sul terreno con i piedi, dandosi la spinta. Ben presto, sentì il vento tra i capelli, che le accarezzava il viso e sentì un senso di libertà pervaderla completamente. Sorrise. Si diede una spinta più forte e cominciò a volare. In alto. Come piaceva a lei. Libera.



«Mamma! Quante volte ti ho detto di non parlare di questa sciocca leggenda davanti a Katy?!»
«Lo Slender Man è tutto fuorchè una leggenda, Madison. E Katy deve saperlo.»
«In questo modo la spaventi e basta!»
L'anziana si sedette sulla sedia a dondolo nel salotto,  tenendo lo sguardo fisso sulla figlia, che non accennava a smettere di guardarla male, sperando di farla sentire in colpa per essersi lasciata sfuggire quella frase che avrebbe potuto turbare la loro piccola.
«Se Katy sparirà nel nulla come gli altri bambini, rimpiangerete di non averla avvisata.»
«Non c'è alcun pericolo! Katy è una bambina responsabile!»
«Ne sono certa. Come lo erano tutti quei bambini scomparsi, vero? Lo Slender Man non fa distinzione tra responsabili e irresponsabili.»
«Perchè ti ostini a raccontare questa storia?! E' solo una sciocca favola!»
«Ti sbagli, Madison. Ti sbagli.»
Un improvviso silenzio calò nel salotto. I due genitori si scambiarono uno sguardo preoccupato. 
«Lo Slender Man è molto più di una favola... E' una storia... una triste storia




Una volta, un uomo, tornando dal suo lavoro, vide la sua casa bruciare tra le fiamme. Sapeva che in casa vi erano i suoi beni più preziosi: la moglie e il figlio di soli nove anni. Senza pensarci si buttò a capofitto tra il fuoco e il calore, per salvare ciò che aveva di più caro al mondo. Purtroppo sua moglie era già morta, appassita come un fiore tra la lava, ridotta a un manichino senza vita. Ma una flebile voce gli diede la forza di non arrendersi. Suo figlio era ancora vivo! Corse tra le fiamme, gocce di sudore colavano dal suo volto. Eccolo lì! Suo figlio piangeva e lo chiamava, implorandolo di portarlo via. L'uomo lo prese in braccio, tenendolo stretto, gli baciò la fronte e sussurrò: "Tranquillo! Papà è qui! Ora ti porto via..." Corsero nell'inferno, cercando la porta per uscire. Ma il fuoco si frappose fre loro e la libertà. L'uomo si guardò intorno, disperato, finchè scorse una finestra. L'unica via d'uscita! Strinse il suo bambino, e corse verso quel cielo di vetro. Saltò. Il volo fu breve ma intenso. Entrambi svennero per lo shock e la stanchezza... E il fuoco li avvolse...


...Quell'incendio segnò profondamente la vita di quell'uomo... Il suo volto e il suo corpo furono terribilmente ustionati. E suo figlio, bè... suo figlio non c'è più... Eppure lui continua a cercarlo... Crede che sia ancora vivo, da qualche parte...



La casa fu avvolta dal silenzio. La vecchia donna osservò i due giovani genitori, i loro occhi erano sgranati, emanavano sconcerto... Quella era la prima volta che ascoltavano la vera storia dello Slender Man... Ma Madison scosse la testa, ritornando alla realtà.
«Si, certo... Ma è pur sempre una leggenda...»
«
No, mia cara... Non è una leggenda...»






~
ciao! io sono rin-chan. okkei? okkei. tanto piacere

bhe. sono davvero felice e soddisfatta d'aver pubblicato questa meravigliosa storia.
vi giuro che ho pianto, la prima volta che l'ho letta - e mia sorella mi guardava male, dettagli.
comunque, ci tenevo a dire che la prima parte della storia non è mia, ma l'ho presa su internet. ho semplicemente deciso di pubblicarla qui perchè merita. merita, sì. inoltre, ho deciso di continuarla: ci sarà una seconda parte, scritta da me.
- pubblicherò un capitolo ogni giorno, se possibile, altrimenti aggiornerò di sabato.
credo d'aver detto tutto. al prossimo capitolo.~
se desiderate contattarmi: kik - ask.fm

rin! yes sir! 

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