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Autore: Elisewin Ci    09/01/2014    6 recensioni
Dopo i PCA Nina festeggia a casa di Kevin Williamson con Ian, Julianne e Julie Plec. Una torta, tanti abbracci e il giusto finale.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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È appena uscito da casa di Kevin, ha chiuso la porta per perdersi nella notte calda di Los Angeles diretto probabilmente verso un taxi di cui non conosco la direzione e io sono qui, seduta vicino alla finestra con le braccia di Julianne a circondarmi il corpo, mentre nella stanza accanto Julie e Kevin si litigano l'ultimo pezzo di torta o l'ultimo bicchiere di champagne - non riesco a capirlo perché le loro urla si sovrastano l'una sull'altra come ogni volta - e quando sprofondo nel caldo del mio golfino beige e nell'amore dell'abbraccio di Julianne sento il mio iphone vibrare sul tavolo. Mi allungo, confusa e in preda a una stanchezza dolce che mi culla domandandomi di chi siano gli auguri che iniziano ad arrivare.

Ian.
Che strano.
Un tweet casuale.

Sorrido e senza leggerlo mi alzo e corro fuori dalla porta. È lì, di schiena, fuori dal giardino e appoggiato al cancello con quell'aria trasandata e profumata di quell'erotismo scanzonato che mi ha sempre sconvolta.

"Ehi ubriaco ma che fai? Mi scrivi gli auguri quando sei qui vicino a me?"

Lui si volta e sorride, alza appena il labbro superiore e allenta ancora di più il nodo di quella cravatta sfumata che seguiva il luccichio del mio vestito sulla camicia ormai sganciata per metà.

Così mi prendo un attimo per leggere, un attimo eterno che lascia brividi dolci e sconvolti sulla mia pelle quando i miei occhi passano su quelle parole digitate pochi attimi prima dalle sue dita.

"Il mondo ti ama Nina. Come facciamo tutti noi"

Lo ha scritto davvero, davanti alla vita, alla mercé degli occhi di chiunque, davanti al mondo, davanti a me che non riesco a parlare, davanti al mio stomaco che stringe - e le sento le farfalle, quelle che si svegliano e mi agitano, quelle che sentivo a diciannove anni immersa nei suoi occhi, quelle che ormai credevo unica prerogativa dei ragazzini che sanno ancora sognare - come se fosse lecito umano e normale, come se non potesse essere altrimenti. 

Allora lo guardo, riesco solo a guardarlo stringendo forte il cellulare tra le mani: è lui l'altra metà di me e non posso farne a meno.
A meno di corrergli incontro e sentire le sue braccia forti stingermi come se volesse togliermi l'aria e l'anima per portarsele via ancora una volta.

"Ian"

Ripeto solo il suo nome e la testa mi scoppia - maledetto Kevin e il suo champagne tenuto in fresco in una coppa di ghiaccio.
Maledetto il vestito coi lustrini che mi ha fatto indossare Ilaria per farmi sentire una principessa.
Maledetto lui che mi ha tenuta avanti a sé tutta la sera come se fossi ancora quella roba sua da proteggere dal mondo.
E maledetta la mia testa che gira, i miei capelli sfatti e le lacrime che continuano a scendere.

Los Angeles non mi è mai sembrata così bella, neanche sul molo di Santa Monica la prima volta che Ian mi ha portata con sé.
No, non mi sono mai sentita così perché adesso sono una donna e capisco cosa significa davvero stare tra le braccia di un uomo che riesce a farti tendere ogni terminazione nervosa.

Maledetto il calore che sento, quello che sale e che scende, quello del suo cuore che batte contro il mio e quello del vento dolce della notte.
Maledette le mie difese abbassate e il mio desiderio profondo di sentirmi ancora l'unica al mondo.

"Ian"
e non so dire altro, sono in preda alla confusione delle cose belle: quelle inaspettate e improvvise che ti cambiano le prospettive.

"Ian"
ma lui non se ne va, ne mi scosta da sé, i bottoni sganciati della sua camicia azzurra si sfregano e incastrano con la collanina che porto al collo.

"Ian"
e il tempo sembra essersi fermato ma poi sento ridere, e conosco quel suono, è stato la mia salvezza per mesi: Julianne è alle mie spalle ma io non mi muovo, quelle braccia dovrebbero solo restare su di me e non lasciarmi più andare via.

"Ho preso tutto"
alzo appena lo sguardo e la sorella che mi ha regalato la vita sfiora appena le mie spalle poggiandoci sopra il mio cappotto.
Quello nero, lungo, morbido, quello delle occasioni importanti.

"Che succede?"
La mano di Ian scivola verso la mia e la stringe forte, mi bacia la fronte e sfila una forcina dalla massa acconciata perfettamente dei miei capelli.

"Scioglili"

Julianne gli passa la mia borsa e solo adesso mi accorgo che lei trascina dietro di sé un trolley rosa, quello dei nostri finesettimana a Cabo, quello della nostra estate piena di sole e paure superate, ma Ian è più svelto, le sfiora la testa con un bacio e le ruba la valigia.

"Ci penso io Jules"

Le loro parole rimbombano, la loro confidenza mi spiazza mentre il mio cuore rallenta, improvvisamente tranquillo, senza un motivo reale, o forse il motivo c'è e io l'ho tenuto nascosto dentro di me per paura che qualcuno potesse riderne: l'uomo che ho amato - quello che dà sapore e odore a ogni mio pensiero - e la mia migliore amica si spintonano, complici, forse più ubriachi di me, o solo inebriati da questa notte magica d'inizio anno, e mi osservano, insieme, solo per farmi sentire quanto importante sono per loro.

"Ian sta arrivando il taxi"
e si allontanano da me, per sporgersi insieme verso la strada e tirare un sospiro di sollievo che mi lascia solo più confusa di quanto non sia già.

"Ma siete ubriachi?"
spero che mi concedano il dubbio e che non mi lascino qui, da sola, quando mezzanotte è scoccata appena da un paio d'ore.

"Jules te ne vai anche tu?" 
e mi agito senza volerlo, le mie mani si muovono nervose sui miei capelli che sanno dell'oceano che mi ha bagnata e coccolata in Australia.

"Si, ce ne andiamo Nina"
ma il suo sorriso è buono, e mi sembra che i suoi occhi brillino, e che le sue labbra vogliano confidarmi ancora segreti impronunciabili con chiunque altro.
"Andiamo a New York tesoro. Ian ci porta a New York per festeggiare" 

Lo guardo, incredula, convinta di vivere un sogno dal quale mi sveglierò appena i suoi laghi azzurri torneranno a posarsi su di me, ma lui sorride appena, contro le stelle, contro il cielo, contro le luci di Los Angeles, e io afferro il suo braccio, le mie labbra schiuse tremano incapaci di esprimere tutti i dubbi che mi assalgono.

"Buon compleanno Neens"

La sua voce profonda e tre semplici parole ad avvolgermi: il suo sorriso finalmente mi accoglie, ricco di promesse e di un briciolo d'imbarazzo, ricco dei suoi occhi accesi come ogni volta, ogni volta che prende l'iniziativa per regalarmi il mondo in una notte che non vorrei avesse mai fine.



- note dell'autrice -

Qualche parola per festeggiare Nina, i suoi 25 anni e la foto bellissima che la ritrae tra le braccia delle persone che la fanno sentire "a casa"
Un sogno per tutte noi, che ieri guardandola ai PCA abbiamo pensato che fosse la più bella della sala, con quell'abito elegante e con quell'acconciatura che Riawna ha ideato pensando all'oceano che bagna l'Australia.

Buon compleanno Nina.

Vostra, 
Elisewin.




 
  
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