Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: melianar    08/01/2014    10 recensioni
Nell'oscurità di Nan Elmoth, Aredhel racconta una storia al piccolo Maeglin...
Breve fanfiction di poche pretese dedicata al meraviglioso universo del Silmarillion.
Spero vi piaccia!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aredhel, Maeglin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

“Voglio sentire una storia, nana. Ti prego, raccontami una storia”. La voce del

bambino è acuta, vibrante d’impazienza. I suoi occhi, che ormai dovrebbero chiudersi al sonno, brillano d’attesa e curiosità.

Aredhel sorride. “Non sei stanco, piccolo mio?” Sussurra, scostandogli un ciuffo ribelle dalla fronte. “Non ancora, nana. Ti prego, raccontami una delle tue storie. Voglio una storia sulla città nascosta, sul re e la principessa… Sì, Nana, per favore, raccontami ancora della principessa!”

Le labbra di Aredhel sono piegate in un sorriso, ma i suoi occhi si fanno pensosi, persi in ricordi lontani.

“Sì, bambino mio. Ti racconterò una storia sulla città celata. E su una principessa. Un’altra principessa, però. Non la bella figlia del re”.

Gli occhi del piccolo si fanno ancora più penetranti. Sua madre non gli ha mai parlato di altre principesse all’infuori della splendida Idril Celebrindal, la curiosità lo divora. Ma non fa domande. Eol, suo padre, gli ha insegnato che non bisogna fare troppe domande. E’ da sciocchi parlare troppo. E Maeglin non è uno sciocco. Non lo è per niente.

“Devi sapere, mio piccolo Lomion, che una volta il re della città dai sette nomi aveva una sorella”.

“Una sorella?” Non si è potuto trattenere, la curiosità lo ha tradito. Ma nana non si arrabbia mai, quando le chiede qualcosa. Dopotutto, oggi Eol non c’è. E Maeglin sa che quando il padre non c’è a qualche regola si può trasgredire. Le assenze di Eol sono costellate di deliziosi segreti, le storie di nana sono uno di quelli.

Se  lo venisse a sapere, Eol  li picchierebbe entrambi. Ma Maeglin ha imparato da tempo a custodire un segreto, a tenerlo celato nell’intimo del suo cuore.

La maggior parte dei propri segreti  li condivide con sua madre, ma alcuni, i più importanti, li tiene per sé.

Lui sa, per esempio, che la città nascosta, Gondolin, esiste veramente. Non è soltanto una favola. Ha sentito i suoi genitori che ne parlavano. O meglio, suo padre gridava, mentre sua madre  tentava di difendersi. E’ sempre così.

Quando sarà grande, Maeglin partirà alla ricerca di Gondolin. E la troverà. Ma questo è un segreto, un segreto tutto suo. Nemmeno nana può saperlo. Se li riveli a qualcuno, i segreti perdono un po’ del loro misterioso  fascino.

“Il re amava teneramente sua sorella, ed ella aveva tutto ciò che si potesse desiderare, là nel reame celato”. La voce di Aredhel ha ripreso a narrare. Gli occhi di Maeglin si incantano ad osservare il movimento delle sue labbra, le orecchie sono ammaliate da quella voce così dolce, dal misterioso suono di quella lingua armoniosa e proibita: il Quenya. Un altro segreto che li unisce. Nella sua mente si forma, vivida, l’immagine di una splendida dama vestita di bianco. Bella quasi quanto si immagina Idril. No, non così bella. Diversa. Molto diversa. 

“Tuttavia, tra tutto quello splendore la principessa riusciva ad essere insoddisfatta. Era inquieta, voleva cavalcare libera tra i boschi. Voleva ritrovare gli amici di un tempo”.

La voce di Aredhel assume ora una leggera sfumatura amara, gli occhi le si fanno ancor più cupi. Il piccolo Maeglin nota ogni cosa, ma rimane quieto, imperturbabile, completamente  assorto  nella narrazione.

“Fu così che, un giorno, la bella principessa chiese al re suo fratello di lasciarla andare per un po’ a cercare i suoi vecchi amici, coloro con cui aveva condiviso gli spensierati anni dell’infanzia. Sebbene a malincuore, il sovrano accettò. E di lei ora non si sa più nulla, nel reame nascosto di Ondolinde”.

Aredhel si interrompe bruscamente. La voce le si incrina, si spezza. E’ grata al buio, che dovrebbe nascondere le lucenti lacrime che le imperlano le guance. Lacrime che tuttavia non sfuggono agli attenti occhi di suo figlio. Il suo Lomion. Se non fosse per lui…

“Stai piangendo, nana. Perché piangi?”

Aredhel non risponde. Cade il silenzio, rotto solo dal lontano, lugubre pianto di una civetta, tra i maestosi alberi di Nan Elmoth.

Le lacrime continuano a rigare il candido volto di Aredhel, muti singhiozzi la scuotono tutta facendola apparire fragile, indifesa. Vulnerabile.

Maeglin è confuso. Guarda sua madre. L’ha vista piangere altre volte, ma ora non riesce a capire il perché.

“Nana?” Sussurra, quasi con timore.

Al sentire la voce del figlio, Aredhel si volta. Si ricompone. Lo guarda, ma i suoi occhi sono altrove. Vedono fontane zampillanti e rigogliosi giardini. Per un istante è ancora Aredhel Ar-Feiniel, la Bianca Signora dei Noldor.

“Perché piangi, nana? Che è successo alla principessa?”

Proprio non può trattenersi dal chiedere, Maeglin. Aredhel sospira. L’incanto si è spezzato. Ora lei è soltanto Aredhel di Nan Elmoth. Sposa di Eol l’Avar, madre di un figlio senza nome.

“La principessa…” Mormora, con una voce sottile che Maeglin non le ha mai sentito, “forse è stata dimenticata. Forse la vita a Ondolinde ha ripreso a scorrere, tra il suono delle arpe e lo zampillio delle fontane. Forse della principessa hanno dimenticato persino il nome”.  Sospira nuovamente, incurvando appena le esili  spalle. “Tuttavia, forse il re la ricorda ancora. Forse non passa giorno senza che pianga la sua scomparsa, domandandosi che ne sia stato di lei. Che cos’è meglio, piccolo Lomion? Essere dimenticati o essere pianti dai propri cari sapendo di non poterli mai più  raggiungere?”

Maeglin tace. Non sa quale sia la risposta giusta e non gli piace sbagliare. Una cosa, però, l’ha capita. Nana è una principessa. E lui un principe. Ci andranno insieme, a Gondolin, lui e nana. Un giorno.

Si rannicchia su un fianco, chiude gli occhi.

 

Aredhel osserva suo figlio dormire. E’ così piccolo, indifeso. Meraviglioso. Il suo Lomion. Il figlio del crepuscolo. Il suo gioiello, la cosa più bella che ancora possieda. “Ti porterò a Ondolinde”, mormora. Idea irrazionale, Aredhel se ne rende conto.

 Ma consolante. Tanto da permetterle di abbandonarsi al sonno.

Si assopisce, accoccolata accanto al figlio in un letto troppo stretto per due, ma sempre meglio del freddo talamo nuziale, luogo di paura e costrizione, ormai, più che di appassionati  giochi d’amore.

A volte Aredhel teme che suo figlio sappia tutto. Che comprenda più di quanto non dovrebbe, alla sua età. La cosa la inquieta. Per questo gli racconta di Gondolin. Per donargli un poco di infanzia. Per permettergli di sognare.

E difatti sogna, il piccolo Maeglin. Sogna bianche torri e una dorata principessa, mentre dorme abbracciato a sua madre. Nessuno può vedere i sogni. Nemmeno Eol. Sono segreti. E’ questa, forse, la cosa più bella.     

 

 

Note

 

Quentar Lomeo: significa “storie del crepuscolo”, in Quenya.

Nel Silmarillion è detto che Eol diede a suo figlio il nome Maeglin solo dopo dodici anni. Sebbene questa storia sia ambientata ben prima di ciò, l’ho utilizzato per rendere un po’ più agile la narrazione.

“Nana” è una parola Sindarin che significa “mamma”.

Mi sono presa una piccola licenza, nel dire che Eol e Aredhel litigavano a proposito di Gondolin. Dubito che Eol avesse mai sentito parlare del regno di Turgon, ma ciò mi era congeniale ai fini del racconto. Spero possiate perdonarmi XD

Chiedo venia per la totale mancanza di accentazione nei nomi propri, il mio computer è vecchio, capriccioso e per niente collaborativo e mi dà parecchi problemi in materia.

Naturalmente i personaggi presenti in questa storia non sono miei, ma appartengono alla mente geniale del professor Tolkien. Spero solo di averli resi in modo degno.

Fatemi sapere cosa ne pensate, anche con critiche costruttive. E’ la prima fanfiction che pubblico, i vostri commenti sono davvero importanti per me! 

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: melianar