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Autore: Clars_97    10/01/2014    1 recensioni
E' una storia che va letta tutta d'un fiato e quando si ha veramente voglia di leggere una storia d'amore. Tratta di due ragazzi, perdutamente innamorati, che combatteranno fino alla fine per riuscire a rimanere insieme per sempre. Non è una storia lunga ma è molto intensa ed emozionante. La bellezza sta nell'immaginarsi tutto e immaginarsi anche che tutto è possibile nell'amore, finché si ama. Diciamo che quando si arriva a leggere la fine della storia nasce un sentimento di gioia e di stima profondo verso i due ragazzi.
Buona lettura!! Vi sarei molto riconoscente se lasciaste una recensione, anche solo per sapere se è scritta bene o no. Grazie mille :)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era innamorata, follemente innamorata. Eppure aveva paura di perderlo. Ormai erano quasi cinque mesi, la mano stava diventando inutile da sola per contarli. Era stanca, frustata, avvilita. Era il suo ragazzo e nonostante questo, non poteva vederlo sempre e così facilmente come non aveva mai smesso di sperare fin dall’inizio. Lei era una ragazza di poche parole, ma con un’assurda confusione nella testa, ma quando si trattava di amore, cercava sempre e comunque di fare la cosa giusta e di riuscire almeno in qualcosa. L’amore per lei era la cosa più potente al mondo, tutto ciò che una persona dovrebbe e potrebbe desiderare di dare e ricevere per tutta la vita. Era davvero stanca del fatto che poteva vederlo solo poco alla settimana. Era davvero stanca di sentire la sua incessante mancanza e di aver immensamente bisogno di lui.
Quel giorno lui le disse che si era innamorato di lei, anche se non era la prima volta che glielo diceva, ma per lei sarebbe stata sempre la prima volta. Quel giorno si emozionò a tal punto di piangere. Era fragile e sensibile, un po’ come lui insomma e per questo lo amava all’infinito, perché se si sentiva debole, lui poteva capirla con semplicità. Lei gli rispose che anche lei si era innamorata di lui e lui stentava a crederci. Così a lei venne un’idea: quella che avrebbe fatto solo per lui, rischiando il tutto per tutto.. A lei dava fastidio se lui non le credeva su quella verità così pura, quindi voleva dimostrare in ogni modo possibile l’amore che provava per lui. L’idea era pazza, ma il fatto era che lei era pazza di lui e per amore non ci sono scuse, anche se sono follie.
Era l’una e mezzo notte e l’ultimo messaggio che si erano mandati era stato una mezzoretta prima. Lui era un po’ matto, perché alle due di notte avrebbe guardato la partita di calcio trasmessa in America in diretta, ma in fondo a lei piaceva anche quello di lui: il fatto che se diceva di fare una cosa la faceva e basta, senza starci a pensare più di tanto.
Era indecisa, confusa e piena di paura delle conseguenze, ma alla fine decise e si convinse della follia che stavolta toccava fare a lei per dimostrare l’amore immenso che provava per lui. Così si tolse il pigiama, indossò i primi jeans che trovò sparsi per la camera e una maglietta dal cassetto. Si infilò le converse azzurre e poi una felpa blu scuro. Lentamente e, cercando di fare il minimo rumore, scese le scale che portavano al salotto. Chiavi, cellulare, borsello, casco e, dopo aver chiuso il portone di casa, arrivò alla sua vecchia vespa verde. Senza starci a pensare troppo, partì, soffocata dall’amore e dalla felicità che teneva dentro di sé.
Arrivata in città, doveva trovare il quartiere, dato che non sapeva di preciso dove lui abitasse, ma non ci mise molto a quell’ora, data l’assenza di traffico e confusione. Parcheggiata la vespa, arrivò davanti al portone, ma non sapeva come farsi aprire, dato che erano le due di notte. Allora pensò che lui fosse in soggiorno e perciò pensò all’idea di scrivergli un biglietto, trascinandoglielo sotto il portone. Così aprì il borsello, da cui tirò fuori un vecchio scontrino ormai senza scritte. Presa la penna, scrisse sul biglietto “Manda a fanculo la partita che qui c’è una persona che ti ama tanto che sta aspettando che tu le apra!”. Fece scorrere il biglietto sotto la porta, incrociando le dita con la speranza che riuscisse a vederlo. Trascorsero alcuni minuti, ma nessuno si fece vivo. Allora bussò, aspettò alcuni minuti e poi bussò di nuovo per altre tre volte. Alla fine, quando pensava di doversene andare amareggiata e stanca, sentì dei rumori improvvisi e subito dopo vide il suo ragazzo in mutande davanti a lei. Lui rimase a bocca aperta vedendola seduta in terra, con il mento appoggiato su una mano; le porse una mano e lei la afferrò entusiasta. Stupito, le chiese del perché lei era lì e lei gli rispose che aveva semplicemente voglia di vederlo e non aveva nessuna intenzione di aspettare un indefinito numero di giorni.
«E come hai…»
Lei gli tappò la bocca subito, senza fargli dire mezza parola e, mentre con l’altra mano chiudeva la porta, lo spinse verso il divano. Lui rideva divertito, ma ancora non aveva veramente capito l’intenzione della sua ragazza. Allora iniziò a sorridere anche lei; si tolse la borsa frettolosamente, poi si levò la felpa, la maglietta e le scarpe. Iniziò a baciarlo, restando sopra di lui, poi a toccarlo, ad accarezzarlo e a quel punto lui intuì che quella non sarebbe stata una serata da dimenticare. Le sbottonò i jeans, lei se li tolse in pochi secondi e iniziarono ad amarsi sul serio.
All’improvviso lui si fermò e le prese la testa tra le mani:
«Ma sei sicura? Voglio dire: ti senti pronta?»
Lei sorrise, guardandolo in quegli occhi così profondi. «Ma sei matto?! Finché sarò con te mi sentirò pronta a fare qualsiasi cosa»
«Davvero? Aw che dolcezza che sei… Ti amo!»
«Anche io amore»
«E allora amiamoci dai»
«Volentieri»
Si amarono davvero quella sera. Come quegli amori a cui tutti desidereremmo appartenere. Per la prima volta, la più importante e la più fragile. Con le palpebre chiuse; con le mani intrecciate o tra i capelli; con i sospiri silenziosi; con le frasi dolci; con il cuore che batte forte e con quelle benedette farfalle che svolazzano in qua e là per lo stomaco. I baci sul collo, le carezze sulla schiena, i morsi sulle labbra, i baci all’eschimese, le prese in giro affettuose, gli sguardi negli occhi, le cose dette sottovoce nelle orecchie. Pensavano solo a loro due in quel momento, a quanto si amassero e al fatto che volevano trascorrere tutta la vita insieme.
Arrivò il mattino e loro due erano lì, distesi nel divano. Stavano tranquillamente dormendo abbracciati, come due che vorrebbero rimanere in quel modo per sempre, senza lasciarsi mai. Erano coperti da un leggero lenzuolo, ma nonostante ciò, non avrebbe fatto freddo loro nemmeno con una bufera di neve in casa, da quanto si erano scaldati quella notte. Erano due angioletti; con il sorrisetto felice marchiato sulla bocca, le braccia dell’una che cercavano il corpo dell’altro, le palpebre chiuse, ma che a bassa voce ridevano anche loro, i capelli sfatti, distrutti, scompigliati e disordinati. Poi, sotto quel lenzuolo bianco, si intravedevano i piedi, l’unica parte del corpo completamente congelata.
Dormivano stupendamente, poi abbracciati, dopotutto era la fine del mondo per entrambi! Ogni ragazzo ed ogni ragazza vorrebbe godersi quei splendidi momenti anche dormendo per tutto il giorno. Arrivò il momento in cui lei iniziò ad aprire gli occhi. All’inizio si chiese dove si trovava, ma poi si schiarì velocemente la memoria e ricordò il motivo per cui lei era lì. Sorridendo, diede un bacio nella fronte del suo ragazzo, svegliandolo delicatamente. Appena lui sgranò le palpebre, lei sorrise, felice come un fiore appena sbocciato e si mise a sedere su quel divano, per guardare lui mentre si stava svegliando per bene. Lui la vide e subito trasportò il collo di lei verso se stesso dandole una bacio a dir poco romantico. Lei gli diede il bis e da lì ricominciarono, fino a quando lei si fermò:
«No amore, scusa ma devo andare»
«Perché? Già te ne vai?»
«Devo andar via prima che si svegli mia madre e che si accorga che io in camera mia non ci  sono!»
«Ah capisco.. allora si, forse è meglio se torni a casa»
«Amore è stata la notte più bella della mia vita»
«Anche per me tesoro mio, non ho mai provato emozioni così profonde come quelle di stanotte!»
«Ne sono felice… dai adesso vestiamoci»
«Sisi muoviamoci»
Detto ciò, si vestirono molto velocemente, scherzando e facendo tanti versi, ma a loro divertiva, da pazzi. Loro avrebbero fatto qualsiasi cosa insieme e avrebbero fatto qualsiasi cosa anche pur di stare sempre insieme, pur di non lasciarsi mai. Pochi minuti dopo, però, arrivò il momento di salutarsi. Non era un addio, lo sapevano anche senza pensarci, ma per entrambi un loro “ciao” costava una settimana di messaggi per poi vedersi solo un quarto di una giornata intera, costava un buco allo stomaco feroce, occhi tristi, un’ ultimo bacio e dopo quella sera, non era affatto semplice. Loro erano forti, era il loro amore che li faceva rafforzare, era il loro stare insieme che riusciva a tenerli sempre uniti e a non farli staccare mai. L’amore fa soffrire certe volte, ma tante volte fa sentire anche liberi, vivi e invincibili; è una potenza sovrumana e incredibile, ormai lo sanno tutti coloro che lo hanno vissuto.
Lei prese tutte le sue cose, diede un lungo abbraccio al suo ragazzo, il quale la trattenne per un ultimo indelebile bacio e si avviò verso la porta. Quando chiuse quella porta, entrambi furono colpiti da un dolore lacerante allo stomaco; nessuno dei due avrebbe voluto lasciarsi alla propria vita senza la loro metà, alcune cose sei obbligato a farle, anche se sai bene che facendole seguirai la testa e non il cuore.
  
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