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Autore: Daisy_5    09/01/2014    0 recensioni
‘Mi sento uno schifo. Mi sento dipendente dagli altri e io odio dipendere dalle persone, odio questa situazione. Mi sento un peso, cosa che effettivamente sono. Vorrei solo che mi capitasse qualcosa per cui essere felice e per cui combattere e andare avanti. Mi sento inutile. E’ come se vivessi senza motivo.’
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 1

Mi chiamo Eileen, ho 18 anni e sono nata a Longford, nel nord dell'Irlanda. Ho perso i miei genitori tre mesi fa a causa di un maledetto incidente stradale. La mia famiglia non è mai stata ricca, al contrario, eravamo un po' sotto la media, ma con vari sacrifici ce la siamo sempre cavata. Quando i miei genitori sono morti, la mia vita si è bloccata, come un orologio in cui si sono bloccate le lancette. Sono figlia unica, e non ho né nonni né zii né cugini, solo parenti lontani che vivono in Francia.
Sono sola.


Prima che tutto questo accadesse, frequentavo un istituto tecnico ed ero in quarta superiore. La mia carriera scolastica si è interrotta, non avendo soldi non riesco a frequentarla e a pagare le spese che richiede. Non avendo quindi un vero e proprio titolo di studio, nella mia città non riesco a trovare lavoro, nonostante gli sforzi che abbia fatto per cercarlo. Inoltre, non ho nemmeno una casa dove vivere dato che quella dei miei genitori l'ha sottratta lo Stato per le spese non pagate.

L'unica persona che ho è Tracy, la mia migliore amica. Tracy è riuscita a prestarmi qualche soldo, e se ora sono qui è solo grazie a lei. Mi trovo a Kilburn, un quartiere di Londra. Sua cugina Daisy ha una casetta qui ed è riuscita a trovarmi un lavoretto come babysitter a un bambino di 5 anni di una sua conoscente, ma il problema è che tengo questo bambino solo tre volte a settimana e quindi guadagno veramente poco, quasi nulla. Alcuni di questi soldi riesco a tenerli da parte, ma alcuni li devo dare a Daisy per la casa, il cibo e tutto il resto. Tracy mi rassicura spesso dicendo che se continuo a cercare troverò un lavoro decente con cui mi potrò anche permettere di continuare gli studi, ma io non ci credo molto. Non ho mai creduto in me stessa, figuriamoci in questo momento.

Daisy è molto gentile con me e fa fin troppo. Con i soldi che sto tenendo da parte riuscirò a restituirle tutto, sarà la prima cosa che farò insieme al restituire i soldi anche a Tracy.

 

‘Mi sento uno schifo. Mi sento dipendente dagli altri e io odio dipendere dalle persone, odio questa situazione. Mi sento un peso, cosa che effettivamente sono. Vorrei solo che mi capitasse qualcosa per cui essere felice e per cui combattere e andare avanti. Mi sento inutile. E’ come se vivessi senza motivo.’

 

‘London, England’

 

Sono le 14.00, ecco che Brittany, la mamma del bambino a cui faccio la babysitter, arriva e mi consegna il piccino.

B: -Ciao Eileen! Vengo a riprenderlo verso le 18.00, buona giornata!-

E: -Va bene, buona giornata anche a lei Brittany!-

Prendo Marc per la mano e mi dirigo verso il salotto. Daisy non è mai in casa a causa del lavoro che la tiene occupata quasi tutto il giorno. Accendo la TV e insieme guardiamo un po' di cartoni animati. Verso le 16.00 vuole fare merenda, così usciamo e ci incamminiamo per il bar più vicino.

E: -Cosa vuoi prendere Marc? Ti va un bel gelato?-

M: -Siii, gelato al cioccolato!-

E: -Andata per il gelato al cioccolato allora!-

Stavamo per entrare nell'edificio, quando vedo e sento una ragazza avvicinarsi a Marc e chiamarlo.

M: -Ciao Carrie! Lei è Eileen, la mia babysitter!-

C: -Piacere Eileen, io sono Carrie, la figlia di un'amica di Brittany!-

E: -Aah, piacere mio Carrie!-

La ragazza mi sembra una tipa strana, una di quelle ragazze che nascondono qualcosa, ma probabilmente è solo una delle mie stupide impressioni.

Entra con noi nel bar e prendiamo tutti e tre un gelato. Mi racconta un po' di se stessa, e nemmeno lei vive una bella situazione, quindi penso che forse capirà anche la mia, ma quando viene il mio turno guardo in basso e mi si scuriscono gli occhi.

C: -Oh scusa, non sono fatti miei... non volevo essere invadente...-

E: -Tranquilla, non lo sei stata! Comunque la mia vita è un po' complicata...-

Da questa frase comincio a raccontare tutto in breve. Non ho paura di dire la mia situazione, alla fine è questa, e io non posso nasconderla troppo. Carrie mi sembra comprensiva, ma anche un po' dispiaciuta, ovviamente. Mi guarda pensierosa e appoggiando il gomito sul tavolino mi dice:

-io forse so come aiutarti, ma non te lo posso spiegare qui, adesso...-

La guardo in modo interrogativo, non capisco cosa intende dirmi.

C: -Stasera hai da fare?-

E: -Qui non ho amici, non ho nessuno tranne Daisy, quindi non ho mai da fare! -

C: -Bene, allora stasera esci con me, così vedi con i tuoi occhi quello che ho in serbo per te.-

Non so cosa aspettarmi dato che non so di cosa si tratta, e non conoscendo bene Carrie non mi fido ciecamente, ma accetto comunque.

 

Alle 8.30 inizio a prepararmi, Carrie sarà qui a momenti. E' da tanto tempo che non mi preparo in modo decente, così, prendo l'occasione anche per distrarmi un po'. Chissà, magari sarà una bella serata.

D: -Eileen, è arrivata!- sento urlare Daisy dal salotto.

E: -Arrivo! Ciao Daisy, a domani!-

D: -Buona serata tesoro!-

Esco dalla porta e la trovo in auto in un modo un po'...bizzarro?
Mi avvicino per salutarla.

E: -Ciao Carrie.-

C: -Ehi ciao, sali!-

Ambigua, faccio quello che mi dice. La ragazza indossa una minigonna con delle calze a rete, degli stivali con un tacco molto alto e un top attillatissimo. Sembra adatta ad uno strip tease.

E: -Dove andiamo?-

C: -Tra poco vedrai…-

Dopo dieci minuti di strada, ci ritroviamo nel centro di Londra, in una via che però non avevo mai visto né sentito prima. Da lontano scorgo delle ragazze vestite tutte come lei, e delle macchine che si fermano davanti a loro. E solo in questo momento capisco tutto…

E: -Carrie ma sei matta? Perché siamo venute qui?!-

C: -Ehi calmati! Ci sei arrivata o ti devo spiegare?-

E: -Carrie, ma qui è pieno di...-

C: -Di prostitute, si.-

La guardo storto, l'unica cosa a cui non avevo pensato era che facesse la prostituta.

E: -Senti, se hai pensato che io mi possa aggregare a voi ti sbagli di grosso, io...-

C: -Ehi ehi ehi, aspetta baby, frena! Io non ho proprio pensato a niente, io voglio solo aiutarti. So che è un modo strano di aiutare questo, ma è pur sempre un lavoro che ti sto offrendo. Sai quanto guadagniamo a notte? Il doppio di quello che guadagni tu in un giorno come babysitter!-

Inizia a raccontarmi come funziona il giro e di come lei ci fosse entrata. Ai suoi “clienti” fa pagare 40€ all'ora, e in questo modo, a fine turno, guadagna circa 300, e a volte anche 400€ a notte.

C: -Senti, io non ti obbligo a fare niente, insomma, è la tua vita! Ma anche io vivo una situazione di merda come la tua e so cosa vuol dire sentirsi uno schifo e non avere un dollaro tra le mani... la scelta è tua... se vuoi, io ho dei vestiti nel baule.-

Detto questo, scende dall’auto e se ne va con le sue “amiche”. Non capisco perché sono stata pure qui ad ascoltarla, insomma, io non sono di certo quel tipo di ragazza.

 

Dall'auto, fisso quello che le ragazze stanno facendo. Si appoggiano sensualmente sui finestrini degli autisti e cercano ci convincerli a passare una notte di passione con loro. “Che lavoro meschino e senza orgoglio” penso, ma subito dopo mi correggo “anche se sarebbe capace di tirare su le sorti di una ragazza al verde come me...” mi stupisco di quello che dico... sto davvero pensando a come sarebbe fare la puttana? “Ehi Eileen, torna in te! Tu non sei quel tipo di persona…” mi dico, ma tantissimi pensieri mi entrano in testa e mi immagino lì, sul marciapiede, con tutte quelle altre ragazze. Anche loro hanno una situazione economica orrenda probabilmente, e in questo modo si stanno sistemando. Esco dall'auto e apro il baule, vedendo la marea di vestiti che Carrie colleziona per queste serate. Senza pensarci due volte, inizio a prendere un paio di leggings rossi, una canottiera bianca e un paio di tacchi non troppo altri sempre bianchi. Mi trucco con il mio classico rossetto rosso che metto solitamente, e appoggio la borsa in auto. Mi dirigo verso Carrie, e vedo lei che sorridendomi compiaciuta mi viene incontro.

C: -Non te ne pentirai piccola, vedrai... guarda e impara!-

Mi fa vedere cosa e come devo svolgere “l'attività” e appena un tipo si avvicina, la ragazza mi butta    sulla strada. Questo tizio mi sembra abbastanza ambiguo... le stranezze capitano sempre a me d'altronde. Impacciata, cerco di attirarlo, ma lui come se non mi sentisse mi sussurra indifferente: -entra.-

Mi giro verso Carrie che mi fa un occhiolino e salgo in macchina. Come mi ha detto la ragazza, mi avvicino a lui stuzzicandolo un poco, ma egli non ha reazioni, non mi guarda nemmeno, e questo mi inizia a preoccupare un po'.

E: -Dove stiamo andando?- dico fingendo un sorriso sensuale.

Nessuna risposta... i suoi occhi sono fissi sulla strada che prosegue davanti a noi.

Parcheggia in un posto non troppo isolato, e a quel punto mi avvicino ancora, e questa volta mi respinge definitivamente.

E: -Scusi, ma lei cosa vuole da me?-

Mi guarda con aria malvagia, con due occhi rossi pieni di orrore. Si avventa su di me con aria violenta. Inizia a darmi sberle, a lasciarmi lividi viola sulle braccia e a lasciarmi graffi rossi sul collo. Inizio a non sentire più i muscoli del mio corpo, è come se non ci fossi più, come se esistessi solo mentalmente. La vista si annebbia, e tutto intorno a me sembra che stia scomparendo. Il dolore è sempre più forte, finché sento un auto parcheggiare accanto a noi. In questo momento esatto, l’uomo mi butta fuori dall'auto in modo brusco, come se fossi un animale da abbandonare sulla strada, per poi andarsene velocemente. Con le lacrime agli occhi, mi afferro il polso sinistro che mi fa un male atroce. Vedo un ragazzo scendere dalla macchina, avvicinarsi e sorreggermi. Mi dice qualcosa, ma sono talmente scossa che non riesco a capire. Mi mette nel suo veicolo e sfreccia via, mentre io continuo a tenermi il polso che mi sta uccidendo dal dolore.

x: -Stai tranquilla, ora ti porto in ospedale.-

Finalmente riesco a sentire le sue parole, la sua voce calda e con un accento decisamente inglese, riesce a calmarmi un attimo, e i miei singhiozzi si pacano.

La macchina si ferma, il ragazzo mi prende in braccio e mi porta all'interno dell'ospedale. Mi ritrovo nella sala medica, dove i dottori iniziano a spogliarmi e a curarmi. Mi danno dei tranquillanti fortissimi, che dopo dieci minuti mi fanno entrare in un sonno un poco tormentato.

 

  
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