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Autore: federica04    09/01/2014    7 recensioni
Rick e Kate stanno insieme da quasi un anno, tutto va bene tra di loro, ma durante una normale indagine succede qualcosa di inaspettato...cosa succederà?
È la mia prima fanfiction, spero vi piaccia :)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Salve a tutti! Sono nuova ma seguo Castle da sempre e leggendo le vostre bellissime storie, ho provato anche io a mettermi in gioco, se vorrete consigliarmi o criticare qualcosa, sentitevi libere, lo apprezerò molto! Grazie :*



Ti svegli di soprassalto dopo l’ennesimo incubo e con le mani ti massaggi il collo, ti duole tantissimo considerato che il tuo letto è diventato un divano, più precisamente il divano della camera di Richard Castle nell’ospedale dove è stato ricoverato. D’istinto guardi alla tua sinistra dove sul letto è disteso Rick, vari tubi lo collegano alla macchine intorno a lui e il bip che emette una di quelle è per te una garanzia, ma solo all’apparenza lui sembra dormire tranquillo. Come un fiume in piena i ricordi di quella notte ti ritornano vividi in mente…

Stavate indagando a un caso riguardante un giro di droga a Staten Island, un ragazzo di soli 20 anni ,Jason Prascott, era stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla tempia, quasi sicuramente per un regolamento di conti, infatti gli erano state trovate tracce di eroina nel giubbotto e non era sconosciuto alle autorità che lo avevano arrestato per spaccio due anni prima. Era uscito grazie al padre, un avvocato molto affermato a New York. La scientifica aveva constatato che l’eroina era di prima qualità e questo faceva presumere che il ragazzo fosse solo un piccolo pezzo del puzzle, ma non era così. Erano già le 19 ma volevi parlare con la famiglia del ragazzo ancora una volta, non c’erano prove ed eravate in un vicolo cieco già da due giorni. Era una fredda serata invernale e il sole era già calato da un pezzo. Tu e Rick avevate raggiunto velocemente la grande villa del padre di Jason, ma qualcosa ti aveva insospettita , c’erano varie automobili parcheggiate, nessuna di quelle era lussuosa, e il grande garage era illuminato a giorno.

“Qualcosa non mi torna, scendiamo a controllare, ma stai sempre dietro di me, mi raccomando!”
“Sì Kate, sarò bravo come sempre” disse Rick con un sorriso sornione “ma secondo me stanno solo facendo un party, insomma l’hai visto quell’avvocato, è sempre incavolato, si dovrà sfogare anche lui ogni tanto!”
“Vuoi muoverti Castle? Sennò ti lascio qui a parlare delle tue teorie da solo!”

Si ricordava benissimo ogni parola di quel discorso, era stato l’ultimo prima che succedesse quello che non si sarebbe mai aspettata…

Eravate scesi dall’auto e avevate raggiunto il portone del garage, si sentivano voci all’interno, c’era sicuramente una tv accesa e due uomini ridevano allegramente, forse era veramente un incontro tra amici e proprio mentre stavi per abbassare la pistola, dei passi ti fecero voltare e un uomo arrivò davanti a voi da dietro alla casa, rimase per un attimo sorpreso poi gridò “INTRUSI!” e un altro uomo arrivò dietro di voi. Con la tua pistola cercavi di proteggere Rick che era dietro di te, ma non era abbastanza. Il portone si era aperto e dentro c’era un’enorme laboratorio di eroina in cui varie persone che prima lavoravano ora guardavano con terrore alla scena davanti a loro, i due individui all’interno del garage erano a pochi metri e tu non riuscisti ad essere così veloce da spostare Rick dalla traiettoria di un proiettile che lo colpì nel petto. Rick ti aveva guardata con un’espressione di puro terrore mentre si teneva le mani lì dove lo avevano colpito e ti eri buttata su di lui spingendolo a terra, proprio mentre un altro proiettile veniva sparato. Stavano scappando tutti, gli uomini messi di guardia e gli operai , ma non ti importava e mentre ti tiravi su per lasciare libero il corpo di Rick, prendesti il cellulare e inviasti una veloce richiesta di soccorso, “uomo a terra!” ripetevi “uomo a terra..” Sentivi le sirene in lontananza e guardavi Rick. Era svenuto e il sangue gli usciva copioso dalla ferita, dove tenevi le mani per fermare l’emorragia. Non ti eri nemmeno accorta di avere iniziato a piangere, lo notasti perché sulle tue mani si mischiavano il suo sangue e le tue lacrime.

Poco dopo due forti mani cercarono di sollevarti, ma non volevi per nessun motivo muoverti da lì, soltanto quando riconoscesti la voce di Esposito dire: “Kate lascia lavorare i paramedici, sono qui per salvargli la vita”, lasciasti la presa. Rick fu caricato sull’ambulanza, avevi cominciato a correre verso il tuo Suv ma stavolta fu Ryan a fermarti e a farti sedere nella macchina di Esposito, che era già al volante pronto per partire.

Dal momento in cui eri arrivata in ospedale non ti eri mossa, eri rimasta seduta contro la parete vicino alla doppia porta che ti separava da Rick, gli infermieri ti avevano dovuta letteralmente sbattere fuori dalla sala dove lo avrebbero operato e da allora ti eri messa ad aspettare, non ti alzavi anche se Ryan continuava a ripeterti di sederti in una delle sedie poco distanti e non accettavi nemmeno il caffè fumante che Espo voleva offrirti per scaldarti.

Poco dopo le porte dell’entrata del pronto soccorso si aprirono e Martha e Alexis entrarono. Guardavano preoccupate verso di voi, camminavano veloci ma ti alzasti per andare loro incontro. Le osservavi, avevano pianto molto ed entrambe stavano malissimo, come te d’altronde. Ma ti saresti meritata degli schiaffi da loro, a rischiare la vita c’era il fantastico padre di una ragazza altrettanto fantastica e il figlio di una madre orgogliosa.
“Perdonatemi” eri riuscita a dire, e loro ti avevano abbracciata forte, così forte che per un momento non pensavi di essere tu la causa di tutto quello.

Mentre ancora vi stavate abbracciando, un dottore era comparso dalla doppia porta. Avevate corso tutti verso di lui, avevate annuito quando chiese “I parenti del Signor Castle?”, un attimo di pausa in cui ricontrollò la cartella e riprese a parlare: “Allora c’è una buona e una cattiva notizia, il proiettile ha colpito un polmone provocandogli un’emorragia interna ma avendo avuto un tempestivo intervento l’operazione è andata a buon fine, però cadendo deve avere sbattuto abbastanza forte la testa, c’è un’importante commozione cerebrale, ed è questo che molto probabilmente lo ha portato al coma. Purtroppo non si può sapere quando si riprenderà, si potrebbe parlare di giorni, mesi o addirittura anni e con mio rammarico non vi posso nemmeno assicurare che si sveglierà.”

Il silenzio calò su di voi, uno dei silenzi più orribili della tua vita, Rick è vivo ma potrebbe non svegliarsi mai più.

È il dodicesimo giorno in cui ti svegli a ripensi a tutto questo, il dodicesimo giorno in cui vorresti prenderti a pugni per aver voluto andare a tutti i costi in quella maledetta villa, il dodicesimo giorno in cui speri di poter perderti di nuovo in quei bellissimi occhi azzurri. Perché lui deve svegliarsi, deve tornare da te, è lui la mano che ti ha salvata e che continua a tenerti viva, e ne sei sicura, senza di lui questa volta, non ce la faresti.


Angolo dell'autrice:
Il primo capitolo è un po' triste, ma spero di avervi acceso la curiosità di sapere come continua!
Un abbraccio e alla prossima se vorrete ;)
  
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