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Autore: Readme    09/01/2014    6 recensioni
-“Questo non mi legherà a te”- concluse abbassando lo sguardo non per insicurezza, ma per semplice apatia. Taylor aveva pensato di toglierselo, di ucciderlo, di cancellare via quell'errore e ricominciare a sbagliare finché lui non se ne sarebbe andato e stavolta per sempre. Lei guardava il soffitto chiedendosi cosa fare. Taylor lo aveva aspettato con così tanta apprensione per sapere cosa avrebbe dovuto fare, per essere comandata, messa sulla giusta via. Era cosciente che se Harry le avesse detto di abortire, lei lo avrebbe fatto. Ma ora toccava la sua pancia coperta da una sottile maglietta e nascosta agli occhi di Harry dal tavolo che li separava. - “Lo so” - disse lei con sincerità.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Taylor Swift conosceva fin

troppo Harry Styles.




 

 






Taylor era consapevole di non essere ricambiata, consapevole che lui di lei desiderava solo il suo corpo, ma non importava. Non importava perchè a Taylor piaceva fingere, piaceva immaginarsi un mondo suo. Un mondo in cui lui l'amava, in cui non andava via per tornare. Lui aveva i suoi tour, le interviste, le registrazioni. Tempo troppo prezioso per poter essere sprecato con lei che viveva la stessa situazione. Taylor si rese conto che lei lo avrebbe sprecato quel tempo, perchè lei lo amava. La verità bruciava così tanto, ma non faceva più male, perchè lo voleva così, lei lo accettava.

Harry andava a Londra, viaggiava e poi tornava da lei. Ma non tornava per davvero. Quello che apriva le porte con le sue chiavi e la sorprendeva - facendole battere il cuore sia per lo spavento che per l'adrenalina -, era solo l'ombra di quell'uomo che forse in passato, forse l'aveva davvero amata. Taylor annegava in quella disperata soluzione, in quell'impossibile ricordo. Quel fantasma giungeva inesorabile per prenderla, per toccarla. Ed allora, solo allora Taylor sorrideva, perchè era certa che in quel momento la volesse. Taylor odiava la parola sesso, per lei andava oltre al piacere fisico. Harry le scorreva dentro e non poteva liberarsene. Ed in qualche malsano modo, lei scorreva in lui.

 

Questo finchè non ebbe un ritardo.

 

_

 

Taylor aveva bisogno di sapere. Tremava mentre aspettava nella sala d'aspetto di un ospedale privato. Si era accertata di non essere stata avvistata, di aver fatto le cose nascoste agli occhi indiscreti delle telecamere. Harry era irraggiungibile. Ogni volta che Taylor aveva cercato di contattarlo, lui spariva, staccava tutto, si staccava da lei. Non aveva avuto una conferma, ma Taylor se lo sentiva dentro ed era disgustata da se stessa, dalla sua stupidità. Eppure non rimpiangeva nulla, neanche un secondo di quel travagliato ed inesistente rapporto. Era solo così terrorizzata, così impaurita da ciò che poteva succedere, cambiare. Era un suo problema. Ma lui doveva sapere e non sapeva come dirglielo. Non gli avrebbe imposto nulla, non si aspettava nulla. Ma sapeva che prima o poi se ne sarebbe accorto, perchè alla fine Harry Styles di Taylor Swift conosceva fin troppo.

 

_

 

-“Incinta”- disse con indifferenza tenendo i suoi occhi verdi fissi su quelli di lei. Il suo sguardo esaminò il suo corpo senza mostrare nessuna emozione. Taylor si sentiva gelare, così tanta indifferenza saturava da quel viso spigoloso e colmo di bellezza. Una bellezza inesistente per lei ora, lei che gli rimandava indietro uno sguardo terrorizzato. Taylor non piangeva difronte ad Harry, non si era mai permesso una simile debolezza ed ora stese i tratti del suo viso per trattenere ciò che in realtà sentiva. Taylor era orgogliosa di se stessa, in quel momento sapeva che sarebbe andata bene, con o senza di lui.

 

-“Questo non mi legherà a te”- concluse abbassando lo sguardo non per insicurezza, ma per semplice apatia. Taylor aveva pensato di toglierselo, di ucciderlo, di cancellare via quell'errore e ricominciare a sbagliare finchè lui non se ne sarebbe andato e stavolta per sempre. Lei guardava il soffitto chiedendosi cosa fare. Taylor lo aveva aspettato con così tanta apprensione per sapere cosa avrebbe dovuto fare, per essere comandata, messa sulla giusta via. Era cosciente che se Harry le avesse detto di abortire, lei lo avrebbe fatto. Ma ora toccava la sua pancia coperta da una sottile maglietta e nascosta agli occhi di Harry dal tavolo che li separava. - “Lo so” - disse lei con sincerità.

 

-“Non vorrò avere nulla a che fare con questo, non ti sarò accanto” - una smorfia dipinse quel viso e Taylor sorrise docile, perchè anche Taylor Swift conosceva fin troppo di Harry Styles. Taylor pensò a tutti quegli anni passati così, a sperare che lui aprisse gli occhi, che lui la guardasse. Si perse ad immaginare come sarebbero stati i suoi occhi, come la sua voce sarebbe stata. Taylor aveva sentito così tanti suoni in vita sua, a volte ne aveva anche prodotti, ma ora desiderava sentire solo quel suono. - “Puoi fare quel che vuoi Taylor, tenerlo o no. Non ti biasimerò se abortirai e non festeggerò con te se lo terrai” -. Stavolta non bruciava, stavolta sarebbe stata abbastanza forte. - “Puoi rimanere. Non intendo che faremo sesso, non sono fisicamente o emotivamente stabile, ma puoi dormire con me” - concluse aspettandosi una risposta sgradevole. Ma lui si tolse la giacca, la lasciò su una sedia ed entrò nella sua camera da letto. Taylor lo seguì lentamente e quando si accasciò sul letto, sentì il respiro di Harry sfiorarle il collo con dolcezza. Sapeva che era tutto frutto della sua immaginazione, sapeva che non doveva riaccendere speranze ormai spente, ma andava bene così. Lei lo avrebbe tenuto.

 

_

 

Era stato così difficile, così orribile, ma non aveva avuto scelta. Mentre le sue labbra dipinte dal rosso del rossetto si muovevano, lei cercava di sembrare normale. Trattenne le lacrime e fece solo luccicare i suoi occhi davanti alle telecamere mentre annunciava che il Red Tour sarebbe stato cancellato e che lei aveva bisogno di tempo per se stessa prima di ritornare a fare musica. Taylor avrebbe voluto urlare con felicità di star diventando mamma, ma il vuoto le attanagliava il cuore, perchè lei non ne era così felice. Cosa avrebbe potuto dare a suo figlio?

 

_

 

Taylor è al secondo mese quando riesce ad annunciare alla sua famiglia l'inattesa notizia. Lei sorride e non sposta le mani dalla sua pancia. Si era immaginata quella scena in altri modi, con la mano destra stretta a quella di suo marito, ma lei è il suo bambino erano sufficienti, loro erano una coppia. Taylor evitò di pensare agli sguardi di suo padre, pronto a scattare verso chi avesse abbandonato sua figlia, evitò di comprendere l'ansia negli occhi della madre o il respiro affannoso del fratello. Taylor cercò solo di godersi gli abbracci, le congratulazioni e gli incoraggiamenti di quelli, che avrebbero visto crescere quella creatura.

 

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Era il terzo mese quando Harry si presentò alla sua porta, ma sembrò essere passato molto di più davanti agli occhi dell'uomo. La pancia di Taylor era quasi visibile ad occhio nudo, i maglioni sformati con i quali cercava di coprire il suo corpo la rendevano più minuta e occhiaie circondavano i suoi occhi dopo le notti passate a vomitare. Ma Harry la baciò, la toccò, la desiderò ancora una volta fino a farle male. E Taylor voleva soffrire.

_

 

Era difficile fare del sesso in quelle condizioni, era così ovvio. Taylor di conseguenza non si aspettava di vederlo passare da lei, non si aspettava di sentire la sua mano sopra la sua spalla all'improvviso, per poi scattare in piedi e trattenere un urlo di paura. Ma Harry era sempre stato così ed a Taylor non dispiaceva sentire il suo corpo premuto sulla sua schiena la notte, senza avviso. Non le dispiaceva svegliarsi verso il tardi e sorridere al tocco della mano di Harry sul suo ventre. E lui non dormiva mai per davvero, chiudeva gli occhi, ma il suo respiro rimaneva lo stesso, veloce. Quando Taylor si svegliava di colpo, lui si irrigidiva e le accarezzava la schiena fino a farla riaddormentare. La notte aiutava, il buio era indispensabile per mettere a nudo quel che li univa senza sentire freddo o sprecare parola all'alba, quando la luce avrebbe illuminato la giornata di Taylor senza l'aiuto di Harry.

 

_

 

-“You’ve never loved yourself half as much as I love you. You’ll never treat yourself right darlin’
but I want you to, if I let you know I’m here for you, maybe you’ll love yourself like I love you” - Taylor canticchiava alla sua pancia disegnando su di essa, cuori immaginare con l'indice. Stava cercando qualcosa da mangiare quando la canzone era giunta alla radio improvvisamente come Harry nella sua vita. Aveva deciso di cantargliela, perchè quel bambino doveva sapere di essere amato, da entrambi. - “Cosa fai?” - la voce di Harry non fermò quella di Taylor che ora canticchiava quella melodia, sentendo le guance avvampare sia per l'emozione che per la sua presenza. - “Canto per lui” - lei risponde non distogliendo lo sguardo dal ventre scoperto in parte. - “Lui?” - Taylor annuì sorridendo ancora di più. Come era entrato, ora Harry era andato via, lasciando dietro di sé solo un'ennesima briciola di speranza che Taylor avrebbe raccolto e conservato.

 

_

 

Taylor correva con i tacchi tra le mani, i capelli ormai sciolti ed il trucco che sperava non si fosse gustato. Correva mentre il cuore le pesava nel petto, batteva con furia e dava la colpa a se stessa. Aveva 25 anni dannazione, non poteva più inseguire i suoi sogni, ora doveva stare con Edward. Invece lo aveva affidato a sua madre ed ora correva per le scale dell'albergo – l'ascensore era occupata – senza sapere realmente per cosa sperare. Non voleva essere vista in quello stato, né voleva rallentare o calmarsi. Infilò la chiave nella serratura della sua camera e questa si aprì poco dopo. Vide sua madre sul divano con Edward tra le sue braccia che non smetteva di piangere. Gli occhi blu del neonato di appena otto mesi erano colmi di lacrime che non smetteva di versare. Una smorfia era dipinta sul suo viso arrossato e Taylor poggiò le scarpe a terra solo per rubare il bambino dalle mani della madre. Lo strinse al petto assicurandosi che fosse lì, che doveva calmare il battito del suo cuore. Le mani di Edward erano chiuse a pugno e toccavo il petto scoperto di Taylor. - “You’re little hands wrapped around my finger and, it’s so quiet in the world tonight. You’re little eyelids flutter cause you’re dreaming, so, I took you in turn on your favorite night light” - Taylor cantava ricordando con familiarità quel momento, quando quell'essere era ancora dentro la sua pelle. Edward continuava a piangere, il nasino umido macchiava Taylor, ma per lei andava bene così. Stese il bambino sul letto mentre la madre le preparava qualcosa e chiamava il medico per chiedere quale medicina potesse alleviare la febbre ad un neonato.

 

Edward si calmava tra le braccia di Taylor, a stretto contatto con il battito ormai regolare, i pugni si schiusero e le mani tastarono con delicatezza il viso di quella donna che gli somigliava tanto. - “Ciao amore” - sussurrò Taylor stringendo più forte il corpo di Edward a sé. Aveva così paura di lasciarlo andare, così paura di vederlo andare via, terrorizzata all'idea che potesse soffrire. Spazzolò via dalla fronte qualche ciuffo di capelli scuri, castani. Il pensiero di Taylor si posò inevitabilmente su Harry - “Tuo padre penserebbe che tu sei un bambino fortissimo, hai già smesso di piangere” - Edward per risposta aprì le labbra in una o per poter sbadigliare e appoggiò la testa contro il cuore di Taylor.

 

Il telefono della bionda suonò improvvisamente, ma Taylor non ci fece attenzione, era solo un messaggio che avrebbe aspettato, come il resto del mondo. Ora aveva una vita tra le mani e non l'avrebbe lasciata andare.

 

Messaggio: Dove sei? HS
 

_

 

Non era certo stato facile rientrare in quella vita, ma Taylor aveva bisogno di farlo. Era l'unica cosa che aveva richiesto a se stessa da quando Edward era apparso nella sua vita. Era diventata madre, così facile da dire. Avrebbe evitato qualsiasi domanda inerente alla sua vita privata, nessuno avrebbe osato fotografare il suo bambino o chiesto di suo padre. Lei era una cantante, non desiderava un'attenzione diversa. I suoi fans non avevano reagito bene e neanche male, felici del nuovo arrivo, ora volevano solo sentire nuova musica. E Taylor in quel tempo ne aveva scritta abbastanza. - “Scusate” - sospirò sorridendo mentre entrando nel backstage, Edward cercava di muovere i primi passi senza successo. Si appoggiava al muro, ad un mobile, ad una qualsiasi cosa, era disperato, voleva camminare e Taylor gli teneva testa aiutandolo con dolcezza, come una madre potrebbe solo fare. - “Taylor” - Louis l'abbraccia da dietro e Taylor ricambia con una semplice carezza sulle mani, troppo impegnata a fissare Edward. - “E' bellissimo” - Taylor concorda con la testa. - “Avrà preso da sua madre” - la voce di Harry interruppe il sospiro della donna per pochi secondi, poi riprese regolare con il cuore che batteva più veloce. Gli occhi blu di Taylor distolsero lo sguardo da Edward per guardare suo padre e Dio se non era sua padre. Si fissarono per pochi secondi, fu lui a guardare altrove, mentre Taylor continuava a guardarlo per memorizzare i suoi tratti ormai cresciuti e cambiati, chiedendosi quando lo avrebbe più rivisto. Fu allora che sentì Edward gemere e cadere per avanti, Harry fu più veloce di lei visto che lo stava guardando. Lo afferrò per un braccio ed il bambino gli sorrise. Taylor si inginocchiò verso il bambino per baciargli le guance arrossate e tese le mani per poterlo staccare da Harry e prenderlo in braccio. Ma Harry lo guardava con insistenza finchè non si alzò per raggiungere Louis. Edward mi guardò con gli occhi lucidi per non avercela fatta e dopo avermi stretto la mano mosse qualche passo zoppicando verso Harry. Lui aggrottò la fronte incapace di capire, mentre il bambino gli toccò la gamba quasi a richiamarlo. Taylor reggeva ancora il suo peso sulle ginocchia a sorrise - “Vuole sapere il tuo nome, presentati” - disse ad Harry, che con sorpresa raggiunse l'altezza di Edward. - “Mi chiamo Harry” - disse lui facendosi stringere il dito troppo grande dalla piccola mano di Edward. - “Amore, digli il tuo nome” - lo incoraggiò Taylor guardinga. - “Ward” - balbettò lui smozzicando le parole - “Ed Ward” - sorrise lui con le gengive chiare in vista.

 

-“Puoi farcela Edward” - e Taylor capì che si riferiva alla caduta che aveva quasi fatto poco prima.

 

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-“Buon compleanno Edward!” - Taylor batteva le mani euforica accanto al bambino che la imitava. Gli occhi blu di entrambi luccicavano davanti al fuoco delle due candeline presenti sulla torta. Lui soffiò con forza - “Mamma ho espresso un desiderio!” - saltellò sulle punte alzando le braccia per raggiungere Taylor, lei si abbassò per prenderlo in braccio e stringerselo a se. - “Cosa hai espresso?” - chiese lei mentre altri applausi si elevavano dalla folla di amici e parenti. - “Si è avverato!” - disse lui mentre si scioglieva dal suo braccio per poter scendere. Taylor seguì con gli occhi Edward, che si muoveva velocemente verso qualcuno. Harry. Harry sorrideva al bambino, mostrando le stesse fossette che aveva scoperto anche Edward possedeva. Lui si abbassò per accogliere l'abbraccio di Edward.

 

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Aveva cambiato le chiavi di casa, per questo Harry si ritrovò a bussare alla porta di casa Swift invece che entrare senza farsi problemi. Taylor gli aprì con stanchezza e lui non chiese neanche il permesso di entrare, che già sedeva sul divano. - “Edward dorme” - disse lei nascondendo un sorriso nel capire ogni giorno di più, quanto Harry si fosse affezionato a lui. - “Cosa fai stasera?” - la sua era una domanda diretta e Taylor voltò lo sguardo verso la piastra appena accesa. Harry seguì i suoi occhi ed ammiccò all'oggetto che si stava riscaldando. - “Esco” - disse lei con indifferenza, anche se sapeva che non era vero, non ora che nessuno poteva prendersi cura di Edward. - “Ed Edward?” - chiese lui e Taylor sprofondò sul divano accanto a lui - “Non lo so” - disse lei franca. - “Puoi, posso tenerlo io, se ti va bene” -

 

E quella fu la prima di una serie di volte.

 

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-“Andiamo Taylor, parlaci dell'uomo per il quale hai deciso di chiudere le gambe” - la risata di Selena risvegliò Taylor intorpidita da qualche bicchiere di vino. Aveva deciso che poteva concedersi una serata con delle amiche, ma il suo pensiero andava solo in direzione di Harry ed Edward. - “Cosa?” - chiese lei. - “Oh Taylor, ti conosciamo. I tuoi occhi, da ormai tre anni sono così spenti. Sappiamo che sei legata ancora al padre di Edward! Non ci hai mai detto chi era o perchè non ha voluto...” - Emma lasciò la frase a metà mettendosi una mano davanti alla bocca per evitare un singhiozzo. - “Non mi amava, è stato solo del buon sesso” - disse lei con l'indice che percorreva il bicchiere di vino ancora pieno. Lo bevve lentamente prima di riprender a respirare e trattenere le lacrime. Non si era mai concessa di piangere. - “Sei stata per lui del buon sesso, ma per te?” - domandò senza pudore Abigail. - “Taylor” - sussurrò Selena non appena si era accorta dei miei occhi. Ma Abigail scansò Selena e dopo aver preso Taylor da un braccio, la trascinò via da lì.

 

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Non si aspettava di ritrovarlo lì, con Edward che dormiva sul divano. Appena rientrata si era slacciata i tacchi, aveva lasciato la borsa sul tavolo e poi preso Edward per poterlo riportare in camera sua e rimboccargli le coperte. Taylor andò verso il frigo per ere un bicchiere d'acqua e poi colpita dal mal di testa – o dalle troppe emozioni sentite – si accomodò su una sedia lontana da quella di Harry e strinse la testa tra le mani. - “Stai bene?” - Harry non glielo aveva mai chiesto. - “Si” - disse lei scocciata da quell'invasione si spazio. - “Sai, le persone che stanno bene non piangono” - disse ancora lui. Taylor alzò la testa di scatto e si accorse di avere una guancia umida. - “Harry, sono tornata, puoi andare” - la voce di Taylor era spezzata e somigliava di più ad una supplica. Lui non accennò a muoversi ed allora fu lei quella ad alzarsi ed ad afferrargli le spalle per poterlo cacciare via. A Taylor Swift non era consentito sentire qualcosa con Harry Styles in giro. - “Perchè non vai via?” - trattenne la sua voce che in realtà voleva risultare più arrabbiata ed alta. Allora lo spinse e tornò al frigo per poter bere ancora. All'improvviso sentì le sue mani sui fianchi e Taylor si girò per poterlo mandare via. Al contrario le labbra di Harry si schiantarono contro le sue con foga e Taylor, lei non riusciva a fermarlo proprio ora che finalmente si sentiva completa.

 

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-“Pensavo che avrei dovuto abortire, che avrei dovuto farlo per me, per noi, per poter stare con te e fingere che quello che condividevamo non fosse solo fisico, per mentire ancora” -

 

Ma era l'alba e mentre quella notte i loro vestiti erano caduti, ora le bugie si rivestivano della luce del sole, mentre la verità andava via, con lui.

 

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-“Ho scritto questa canzone per una persona che mi ha reso la donna di oggi. Odio la Taylor Swift che sono stata ed amo la donna che sono ora. Non dico che sia felice di aver affrontato tutto questo, ma il motivo per cui ho dovuto affrontare certe cose, mi ha portato ad essere madre. Avrei voluto essere più forte una volta, abbastanza forte da fermarlo mentre mi mangiava il cuore ed io ridevo, credendo davvero che un cuore non lo avessi, che quel cuore inesistente non lo avrei di certo offerto a lui. Ma come al solito, mi sbagliavo ed io lo sapevo” -

 

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-“Buon Natale!” - Taylor augurava agli amici e parenti che suonavano al campanello della sua casa, pronti per festeggiare. Era la prima volta che aveva deciso di organizzare una cena di Natale a casa sua, con la sua famiglia, anche se quest'ultima era formata da lei ed Edward. Sorrise pensando che per la gioia di suo figlio, aveva voluto invitare anche Harry. Edward sapeva che era suo padre, glielo aveva chiesto una sera, quando ormai a soli tre anni era diventato troppo intelligente. Chi non avrebbe capito? Quando il campanello suonò per l'ennesima volta, la bionda ed il piccolo moro, si avviarono verso la porta consapevoli che all'appello mancasse solo Harry. All'aprire però, Taylor strabuzzò gli occhi, mentre Edward abbracciò con gioia Harry. Dopo essersi salutati, seguirono a lui la madre e la sorella Gemma. Taylor non sapeva come comportarsi, al contrario le due donne della famiglia Styles l'abbracciarono e salutarono Edward con semplicità. Loro sapevano?

 

Taylor si accostò ad Harry che stava lasciando un generoso pacco sotto l'albero vuoto. - “I regali li metto a mezzanotte, conosci la storia di Babbo Natale?” - chiese lei indispettita. - “Si, ma questo regalo è da parte di Harry Styles. La conosci la sua di storia?” - la imitò. - “Fin troppo bene. Ed ora spiegami perchè hai invitato la tua famiglia” - chiese lei abbassando la voce - “Hai detto che potevo portare qualcuno se volevo” - disse lui sorpreso dalla reazione della donna. - “Una fidanzata, non una famiglia” - si impuntò lei mordendosi improvvisamente la lingua. - “Stavi cercando di scoprire se avevo una fidanzata o no?” - chiese lui seriamente. - “No, era un esempio. Sanno di Edward?” - chiese. - “Cosa dovrebbero sapere?” - chiese lui alzando le spalle e poi voltandole le spalle. Taylor si girò verso l'albero, dando colpa alle luci troppo forti dei suoi occhi umidi. Sospirò e poi ritornò in salone sorridendo.

 

_

 

Taylor aveva raggiunto Louis in sala registrazioni, aveva bisogno di un consiglio su un testo e Edward voleva rivedere Harry. Al suo arrivo, quest'ultimo si irrigidì ed assieme a quel riflesso, uscì fuori la figura di Gemma. Appena mi vide, evitò di salutarmi per riguardare Harry e poi chiudere la porta della stanza. - “Mamma, perchè Harry non vuole vedermi?” - Edward non aveva mai chiamato Harry 'papà' e la cosa la intristiva e rendeva felice contemporaneamente. Era così gelosa di Harry Styles. - “Sta lavorando Ed, dopo vi salutate” - disse sorridendo al bambino. Louis arrivò con appresso Eleanor e Niall. La ragazza – di Louis - dopo aver salutato Taylor, cominciò a distrarre Edward e quindi dare via libera a me e Louis. Il tempo di leggere la prima strofa, che la porta della stanza nella quale stavano Gemma ed Harry si spalancò. Gemma uscì gridando qualcosa di incomprensibile mentre Harry le stava dietro con rabbia. La sorella di Harry venne verso i ragazzi per poi fissare Harry che stava salutando Edward con dolcezza. - “Fai anche finta di tenerci? Davvero Harry?” - sicuramente Harry aveva rivelato la verità a Gemma o quest'ultima l'aveva capita semplicemente comparando il figlio al padre. - “Si” - rispose lui mentre batteva il cinque ad Edward. Ed il mio cuore si pietrificò. Faceva finta? - “Ma io amo davvero mio figlio” -

 

_

 

Taylor cercava di dormire e di non pensare ad Harry, ma come ormai andava avanti da anni, la cosa le era impossibile. Si sentì collassare quando il materasso cigolò come sempre al peso di qualcuno. Harry premeva il suo corpo contro la sua schiena. Gli aveva dato le chiavi della nuova serratura con la scusa di poter venire a prendere Edward. Stavolta però, Taylor si girò e guardò Harry che teneva gli occhi aperti. Una mano si Taylor tastò il livido sotto l'occhio sinistro, al suo tocco Harry fece una smorfia di dolore e rabbrividì. - “Louis” - disse lui, rispondendo alla domanda che stava per fargli. Chi ti ha fatto questo? Nessuno sapeva che Harry era il padre di Edward, se non loro due, Louis aveva reagito davvero male e Taylor era scappata via con Edward. - “Mi dispiace” - sussurrò lei sincera. - “Mi meritavo di peggio e lo sai. Perchè mi hai voluto Taylor, perchè hai lasciato che ti rovinassi la vita?” - Taylor si mise a sedere sul letto, staccandosi da Harry. - “Edward non h a rovinato la mia vita, gli ha dato un senso” -

 

“Non intendevo questo Taylor. Perchè mi hai detto si? Perchè mi hai voluto? Dopo tutti gli errori e le cose che ti ho fatto” - anche lui si era seduto sul letto ed ora teneva la testa tra le mani, come lei una notte di tanti mesi fa. - “Perchè ti amavo e avrei fatto qualsiasi cosa per tenerti accanto a me. Perchè ti amo, perchè io voglio questo ancora” -

 

“Lo dici come se io non potessi ricambiare” - esclamò lui. - “Ma tu non mi hai mai amato Harry” - affermò lei consapevole. - “Se solo potessi sapere Taylor Alison Swift” -

 

Ma Taylor Swift conosceva fin troppo Harry Styles e non ci fu bisogno di altre parole. Mentre l'abbracciava e l'alba arrivava veloce, Taylor sentì solo il corpo di Harry farsi più vicino al suo. E Taylor Swift bagnò il cuscino con una maledetta lacrima. Perchè Harry Styles l'amava.

 


















Angolo dell'autrice:


Di solito non commento le mie one-shot, ma questa la commento perchè ho preso libera ispirazione da una drabble trovata su Tumblr non dedicata alla Haylor, perciò eccomi qua. Sarei lieta di leggere una vostra critica nei confronti di questo mio piccolo lavoro!

  
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